Stimolante, questo tuo aforisma, in quanto fonte di meditazione e di discussione. Di arricchimento culturale.
Forse hai ragione tu, se ci sentiamo intrisi di una società sempre meno educata, sempre più individualista, fatta di fortezze per difendersi e per offendere.
Eppure il significato originale non è quello. È di più ampio respiro.
Eroe, dal greco - per caduta della 's' iniziale (come Elios, che ha la stessa radice di Sole e di Selene) - ha la stessa radice di "servo", preservatore dell'umanità, una specie di semidio, coraggioso benefattore.
Il bene che l'eroe fa non sempre è visto di buon grado per la collettività. "L'eroe è colui il quale fa da solo ciò che altri dovrebbero fare: è dunque l'espressione del paese che si rassegna, delle genti in cui la coscienza individuale è debole; che non sono ancora entrate nella civiltà, o che vi sono entrate male." (Francesco Saverio Nitti)
Ma senza dubbio i "gesti gentili" fanno bene e non costano niente. Sono una delle poche cose che non hanno controindicazioni. Basta che siano sinceri.
Grazie per questo spunto di riflessione.
Ho cercato in giro per la rete qualche bella definizione di eroe. Quella che mi è piaciuta di più l'ho trovata in questi versi, un po' poesia, un po' preghiera.
EROE È COLUI (di Nicolino Sarale)
L'autentico «eroe»
è l'uomo qualunque che ha pazienza,
è l'umile che accetta
il mistero della vita,
il mistero della fede,
il mistero dell'eternità.
Eroe è l'operaio flagellato dalla vita;
è la madre ricca di paura
per l'avvenire e di lacrime;
è il prete solitario e amato solo da Dio,
dimenticato da tutti,
tormentato dalla sua solitudine
e assetato di bellezza;
è il giovane che si apre alla vita
e la trova amara e malinconica...
Eroe è colui che crede fino allo spasimo
all'amore di Dio,
al progetto infallibile della provvidenza,
al mistero dell'infinito e dell'onnipotente;
eroe è colui che ogni giorno
accetta con pazienza e con sorriso la vita
e aspetta l'incontro con Cristo. |
