Recensioni per
The fallen princess of Eldia
di FoolThatIam

Questa storia ha ottenuto 113 recensioni.
Positive : 113
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Come nel capitolo precedente abbiamo delle storie, degli spaccati di vita di personaggi che apparentemente sono lontani l'uno dall'altro, con esistenze completamente diverse e distanti eppure, al tempo stesso, noi sappiamo che qualcosa li unisce; non sono puntini persi nello spazio, ma nodi di una tela vastissima.

La parte dedicata a Nancy ( o meglio, alla sua infanzia ) è veramente molto drammatica per quanto purtroppo, si parli di situazioni che esistono anche nella nostra realtà, situazioni di abusi dove a pagarne il prezzo più alto sono spesso i bambini; e viene quasi da tirare un sospiro di sollievo quando Nancy si sente dire che è al sicuro, che è finita, che può stare tranquilla. Certo, di simili trascorsi credo che una persona porti con sé i segni per il resto della vita, è inevitabile, ma anche solo il fatto che esista la speranza di un domani migliore è una consolazione.

Le breve parentesi di Erwin riprende un elemento citato nella sezione precedente, quella di Nancy, ovvero l'incubo; se Nancy era “quel sogno”, nel caso di Erwin l'onirico ha una forma precisa, quella della perdita del braccio ( cosa che noi conoscitori della storia originale conosciamo bene ). Ritaglio una piccola parentesi per dire che, come nel caso di Levi, l'Erwin bambino mi ha fatto sorridere e sì, anche in questo caso concordo con te: anch'io lo immagino così.

La parte dedicata a Bernard mi è piaciuta molto, intanto per il contesto socio culturale che fa da sfondo all'introduzione di questo personaggio, e poi per il modo in cui lui e Zoe si incontrano, a quel “salvataggio” che inevitabilmente mi fa pensare all'opera originale, la sensazione di essersi già incontrati, chissà dove, chissà quando; sembrerebbe quasi l'incipit di un romanzo d'amore, ma naturalmente sappiamo che Zoe è destinata a incontrare Levi, e pur volendo sicuramente molto bene all'altro uomo, la loro rimarrà un'amicizia ( anche questa idea del “ poteva essere ma no ”, fra l'altro, richiama un po' l'atmosfera dell'opera originale… o perlomeno a me ). Mi sbilancio un attimo, ma credo che qui si noti un pochino ( o almeno, mi è sembrato ) che Hange è uno dei tuoi personaggi preferiti ( se poi sia il tuo in assoluto non lo so ), perché quando si tratta di lei, anche attraverso lo sguardo di un comprimario, c'è una cura in più, una finezza in più nello scrivere.

Siamo all'ultima parte, ovvero Reiss; e qui il discorso si fa più complesso. L'affermazione secondo la quale i Reiss non sono dei ma guardiani l'ho trovata interessante perché offre una sorta di rovesciamento della considerazione che la famiglia Reiss aveva di sé ( sì che nell'opera originale uno doveva comunque filtrare il tutto perché la volontà del Primo Re si trasmetteva in chiunque ottenesse il Fondatore, ma ci siamo capite ) anche se rimane, nell'atteggiamento del padre di Edvige, una sorta di ieratica rassegnazione, un atteggiamento che in realtà richiama l'alterigia e quella sorta di “ atarassia ” ( anche se non è il termine più corretto ) che sentiremo nelle parole del Primo Re attraverso la voce di Freida Reiss.
Padre e figlia hanno parlato di una circolarità, di un ciclo senza fine; anche questo richiama l'opera originale, e anche qui si preannuncia un elemento catalizzatore in grado di spezzare questo cerchio, e che Edvige è convinta sia la figlia che da lì a poco partorirà. Al di là che nel leggere questa storia avevo cominciato a intuire un percorso simile, soprattutto quando mi soffermavo a riflettere sul personaggio di Bianca e sul modo in cui la sua presenza da un certo punto di vista sembra “ amplificare “ la capacità dei comprimari di avere delle reminiscenze, anche attraverso i sogni, sono curiosa di scoprire come effettivamente questa rottura si attuerà: il finale del capitolo ha dei toni che potremmo definire non propriamente drammatici ma vagamente profetici, sembra quasi che d'un tratto Bianca sia diventata una sorta di eroina, di salvatrice degli eldiani con chissà quali capacità, un'impostazione quasi più da storia fantasy\epica che da narrazione moderna come questa fan fiction è stata finora, ma magari è solo una mia impressione. Da un lato spero di sì, perché è proprio questa sorta di “ semplicità moderna “ e al tempo stesso di epicità mischiata ai normali episodi di una vita di tutti giorni che rende questa storia così piacevole da leggere.

Considerazioni finali: anche qui, come nel capitolo precedente ( anche perché sono uno il seguito dell'altro, per cui è praticamente inevitabile unirli mentalmente per fare un discorso unico ) emergono dei rapporti che apparentemente nascono come incontri casuali, ma che visti da una certa distanza si presentano, ancora una volta, come guidati da una sorta di ineluttabilità del destino. Come dicevamo nello scorso capitolo, c'è una strada che conduce tutti gli eldiani a Ymir, certo, ma al tempo stesso questa strada unisce e fa incontrare gli eldiani fra di loro e, come ti dicevo l'altra volta, questo è un aspetto che nell'opera originale mi è sempre piaciuto tantissimo ( spero di non sembrare ripetitiva, ma questi due capitoli sono sostanzialmente un'unica, lunga narrazione, e il leitmotiv è questo ); senza contare che ora questo discorso si arricchisce delle considerazioni di Edivge e suo padre.
Non so quanto manchi alla fine, ma una volta raggiunta la conclusione e avendo, per così dire, il disegno rivelato nella sua interezza, vorrei provare a rileggere questa storia dall'inizio, per seguire passo passo il modo in cui le cose si sono evolute, o meglio, sono venute alla luce, e avere così il quadro ancora più completo. 👏

Recensore Master

La resilienza dei bambini è sempre molto toccante, oltre che sorprendente e anche questo caso da te descritto ne è uno specchio molto veritiero.
Purtroppo ci sono davvero situazioni del genere, certo Nancy è stata davvero sfortunata, concepita da un padre sul quale non mi esprimo esplicitamente, ma un uomo di ventotto anni che mette incinta una ragazzina di quattordici per me è una cosa sola e ben definita. La  madre invece la vedo come una personalità fragile e anche un po' autolesionista, che s'è fatta infinocchiare da questo soggetto e poi si è persa nell'alcolismo. 
Mi hai fatto stringere il cuore nell'immaginarla così sola, fragile, a un certo punto privata anche del canguro, unico conforto quando è preda di terribili incubi, con una madre che invece di consolarla la riempie di sensi di colpa.
A solo 15 anni si comporta molto da adulta quando la madre che sembra essere cambiata la va a cercare. Nancy dimostra una saggezza non comune nello scegliere di darle una seconda possibilità senza penalizzare i nonni.
Purtroppo le cose non vanno affatto bene, ma per fortuna nella vita di Nacy appare Edvige che scopriamo essere la madre di Bianca! 
Mi è piaciuto come hai tessuto la trama in modo che tutti i fili si intreccino e ci diano una chiara visione d'insieme: ovvero che i sentieri di Ymir sono fatti proprio per intersecarsi l'uno con l'altro. 
Che bel personaggio Edvige, mi è rimasta dentro.
Sebbene sia molto breve ho davvero adorato il segmento su Erwin. Si vede che ami questo personaggio. Ho ritrovato molto di lui anche se stavi descrivendo un bambino piccolo in una AU. Hai illustrato in modo molto veritiero i sentimenti e le preoccupazioni di suo padre. Ho quasi avvertito il terrore che ha provato questo piccino nel sognare l'altro se stesso, quando gli staccano il braccio. Mi è venuta voglia di rassicurarlo anche a me questo Erwino!
Per quanto riguarda il segmento su Hanji e Bernard ho poco da dire se non che è il mio preferito di questa seconda parte, che Hanji ti viene in modo davvero divino e che più che leggere parole, mi sono vista proprio le immagini scorrere. Me lo sono gustato fin nelle virgole. È stato davvero molto piacevole leggerlo.
Nell'ultimo segmento sganci la bomba. 
Quindi i Reiss come nel canon ricordano, o meglio sanno che cosa sono quegli incubi, ma a quanto pare non tutti, o forse tu sai chi sa e perché, ma noi non lo sappiamo ancora.
Molto interessante, no, mi correggo è proprio figo!
Devo dire che Marlowe Reiss mi ha fatto un po' accapponare la pelle con certi discorsi, ma secondo me è molto ben caratterizzato e mi ricorda molto quell'altro Reiss.
Inutile dire che la curiosità è alle stelle.
Hai intessuto una trama davvero complessa, articolata, come un puzzle in cui i pezzi stanno andando tutti al loro posto, inserendo argomenti variegati e molto attuali, non tralasciando sprazzi di storia vera, che si collocano nella narrazione in modo assolutamente credibile. Si vede che c'è un gran lavoro dietro.
Complimenti davvero per questo lavoro così certosino e curato che mi intriga sempre più!

Recensore Master

Ho la sensazione che ci stiamo avviando allo scioglimento della questione degli incubi ricorrenti dei nostri protagonisti. Con questi flashback nella vita di alcuni di loro, diventa sempre più chiaro che c’è un detonatore, un incontro, per lo più casuale, che scatena qualcosa che però hanno già dentro. Finora, però, nessuno è riuscito a mettere insieme i pezzi. E come potrebbero? A parte che molti non si conoscono tra loro, ma poi il “filo rosso” è davvero ben nascosto. Gli “elementi scatenanti” sono, come dire… in incognito (oltre che del tutto inconsapevoli).
Ho apprezzato comunque molto il modo che hai adottato per portare il lettore verso certe conclusioni.
Ogni parte del capitolo potrebbe essere un racconto indipendente, breve ma denso di contenuti, con delle descrizioni degli ambienti e dei personaggi molto calzanti: la squallida “taverna” dove Dot si rifugia a bere, dove si muove un’umanità un po’ reietta, ma non cattiva, anzi… la sua consapevolezza dell’autodistruzione, l’amore per una ragazza che non sente di meritare, ma che potrebbe essere la sua ancora di salvezza… Poi c’è la vicenda un po’ triste di Christian, giovane insegnante piena di entusiasmo e di sogni, prima che la vita la metta a dura prova, che si intreccia con quella di un Michail adolescente, schiacciato dalle aspettative di una famiglia un po’ ingombrante, e contribuisce forse a cambiarne il destino. Questa parte mi è piaciuta molto, forse perché vengo da una famiglia di insegnanti, ma in realtà penso che un po’ tutti, durante gli studi, ci sia capitato di imbatterci in un insegnante particolarmente empatico verso gli studenti. E poi è vero che spesso da un piccolissimo gesto può nascere qualcosa di inaspettato e di grande. (Confessione non richiesta: dopo Levi ed Erwin, il personaggio maschile di AOT che preferisco è proprio Mike!).
Ma la parte che ho adorato in assoluto è la terza, ma non soltanto perché il protagonista è il piccolo Levi, ma per come hai reso, trasportandolo poi in tempi moderni, il bellissimo rapporto che aveva con la mamma, un po’ squinternata, un po’ hippy, ma che si occupa di lui con amore sincero e dedizione. Mi ha colpito come lo tratta, senza nascondergli nulla, non come un piccolo deficiente, insomma (come spesso si fa con i bambini), ma spiegandogli la realtà nella maniera in cui lui può capirla. E Levi, avvolto da tutto questo affetto e questa considerazione, cresce come un bambino modello. Geniale e commovente la spiegazione che Kuchel gli dà quando il piccolo la difende dall’aggressione, reagendo come spinto da un impulso incontrollabile, pur sapendo che non aveva alcuna possibilità di farcela.
Ultima considerazione: certo che questi Reiss hanno disseminato figli ovunque! Disinteressandosene totalmente, se non per un sostegno economico, misero e sporadico nel caso di Tristan, o tardivo, come nel caso di Christiane. (E secondo me ne spunterà fuori qualche altro!). Ma nulla di nuovo sotto il sole, in verità, visto che chi ha soldi e potere spesso si comporta così.
Ora aspetto con grande curiosità la seconda parte, chissà chi saranno i prossimi personaggi!

Recensore Master

Questo Dot è ubriacone come quello originale, ma è dotato di uno spessore diverso.
L'originale sembra un generico amante del bere, senza però dare mai veramente l'idea di uno che beva "per dimenticare", pare più  che sia un godimento a cui non sa dire di no, mentre questo ci fai capire da subito che beve, e  ti cito testualmente per poter convivere con l'orrore che stava nella sua mente, che non sapeva da dove venisse e che sempre più spesso lo afferrava senza che se lo potesse aspettare E noi sappiamo bene di cosa si tratta.
Sembra proprio quel tipo di persona autolesionista che sa i rischi che corre, ma non se ne cura e continua la sua scesa all'inferno, tutto pur di fuggire da ciò che lo tormenta. 
Christiane ho capito subito che fosse il contraltare di Christa Lenz.
Interessante questo segmento. Una storia compiuta, molto delicata e carina. Ce la vedo a fare l'insegnante, un po' come quella canonica si occupava amorevolmente degli orfani. Intersecare la sua storia con quella di Michael  è illuminante su la fatto appunto che tutti i sentieri portino a Ymir, perché è chiaro che le vite di questi personaggi devono toccarsi tutte tra loro in qualche modo, sbaglio?
Scontato e inutile dire che il mio segmento preferito è quello su Levi. Sono banale lo so, ma così è se vi pare! (Pirandello la mi scusi eh!)
Davvero un bell'approfondimento che ho gradito moltissimo.
Mi è piaciuto davvero tanto come hai tratteggiato il loro rapporto madre figlio. Lo trovo, nell'essenza, molto simile a quello che potrebbe essere nel canon, credo che Kuchel fosse davvero protettiva e dolce con il piccolo Levi esattamente come questa versione AU. Sicuramente, almeno per come mi immagino io, nel canon le cose erano ancora meno edulcorate, ma questo non cambia di una virgola, come tu abbia davvero centrato l'essenza di loro due.
Ho adorato letteralmente i rimandi alla forza degli Ackerman in Levi quando gli scatta qualcosa, ti cito Non aveva capito da cosa gli venisse, ma era stata una reazione violenta, qualcosa di rabbioso si era impossessato di lui. Almeno io l'ho interpretato come "il risveglio della forza" (sì, non è star wars, lo so)
Così come la mamma che gli racconta È il nostro istinto di proteggere qualcuno che amiamo che ci fa provare qualcosa di simile. Forse è questo che hai sentito.
Ed è stato molto delicato e toccante che tu le abbia fatto dire che lei quella forza l'ha sentita dentro di sé quando lo aveva in pancia.
Bello anche come fai spiegare a Kuchel chi sono stati gli Ackerman, ma anche il loro legame con le varie famiglie reali nel corso della storia. Il parallelo con dei cavalieri è calzante.
A parte il primo episodio che è quello per me un po' più angosciante, direi che sia quello di Christiane che quello su Levi e Kuchel sono stati davvero piacevoli da leggere, ora si attende la seconda parte.
👏👏👏
Un abbraccio e a presto!  🥰


Recensore Junior

Quando, cominciato il capitolo, ti trovi davanti un personaggio che si potrebbe definire “miserevole”, che trova nell'alcool un rifugio, che lotta per mettere a dormire i demoni che albergano nella sua testa, che non ha o pensa di avere prospettive per il futuro, lì per lì ti chiedi dove sei finita; poi leggi gli anni in cui è ambientato il tutto, i racconti del Medio Oriente ( qui ci sarebbe da fare tutto un discorso a parte, ho letto la tua nota a fine capitolo e capisco perfettamente cosa intendi ), e lo spaesamento cresce, ma già stai notando i nomi, poi arrivano i cognomi e tutto, all'improvviso, acquista un senso.
Poi leggi di Christiane, un racconto molto realistico nella sua semplicità nel parlare di cose di tutti i giorni ( un fidanzamento, un matrimonio, figli che crescono, un lavoro che si ama ma che, invecchiando, si ama un po' meno ) e ti domandi come questo potrà ricollegarsi alla trama principale… ed ecco un Michail Zacharius ragazzo, e la seconda connessione di questo capitolo si rende manifesta; e quando scopriamo l'identità del padre biologico di Christiane, ecco, ancora una volta abbiamo quel “ click “ nel cervello, che ci fa collegare le cose.
Trovata la quadra, queste parentesi di tempo lontane ( chi più chi meno ) dagli eventi principali danno un'immagine più ampia del passato, tra l'altro imprescindibile per comprendere il percorso dei nostri protagonisti. Io qui, con passato, ovviamente intendo sempre un passato “duplice”: quello più vicino all'epoca della tua narrazione, che tanti piccoli dettagli ed episodi pian piano stanno arricchendo, regalandoci l'immagine di insieme, e quello più remoto, quello del caro vecchio Isayama per intenderci, perché d'altronde, come dice il titolo, tutti i sentieri portano gli eldiani a Ymir, certamente, ma ciò vuol dire anche che tutti i sentieri e tutti gli eldiani sono interconnessi, come abbiamo già visto nella storia principale e, come stiamo lentamente apprendendo, è così anche qui.
Ovviamente questo discorso può essere applicato ai primi due episodi, dove la lenta apparizione di nomi e cognomi fa pian piano prendere coscienza al lettore di dov'è e di cosa ( e soprattutto di chi ) sta leggendo, e che gli fa dire “Ah, ecco!” ( sensazione che io adoro, ci tengo a precisarlo ), mentre per il terzo il discorso è a parte, perché non si può pensare, quando si comincia, “ Eh, chissà chi è questo Levi “, perché chiaramente sappiamo bene di chi stiamo parlando!
Levi “ piccolo adulto “ è un'espressione che mi è piaciuta molto, perché neanch'io riesco a immaginarlo senza una certa aria contegnosa, neanche da piccolo, e la trasposizione “ moderna “ di Kuchel rientra nell'idea che uno può essersi fatto del personaggio originale; personalmente anch'io l'ho sempre immaginata una donna che col figlio restava perlopiù calma, con cui non alzava la voce e con la tendenza a dirgli quelle “ bugie bianche “, le bugie a fin di bene, per proteggerlo dalle brutture del mondo, con le quali fra l'altro madre e figlio si dovevano allora, e devono qui, quasi quotidianamente scontrare, e che in questo capitolo raggiungono potremmo dire l'apice con la scena con Sennes ( mi ha fatto ridere l'ingenua, sincera domanda di Levi sulle russe ).
Mi è piaciuto il modo di Kuchel di edulcorare tutte le cose che Levi può aver sentito, visto o intuito quella sera, il tentativo di spiegare certe cose a un bambino, e viene istintivo chiedersi se non abbia mai fatto una cosa simile anche la “ vera “ Kuchel, quella che Isayama ci ha mostrato solo in un piccolo panel senza neppure un dialogo.
E ovviamente non poteva mancare il rimando alla famiglia Ackerman come “ cavalieri “ della famiglia reale, a quell'impulso che esisteva nei membri di tale famiglia e che anche ora, in epoca moderna, permane in loro… sono curiosa di leggere la seconda parte, con la netta sensazione che il puzzle stia definitivamente prendendo forma!

Allora, volevo intanto sottolineare un lato del carattere di Bianca, cosa che tra l'altro avevo già fatto qualche capitolo fa, ovvero l'innata bontà: è una persona “buona”, non so in quale altro modo definirla, come si intuisce dal modo in cui reagisce alla foto della figlia di Tybur, al centro dello scandalo. La sua esperienza pregressa avrebbe potuto renderla più dura, più chiusa, più disinteressata nei confronti del prossimo, ma così non è stato; malgrado tutto, ha mantenuto intatta la sua empatia.
Ho voluto ricordarlo una volta di più perché a volte si storce il naso, quando si legge di un personaggio così, o lo si definisce “poco realistico”, ma personalmente non penso sia questo il caso: fin dall'inizio proponi Bianca in una certa maniera, e il personaggio è rimasto fedele a sé stesso fino a questo momento ( stavo per scrivere “fino alla fine”, ma anche se sono sicura che sarà così, è presto per dirlo ).

Viceversa, mi ha lasciata per un attimo un po' destabilizzata la “riscoperta” della sua famiglia, non tanto delle figure dei genitori, che grosso modo sono rimaste come erano state presentate all'inizio, quanto quelle di Uri, del nonno ecc; ma per contro, si potrebbe dire che in fondo la prima impressione avuta della famiglia di Bianca era stata “filtrata” dalle vicissitudini di lei, dal suo carattere, dalle sue impressioni, e il fatto che lentamente la situazione sia cambiata è qualcosa di realistico, che può verificarsi anche nella realtà. E ancora, a propria volta i membri di una famiglia hanno a loro volta problemi, pensieri ecc, e quindi possono porsi nei confronti dei parenti in un certo modo prima, in un altro poi ( comunque, Uri, grazie per la macchina ).

Il “recupero” ( definiamolo tale ) della famiglia di Bianca, non è di per sé solo sul piano personale, ma anche su quello legato al tema AU, che forse è la cosa che stuzzica di più il lettore: in questo momento si ha come l'immagine ( o almeno, a me sembra così ) di questa grande ragnatela, dove la famiglia Reiss si lega e lega a loro volta tutti i personaggi che ruotano intorno alla protagonista, una sorta di legame pregresso che adesso sembra lentamente emergere, venire alla luce.
Quello che mi piace è che la storia originale, i personaggi di Isayama, le loro vicissitudini, sembrano come appesi, come in attesa di manifestarsi, come dei fantasmi, in attesa sulla soglia; chi conosce SNK sente come l'eco di quello che è stato, ed è forse la cosa che mi piace di più di tutta la storia ( ma questa è la mia opinione personale ).
Come già detto, inoltre, è qualcosa di particolare leggere di eventi storici ed episodi del '900 traslati in questa Paradis moderna; e se all'inizio mi avevano lasciata perplessa ( non perché non fossero scritti bene, quanto perché avevo paura di non riuscire a ignorare il fatto che parlavi di eventi accaduti realmente, e a vederli inseriti nella cornice di SNK ), adesso mi divertono e, soprattutto, li vedo come il trait d'union fra la “mitologia” dei Giganti e il mondo moderno di Bianca&co: sono il collante non solo fra l'antico e l'attuale, ma anche fra personaggi che ciclicamente tornano vicini, come se fosse ineluttabile, come se fosse il destino. E questo è piacevolissimo da leggere.

Per quanto riguarda il lato “personale” di questo capitolo, da un lato si sorride per la felicità di Bianca, che per la prima volta è serena, porta avanti il suo lavoro, ha degli amici, una sfera privata ecc, dall'altro si nota come stia portando avanti il rapporto con Erwin con una sorta di lentezza.
Questo si può capire, forse ha paura di bruciare delle tappe, di perdere per strada dei momenti, di immergersi troppo in una relazione; così facendo, invece, i due si stanno pian piano riscoprendo ( loro stessi, e la loro relazione ). Viceversa, mi è sembrato che invece Erwin vorrebbe premere un po' di più sull'acceleratore, nel senso, è lui che pensa in termini più “preoccupati” ( definiamoli tali ) al futuro: dove vivrà Bianca, in base a quello quanto si vedranno, come farà lei col lavoro ecc ecc.
Stiamo forse scorgendo un lato leggermente più egoistico di Erwin? Onestamente non lo so, me lo sono chiesta mentre leggevo ma non ne sono sicura al 100%; forse è solo una mia impressione.

Detto questo, non posso che essere felice per il momento di stabilità di “Sua Grazia” ( ormai Bianca non potrà più sfuggire a questo titolo! ), e il finale del capitolo ha solleticato la mia curiosità!

(Innanzitutto devo fare una precisazione sul capitolo precedente, perché non mi ero spiegata bene nel mio commento: le scene che riguardano l’incontro tra Levi e Bianca sono chiarissime così come sono, la prima viene lasciata un po’ in sospeso e poi ripresa, come avviene in tanti film o romanzi. Sono io che mi ero chiesta, all’inizio, cosa avesse Levi da dire a Bianca in separata sede, visto che si erano sempre visti insieme ad Hanji o ad altri amici, non avevo intuito il collegamento con suo padre.)

La carriera accademica di Bianca prosegue a gonfie vele, deve organizzarsi per i suoi prossimi soggiorni di studio a Shinganshina, sbrigare pratiche burocratiche… ma non solo, ormai ha più o meno la vita di qualunque altra ragazza della sua età, delle amicizie, una vita sociale, una parvenza di famiglia, rappresentata dallo zio Uri, che, oltre a prestarle la macchina, addirittura le propone di andare a vivere nell’immensa villa di famiglia, così può permettersi un affitto a Shinganshina. Comprensibile l’esigenza di restare indipendente, ma in effetti quella casa è talmente grande che libertà e privacy sarebbero garantite. Poi lo zio non è certo un tipo asfissiante, e probabilmente un po’ di compagnia gli farebbe solo piacere. Anche a me dà un po’ l’idea di essere, malgrado tutto, una persona fondamentalmente sola.
La parte più succosa del capitolo è però la spedizione di Bianca ed Erwin all’archivio di Dauper. Tra di loro rimane una forte complicità e sintonia… quasi si capiscono meglio adesso di quando stavano insieme. Sono più rilassati, liberi, non si sentono giudicati, non si preoccupano più di quello che l’altro/a possono pensano. L’attrazione rimane sottotraccia, è naturale, ma sembra che per il momento non sia l’elemento più importante del loro rapporto. È come se avessero riavvolto il nastro e stessero ricominciando a conoscersi semplicemente così come sono, senza porsi chissà quasi obiettivi. Si stanno godendo il viaggio, insomma… in tutti i sensi, visto che lungo la strada per Dauper non sono certo a corto di argomenti.
Non ho fatto l’esame di archivistica, ma ricordo ancora come funzionano gli archivi e le sale di consultazione, e tu li hai descritti molto bene. Così come hai reso perfettamente la passione che anima chi si occupa di questo tipo di studi, veri “topi da biblioteca” capaci di entusiasmarsi per una vecchia e consunta fotografia. Hai raccontato bene anche il metodo con cui si porta avanti una ricerca, procedendo per ipotesi e verifiche, seguendo tutte le possibili “piste”. Poi anche lì spesso serve una gran botta di c**o! Come quella che porta a scoprire che molto probabilmente l’antenato di Erwin era un commilitone di un avo di Bianca. Il mondo è proprio piccolo, e ne è ulteriore riprova che sia il generale Zackley che il famoso storico Xavier Blouse conoscono il nonno di Bianca, e anche sua madre.
Per ora la ricerca si deve fermare per motivi pratici… ma è molto promettente e sono sicura che nella villa dei Reiss si nascondono molte risposte, a questa e altre questioni.
L’intuizione di Erwin sull’intensificarsi dei suoi incubi mi ha fatto venire i brividi… e quello che scopre la Zacharius pure… Penso di aver capito la tua trovata e la trovo geniale… Ma non voglio correre troppo! (Sull’assistente sociale che si era occupata della giovane Nancy mi ero fatta un’idea… ma non ne sono sicura, non mi torna la cronologia… ma aspetto ulteriori lumi).
Apprezzo sempre che, nella trama, non ti limiti mai ai meri fatti (che comunque sono sempre interessanti e coinvolgenti), ma inserisci tanti spunti di tipo emotivo o psicologico. Come, per esempio, come Bianca si immedesimi in quello che sta capitando alla figlia di Tybur, che viene trascinata nel fango per colpe non sue. Si può (e si deve) coltivare l’empatia, ma solo chi ha provato sulla sua pelle certe situazioni può comprenderle veramente fino in fondo. Meno male che Bianca non è diventata cinica, e non ha nessun bisogno di rivalsa, non gode per la disgrazia che è capitata a quella che, in fondo, è la figlia di uno che le aveva fatto personalmente del male.
Mi ha colpito anche (non ci avevo mai pensato, in effetti) quello che dici sulla madre di Bianca: tutti si ricordano di lei, anche dei perfetti sconosciuti, mentre Bianca, che pure le assomiglia tanto fisicamente, non ne serba alcun ricordo, e questa è un’ulteriore sofferenza.
Un altro aspetto che amo molto è come riesci, in modo credibile, a legare la storia di Eldia (un Granducato di Toscana che ce l’ha fatta… adoro!), sia quella antica, quasi mitica, dei Giganti sia quella più recente, alla Storia vera, come in quest’ultimo caso della Grande Guerra (un periodo storico che confesso di non conoscere molto, perché mi sconvolge troppo a livello emotivo).

Bene, mi dispiace dover aspettare fino a dopo le feste, ma cercherò di avere pazienza.
Intanto, ti auguro un sereno Natale e uno spumeggiante 2024!

Se non hai provato qualcosa non puoi veramente capirlo, questa è una verità sacrosanta.
Quindi solo Bianca può sapere veramente che sta passando la figlia di Tybur, per una volta tanto non è lei a essere nell'occhio del ciclone e questa è finalmente una buona notizia. Suo zio Uri è un amore e lei forse dovrebbe farsi meno paranoie e accettare di farsi viziare. Secondo me non c'è niente di male a farsi aiutare sempre che non diventi una scusa per non darsi da fare, o per pretendere come dovuta la pappa scodellata. Insomma io sono per in medio virtus stat (mazza aoh! Sembro una imparata forte! Però il latino l'ho studiato [male] perdavvero 😅) Fortuna che alla fine trovano un compromesso e lo zio se la può viziare un pochino. Per me Uri anche se è uno brillante e sempre pieno di impegni mondani e non, mi sembra un uomo abbastanza solo e sono certa che se Bianca andasse da lui ne sarebbe più che felice.
L'intermezzo tra Erwin e Bianca è molto simile a una è piacevole rimpatriata tra due vecchi amici. Di lui ci fai sapere che non disdegnerebbe un momento romantico, di lei invece al momento, sull'argomento non dici nulla, ma sembra molto a suo agio e rilassata. Mi ha divertito molto la complicità che si è creata tra i due, il siparietto che descrivi dopo che il generale Zackley l'ha chiamata "vostra grazia" è davvero carino e loro sono finalmente spontanei. (Poi io mi sono ricordata delle strane torture che l'avo canon faceva, oddee [per dirla alla tua ff maniera) ] Inoltre ci fa capire che sono proprio tranquilli, senza nessun tipo di paranoia dietro l'angolo. Guarda se c'è una cosa di Bianca che capisco è quella di essere associata alla propria madre. Come lei ogni persona che mi posa gli occhi addosso è un "oddio ma sei identica a lei" e a seconda del momento mi può far piacere come irritarmi, perciò comprendo il suo smarrimento e stato d'animo, anche se io mia madre la ricordo bene e scusa l'off topic, ma questa cosa, per ovvi motivi, mi ha molto colpita. Io non so se la trascrizione dei nomi sbagliati sia un riferimenti alla trascrizione sbagliatissima delle prime tavole del manga, se così fosse sei una geniaccia! [Vogliano parlare del maggiore Rivaille? Ma anche no, che mi viene la dissenteria!]
Che strani però 'sti due (Erwin e Bianca), stanno facendo le cose al contrario. Ora tra loro è come se fosse stato pigiato il tasto rewind e stessero rifacendo le cose da capo, ma con mooooooooolta più calma, punto di vista interessante anche se comcordo con Erwin, il bacio di Bianca è molto scorretto 😁 ovviamnete io tifo per loro, qualunque cosa vogliano fare, anche ma più niente, toh!
Comunque quel bacio non solo gli ha fatto cambiare tipo di incubo ma gli ha fatto anche capire che la vicinanza di Bianca Reiss potrebbe essere una chiave per decifrare l'enigma che lo assilla, e non solo lui.
Insomma a piccoli passi qualcosa esce fuori, ma il mistero s'infittisce, chi sarà ora quella Reiss che ha aiutato Nancy quando aveva 16 anni?
Sono curiosa di leggere il seguito e quindi farò la brava e sarò paziente, mi metto tranquilla e aspetterò il post bagordi natalizi.
Questo è stato un bel capitolo di raccordo, con tanta carne al fuoco e anche tanta cura nei dettagli, storici e non, brava 👏
Allora per ora Buone feste e alla prossima! 🥰
(Recensione modificata il 11/12/2023 - 10:33 pm)

Recensore Master
29/11/23, ore 23:46

Ammiro moltissimo lo spirito pionieristico di Hanji quando propone a Levi di ospitare lo zio terribile… infischiandosene della sua pessima fama. Ma in realtà, conoscendola, c’era da aspettarselo. Levi all’inizio oppone resistenza, ma poi ammette che è la soluzione migliore, anche se impone delle regole precise. E anche Kenny, contro ogni previsione, accetta. Così, alla variegata combriccola si aggiunge un nuovo elemento, che viene un po’ trattato come una bomba a orologeria, ma che invece si adatta molto bene alla situazione. Perché sarà pure un avanzo di galera, ma di certo non è stupido e sa perfettamente come è opportuno comportarsi a seconda delle circostanze. Anzi, si comporta come un vero signore. Approvo in toto come lo hai sviluppato in tutto il capitolo, perché, come ho già detto, Kenny è un personaggio negativo, sì, ma interessante e sfaccettato, sicuramente molto intelligente e con una sua etica. Ma ci torneremo, cerco di seguire l’ordine del capitolo, così non mi perdo.
(Adorabile la cagnetta che gli si affeziona subito, come intuendo il suo male… dicono che i cani possono essere addestrati anche a riconoscere le malattie 🫶)

Bianca prosegue con i suoi studi, che la assorbono molto. Ora però è anche molto coinvolta nella faccenda dei sogni di Erwin, che in realtà è in qualche modo collegata ai suoi interessi, e poi le permette di mantenere un legame con lui, anche se per ora di tipo intellettuale e amichevole. Poi, se sono rose…
Anche lei, come tutti gli storici e archeologi, è affascinata dall’idea di poter viaggiare nel passato e vivere davvero ciò che si studia solo nei libri. La capisco molto bene!
Mi ha incuriosito molto, perché all’inizio non avevo mica capito, che Levi avesse contattato Bianca. La quale non è rimasta immune dal fascino di quest’uomo particolare (e capisco molto bene anche questo!), che, se si supera l’impressione iniziale, non si può non apprezzare e stimare. Così anche lei, accettando di incontrare Kenny, si mette alla ricerca delle sue radici, per conoscere il passato di un padre che le voleva sicuramente bene, le ha dato una vita facile e agiata… ma che con lei ha condiviso ben poca vita. E, dalla conversazione con questo amico di gioventù del padre (si può immaginare due persone più diverse e distanti?), vengono fuori delle notizie interessanti. La vita di Franco Dominicis non era partita con le carte migliori, e questo forse spiega la sua ambizione, il suo desiderio di rivalsa, il bisogno di far parte di un certo tipo di classe sociale… Non giustifica però la sua mancanza di scrupoli e la sua disonestà, anche se Kenny (con la sua deontologia) lo difende e offre a Bianca un altro punto di vista. E poi salta fuori che era stato lui a convincerlo a prendere in affido il nipote rimasto orfano, per evitargli la brutta esperienza dell’istituto. Mentre Levi pensava che fosse stato costretto dalla legge. Un altro punto che Levi deve segnare a suo favore.
Un altro a caccia delle sue origini è Uri, che apparentemente è avvantaggiato dal fatto che casa sua sia una specie di archivio storico, che lui si mette a setacciare con metodico impegno… alla ricerca di qualcosa di ben preciso, intuisce la nipote. Uri non ha problemi a confidarsi con lei e racconta i suoi (e non solo suoi) sospetti sulla sua nascita. Ma proprio sulla donna che pensa potrebbe essere la sua vera madre in quella casa non c’è assolutamente nulla… e nessuno sa nulla, nessuno ne ha mai nemmeno parlato. In effetti, la cosa puzza parecchio… Chissà se Bianca escogiterà qualcosa per risolvere questo mistero…
Mi ha fatto riflettere la domanda di Bianca allo zio sul bisogno di indagare il nostro passato… perché me la pongo anch’io, ogni volta che vedo un documentario dove, per esempio, fanno una TAC a una mummia… quando magari ne avrebbe più bisogno un vivente… Ok, io ho il pallino per queste cose, ma non tutti ce l’hanno… Eppure, la Storia e l’Archeologia affascinano sempre e nessuno obietta sui soldi investiti per scavare civiltà scomparse da secoli… Probabilmente Uri ha risposto anche a me…
Mi è piaciuto moltissimo il dialogo tra Hanji e Kenny… Da qua emerge che lo zio terribile ha le sue idee su vari argomenti, frutto dell’ambiente in cui è cresciuto (che inevitabilmente ci condiziona, all’inizio…), ma non ha intenzione di imporle a nessuno, non le ritiene la verità assoluta. Che è consapevole di aver scelto quel tipo di vita, che non è un santo, ma che avrebbe potuto essere anche peggio. E che è contento di lasciare Levi in buone mani: contro ogni timore, ora ha un lavoro onesto e una compagna che gli vuole bene. Hanji gli offre la loro vicinanza e il loro aiuto per affrontare la prova finale che lo aspetta, ma lui rifiuta… Si è già organizzato… Cosa vorrà dire? Spero che non sia ciò che penso…
Mi sono commossa, davvero.
Concludo con un’altra riflessione: anch’io detesto il fare di tutta l’erba un fascio, gli uomini sono tutti così e le donne sono tutte cosà… questi sono i luoghi comuni più… comuni, ma si può applicare a chiunque. No, esistono le PERSONE, ognuna è fatta a suo modo, fa le sue scelte e ne paga le conseguenze. Ci sono i buoni e i cattivi, gli onesti e i disonesti, i violenti e i pacifici… ovunque, non c’è una categoria migliore o peggiore di un’altra.
Bene, ora attendo con impazienza la visita all’archivio di Erwin e Bianca, sento che ne vedremo delle belle!

Recensore Junior
24/11/23, ore 13:00

Sappiamo che la protagonista dovrebbe essere Bianca, sappiamo che un OC, da che mondo è mondo, in una fanfiction va a ricoprire un ruolo centrale, perché parto dell'autrice\autore di turno, e che al di là dei personaggi dell'opera originale con cui va a interagire l'OC tutti gli altri vengono relegati a un ruolo secondario, ma qui questa tendenza viene scardinata: Zoe e Levi, che all'inizio erano stati presentati come comprimari ( sì, simpatici e piacevoli da leggere, ma pur sempre comprimari ) durante tutto il proseguo della trama si sono ritagliati uno spazio sempre maggiore; li hai, lentamente ma inesorabilmente, dotati di tutta una serie di connotati che li hanno resi sempre più tridimensionali, sempre più alla pari con i ( presunti veri ) protagonisti di questa storia.
Questo è un capitolo su di loro, e sono gli altri a sembrare dei comprimari; ed è un “loro” capitolo perché sono loro ad affrontare una serie di situazioni e di tematiche estremamente moderne, estremamente attuali. Diritti LGBT, rapporti di coppia, la malattia e la famiglia: attraverso Levi e Zoe hai tratteggiato dei momenti che chiunque può aver vissuto sulla propria pelle ed è inevitabile entrare in sintonia con loro, e provare empatia ( tra l'altro, come dicevo la volta scorsa, ho apprezzato che il personaggio di Kenny sia stato esplorato maggiormente ).
Come nell'opera originale, Levi ha un atteggiamento cinico e duro che nasconde un lato estremamente umano; come nell'opera originale, Zoe è una “persona” prima di essere qualunque altra cosa ( anche sulla base di quello che ha sempre detto Isayama ), che crede nei suoi ideali e a cui poco importa del giudizio degli altri, ma non ha “abbastanza” la testa fra le nuvole per non curarsi del prossimo, tutt'altro. Una cosa che mi è sempre piaciuta, in questa storia, al di là che uno possa aver apprezzato ogni volta tutto o meno ( e lì entrano in gioco anche i gusti personali, ovviamente ), è che sei stata in grado, senza mai fallire ma centrando tutte le volte il concetto, di inserire dei momenti, dei dialoghi o in certi casi anche solo delle semplici frasi, in grado di legare i personaggi originali con la loro versione moderna che tu proponi. E questo è un grandissimo merito, perché crei un collegamento naturale con Isayama e fai pensare a chi legge: “Ecco, forse farebbe così”.
… Cosa che tra l'altro, ironicamente, pensa anche Bianca, ora che è completamente immersa nella sua ricerca a proposito del Ciclo dei Giganti; d'altronde, stiamo veleggiando verso una presunta conclusione, almeno del tema Reincarnation direi, e la matassa, in un modo o nell'altro, deve sbrogliarsi. Questo capitolo parla di radici, come viene citato nel titolo, e mi viene da dire che il tema è stato affrontato su due livelli. Un primo è quello potremmo definire “genealogico”, moderno, dove il veicolo della narrazione è Kenny, zio da una parte e persona in grado di raccontare a Bianca qualcosa di suo padre dall'altra; il secondo è quello delle radici “più antiche”, dove ovviamente non possiamo tracciare una discendenza precisa, ma che rappresenta comunque l'origine dei personaggi di questa storia, vuoi per motivi di trama ( ovviamente ), vuoi per motivi più metaforici, perché fonte di ispirazione per le tue idee.
E quello che ho apprezzato di questo “dualismo di radici” ( lo so che suona malissimo, come espressione, ma vienimi incontro ) è che in realtà questi non sono due concetti lontanissimi, bensì sono destinati ad intrecciarsi: l'uno completerà l'altro, creando un disegno d'insieme in grado di guidare i protagonisti ( e chi legge ) verso il disvelamento finale.

Recensore Master
19/11/23, ore 15:38

Aspettavo con curiosità questo capitolo e devo dire che sono stata ben ripagata!
Mi soffermo appena sulla prima parte riguardante tutto il dialogo tra Zoe e Levi, quello in cui parlano di Kenny e della sua sistemazione nella casa di lei perché ho poco da dire, se non che come al solito li rendi davvero perfetti. È un piacere leggerli.
Su tutta la faccenda riguardante Zoe il suo orientamento e soprattutto la manifestazione, vorrei soffermarmi su un particolare che mi ha molto colpita, quello dei due poliziotti che l'aiutano a liberarsi dall'energumeno. Ecco io vorrei davvero ringraziarti per questo piccolo ma importantissimo particolare. Troppo spesso sentiamo le forze dell'ordine dipinte come pezzi di mota e non è giusto, perché sì è vero ci sono casi in cui alcuni di loro andrebbero radiati da ogni servizio pubblico, ma per fortuna la maggioranza non sono così. Apprezzo davvero moltissimo il tuo essere equilibrata e onesta così anche come quando dici che pure nella comunità LGTBQIA+ ci sono anche degli estremisti radicali, perché è vero, anche se vale pure per loro che per fortuna non sono tutti così. Non ci sono categorie più buone e più brave di altre. Ci sono persone “buone” e persone “cattive” che lo sono indipendentemente dall'orientamento sessuale, la professione, la religione, il colore della pelle, l'appartenenza politica e se si smettesse di incasellare tutto, forse sarebbe meglio. Io per prima sono stata molto rigida quando ero più giovane, poi crescendo ho capito che non è tutto nero o tutto bianco. Insomma era giusto per me sottolineare la tua onestà intellettuale, merce assai rara oggi.
Mi hai fatta commuovere con Kenny e polpetta!
Ne so qualcosa di cani cicciottelli e che russano ne ho una in casa, ma la delicatezza con cui hai descritto questo passaggio e l'empatia della bestiolina mi ha davvero toccata.
Mi piace che la relazione tra Bianca ed Erwin sia più celebrale al momento, questo implica per forza un livello superiore che può anche non portare ad un vero ricongiungimento ma che apprezzo. Spesso, per come la vedo io, si da troppa importanza al sesso, che per carità tanta roba, ma se è fine se stesso diventa come un esercizio ginnico con varie posizioni finalizzato al nudo e crudo godimento fisico che alla fine è come un abbuffarsi di un qualcosa che seppur molto buono, può stuccare. Poi sicuramente sbaglio io, ma la penso così quindi vederli cercarsi, parlare anche di cose semplici, mi piace lo trovo vero e anche profondo.
Bianca, tesoro, per citare la tua autrice "L'uomo piccolo e serio" sia canon, che rincarnato o AU, e ci garba un po' a tutte e un te lo vorrei dire!
Detta la scemenza, la scena tra Levi e Bianca è carina, e molto particolare, quindi credo che tu l'abbia messa lì per un motivo ben preciso e sono curiosa di scoprirlo.
Interessante la storia di Uri e della sua nascita, sono molto curiosa di scoprire tutta la verità in merito. E siccome sono curiosa capisco anche Bianca e la voglia di sapere chi fosse come uomo suo padre.
L'ultimo pezzo è molto bello, davvero toccante a tratti, forse perché hai molto ammorbidito Kenny, lasciandogli quella ruvidezza originale, ma regalandogli anche una sorta di nobiltà d'animo che nel canon non ricordo aver intravisto, anche se quando muore si mostra meno peggio di quello che era sembrato. Diciamo che tu hai avuto modo di esplorarlo meglio.
Non voglio entrare in merito alle tematiche trattate tra lui e Zoe, tanto ho già dato, ma aggiungo che lo hai fatto con garbo e molta empatia e non si può che apprezzare questo tuo tatto.
Ora c'è solo una cosa da fare, aspettare il prossimo capitolo, hai seminato tanto in questo e sono in attesa di scoprire ciò che ancora non è stato chiarito, soprattutto il sabato al museo.
Brava, come sempre, soprattutto perché porti il lettore a riflettere, e se è pur vero che le FF sono hobbies anche leggeri se vogliamo, non è affatto detto che non possano regalare momenti di profondità e magari insegnare anche qualcosa a chi legge 👏 🥰

Sono molto contenta che tu abbia finalmente aggiornato: leggere una AU come la tua mi diverte sempre, i drammi e le tragedie dell'opera canon sembrano lontani e i problemi che i nostri protagonisti affrontano sono quelli della vita di tutti i giorni, con i suoi alti e i suoi bassi. Le perplessità di Bianca sono comprensibili, per quanto lei e Erwin vadano d'accordo e abbiano ripreso le redini della loro relazione, una differenza d'età come la loro alla lunga potrebbe portare a dei problemi: lei ha certi obiettivi che invece Erwin ha già raggiunto, vuole completare gli studi, crearsi un'indipendenza, ed essendo giovane un domani potrebbe voler fare nuove esperienze, chissà… personalmente non penso che la differenza d'età sia un ostacolo insormontabile, però dipende molto dal carattere dei singoli ( Serge Gainsbourg e Jane Birkin avevano diciotto anni di differenza e sono rimasti insieme per dodici anni… poi lei ha cercato di buttarsi nella Senna, ma vabbè ).
Da un lato Bianca è una ragazza matura ( anche a causa di tutto quello che ha passato ), e può andare d'accordo con un uomo più grande di lei, dall'altro forse proprio perché ora le cose cominciano ad andarle bene, può avere giustamente voglia di dedicarsi a sé stessa, alle sue aspirazioni ecc, senza contare che, nota giustamente la nostra protagonista, Erwin ha una sorta di, passami il termine, “passività” ( non so se è il termine più corretto ) quando si trova in una relazione, e giustamente Bianca vuole essere certa che il nostro ex Commander Handsome non scivoli in certi atteggiamenti anche con lei… basta, mi fermo qui o rischio di fare elucubrazioni per un mese; aspetto da brava che sia l'autrice a darmi le rispose.

L'episodio al maneggio ovviamente è quello che mi ha fatto drizzare di più le antenne, sai che mi ha sempre incuriosita molto il tema della “reincarnation AU”, specie nel mondo in cui lo stai descrivendo tu, e qualunque indizio o rinvio ad esso subito attira la mia attenzione; e in questo caso mi sembra che l'episodio sia un chiaro riferimento proprio all'Erwin dell'opera canon, insieme, a ben pensarci, al tipo di rapporto che si è creato fra lui e Levi. Quello che mi piace, in questa narrazione, è che nei termini della “vita normale e moderna” che proponi c'è sempre un riferimento, com un'eco, di “ciò che è stato”, che fa sorridere chi legge perché riesce a cogliere questi elementi ma non si arriva mai alla risposta definitiva, spingendo chi c'è dall'altra parte a continuare e leggere.
Un altro grosso esempio di questo, oltre al rapporto fra Levi e Erwin, è quello fra Levi e lo zio. Precisiamo, a me Kenny piace all'interno dell'opera di Isayama, e mi riesce difficile vederlo come un cattivo tout-court, per il semplice fatto che in realtà è un personaggio moto più complesso di quello che può sembrare; infatti quando l'hai proposto in questa storia, all'inizio mi è quasi dispiaciuto, perché mi sembrava che ti fossi fermata a una visione più superficiale del personaggio. Non ci avrei perso il sonno, sia chiaro, anche perché in questa storia Kenny è un personaggio secondario, però in cuor mio avrei pensato a un'occasione sprecata. Proseguendo nella lettura, invece, ho notato che hai pian pano dato maggiore definizione al suo carattere, non definendo poi così “cattivo”, e per questo mi sono sentita sollevata; certo, purtroppo ora c'è più poco che si possa fare ( ovviamente commuove la reazione di Levi ), ma forse alla fine quel concetto di “famiglia” non è più così lontano, per nessuno dei due.

Per quanto riguarda il tema della censura e della “cancel culture”, ricordiamo sempre che la censura non è mai una soluzione intelligente; se parliamo dell'arte e della letteratura, la censura assume i toni di un governo e di una mentalità dittatoriali e mistificatori, dove oscurare il pensiero e la creazione del singolo è un semplice atto di ottuso potere. Nell'ambito artistico, la censura è inutile e stupida perché qualunque opera, anche la peggiore, stimola lo spirito critico del singolo. Senza contare che, a livello politico, la censura e la mistificazioni spesso sono strumenti per mettere a tacere le sofferenze delle minoranze e soffocare il libero pensiero ( tema più che mai attuale, proprio in questi giorni ).

P.s. Un'ultima cosa, per alleggerire i toni: mi fa sorridere come hai reso il personaggio di Uri, così lontano dall'opera originale, in cui oggettivamente ha pochissimo spazio, eppure così centrato e piacevole da leggere.

Innanzitutto, bentornata a te con questo nuovo capitolo, e pure a me (alla buon ora!), dopo mesi di assenza pressoché totale da Efp, in cui si sono accavallate questioni familiari e lavorative. Mi è dispiaciuto molto, ma, come sai, non mi piace scrivere recensioni un tanto al chilo, preferisco ragionarci su e pensare a qualcosa di sensato e utile, e questo mi richiede un minimo di tempo e concentrazione, anche se si tratta di una fanfiction. Da ora mi imporrò di organizzarmi meglio ed essere un po’ più presente, in modo tangibile.
Perché in realtà la storia ho continuato a seguirla, quindi sono aggiornata sulle ultime vicende.

Mi ha fatto molto piacere innanzitutto vedere Bianca letteralmente sbocciare, superando anche la fine della storia con Erwin (su cui poi torno): raggiunge l’obiettivo del dottorato, la cosa a cui teneva di più, riprende ad avere una vita sociale e familiare… Insomma, smette di nascondersi e avere paura, e ricomincia a vivere pienamente. Le difficoltà non mancano, c’è sempre qualche persona indelicata (chiamarla deficiente sarebbe più appropriato!) che si mette a curiosare sul suo passato, senza nessun pudore, ma lei ora reagisce con grande dignità e coraggio.
Il più delle volte, non è tanto ciò che ci succede a essere determinante, ma come noi agiamo di conseguenza. Bianca ha iniziato piano piano ad aprirsi, a lasciare aperto un piccolo spiraglio alla vita, e la vita ha cominciato a inondarla di luce. Aveva già “in nuce” tutti gli strumenti necessari per vincere le sue battaglie, doveva solo scoprirli dentro di sé e cominciare a usarli.

Mi fa naturalmente anche molto piacere che si sia chiarita e riavvicinata (e parecchio) a Erwin. Non sappiamo ancora se la relazione riprenderà, ma sicuramente questa volta la loro sarà una decisione più consapevole e ragionata. La sensazione è che entrambi abbiano fatto un percorso di maturazione… che detto per Erwin fa un po’ sorridere… ma non dimentichiamo che è un uomo, e gli uomini mediamente iniziano a dire e pensare qualcosa di sensato solo dopo gli “anta”. 😁
Scherzi a parte, ognuno ha i suoi tempi e i suoi demoni con cui fare i conti, non dobbiamo giudicare. È evidente che il loro incontro ravvicinato, e non programmato, li ha resi entrambi molto felici, quindi vediamo…
I dubbi di Bianca sono perfettamente normali: la differenza di età potrebbe tradursi in una differenza di obiettivi di vita. Lei è giovane, per ora, giustamente, la sua priorità sono i suoi studi e la sua realizzazione personale. Erwin quegli obiettivi li ha già raggiunti e potrebbe essere più propenso a mettere su famiglia (a me non sembra tanto, però…per quanto possa essere un tenero zio, fare il padre è un altro paio di maniche!). E, visto che per lei matrimoni e figli al momento non sono nei suoi piani, vuole andarci cauta. E fa bene, perché non c’è niente di peggio che fare certi passi solo perché è ciò che si aspettano tutti, perché tutti fanno così… Lei però l’ha vista lunga anche su tutto il resto, sulla di lui strana accondiscendenza o passività nelle relazioni, e giustamente non vuole che sia così anche con lei. Insomma, se la storia deve riprendere, sarà su premesse più chiare e solide.

Interessante l’episodio del maneggio, che sembra un’ulteriore prova del misterioso legame con “quell” Erwin Smith. Mi piace anche il rapporto che si è stabilito tra Erwin e Levi, molto semplice, naturale, senza fronzoli o parole inutili (con Levi, del resto, sarebbe impossibile: non so se si possa proprio chiamare amicizia, ma sicuramente non è più solo un rapporto di lavoro.
E mi è piaciuto molto anche l’episodio finale, con il confronto tra Levi e Kenny. Non ricordo se l’ho già detto da qualche parte, ma per me Kenny è uno dei “cattivi” più riusciti di AOT: ha uno spessore, dei chiaroscuri, delle contraddizioni, che lo rendono interessante, e, per quanto abietto, io non riesco a detestarlo del tutto. Nella tua storia, poi, non è così crudele, quindi mi è dispiaciuto sapere che è in fin di vita. E anche Levi mi ha commosso, nel suo preoccuparsi per lui, nel pensare a cosa fare per evitargli quel destino, o almeno tentare il tutto e per tutto. In fondo, quel vecchio bastardo è tutta la sua famiglia.

Ultimo tema che mi preme sottolineare è quello della censura e della “cancel culture”. Le mistificazioni operate dagli storici sono vecchie come il mondo, e ci sono personaggi e vicende che gli studiosi moderni hanno faticato non poco a restituire nella loro verità. Mi viene in mente il povero Nerone, su cui sono state dette tante cattiverie non vere… cioè, non era certo una mammoletta… ma non è che i suoi “colleghi” fossero poi tanto meglio!
Ma non è che censurare o demonizzare un’opera o uno scrittore (o un artista… vale per tutto) renda il mondo un posto migliore! Anzi, conoscerla ci aiuta ad allenare il nostro spirito critico, piuttosto che accontentarci di una verità preconfezionata da altri, quindi calata comunque dall’alto. Ogni cosa va contenstualizzata, non ha senso giudicarla con il nostro metro di giudizio. Su questo mi fa molto piacere che siamo d’accordo!

Per concludere con un po’ di leggerezza, comunico che adoro ufficialmente lo zio Uri e lo “zio” Willy! La frase “facci vivere da giovani per procura” mi ha fatto rotolare (ed è quello che farò io a breve con i miei nipoti 😂). No, davvero, il rapporto con Bianca è molto bello, loro sono molto simpatici e protettivi, ma nel modo giusto, senza essere invadenti e, nella loro bizzarria, sono persone molto intelligenti e sagge.

Potrei aggiungere tante altre riflessioni, perché hai toccato davvero molti argomenti interessanti, con le tue consuete profondità e capacità analitica, ma non voglio fare una recensione lunga quanto il capitolo stesso! 😅

Spero di leggere presto il seguito e prometto di non sparire più! 💪

Comincio subito dalle cose serie. Anche io sono fermamente convinta che la censura non serva a niente. Non si può obbligare qualcuno a pensarla in un certo modo, anche se riteniamo che sia il “modo giusto” o il modo che “va bene”. Ci sarà sempre e comunque chi non è d'accordo, chi è pazzo, chi ha idee totalmente opposte e sbagliate e chi non vuol sentire ragioni. Serve studiare e per studiare non intendo solo ciò che ti viene imposto dai testi scolastici, ma leggere e informarsi e perché no, anche leggere cose opposte alle proprie idee, anche se è difficile, e onestamente io non lo faccio, ma sbaglio.
Poi va da sé che ogni individuo ha i suoi trascorsi e spesso gli ambienti in cui si vive e si cresce finiscono per condizionarti anche se non vuoi.
Tutto sto pippone per dire che non avevo dubbi che 'sto storico parente di Floch (il maledetto) non poteva che essere un essere di tale portata, non mi meraviglia, ma che comunque la penso come Bianca.
Passando a cose più leggere mi è piaciuto il fatto che tu l'abbia fatta aprire con Petra piuttosto che con Carla o Hanji. La loro chiacchierata è davvero esilarante e carina, certo che noi donne siamo ganze, quando stiamo valutando se una relazione può salire di grado e diventare veramente seria non abbiamo mezze misure, o ci lanciamo in voli pindarici in cui ci vediamo già sposate con figli e a volte con nipoti, oppure cominciamo a pensare a ogni evento avverso possibile che farà crollare malamente la relazione, così come accade a Bianca che si fa delle discrete paranoie. Mi è molto piaciuta Petra e la sua reazione, mi ha fatto anche sorridere.
I momenti con Willy e Uri sono sempre molto divertenti, anche se concordo con Willy, Uri a volte un po' di puzzetta sotto il naso ce l'ha davvero, non capisco perché se Bianca non volesse figli, da per scontato che Erwin la mandi al gas, o peggio che avrebbe dovuto ubriacarsi e mettere incinta una a 17 anni, ma si sa anche Uri è un uomo e quindi come tale falla, non è colpa sua è la genetica.
Consiglieri a Bianca di farsi meno problemi, magari potrebbe anche scoprire che Erwin adora fare lo zio, ma non ci pensa proprio a fare il padre, anche se a dire il vero Erwin mi pare più disfattista di lei...
Passando oltre ho trovato il momento tra Levi ed Erwin al maneggio rilassante e anche molto introduttivo al discorso reincarnation, sbaglio? Non so... ci ho rivisto il Levi e l'Erwin del canon che con i cavalli avevano parecchio a che fare, comunque uno scorcio molo gradevole da leggere.
Il pezzo più bello è quello tra Kenny e Levi e non perché ci sono loro come protagonisti, ma perché l'hai reso davvero bene: asciutto, coinvolgente, toccante, senza una virgola fuori posto, davvero un segmento reso con una delicatezza magistrale. Ho adorato.
Kenny era fatto così, come un gatto che quando avverte che si avvicina la fine va a morire da solo in qualche anfratto questa frase descrive senza tanti fronzoli in maniera assolutamente perfetta la personalità di Kenny, ed è secondo me molto speculare alla dipartita del Kenny canon, brava davvero!
E niente ti fai attendere, ma poi ne vale la pena e quindi grazie di essere tornata!
E alla prossima, un abbraccio!

PS una cosa un po' sciocchina: sono orgogliona di essere la tua 100esima recensione! E complimeni per il numero tondo! :)
(Recensione modificata il 28/10/2023 - 02:28 pm)

Recensore Junior
28/08/23, ore 12:35

E' questo il bello delle AU, e della tua in particolare: quando ho deciso di scrivere una fanfic inserita nell'opera originale di Isayama ho dovuto accettare l'idea che, anche se avessi descritto momenti di leggerezza e\o di felicità, questi sarebbero durati poco, o avrebbero dovuto essere controbilanciati da qualche scenario drammatico (… grazie, Isayama); nella tua storia, invece, è possibile tirare un vero e proprio sospiro di sollievo quando le cose vanno bene, e puoi davvero essere felice per i protagonisti e sorridere.
Te l'avevo già detto precedentemente: se anche se non avessi fatto riavvicinare Bianca e Erwin a questo modo, la cosa non mi avrebbe minimamente toccata, perché sei riuscita a costruire una narrazione che basta da sé e dove la parte romantica non è l'unica cosa che la sostiene, tutt'altro. E questo è un complimento: significa che hai creato una fan fiction composita dove sono diversi gli elementi che concorrono a darle un senso, e non è poco.
Il fatto che tu abbia in ogni caso deciso di far riavvicinare i due protagonisti è comunque un momento che fa sorridere il lettore, perché oltre ad avere una dose di realismo leggero, molto naturale e piacevole, presenti un ritorno di fiamma fra due persone che, rispetto all'ultima volta, sono maturate e cresciute, e quindi si approcciano l'uno all'altra in maniera più completa e sincera e con, qui parlo di Bianca, una nuova consapevolezza del proprio corpo (questa la trovo una tematica estremamente femminile).
Parentesi di leggerezza che viene condensata dalla scena del ritorno in ufficio (molto, molto carina la parentesi su Levi e sul suo “intervento”) e sintetizzata dalla battuta di quest'ultimo, perché non è una forma di volgarità bensì esprime questa idea di “sventatezza” (che poi sventatezza non è ma non volevo ripetere ancora leggerezza e ho cercato un sinonimo; abbi pazienza) che per un po' regna nel capitolo e nelle vite dei protagonisti.
Ovviamente, questo momento non oscura il leitmotiv della storia, tutt'altro, perché in realtà ci stiamo avvicinando, come avevamo intuito e come hai scritto tu stessa, alle battute finali di questa storia; personalmente lo svelamento legato al tema reincarnation è il momento che aspetto di più, ma mentirei se dicessi che non mi interessa leggere qualcos'altro su Levi e Hange, o su Bianca e Erwin, perché i vari spaccati di quotidianità che descrivi sono sempre estremamente piacevoli e apprezzabilissimi (poi è ovvio che mi spiace che questa storia finisca, ma ho la speranza che magari, più in là, tu decida di scrivere qualcos'altro…).

… Volevo aggiungere qui un commento intelligente e acculturato su Otis Redding, Try a little tenderness, I've been loving you too e sul Rhythm and blues, ma poi ho letto il riferimento alla collaborazione Sanrio x Attack on Titan e niente, ho cominciato a ridere e non più smesso.

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