Ciao, Bellaluna!
Finalmente approdo anche sul tuo profilo, e che bellezza, qui, tra le tue parole.
Sto recuperando le storie della categoria “miglior primo piano”, ma ho appena controllato sulla discussione degli Oscar e ho visto che questo racconto è anche candidato a “migliore attrice protagonista”. Ne sono felice, perché questa mi sembra una candidatura davvero molto forte e adatta a entrambe le categorie.
Questa storia è davvero molto curata e sembra frutto di un lungo lavoro. Il tuo stile è ricercato, ricco d’immagini poetiche ma anche dettagli concreti; è un dualismo che ho apprezzato molto. Mi piacciono le figure retoriche, mi piace volare con la fantasia… ma mi piace anche essere riportata coi piedi per terra dal guizzo quasi impercettibile al lato sinistro della mascella di Vegeta. Insomma, credo che da questo punto di vista tu abbia trovato un ottimo equilibrio.
La narrazione non ha un ritmo veloce, la trama si dispiega lentamente, eppure neppure questo si traduce in pesantezza. In realtà io amo proprio in generale le storie che procedono senza fretta, quindi so di non essere completamente oggettiva in questo momento, però credo che tu sia riuscita a mantenere la storia molto accattivante e scorrevole per tutta la sua durata, nonostante il tempo impiegato per analizzare nel dettaglio l’interiorità dei personaggi.
Passando al fandom, io Dragon Ball lo conosco così così. L’ho guardato con piacere per molti anni al ritorno da scuola, però in modo abbastanza random. Il periodo di cui parli me lo ricordo vagamente, però devi sapere che il mio personaggio preferito, agli inizi, era proprio Yamcha (ops!). Non ho potuto fare a meno che empatizzare anche con lui, quindi, anche se il focus principale di questa storia è un altro.
Arrivando finalmente a Bulma, penso che tu abbia fatto davvero un ottimo lavoro con la sua introspezione. I suoi sentimenti, le sue sensazioni e il suo modo di vedere il mondo si mantengono centrali durante tutta la narrazione, ma attraverso di lei scopriamo anche Vegeta e il suo mondo interiore. È stato molto interessante vedere questi due interagire e osservare l’evoluzione del loro rapporto.
Per quanto riguarda il titolo, tra le opzioni in italiano preferisco anch’io “Incontro fatale”. La versione inglese, in realtà, continua comunque a convincermi di più, quindi sono contenta che sia stata la tua scelta definitiva. A prescindere dalla lingua, però, devo dire che mi sembra adatto alla storia: ne racchiude il senso e viene più volte citato anche a livello lessicale.
Insomma, questa storia mi è piaciuta davvero molto!
P.s. Ti segnalo i refusi che ho trovato (sono pochi, ma so che notarli è spesso più semplice per chi non è l’autore del testo, quindi spero di poterti essere utile).
“Ma ciò che ha imparato, osservando i suoi amici scendere al fronte, è che alle volte ciò che conta più della forza stessa e qualcosa o qualcuno che te la ispiri, e a Vegeta non è rimasto nient’altro se non il suo nome, o il ricordo di quello che era.” → è
“il suo imbarazza la intenerisce” → imbarazzo
“Ovviamente, il suo ragazzo le aveva dato della pazza, ma in realtà, quello di Bulma non era stato che un’espediente per distrarre tutti” → un
“Vegeta rimane immobile, e Bulma nota i suoi occhi diventare buchi neri senza fondo, la sua espressione farsi insondabile come l’acqua cheta di un fonte velenosa.”
Sono contenta di aver finalmente letto qualcosa di tuo!
Un abbraccio! |