Recensioni per
Alla fine della corda
di Kodama_

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/12/21, ore 01:46

Ciao!
 
Un anno fa esatto finivo di leggere la duologia, e niente, volevo festeggiare la cosa leggendo qualcosa di bello a tema, sta sera. Metto le mani avanti, e ti avviso che questa recensione sarà sconclusionata e forse varrà molto, ma molto meno della metà di quello che la tua storia vale (ed è tanto, tantissimo). Insomma, se puoi perdonami già da ora.
 
Sarà che, se proprio mi dovessero costringere a scegliere tra questi sei il mio personaggio preferito, forse la mia scelta ricadrebbe su Inej, sarà che, a prescindere dal personaggio, hai fatto una meraviglia per come hai costruito le singole metafore e ricamato quella grande che le raccoglie tutte, questa sorta di sogno (non so quanto ci azzecchi, ma me lo sono raffigurata un po’ come se fosse un sogno, scusa) in cui Inej è sospesa, ma non potevo che innamorarmi di questa piccola – ma potentissima – perla.
Ho amato tutto, faccio prima a dirti così, perché davvero non penso ci fosse una virgola fuori posto, sia in senso metaforico che pratico: ho una fissa per le virgole, e le tue erano perfette, dettavano il ritmo giusto alla storia, mettevano pause dove servivano e ci sono alcuni punti in cui le ho trovate usate benissimo anche a livello di “significato” [ti faccio un esempio sperando di non sembrare pazza: La corda si spezza, traditrice à qui mi è piaciuto un sacco come la frase, grazie alla punteggiatura, fosse a sua volta spezzata, proprio come la corda in quel momento]. Non lo so, giuro che leggerti sotto questo punto di vista è stato appagante per il mio bisogno di ordine e precisione con la punteggiatura; e l’uso delle parentesi, poi, anche quello l’ho amato: checché ne possano dire, per me non è così scontato che si usino sempre “bene” (io, tipo, non lo so fare nella pratica, per quanto leggendo ammiri e riconosca quando altri lo sanno fare), e men che meno che abbiano la potenza che avevano le tue, quel senso di “verità sussurrata” che apre gli occhi al lettore, una sorta di “leggi fra le righe” esplicitato. Boh, è una cosa che adoro e ho amato.
Bellissime tutte le immagini scelte [sarà forse semplice, ma quella di lei che cuce passi sulla corda per quanto mi riguarda è la mia preferita] – anche nelle loro tragiche implicazioni, come le mani che la vorrebbero tranciare, trascinare giù, farle del male –, hanno dato il ritmo della poesia a questa introspezione sul personaggio, dando corpo in modo vivido e “visibile” ai suoi demoni, al suo passato, alle sue paure, e lo hanno fatto scegliendo sempre immagini che si cucissero perfettamente sul personaggio e le sue peculiarità. L’idea che quello di cui abbia più paura non sia cadere – anche perché se non erro da qualche parte c’è un discorso sul fatto che loro imparino a non averne, a saper come cadere, a sfruttare la gravità, per rimanere invece su –, ma piuttosto sia il vuoto, sia una caduta infinita nell’oblio, per me è perfettamente canon e in grado di caratterizzare al meglio, in un pugno di righe, tutto il suo personaggio. Era lei, e tu sei stata bravissima a indagala e poi restituircela su carta (vabbeh, schermo, ma fa meno poetico).
 Ultimo ma non ultimo, la scena finale. È meravigliosa, punto. Meravigliosa e perfetta l’idea che ora ci siano i Corvi a sostenerla, che non la lascino cadere nel vuoto e siano una presenza su cui possa fare affidamento, quando ne ha bisogno (e per qualcuno che ha dovuto imparare troppo presto a contare solo su di sé e rendersi invisibile, aver trovato un gruppo simile è un dono immenso, che le permette di abbassare la guardia, a volte, perché c’è chi le guarda le spalle – per quanto anche gli altri siano ben che fortunati ad avere Santa Inej che li salva tutti più e più volte). Bellissimo come tu li abbia caratterizzati alla perfezione tutti, con poche pennellate e una battuta, e niente, mi commuovo tanto sono belli e perfetti.
 
Grazie: questa è una recensione che non ti meriteresti, e scusami tanto, davvero, ma  lo so che non sarei mai lucida a sufficienza per fare qualcosa di migliore (e mirendo conto anche di non star diecndo tutto, ma non posso spaventarti al primo incontro con mille parole di deliri), ma ad ogni modo grazie davvero per aver scritto questa flash. È stupenda e ho amato tantissimo il tuo stile, la tua Inej, il titolo, boh, tutto. Grazie, e davvero: scrivi ancora di questi personaggi, dopo questa meraviglia, non ho dubbi che tu sappia tirarne fuori sempre spaccati stupendi.
 
Grazie ancora, e alla prossima!
Maqry
 

Recensore Master
17/12/21, ore 16:29

Ciao Cora, torno velocemente sul tuo profilo, dato che mi ero segnata anche questa cosina che mi è piaciuta moltissimo ^^. Ho adorato davvero questa piccola introspezione di Inej nella quale ci mostri le sue paure e la sua condizione di vita tramite la metafora della corda. Metafora azzeccatissima considerando che Inej è un'equilibrista ♥. Mi ha molto colpita il fatto che Inej non sembra avere paura della caduta, e quindi potremmo dire, della morte, bensì dell'oblio, del nulla, di una caduta senza fine. Di finire dimenticata per sempre. E qual è l'antidoto alla paura? La compagnia e l'amicizia. Vedere i suoi amici, tutta quella sgangherata banda, quella corda umana stranissima, venirle in soccorso, mi ha veramente commossa, è una conclusione meravigliosa.
Veramente bellissima, cara, grazie di aver condiviso ♥
un saluto,

Leila

Recensore Veterano
12/12/21, ore 11:19

Ciao! ^^
Ti ho conosciuta con la flash per l’iniziativa di Halloween e ora non credo ti mollerò tanto facilmente (non è una minaccia, giuro).
Inej è un personaggio che amo molto. So che è apprezzata da tutti, come è giusto che sia, ma personalmente era da tanto che non trovavo, in un libro e anche in generale, nelle serie, una personalità femminile così forte e al contempo umana che mi colpisse. Perciò ogni volta che si parla di lei io, in un certo senso, mi emoziono. E il tuo modo di scrivere è così evocativo, poetico quasi, che non potevo non leggere, specialmente se associato ad Inej.
Quest’enorme allegoria della corda che in un certo senso rappresenta la sua vita e del vuoto che la inghiotte – gli ostacoli, le difficoltà - l’ho trovata perfetta. Inej procede a testa alta, senza perdere l’equilibrio, ma viene inevitabilmente snaturata, quasi svuotata della sua stessa essenza; il vento e le onde che si arpionano a lei come le mani che l’hanno violata è un’immagine che mi ha dato la pelle d’oca, per quanto era vivida. Alla fine del percorso, in quelle sagome che somigliano a lei, ci ho visto altre possibili versioni di Inej; delle versioni che però, di fatto, non sono più Inej, perché per arrivare alla fine della corda, da sola, lei ha di fatto smarrito sé stessa. Per questo ad un certo punto cade, forse schiacciata dal dolore o, più semplicemente, consapevole che se quella è la versione di Inej che diventerà, preferisce soccombere rimanendo sé stessa: ma ecco che arriva la parte che ti scalda il cuore. I Corvi sono tutti lì, a sorreggerla (Kaz per primo, mi sono sciolta), ognuno splendidamente caratterizzato in una sola frase, e lei capisce che ha sicuramente fatto la scelta giusta, quando ha scelto di affidarsi a loro, a Kaz, quel giorno in cui l’ha portata via dal Serraglio.
Non so cos’altro dire: scrivi più cose “orrende al volo”, ti prego. Anche questa devo inserirla di filata nelle preferite. Veramente, complimenti!
Alla prossima,

Vavi

Recensore Master
04/12/21, ore 16:30

Eccomi.
Eccomi, mannaggia a te che mi hai commossa almeno trenta volte nel tempo di leggere una storia.
Io, davvero, non so come ringraziarti, perché quello che hai fatto è davvero un gesto bellissimo, e ti ringrazio di cuore per aver speso parte del tuo tempo pensando a me. E devo ringraziarti perché questo regalo è davvero, davvero bellissimo, e io lo amo tanto e sono tanto commossa, perché hai raccontato qualcosa di splendido.
Ho davvero amato infinitamente il modo in cui hai presentato Inej, Inej e la sua corda, la sua certezza, il suo avanzare sempre e comunque, e ho amato come hai trasformato tutto questo in una metafora delicatissima e struggente di tutto ciò che lei ha trovato a Ketterdam.
Perché se è vero che i Ghafa non usano mai la rete, perché i Ghafa non hanno paura e non cadono mai, qui Inej si è ritrovata ad affrontare qualcosa di immensamente più grande di lei. E lo ha fatto con la testa alta e le spalle diritte, lo ha fatto con coraggio, senza aver paura di schiantarsi. Ma il vuoto è peggio della terra pronta a sfracellarti, e il modo in cui il vento si trasforma nelle mani che l'hanno violata è meraviglioso. Meraviglioso e terribile, perché ciò che ha affrontato Inej va oltre qualsiasi tipo di incubo, va oltre l'orrore, e davvero, tutta la sua disperazione è emersa benissimo qui, e mi ha straziata.
E quando a tenerla su arriva Kaz, e dietro Kaz Jesper (con Wylan in versione Koala e aaaaah, io non ce la posso fare, io giuro che vorrei lasciarti una recensione seria ma temo di non potercela proprio fare, mannaggia!) e poi Nina che ride anche nella disperazione e Matthias che borbotta e borbotta ma resta comunque una roccia pronta ad ancorare tutto io mi sono sciolta.
Perché alla fine, a modo loro, con i loro spigoli e i loro difetti loro sono una famiglia bellissima, e credo che davvero si siano un po' salvati a vicenda. E se nei libri Inej è spesso il collante del gruppo, è colei che salva il fondoschiena a tutti più di una volta (insomma, senza di lei sarebbero saltati in aria prima ancora di partire per Fjerda e tanti saluti, per non parlare dell'inceneritore), è bellissimo qui vedere che anche lei può permettersi di cadere perché ci sarà qualcuno pronto a sorreggerla.
Insomma, mi hai fatto un regalo bellissimo, e ti giuro che vorrei lasciarti un commento almeno un po' più serio, ma non ce la sto facendo.
Però ti ringrazio, ti ringrazio davvero tanto tanto tanto!
Un abbraccio grande!