Buongiorno, o buonasera che dir si voglia, non formalizziamoci troppo XD; è da più o meno una settimana che noto spuntare le tue storie in questa sezione, un paio le ho anche già salvate tra ricordate e preferite, e siccome mi sono rimaste tutte impresse, ho pensato che meritassi un commento. Quindi eccomi qui, spero di fare una recensione all'altezza del testo che ho letto ;).
Per levarci subito la parte noiosa in cui a parlare è la signorina Rottenmaier che è in me, ti faccio un velocissimo appunto sullo stile- che è bellissimo e curato ed efficace, elegante nella scelta dei termini, affilato e pregnante nelle immagini che dipinge e nelle emozioni che sa trasmettere, ma che a tratti rischia di essere un po' troppo "pieno", quasi soverchiante, nel senso che a volte ho accusato una certa fatica nel leggere i periodi più lunghi e più densi. Non è assolutamente un dettaglio squalificante, meglio dover limare che aggiungere, ma preferivo dirlo subito così da passare a commentare le tante cose che mi sono piaciute di questa storia.
La prima caratteristica che mi va di sottolineare è che ho trovato il tutto molto evocativo - descrivi una situazione terribile, fai sfilare davanti al lettore una sfilza di personaggi piagati dai loro demoni interiori e incapaci di sconfiggerli davvero, ma è tutto avvolto in un'atmosfera quasi onirica, come se ci trovassimo in un incubo di Armin che non lascia mai spazio alla realtà fino in fondo e per paradosso è proprio questa delicatezza "sognante" a rendere ancora più soffocante il senso di disperazione che trasuda da ogni riga. Questa storia ci presenta una versione alternativa di Armin che, come nel canon, non ha saputo salvare Eren ma che, a differenza del canon, non ha neanche un sogno di pace da rincorrere che lo aiuti a lenire quella ferita e così il dolore diventa tutto ciò che esista. Eren compare solo nei suoi ricordi come una figura sbiadita, smembrata, inchiodata ad una morte atroce che ha fatto da sigillo ad un'esistenza sprecata, fa da volto al demone da cui Armin si lascia divorare e trascinare verso la morte. Mi è piaciuto molto come questa storia abbia traslato, in un'ottica moderna, la tematica del "tutti dobbiamo ubriacarci di qualcosa" espressa nel canon, perché tutti i personaggi sono stati o sono vittima di una dipendenza assassina - la ludopatia per Eren, l'autolesionismo per Armin, l'alcool per Annie, la droga per Erwin e Levi (centratissimo il rimando al gesto finale di Erwin nel canon, tra parentesi). Mi è piaciuto come la spinta a vivere, la volontà rabbiosa di andare avanti a dispetto del dolore che mangia il cuore, sia incarnata nella figura di Levi, che anche in questo contesto diventa un veterano di mille battaglia che ha visto una persona che ama consumarsi dietro un'ossessione impossibile e ha dovuto imparare ad andare avanti per sé stesso e non per qualcun altro. È una storia che fa l'effetto che farebbe ricevere un pugno in pancia, e lo dico come un complimento, è così che deve farti sentire una storia che ha cuore- come se fossi stato colpito e ti fosse rimasto addosso il segno. È una storia che non lascia spiragli, ma volte c'è bisogno anche di questo.
In sostanza, tanti tanti complimenti, spero di rivederti a breve su questo fandom o anche su altri.
Alla prossima!
Catcher (Recensione modificata il 08/01/2022 - 05:53 pm) |