Ciao cara,
perdonami per riuscire a passare solamente ora a commentare questo incipit che – ti dico subito – ho trovato molto interessante. La cornice storica scelta, e soprattutto il modo in cui hai scelto di trasferirvi il personaggio di Javert, è sicuramente riuscita: il personaggio, nonostante la differente situazione, è il medesimo nel modo di condurre la vita, nelle sue priorità e anche nella storia personale. Un tocco particolare che ho apprezzato è stato poi il nome: ambientando la storia in Italia, naturalmente doveva essere cambiato, e Giusto è un nome azzeccato, non soltanto per una sorta di "destino" verso il dovere, ma anche perché sottolinea la storia famigliare che si porta dietro e da cui vuole prendere le distanze.
Giusto, dunque, di nome e di fatto, ma anche inflessibile, e con un rispetto incrollabile per la legalità e l'autorità. Ho apprezzato soprattutto l'analisi che hai inserito su cosa significhi portare una divisa per lui, il passaggio su come loro siano finanzieri e non seminaristi, tutori della legge e non custodi di anime.
Eppure lo spettro di un contrabbandiere che si è lasciato sfuggire ogni tanto riappare nella sua mente, come gli fa anche notare il collega. Sono curiosa di leggere se e come questa storia del passato tornerà a galla e anche lo sviluppo del pensiero interno di Giusto.
Io ti ringrazio davvero tantissimo per questo regalo, leggere di Javert mi rende davvero autenticamente felice e tu lo hai caratterizzato molto bene.
Un bacio, spero continuerai presto la storia :) |
