Recensioni per
Di tenebra e d'amore
di eddiefrancesco

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/01/22, ore 00:37
Cap. 24:

Ciao mia cara, ritorno dopo un tremendo ritardo, ma sono stati dei giorni veramente frenetici. E questa pausa ha avuto i suoi risvolto positivi, perché ho potuto godere di ben 3 meravigliosi capitoli di questa storia.
Un primo segreto, riguardante Lord Moran (ed anche Lord Tristan) viene finalmente svelato. Odyle è stata molto coraggiosa, ef ha affrontato il buoi della notte per recarsi in un luogo di malaffare, trovando finalmente lo Stelo d'oro. Ammetto che avevo intuito una possibilità del genere, ovvero che fosse un luogo in cui estraniarsi dalla realtà ricercando sollievo altrove, affogando i propri dispiaceri in qualcosa. Però, ma non avrei saputo arrivare fino in fondo ad un'idea simile: un locale in cui poter consumare liberamente oppio, per anestetizzare così il proprio dolore; a questo si aggiunge anche il consumo abituale di morfina da parte di Lord Moran. Io credo fermamente che Lord Moran si senta profondamente solo, e si stia appoggiando a Odyle: dopo tanto tempo ha creduto che qualcuno si interessasse a lui, si preoccupasse per lui, e sta confondendo quello che prova. Questa sorta di "riconoscenza" si sta trasformando nell'idea di essere innamorato di lei, nell'idea che lei sia l'angelo che possa salvarlo dal suo dolore e ridargli luce. Da qui, anche la gelosia è il fastidio verso l'evidente simpatia tra Odyle e Lord Brisbane.
Odyle, in realtà, ha deciso di raggiungere lo Stelo d'oro, più che altro intenzionata a scoprire che luogo frequentasse Tristan, in un certo senso anche preoccupata per lui. E la realtà che ha scoperto l'ha sconvolta. In un certo senso, parte della colpa è di Lord Moran, che cercando di allontarla dal suo vecchio amico Tristan, ha detto che è stato lui a farlo andare lì, facendo intendere che frequenti ancora questo luogo, e che abbia ancora una moglie.
Rimasta sola, odyle si è messa nel suo letto e si è coperta fino alla testa, in preda ai molteplici sentimenti. In primo luogo si sente presa in giro e ingannata da Tristan: crede che l'immagine di uomo timido ed impacciato sia solo una maschera, e che invece dietro ci sia un uomo dedito alle sostanze - Odyle crede che le boccette che aveva Tristan in farmacia siano anch'esse di morfina, data la somiglianza con quelle contenute nel cassetto di Lord Moran -, ed è anche delusa dal fatto che lui abbia una moglie. Non sapendo che, in realtà, anche Lord Tristan frequentava lo Stelo d'oro per superare il dolore della morte della moglie, Odyle ora pensa che egli abbia scientemente trascinato il suo ex amico in quel turbine di droghe, per mero piacere, portando alla distruzione la stessa famiglia Moran.
Lady Emma si sta, pian piano, risvegliando dal suo torpore. Dopo tanto tempo, si presenta più gioviale, in vena di chiacchere, e desiderosa di avere una acconciature più morbida e in grado di farla sentire più viva. Ma quei cambiamenti non hanno sortito, nel marito, l'effetto sperato, perché l'uomo l'ha trattata con la sua solita indifferenza. Credo che, anche in questo caso, Emma si stia molto appoggiando ad Odyle, in modo quasi necessario, come se lei fosse la zattera per non annegare. Però, qualcosa sta iniziando a far scattare il campanello di allarme in Lady Emma, per la scena che si presenta davanti a lei. Suo marito Michael ha acconsentito a che Odyle diventi la dama di compagnia di sua moglie; però, Emma ha notato che il marito sorridesse ad Odyle - sorriso che, a lei, non rivolge da tempo - che l'uomo ha una premura nell'accostare la sedia per far accomodare la donna, e non le sfugge quel gesto confidenziale dell'uomo nel mettere la sua mano su quella di Odyle, che di rimando è arrossita. Questo le ha acceso dentro un sesto senso, ha capito che qualcosa non va. E vedremo come Lady Emma reagirà a questa novità.
Alla prossima mia cara

Recensore Master
18/01/22, ore 16:42
Cap. 21:

Ciao mia cara, bentrovata.
Stavolta mi sono fatta leggermente attendere, ho un po' tardato, presa da tante cose (come ben sai), ma l'affetto per questa storia (e per te) è tale che, appena ho avuto 5 minuti liberi, mi sono precipitata a leggere. E questo capitolo è stato oltremodo interessante.
Il rapporto tra Odyle e Lady Emma si sta delineando sempre di più come un legame di amicizia e di complicità, al di là di ogni classe sociale, e di empatia; per Odyle è diventata quasi una missione saiitare quella donna, così bella ma anche tanto sola e triste, ed ha un notevole senso di protezione nei confronti di Emma. Odyle si propone come la più grande alleata di Emma, in questa lotta tacita che c'è tra moglie e marito; e benché la sua posizione non glielo consenta, Odyle ha avvertito la necessità di difendere Emma davanti al marito.
Il rapporto tra Michael e sua moglie Emma è, ad oggi, ridotto a brandelli. Si dice sempre che il dolore o avvicina le persone oppure le allontana in modo definitivo; questa seconda eventualità è quello che è accaduto tra i coniugi Moran: anziché farsi forza l'uno con l'altro per aiutarsi a superare il lutto che li ha colpiti, i due si sono allontanati, vivendo ognuno separatamente il proprio dolore, che è diventato un macigno. Tra di loro si è alzato un muro di silenzio e di indifferenza, che si trasforma in un vero e proprio fastidio, soprattutto da parte di Michael quando vede nella moglie una qualsiasi luce di gioia e di vita. E questo perché lui, ad oggi, la voglia di andare avanti non la ha, perché la mancanza di suo figlio è ancora troppo forte; e Michael, che si sente profondamente solo ed alla deriva, finisce per essere addirittura geloso del fatto che la moglie abbia trovato una "amica", qualcuna che le stia accanto e provi ad aiutarla, quando lui invece si sente solo. Tutta la frustrazione e la rabbia di Michael si è tramutata nel duro scontro con la moglie, dove - oltre alle insinuazioni sulla malafede di Odyle (a cui, lui per primo, non crede) - è sceso fino al punto di accusare sua moglie di aver causato, con il suo essere così permissiva e superficiale, troppo concentrata sulla vita sociale piuttosto che sulla crescita e la cura dei figli, la morte del figlio tanto amato. È stato uno scontro molto duro, dove Michael è stato verbalmente (ed anche un po' fisicamente) aggressivo con la moglie, il suo comportamento è assolutamente da condannare: per sfogare un po' del suo dolore ha riversato cattiverie ingiustificate addosso alla moglie, dicendo cose che, per altro, nemmeno pensa.
Secondo la mia opinione, sia Emma che Michael stanno un po' sbagliando, perché in fin dei conti entrambi hanno sempre creduto di essere i depositari assoluti del dolore, un po' come se il dolore fosse solo ed unicamente il loro e non paragonabile a quello di nessuno. Alla fine, entrambi si sono allontanati ed hanno allontanato gli altri, disgregando la famiglia, perché anche le altre due figlie respirano quest'aria in casa e sono state lasciate a sé stesse.
Odyle non si fida di Lord Moran, per lei lui ha qualcosa di minaccioso che le ha sempre fatto scattare un allarme; crede che tradisca sua moglie, ma io penso che il segreto di Lord Moran sia più profondo di un semplice tradimento con un'altra donna. Odyle ha provato ad indagare ed il suo guardare in giro ha dato dei risultati: il ritrovamento di un indirizzo, che secondo me riconduce a quel luogo in cui Moran si reca ogni volta che ha uno scontro con sua moglie. Un luogo che deve essersi stato indicato da Tristan - sua è la grafia sul foglietto, perché Odyle, nel vedere la grafia, ha subito avuto l'impressione di averla già vista, ed infatti ha confrontato quella scrittura con il biglietto da visita di Lord Tristan.
Quest'ultimo è pieno di segreti. Non ha volto che Odyle raccogliesse il contenuto del suo pacco acquistato in farmacia; erano delle boccette con un liquido, e lui è stato assai brusco e frettoloso con Odyle, pur di non farle vedere cosa avesse acquistato. Potrebbero essere dei medicinali per qualche patologia di cui si vergogna (magari qualche calmante per esempio), oppure un qualcosa che potrebbe servire per qualche esperimento e che non vuole condividere con nessuno, date le voci che circolano su di lui e la sua pazzia. Vedremo, i segreti da svelare sono tanti.
Alla prossima mia cara

Recensore Master
17/01/22, ore 00:50
Cap. 20:

Ciao mia cara, due capitoli meravigliosi. Questa storia mi coinvolge tantissimo, tanto che i capitoli li divoro letteralmente.
Miss Cecilia è una vera malvagia, come avevo detto già precedentemente. Ne ho avuto la conferma in questi due capitoli. Per lei lord Tristan è un "vecchio", però, credendo ci sia qualcosa tra lui ed Odyle, non ci ha pensato mezzo secondo a fare la gatta morta e la svenevole con lui. Così come, pur di mettere in difficoltà Odyle, nel negozio della modista non ha perso occasione per far sapere a Lady Moran che Odyle aveva lasciato sole (ed incustodite) le sue figlie al parco; così come l'ha letteralmente mortificata sottolineando come le regalasse l'abito, prestato il giorno prima, perché era un abito vecchio e lei voleva sempre far del bene alle persone meno fortunate, con ciò volendo intendere che Odyle sia una poveraccia. Di certo la prozia non è da meno: anche lei, pur essendo un po' più alla mano della nipote, non ha mandato di sottolineare che loro si vestono nella boutique più esclusiva, ed ha velatamente alluso al rapporto tra Tristan ed Odyle, dinnanzi a lady Emma, mostrando anche una eccessiva morbosità nel voler sapere i fatti degli altri, oltre che una spropositata confidenza. Non ha grandi modi, tant'è che l'ennesima caduta di stile l'ha fatta nel definire, in presenza di Lady Emma, la mamma di suo marito come una "strana" signora. Però una cosa giusta l'ha detta: Lady Cartwridge starebbe benissimo con Lord Montgomery, che è un uomo aperto di mente, colto sicuramente, e assai schietto (l'ho adorato quando ha sbattuto in faccia alla figlia il suo stato di donna nubile, senza alcun tatto). Però, questo significherebbe avere sempre tra i piedi le due donne Montgomery, il che sarebbe terribile; la sola idea di passare un pomeriggio con quelle due a prendere una cioccolata è terrificante, e per fortuna lady Moran e Odyle hanno trovato la scusa perfetta per declinare quell'invito. Anche se credo che le rivedremo molto presto: Lady Moran, per pura cortesia, le ha invitata a casa sua ma mi sa che queste due ci andranno molto presto a fare una (sgradita) visita.
Ad Odyle, comunque, ha dato non poco fastidio che Cecilia facesse delle avances a Tristan. Così come l'uomo si è sentito imbarazzato da quelle attenzioni non desiderate; lui è un uomo molto cortese e rispettoso, un po' impacciato, però Odyle gli piace davvero molto, riesce ad accendere un fuoco in lui, però cerca di avvicinarsi ad Odyle con grande timidezza. È stato veramente tenero come ha cercato di far sì che le loro mani si sfiorassero nella carrozza. Quel momento, però, è stato interrotto da un altro accadimento, molto forte e toccante.
La piccola Agnese, nel vedere Richard steso in terra, che quasi non respirava più, è tornata al momento in cui suo fratello Leopold è venuto a mancare, e la sua famiglia si è distrutta a causa di quel dolore inspiegabile. Tenendo stretta a sé quale bambina, Odyle ha potuto comprendere pienamente quale fosse il dolore dietro la famiglia Moran, ed ha avvertito ancor di più come sua personale missione quella di aiutare quella famiglia, ed in particolare Lady Emma.
La donna sembra rinata e questo grazie al potere magico della lettura. Riscoprendo quella passione, lady Emma ha riacquistato vita e vitalità. Leggere libri è, per lei, la sua personale trasgressione, un segreto che vuol condividere solo con Odyle. Nel vederle insieme non sembrano affatto la nobildonna e la sua dama di compagnia, ma veramente due amiche: sono veramente complici, Odyle la fa ridere e insieme sembrano due bambine che trasgrediscono le regole mettendo in essere la propria personale marachella. Un rapporto che, secondo me, continuerà ad evolversi e che potrebbe portare anche Miss Emma a ritornare al donna che è stata un tempo e, forse, anche qualcosa in più, il che gioverebbe anche al fine di rimettere insieme quella famiglia così dilaniata.
Alla prossima mia cara.

Recensore Master
16/01/22, ore 00:32
Cap. 18:

Ciao mia cara, bentrovata anche questa sera con un nuovo capitolo di questa bella storia.
Confermo tutte le impressioni che ho fatto nel precedente capitolo: le donne Montgomery sono davvero vuote e superficiali.
Carolina è indisponente, viziata, supponente, frivola e cattiva, ma sa nascondere la sua malvagità dietro a delle finte espressioni di dolcezza ed ingenuità. Tratta davvero il personale come se fossero dei suoi schiavi: è veramente deprecabile il dispetto che ha fatto a quella povera ragazza, Sara, solo perché aveva osato essere gentile e fare dei complimenti ad un'ospite, che con lei era stata molto cordiale e disponibile; così come pieno di cattiveria e stato l'atteggiamento nei confronti della povera Bessie, rea a suo dire di non aver vegliayo sul fratello Richard, quando lei stessa era la responsabile dell'allontamento della cameriera. Odyle ha provato a trattenersi quanto più ha potuto, ma dinnanzi a tanta maleducazione e cattiveria non è riuscita a trattenersi, cercando di proteggere quelle due fanciulle. Ma Carolina non ha scrupoli e limiti, ed è anche molto offensiva, nei confronti del nonno e di lord Tristan, che ha etichettato come "quel vecchio". Odyle se ne è risentita, ma è bastato intervenire per difendere lord Tristan, che quella malefica insinuasse, pur senza dir nulla espressamente, con una sola occhiata e non più di due parole, ha insinuato una storia tra Odyle e Tristan, mettendo fortemente in imbarazzo la sua ospite. La trovo veramente sgradevole in tutto, ed anche molto falsa perché poi davanti alla zia diventa un angioletto, molto docile.
Dall'altro lato, la zia è davvero un'impicciona, molto pigra (non fa un passo nemmeno a spararla), sempre a comandare la servitù avanti e indietro, a credere ai pettegolezzi e a spettegolare a sua volta; non penso sia cattiva, ma sicuramente molto frivola e talmente curiosa da risultare molto inopportuna: ha chiesto senza mezzi termini se la casa di Lord Tristan fosse davvero abitata da fantasmi, come tutti dicono, il che non è un buon modo per mettere a proprio agio un ospite.
Soprattutto, mi ha fatto tanto ridere che tratti suo papà, lord Montgomery, come un vecchio rimbambito che non capisce nulla, quando, in realtà, l'uomo è l'unico ad avere un po' di cervello ed intelligenza; talmente tanta intelligenza (e scaltrezza) che per sopravvivere in quella casa, circondato da quelle due donne, finge davvero di essere uscito di testa. Lui è molto simpatico ed arguto, un uomo intelligente, che consosce le voci su Lord Tristan ma non ci dà peso, preferendo conoscerle le persone; ed è soprattutto molto interessato alle capacità di Tristan come uomo di scienza, ed ha avuto un atteggiamento gentile e cordiale. E mi ha fatto davvero ridere che l'uomo sappia benissimo quanto siano terrificanti figlia e nipote, tanto da sapere che non c'è da fidarsi di quelle due (detto in altre parole, la colpa se Richard è caduto nel lago è loro e soltanto loro).
Sono veramente curiosa di leggere il seguito, alla prossima. Un abbraccio

Recensore Master
15/01/22, ore 16:00
Cap. 17:

Ciao cara, buon sabato. Ho tardato un po' nella lettura, però eccomi qua.
Come immaginavo, vedere quella scena di Miss Odyle che si arrampica, salta e si spoglia dei suoi abiti per tuffarsi nel lago ha fatto scattare il click nella testa di Tristan, che ha riconosciuto in Odyle la ragazza della finestra.
Io mi chiedevo cosa Odyle stesse facendo e pensavo fosse tutta matta. Ed invece è una donna veramente coraggiosa: ha visto un bambino che era caduto nel lago, e senza pensarci due volte, si è lanciata in suo soccorso; la sua prontezza d'animo ed il suo coraggio hanno salvato la vita del piccolo Richard, mentre tutte le altre persone intorno urlavano e chiedevano aiuto (evidentemente Miss Cecilia trovava indecoroso lanciarsi a salvare suo fratello).
Questo incidente ci ha fatto fare la conoscenza della famiglia Montgomery, e devo dire che sono delle persone che non tanto mi piacciono. La zia è stata molto riconoscente, e gentile ad invitare nella sua casa Odyle, Tristan e le bambini, per permettere all'istitutrice di ricomporsi e non presentarsi in quel modo indecoroso ai Moran. Però lei e sua nipote Cecilia mi sono sembrate persone estremamente superficiali e ficcanaso, e di sicuro non hanno alcuna considerazione della propria servitù: mandano i camerieri avanti ed indietro, hanno dei modi non per niente gentili, Miss Montgomery sembra una adolescente non cresciuta, e sua nipote Cecilia è solo una viziata. Quest'ultima è il personaggio che mi piace meno di tutti: non sa proprio cosa sia la riconoscenza, non voleva nemmeno Odyle in casa propria, ed era addirittura infastidita dalla presenza dell'allegra combriccola nella sua carrozza, nella sua casa e nella sua giornata. Cecilia guarda tutti dall'alto al basso, credendosi superiore per il suo rango sociale, ha ingiustamente accusato la cameriera di aver provocato il pericolo per suo fratello Richard quando era stata stesso lei a farla impazzire, mandandola avanti e indietro per uno scialle. Ma, cosa ancor peggior, non voleva prestare una abito ad Odyle, evidentemente credendo che la giovane non fosse degna dei suoi abiti, fino a decidere si darle un vestito preso dal baule dei vestiti scartati (e quindi da buttare via). Ed è livida di gelosia al pensiero che una semplice istitutrice abbia un corpo più snello del suo, e dei bellissimi capelli, sentendosi corrodere dentro dinnanzi ai complimenti che Sarah le ha rivolto. È un personaggio che non mi piace affatto.
Alla prossima mia cara

Recensore Master
14/01/22, ore 00:17
Cap. 16:

Buona sera mia cara, come ogni sera non potevo andare a dormire senza leggere un po' di questa deliziosa storia.
Il rapporto tra Tristan ed Odyle si svolge con una notevole tenerezza e molta dolcezza, è un corteggiarsi reciproco, molto delicato, e fatto con tanto imbarazzo e nessuna malizia, mostrandosi pian piano per quello che sono.
I loro corpi reagiscono in automatico quando sono a contatto: basta essere pelle e pelle, o occhi negli occhi, oppure respiro nel respiro, perché i loro corpi si accendano di quel desiderio e di quella bramosia che si agita in loro.
La parte sulla fotografia confermo essere meravigliosa. In particolare, qui è raccontato e ben descritto un primissimo modello di macchina fotografica, di quelle bianche e nere in cui l'immagine si vedeva capovolta: un'immagine magica e romantica, che ti trascina in un mondo che non esiste più. Lord Tristan è affascinato dall'aver trovato, per la prima volta nella sua vita, una donna che si interessi, e in modo vero ed appassionato, per quelle novità tecnologiche per cui lui stesso spende la sua vita ed il suo tempi libero; ed, al tempo stesso, si sente lusingato che quella giovane e bella donna apprezzi le sue idee, e abbia fiducia nelle sue capacità. Tristan ha in effetti l'animo dell'inventore e dello sperimentatore, ed il suo spirito si anima di un entusiasmo fancullesco al pensiero che Odyle trovi geniali le sue idee e sia lusingata dall'essere fotografata da lui.
Odyle, in ogni caso, ha una parte di sé molto folle, da vera artista. Ad un certo punto ha lasciato li tutti per andare a recuperare il suo blocco da disegno. Però, quando Tristan e le bambine Moran sono andate a cercarla, di lei non c'era traccia, se non per il suo blocco da disegno: guardando ciò che Odyle ha impresso su carta, Tristan ha potuto ammirare il suo talento e la sua capacità di riprodurre sul foglio la realtà. Però mi fa ridere quanto sia imbranato: insomma, come ha fatto a non riconoscere i suoi stessi occhi e a confondere quello sguardo con quello di Lord Moran? È un po' un provolone.
Odyle, comunque, una matta: io penso che si sia messa a saltellare sui sassi, come la circense che è stata un tempo. Però, quella scena ha fatto scattare un click nel cervello di Tristan, ed io penso che ora lui abbia riconosciuto in Odyle la ragazza della finestra. Vedremo se ho ragione.
Alla prossima mia cara, un abbraccio

Recensore Master
12/01/22, ore 21:03
Cap. 15:

Ciao mia cara, ho appena finito di recensire il precedente capitolo, che ho visto l'aggiornamento... E, ovviamente, non ho saputo resistere alla curiosità e subito mi sono immersa nella lettura. Quest'ultimo capitolo è stato molto più leggero e frizzante, con anche scene e scambi di battute molto divertenti.
Odyle, facendo l'istitutrice, sta scoprendo aspetti di sé che prima ignorava, ma nonostante questo resta pur sempre un'artista con quel fuoco vivo dentro di sé. Odyle vive per la sua arte, e non perde la speranza che un giorno potrà comunque realizzare il suo sogno, anche se lontano dalla Francia. Tra le cose che desidera di più è riabbracciare il suo amico Claude, che è forse il solo vero affetto che le rimane e la sola persona che ancora la legava alla sua amata Francia.
Però, in Inghilterra, Odyle sta inaspettatamente mettendo radici, perché Tristan sta pian piano facendosi spazio nel suo essere, nella sua anima e, forse, anche nel suo cuore. Lei lo trova un uomo davvero singolare e particolare, all'apparenza molto possente e dall'atteggiamento nobile e piuttosto sagace, ma al contempo un uomo generoso, gentile, che si imbarazza facilmente ed arrossisce come un bambino. Irrimediabilmente è affascinata da quell'uomo, di cui ha scolpito il volto dentro di sé, la cui immagine è vivida in lei. In particolare i suoi occhi: Odyle si perde in quel profondo blu degli occhi di Lord Tristan, in cui riesce a scorgere tanta espressività, come se quegli occhi le parlassero. E ciò che quello sguardo le ha trasmesso è il ritratto perfetto di ciò che è Lord Tristan: un uomo pieno di passioni e passionalità, che però è ingabbiato nei sensi di colpa ed in un dolore che non va via e che gli conferisce un'aria di tristezza e dolore.
La scena in cui Odyle lo aggredisce pensando fosse un maniaco che sta circuendo le bambine Moran è stata esilarante. Li Odyle tira fuori tutti il suo animo selvaggio, ma al tempo stesso protettivo, perché non ci ha pensato un secondo a findarsi su quel energumeno per difendere le bambine. Ernestine ed Agnese avranno pensato che è pazza, e probabilmente lo avrà pensato anche il povero lord Tristan, che si è visto scaricare addosso tutta quella ferocia. Certo, Odyle si è presa un bello spavento, e probabilmente la prossima volta lei stessa terrà gli occhi fissi sulle bambine quando saranno insieme fuori dalle mure di casa loro. Certo, sentendosi un po' sbeffeggiata per l'errore commesso, Odyle mette su un'aria piuttosto piccata, perché permalosa. Ma anche in questo frangente, lord Tristan è stato in grado di sorprenderla ancora: la spontaneità e naturalezza con cui quel complimento sulla bellezza della giovane sfugge via dalla labbra di Tristan è in grado di riscaldare l'animo di Odyle, sopresa che un uomo così timido, goffo ed imppaciato possa dirle quanto la trova bella con una tale semplicità, ignorando il contesto, il loro rango e le persone che sono dinnanzi a loro.
Ti devi sapere, mia cara, che io sono una appassionata di foto, le amo e, ovunque vado, tendo a farne tantissime per cristallizzare nello scatto le emozioni che sto provando, e conservare il ricordo di quel momento. Per cui sono rimasta affascinata dalla macchina fotografica di Lord Tristan. È stupendo vedere la meraviglia delle bambine e di Odyle - ma in generale delle persone - di fronte ad un apparecchio (oggi parte della nostra quotidianità, ma) che all'epoca era sconosciuto e segnava un progresso importante: con la fotografia, il ritratto lascia il posto ad uno scatto immediato che, con un solo click, riesce a fermare quel momento. Ed è bellissimo la magia di quel qualcosa di nuovo, che non conosci, ma che ti affascina enormemente. Quanto sarebbe bello se, anche oggi, riuscissimo più a provare meraviglia per qualcosa, visto che il progresso è negli anni andato così tanto avanti che quasi non ci si meraviglia più di nulla. Alla prossima mia cara

Recensore Master
12/01/22, ore 20:09
Cap. 14:

Ciao mia cara, bentrovata. Questa storia è veramente meravigliosa, e capitolo dopo capitolo si scoprono intrighi sempre nuovi, intrecci tra i personaggi che non erano immaginabili e che ti fanno venir voglia di leggere con avidità il racconto, per sciogliere tutti i nodi.
In questo capitolo emergono diversi aspetti oltremodo interessanti.
Primo tra tutti la conoscenza intima tra Michael Moran e Tristan. I due uomini sono stati amici un tempo, poi qualcosa di brutto deve essere accaduto - un incidente - che li ha portato ad un litigio, le cui macerie sono ancora tra di loro. Ho intuito che entrambi sono legati dal aver subito un lutto molto grave - quello della moglie per Tristan, e la morte di Leopold, figlio di Moran - e che per dimenticare quel dolore hanno per diverso tempo fatto parte di un luogo, lo Stelo d'oro. Un luogo in cui, immagino, accadano delle cose che ti portano a perderti, tanto che Tristan ha voluto smettere di andare lì, mentre Lord Moran ancora non riesce a distaccarsi, asserendo di trovare un senso alla propria vita soltanto lì. Per questo luogo, e per il dolore che lo sta risucchiando, sta rischiando di perdere sé stesso e la sua stessa famiglia. Mi chiedo cosa accada in questo luogo così misterioso, e quale incidente abbia avuto luogo; al momento non ho idee precise, spero di potermi lanciare in qualche mia solita congettura quando avrò qualche indizio in più.
Ciò che mi ha sorpreso, in questo capitolo, è stato l'atteggiamento di Lord Moran dinanzi al rapporto tra Tristan e Odyle. Un certo fastidio ed irritazione che, anche qui, non sono ben riuscita a comprendere. L'uomo vive una situazione matrimoniale disastrata, in cui sua moglie - un tempo una moglie che immagino abbia amato molto - è solo lo spettro di ciò che era stata un tempo; la donna è assente sotto tutti i punti di vista, e Michael si sente profondamente solo: a gestire la casa, la sua vita, il suo dolore ed anche il suo letto (perché immagino di aver compreso che tra i coniugi non ci sia più alcun tipo di intimità), e questo lo svilisce come uomo e marito. Onestamente, che a Lord Moran irriti non poco la confidenza e l'attrazione, evidente, tra Odyle e Tristan è palese; il motivo mi risulta più oscuro, perché le ragioni e le congetture, anche qui, possono essere molte: è probabile che anche Lord Moran si senta attratto da quella giovane ed allegra ragazza, o più semplicemente senta come famigliare la sua leggerezza, che gli alleggerisce il cuore e colora la casa; o anche perché teme che una eventuale tappeto tra i due potrebbe portare via Odyle, che tanto bene sta facendo alla sua famiglia; o, infine, perché sa qualcosa su Lord Tristan e teme che una relazione tra i due porrebbe essere pericolosa per Odyle o creare un quakche scandalo. Sarà interessante anche scoprire cosa frulla nella testa di Lord Moran.
Un dato di fatto è quanto siano incredibilmente teneri Odyle e Tristan. Entrambi sono veramente impacciati, soprattutto lui, quando si trovano l'una al cospetto dell'altro. Si piacciono molto, ed i loro corpi parlano; gli basta solo sfiorarsi per accendersi come un fuoco. Tristan ne è così rapito che il suo cervello si spegne ed ogni inibizione si annulla, tanto da spingerlo quasi a toccarla, a tenerle la mano, a possedere tutto di quella donna. Una passione che è ricambiata da Odyle, che si sente lusingata da quell'uomo, per niente infastidita dalla sua presenza e dai suoi gesti, nonché dalle attenzioni gentili e garbate che lui le riserva (riacquistarle gli occhiali è stato un guesto di grande garbo e accortezza); ed Odyle è sinceramente divertita dal rossore di quell'uomo, dal modo in cui lo stesso si imbarazza e pur di alleggerire il modo in cui si sente, scoppia in quella risata cristallina e leggera che riscalda il cuore di Tristan dopo tanto tempo.
Odyle è profondamente diversa rispetto alla ragazza appassionata di arte che è partita dalla Francia alla volta dell'Inghilterra. La Odyle del suo paese natio è un'artista, un po' matta, come tutti gli artisti che hanno sempre genio e sregolatezza; sembrava una ragazza con il fuoco vivo dentro, capace di fare tutto ed il contrario di tutto, senza schemi e rigidità, una donna "disordinata" e "esagitata". La Odyle in veste di istiitutrice sembra così materna, affettuoso, giocosa, calma e paziente; una ragazza che sta insegnando a quelle bambine la cultura attraverso anche la vita, la lettura ed il gioco, l'osservazione e la curiosità, il che è il modo migliore per apprendere e voler apprendere sempre di più. Sembra una mamma Odyle; e ad Ernestine e Agnese fa bene aver trovato un punto di riferimento, una persona solida ed attenta che ci sia per loro, dopo tanto tempo che sono state lasciate allo sbando, e quanto Odyle faccia bene alle sue bambine si vede dai comportamenti delle stesse: se al primo incontro sembravano due cani sciolti, ora Ernestine ed Agnese sono due bambine più serene e calme, ed anche più giocose.
Odyle, inaspettatamente da quanto egli stessa avrebbe creduto possibile, si sta sinceramente affezionando a quella famiglia, non solo alle due bambine, ma soprattutto alla loro mamma: per lei è diventato un obiettivo prefissati quello di stringere un legame più stretto con Lady Emma, per poter aiutare questa donna così profondamente sola. Da qui anche il fastidio della stessa Odyle verso lord Moran, che lei reputa responsabile delle sofferenze e del dolore della moglie. Però, ora, Odyle, osservando le foto disseminate in quella casa, forse ha capito quale sia il muto dolore che riempie quella casa e la famiglia: ovvero la perdita di uno dei figli, e sono certa che lei aiuterà i Moran ad andare avanti, a superare un po' il passato. Il dolore per una perdita cosi segna profondamente e non potrà mai essere realmente superato, ma la vita deve andare avanti, per cui resta ed anche per sé stessi
A presto mia cara

Recensore Master
10/01/22, ore 00:59
Cap. 13:

Ciao mia cara, questo è un capitolo molto forte, per tantisssimi motivi.
La prima parte è davvero bella. Lady Moran ha custodito, per tantissimi anni, un libro che ha fatto parte della sua infanzia. Si scopre, così, che Emma è stata, in un passato non cosi lontano, una donna viva, con un amore spropositato per la lettura: per lei leggere era quanto di più bello ci fosse, ed i libri più preziosi di qualsiasi gioiello. Purtroppo, ai tempi in cui era solo una bambina, si riteneva che leggere fosse una inutile perdita di tempo, e tutti i suoi libri furono distrutti, eccetto quel unico piccolo libro che lei ha tenuto gelosamente e coraggiosamente con sé, nascosto prima addosso a lei e poi in quella libreria, per tutti quegli anni. Le stesse figlie sembravano non riconoscere nella loro spenta mamma quella donna cosi piena di passione da prendere una sedia e salirci su per prendere quel libro, e ne sono rimaste affascinate. Odyel, a mio avviso, è come se si fosse riconosciuta negli occhi di Emma: entrambe, a loro modo, sono delle rivoluzionarie, che lottano per passioni che gli altri non comprendono e non condividono, giudicandole fuorvianti rispetto al ruolo di moglie e di madre.
Qeulla di Emma è stata una rivoluzione silenziosa, e non compiuta del tutto, perché la donna ha abbandonato i suoi libri, non leggendone più alcuno. Però, grazie a Odyle, potrebbe recuperare quella parte di sé, non del tutto perduta. Bellissimo il discorso di Odyle sulla lettura: leggere un libro ti porta non solo tanto arricchimento e conoscenza, ma ti permette di viaggiare con la mente ed essere quello che vuoi. Odyle ha fatto di una vera missione quella di ridestare Lady Moran dal suo torpore, tanto da decidere, se ho ben compreso, di acquistare un libro per lei, in modo che potesse ritornare a leggere; un libro che infila sotto la sua porta, non osando entrare, avendo inavvertitamente udito un litigio tra Emma e suo marito. Odyle si è convinta che quell'uomo si ostini a non lasciare stare sua moglie, e che la tratti male. In realtà, credo di aver compreso quale sia il problema tra i due, ed è in realtà qualcosa che ho pensato fin dal primo capitolo. Penso che Emma e suo marito Michael abbiano perso un figlio, e da quel momento la loro vita è stata spezzata via; la donna si è trincerata dietro al suo dolore, credendo di esserne la sola depositaria,
non vedendo la sofferenza anche negli occhi degli altri. Ho capito che Michael ama e desidera sua moglie, che non vuol più stare con lui, non si concede; ed è arrabbiato dal vederla ridotta così, così distante da lui, forse egoisticamente chiusa nel suo esclusivo dolore. Forse, non so, magari è qualcosa di ancora più grande, magari le circostanze che hanno potato alla morte di Leopold potrebbero aver ancor di più inciso in maniera determinate nella frattura tra i coniugi. Sono veramente curiosa di sapere se ho indovinato.
Infine, Odyle riceve una lettera dal suo amico Claude: l'uomo la informa che il demonio che la cerca è ancora ossessionato da lei, e dunque, pur se stendo lui la sua mancanza, la invita a restare ancora in Inghilterra, ma a non abbandonare mai il suo amore per l'arte.
Alla prossima mia cara, un abbraccio

Recensore Master
09/01/22, ore 01:43
Cap. 12:

Ciao mia cara, mi hai donato, anche questa sera, due capitoli meravigliosi.
Questa storia mi piace tantissimo, perché unisce insieme il giallo, l'amore ma anche una serie di riflessioni molto profonde.
Tristan non ha riconosciuto in Odyle la ragazza della finestra, forse perché la giovane era veramente lontana dalla sua vista, benché egli la vedesse con il cannocchiale. Però, il suo istinto ed il suo corpo sembrano averla riconosciuta eccome: accanto a quella ragazza, Tristan si è sentito stregato dalla sua bellezza ed intelligenza, oltre che dalla sua sensualità. Odyle è, ai suoi occhi, una donna di una bellezza rara, ma al contempo ricca di interessi, colta ed anche divertente. Ciò che maggiormente lo ha colpito è il fatto che la donna condivida le sue idee sulla tecnologia e l'evoluzione, una cosa che mai nessuna donna prima aveva avuto in comune con lui;ed Odyle ha davvero ascoltato affascinata Tristan sul funzionamento del cinematografo (così come della macchina fotografica). A sua volta, anche Odyle si è sentita stranamente a suo agio accanto a Tristan: la vicinanza del suo corpo non la infastiva ma, al contrario, accanto a quell'uomo così imponente e mascolino, ma anche timido e gentile, si sentiva avvolta e protetta. Talmente la fiducia che lui le ha ispirato, che lei avrebbe potuto rivelargli davvero chi è e quale è la sua storia, certa che lui l'avrebbe protetta.
Tra di loro c' è stata anche una vicinanza fisica notevole, perché si sono trovati stretti uno all'altra; Tristan era, ovviamente, fisicamente eccitato dalla vicinanza di Odyle, che gli ha risvegliato impulsi che, per diverso tempo, deve avere sopito; ed Odyle, anziché schiaffeggiarlo come lui si sarebbe aspettato, gli ha teneramente accarezzato la guancia, per poi fuggire via, lontana da lui. Credo che Odyle sia rimasta turbata da quanto l'esser accanto a quell'uomo l'abbia accesa, emozionata, ed anche fatta sentire a suo agio. Un sentimento che mai lei aveva provato, e che l'ha spiazzata.
Il loro primo incontro è stato veramente molto bello e delicato, e non vedo l'ora di vederli ancora l'uno accanto all'altro perché sono tenerissimi.
Odyle, rientrata a casa Moran, si è imbattuta in Lady Emma. La donna sembra davvero un'anima in pena, ed Odyle sta cercando di conquistare la fiducia e simpatia di quella donna, per ridarle un po' di vita. In parte sembra riuscirci, per altra parte lady Emma è ancora bloccata e timorosa. Quando rientra a casa, Odyle la trova, come al solito affacciata alla finestra, ma con gli occhi colmi di lacrime. Non so se questi possano essere imputabili a qualche ricordo triste, oppure al rapporto logoro con il marito: la donna percepisce il fastidio che il marito prova per lei, o quanto lei sia per lui così indifferente che non si accorgerebbe nemmeno se la moglie acquistasse un abito nuovo apposta per lui. Ci sono delle fratture in questo legame. La mia idea è che sia accaduto qualcosa, un dolore comune, che anziché condividere abbiano vissuto allontanandosi l'uno dall'altra.
Nella biblioteca, però, sembra che qualcosa abbia ridestato Emma dal suo torpore:un ricordo "dolce, ma tragico" l'ha assalita, e l'ha spinta a ricercare un libro nella libreria, non così ricca, della sua casa. Credo che si tratti di un libro che a che fare con quel ricordo: un ricordo che è dolce, perché riferito ad un momento di felicità, tragico perché quella felicità è stata spezzata via. Almeno questa è la mia idea.
Questo libro è veramente colto, ci sono citazioni molto interessanti.
La prima quella relativa al mito delle caverne di Platone che mi ha riportato indietro ai mie studi classici, di diversi anni fa ormai. Conoscevo il mito e l'interpretazione che ne dà Odyle è corretta: il mito spinge a far riflettere le persone a non fermarsi all'apparenza delle cose, ma guardare dietro ad esse. Ed è un po' quello che non accade per Lord Tristan, che è costantemente additato e vittima di maldicenze, che lo feriscono ed infastidiscono al tempo stesso; mentre invece Odyle sembra essere andata oltre le sue idee, la sua passione per la tecnologia, peraltro condivisa, e per quelle cicatrici che, secondo la giovane, anziché rovinare l'armonia del volto, lo rendono ancora più affascinante, perché ne segnano un tratto caratteristico e distintivo rispetto agli altri.
Per poi non dirti quanto abbia amato il discorso di Odyle sulla lettura: leggere i libri, quali che essi siano, fa entrare il lettore in un mondo nuovo, in una realtà altra, ed è magia. Ogni libro, ogni storia o racconto è magico per questo. Un po' come i romanzi che racconti tu, e che mi fanno volare, con la mente, ad un'altra epoca.
A presto mia cara, ti abbraccio forte

Recensore Master
08/01/22, ore 02:33
Cap. 10:

Ciao mia cara, che capitolo delizioso questo che mi hai proposto stasera.
So che è piuttosto tardi ma non potevo andare a dormire senza deliziarmi con questo racconto.
La presenza di Odyle ha davvero dato luce e colore all'intera famiglia Moran, benché resti sempre un profondo distacco tra moglie e marito. I due a stento si guardano, di comunicare tra di loro non c'è verso, ed il marito prova davvero una insofferenza per la moglie, la sua apatia ed il malessere che la coglie in qualsiasi momento, tutto pur di chiudersi in sé stessa e non lasciare entrare nessuno nella sua dimensione. Come ho detto già in qualche mia precedente recensione, Lady Moran è una donna il cui corpo è lì, in quella casa e con quelle persone, ma la sua anima, la sua testa ed il suo cuore sembrano essere rivolte altrove. Ed il marito ne è costantemente infastidito, probabilmente perché sente la mancanza della moglie al suo fianco, si sente come lasciato solo da colei che dovrebbe essere la sua compagna di vita, che non gli sta accanto a sopportare il fardello che anche lui si porta dietro. Per questo non perde occasioni per dare risposte piccate sulla donna, e si infastidisce non poco nel vedere che per sua moglie è Odyle il punto di riferimento, la persona cui chiedere un consiglio, piuttosto che lui, che è il marito.
Odyle si sta comportato egregiamente nel suo ruolo. Benché quella posizione le vada un po' stretta, in contrasto con il suo animo un ribelle, la giovane ha accolto sotto la sua ala protettiva le due figlie dei Moran, che avevano disperatamente bisogno di qualcuno che si prendesse cura di loro: anche qui, avevo detto che le due bambine mi sembravano delle anime in pena, due bambine abbandonate e non seguite da genitori la cui testa è veramente altrove, in luoghi lontani. Odyle è per loro un punto di riferimento. E lo sta diventando piano piano anche per Emma: la giovane Odyle ha preso a cuore la sua signora, così chiusa e bisognosa di attenzioni, di qualcuno che la scuotesse dal suo torpore; ed Odyle, poco per volta, lo sta facendo, ed è riuscita finanche a farla uscire dalla casa per concedersi una passeggiata insieme alle sue figlie.
Lady Cartwridge è una donna che ha saputo vederci lungo, riuscendo a scorgere la luce che Odyle può dare - ed effettivamente sta dando - alla famiglia di suo figlio Michael. E mi piace che la donna tratti Odyle in modo così familiare ed affettuso; un po' come se fosse anche riconoscente a quella ragazza per l'aiuto che, involontariamente, sta dando alla sua famiglia.
Il cinematografo ha un fascino eccezionale. Per chi come noi vive già nella tecnologia è forse un po' difficile riuscire a cogliere la portata di una tale innovazione; ma a quei tempi si trattava di qualcosa di nuovo, sconosciuto ai più, che appariva per la prima volta e dava la dimensione di ciò che era e che sarebbe stato il progresso della tecnologia.
Ed ecco che è lì, al cinematografo, che avviene il primo vero incontro tra Lord Tristan e Odyle. Certo, l'uomo è davvero un po' imbranato: quando vede l'innovazione e la tecnologia, Tristan si incanta e sembra un bambino circondato da giocattoli, con la testa così tra le nuvole da non vedere cosa gli sta intorno, o meglio chi. Lo scontro che ha con Odyle è stato veramente tragicomico: lei, poverina, è caduta a terra come un sacco di patate e la sua principale preoccupazione era ritrovare i suoi occhiali, senza i quali non vede nulla (e non sai quanto la capisco). Lord Tristan, nel cercare di aiutarla, ha fatto ben peggio distruggendole una lente, calpestandola con il piede; la scena è stata molto divertente, ed è stato carinissimo vedere come lei lo ha trattato stizzita ed indispettita, mentre lui era super rosso di imbarazzo per essere stato così imbranato. Le presentazioni ufficiali tra i due sono avvenute grazie a Lady Cartwridge, ma per ora Tristan non ha riconosciuto in Odyle la ragazza della finestra, che tanto ha occupato i suoi sogni perché era troppo buoi. Immagino che alla luce riuscirà a metterla a fuoco quel che basta per riconoscerla. Il destino ci mette sempre la sua mano per far incontrare le anime che sono destinate.
Ciò che mi dispiace è vedere che, ovunque va, lord Tristan sia vittima di continua maldicenze e cattiverie sul suo conto. Sono veramente curiosa di sapere il perché di un simile chiacchiericcio, e perché le malelingue siano così accanite su quest'uomo, senz'altro un po' strano ma si vede molto buono.
A presto mia cara, un abbraccio

Recensore Master
07/01/22, ore 00:56
Cap. 8:

Ciao mia cara, anche questa sera mi delizi con un nuovo capitolo di questa magnifica storia, che ormai è parte delle mie giornate e mi prende sempre di più.
È stato svelato, finalmente come Odyle abbia fatto a fuggire da quell'uomo, la cui cattiveria aumenta capitolo dopo capitolo. Come ho detto nella mia precedente recensione, Victor è un uomo meschino, che non ama altri che sé stesso: prima di Odyle ha sicuramente ucciso la sua amante (e con lei il figlio che portava in grembo) solo perché stanco e desideroso di liberarsene. Alla fine, voleva Odyle solo per sete di potere, e perché lei gli spettava, avendo il padre ricevuto cospicui prezzi da lui.
Per fortuna, Odyle ha il suo Angelo custode, ed il suo carissimo amico Claude, che mai l'ha abbandonata ma, al contrario, ha fatto tutto pur di aiutarla. Riuscendo ad entrare nella clinica psichiatrica, ha spiegato ad Odyle il suo piano di fuga.
La giovane ha fintamente acconsentito a sposare Victor, così da uscire dal luogo in cui era rinchiusa. Ed appena ha avuto la possibilità, è scappata via, grazie all'organizzazione messa in piedi da Claude. Tramite una amica della zia di quest'ultimo Odyle è partita alla volta dell'Inghilterra, nei panni dell'istitutrice, con la promessa di fare ritorno nel suo paese natio appena le acque si saranno calmate. A vegliare su di lei, anche se a distanza, ci sarà Claude, con cui intratterra comunque una corrispondenza, e che la informerà di quanto accade.
Lady Cartwridge - amica della zia di Claude e madre di Michael Moran - ha scelto Odyle come istitutrice per le sue nipoti affinché la ragazza, con il suo carattere e la sua allegria e vitalità, potesse riportare un po' di colore e gioia di vivere in quella casa. Qualcosa di brutto deve essere accaduto nella vita dei Moran, qualcosa che li ha spenti, e li ha portati a chiudersi in sé stessi, e ad alzare un muro anche tra di loro. C'è tra di loro una "distante apatia", ed una insofferenza di Michael per il fatto che la moglie Emma sia inerme, spenta, una persona che non prova più emozioni di nessun tipo. La madre spera che la presenza di Odyle possa aiutarli, forse anche perché la donna si sente in colpa per non esser riuscita ad aiutarli lei stessa quando era il momento: quel qualcosa di tragico che è accaduto deve aver sconvolto anche lei stessa, che ha preferito allontarsi e non vedere, anziché stare accanto al figlio ed alla nuora. Per ora la presenza di Odyle sembra aver almeno accesso una luce negli occhi del figlio.
Alla fine avevo ragione, e la ragazza della finestra era proprio Odyle, anche se ho sbagliato i motivi del perché Odyle si lanciasse di sotto e poi, nello stesso modo, rienstrasse in casa.
Tristan ha visto il momento esatto in cui Odyle si disperava per la perdita della foto della sua amata sorella, portata via dal vento, e quello, immediatamente successivo, in cui la donna, individuata la foto, provvedeva al recupero. Per muoversi più agilmente e non cadere Odyle si è spogliata, ed il suo corpo ha accesso gli istinti di Tristan.
L'uomo ha sognato di fare l'amore con quella ragazza, e stando con lei, sia pur solo in un sogno, si sentiva appagato, felice, completo, perché con quella donna accanto a sé Tristan dava un senso alla sua stessa esistenza. Al risveglio la delusione sul fatto che si è trattato di un sogno, ma anche il sollievo per non avere fatto ciò. Credo che Tristan, dentro di sé, porti forse una sorta di lutto per la moglie, per cui si sente forse in colpa, e non vuole tradire la memoria di questa con altre donne. Per questo tenta di illudersi sul fatto che la donna del sogno fosse senza volto, ma Tristan dentro di sé sa di aver desiderato la donna della finestra, e di essersi sentito bene con lei, dopo tanto tempo che vive quel vuoto e quella solitudine.
Sono veramente curiosa di conoscere anche i segreti di Tristan, e cosa è accaduto ai coniugi Moran. Ma, soprattutto, di sapere come si incontreranno Tristan ed Odyle.
Alla prossima mia cara

Recensore Master
06/01/22, ore 01:36
Cap. 9:

Ciao mia cara, anche oggi mi fai il dono di due capitoli di questa meravigliosa storia, e finalmente viene svelato, nel dettaglio, le atrocità che Victor ha perpetrato ai danni di Odyle e l'inferno che la poveretta a dovuto patire, prima di trovare - e qui sono super curiosa - una via di fuga.
Il sesto senso di Odyle non sbaglia affatto su Victor, un uomo prepotente ed arrogante, viscido e violento. L'uomo non accetta un no come risposta, ed è disposto a qualsiasi mostruosità pur di ottenere ciò che vuole. E lui vuole Odyle... Non perché ne sia innamorato: personaggi così non sanno cosa sia l'amore, è solo una sfida, quella di incarnare una donna libera e selvaggia come Odyle.
La ragazza lo ha respinto con tutte le sue, pur avendo visto la sua ricchezza, e il suo potere. Anzi, quello stesso potere le ha dato la nausea: il vedere in che modo disumano venissero trattati i dipendenti della fabbrica di Victor le ha confermato, ulteriormente, che genere di mostro l'uomo sia, e l'ha resa ferma nella sua decisione di non volerlo sposare.
Da qui, il declino. Victor ha agito su quello che Odyle ha di più caro al mondo, ovvero la sua arte. Le ha distrutto opere, fatto modificare bozzetti e rappresentazioni, giorno dopo giorno, portandola ad uno sfinimento fisico e mentale senza eguali. E poi, al momento della presentazione della statua dei due amanti, a cui Odyle tiene particolarmente, è successo il disastro: aver visto la sua opera trasformata, priva di quella plasticità, animosità e realtà che lei era riuscita ad imprimere, ha fatto letteralmente impazzire Odyle, le cui reazioni l'hanno condotta al manicomio.
L'ospedale psichiatrico è, ora come allora, il luogo più inquietante che esista, dove le persone vengono rinchiuse e ridotte a delle larve, imbottite di medicinali e senza alcuna possibilità di fuga. La sola possibilità che ha Odyle è di sposare Victor; lei ha compreso, dopo una settimana di prigionia, che deve essere più furba del suo carnefice ed ho già una mezza idea di quello che potrebbe succedere.
Questa rappresentazione della finestra con le sbarre mi ha suggerito, ancora una volta, che la donna che saltava dalla finestra ed è stata vista da Tristan potesse essere Odyle; forse la ragazza, proprio per essere stata così a lungo rinchiusa in una stanza, senza via di fuga, è bloccata ad un letto mani e piedi, sente la necessità di sapere che c'è sempre una finestra da cui poter fuggire e attraverso la quale riottenere la sua libertà.
È un racconto, fino a questo momento, bellissimo ed io non vedo l'ora di entrare ancora di più in profondità. A presto mia cara

Recensore Master
05/01/22, ore 00:17
Cap. 6:

Ciao mia cara amica, bentrovata.
Oggi mi hai deliziato con due meravigliosi capitoli. L'ultimo, poi, mi ha colpito in modo particolare perché ci ha regalato un importante spaccato della vita di Odyle.
Il capitolo 5 è, nella sua prima parte, incentrato su Tristan e sulla sua passione per la tecnologia. Quell'uomo ama tutto ciò che è modernità e sviluppo, tanto che non ha perso occasione ad osservare dal vivo e più da vicino il cannocchiale appena acquistato e a provarlo. Certo, la scena cui ha assistito è stata piuttosto singolare: una donna che, vestita in intimo, si lascia dalla finestra per agganciarsi all'albero sottostante e ripetere a ritroso quel passaggio, per rientrare nella stanza da cui era uscita. Una scena così strana e singolare che Tristan è arrivato a ritenere che questi oggetti del passato potessero avere qualche proprietà magica e far vedere accadimenti del tutto fantastici; tutto pur di non pensare che sia uscito del tutto fuori di testa.
Chissà chi era quella donna, che lui tanto si è soffermato a guardare, come attratto da lei... Ho pensato, ma forse sbagliando, che si potesse trattare di Odyle.
Nel frattempo, Odyle, nella sua stanza, ha potuto dismettere i panni della istitutrice e, nella protezione e privacy della sua stanza, ha potuto lasciarsi andare ai ricordi.
Odyle è una appassionata di arte, ha una vera passione che la accompagna da quando è una ragazzina, tanto da aver seguito l'accademia di belle arti direttamente a Parigi. La ragazza aveva alle sue spalle l'amata sorella Miriam, che ha finanziato la sua passione, convinto i suoi genitori ad investire su di lei e per prima ne ha colto la bravura, la capacità e la specialità. Perché Odyle non si limita solo a riprodurre ciò che vede, ma dona alle sue opere vita, riesce a coglierne le peculiarità, le sfumature, le espressioni. Odyle dà sostanza alla forma.
Ed è così piena di passione da studiare, anche materie che le sono proibite, da vivere come una zingara e partecipare attivamente alle attività del circo, pur di coglierne la fatica, il movimento ed il lavoro. Al suo fianco, il carissimo amico Claude, più un fratello che altro, il solo ed unico amico che ha al mondo.
Purtroppo, l'animo sognatrice e da artista di Odyle ha dovuto fare i conti con la dura realtà. La morte dell'amata sorella Miriam ha portato i genitori ad una drastica decisione: non potendo più rimettere le sorti della famiglia nelle mani di Miriam, toccherà ad Odyle sposare un uomo benestante. E credo che la famiglia avesse scelto per lei tale Victor, un uomo che, fin dalle presentazioni, mi è sembrato gelido e pericolo, spietato e senza scrupoli.
È per causa di lui che Odyle è dovuta letteralmente fuggire dalla Francia: grazie all'aiuto di Claude che le ha procurato denaro e vestiti, la ragazza ha lasciato il suo paese natio e si è messa in viaggio alla volta dell'Inghilterra. Nella borsa poche fotografia ed anche una statuetta, che lei stessa ha realizzato, e di cui, nei suoi desideri, vorrebbe realizzare un'opera ben più importante. È per sfuggire a Victor che Odyle sta ora ponendo in essere la messinscena della istitutrice; nella borsa un paio di pantaloni, in modo che, ove vi sia pericolo, possa fuggire più velocemente. Si sente che è una donna profondamente triste Odyle: ha perso la speranza di poter realizzare i suoi sogni, di vivere come l'artista che è, di essere libera. Ora si sente braccata e questo l'ha, in parte, spenta; per altra parte non perde la sua forza d'animo.
Sempre più intrigante questa storia mia cara. Alla prossima

Recensore Master
04/01/22, ore 00:40
Cap. 4:

Ciao mia cara, bentrovata. La tua presenza su questo sito mi arricchisce di gioia, grazie alla tua dolcezza e alle meravigliose storie che mi proponi, che mi fanno sognare e andare in un altro mondo dove so bene, se fossi nata, mi sarei trovata meglio di quanto mi trovo nel 21esimo secolo.
Questa storia diventa sempre più intrigante. Ed è stato scoperto quale oggetto misterioso nascondesse l'acquisto: un cannocchiale.
Tristan è un uomo moderno e avanti con i tempi, che si sa ben adattare alla tecnologia, tanto da avere una casa piena di quegli oggetti, e di aver riempito la sua dimora con i vari comfort che la tecnologia, a quei tempi, iniziava ad offrire: la luce tramite l'elettricità, un ascensore, e tanto altro che immagino si scoprirà più avanti. Per questa sua passione è oggetto di feroci critiche da parte della restante società, che lo addita come un matto.
I pettegolezzi su di lui sono tanti: lo considerano una persona che sta fuori di testa, la cui famiglia era mezza matta e piena di segreti, ed è stato anche accusato di aver causato la morte della sua povera moglie.
Questo è stato forse il pettegolezzo più meschino, ma anche quello che ha permesso al lettore di far conoscere una parte importante della vita di lord Tristan. È un uomo molto taciturno, dedito agli studi ed amante delle tecnologie, che ha scelto una vita più riservata ed in solitaria; da sempre è stato una persona non avvezza al chiacchiericcio, alla vita mondana ed alla socialità. Penso che a dargli la stoccata definitiva sia stata la perdita della moglie, la cui morte deve essere avvenuta, forse, in modo tragico ed è circondata da un alone di mistero. In un certo senso fa anche molta tenerezza, perché sembra una persona davvero molto sola, che si sente un po' incompreso per le sue passioni, ingiustamente criticato. Quando nella mia precedente recensione ho detto che sembrava portare il mondo sulle spalle è vero: è un uomo con tante sofferenze, che gli pesano come un macigno e lo hanno reso profondamente stanco ed ancora più solitario.
Per la sua governante ho provato una simpatia immediata. L'anziana donna è una persona che, mentalmente, è rimasta indietro, perché non ama quelle tecnologie che non tanto comprende e ne è addirittura spaventata, come è normale che sia; le cose nuove, ovviamente, spaventano moltissimo. Però, Mrs. Manfred è così affezionata a Tristan, lo guarda con tenerezza, ed anche con una leggera preoccupazione, perché vede in quell'uomo una sorta di spettro di ciò che lui era in passato: di quel giovane che, in passato, era un sognatore non sembra essere rimasto più nulla e lei ne è giustamente preoccupata perché lo vede quanto sia spento e solo, e per quanto lei gli starà accanto sempre e lo proteggerà, teme che possa non avere nessuno con cui condividere la sua vita.
Un abbraccio mia cara