Chiara… ben ritrovata!
Oggi mi viene voglia di parlarti - non mandarmi a quel paese, ti prego - con fare paterno. Chissà perché. Forse perché mi trovo in tutt'altra generazione, in tutt'altro mondo, in tutt'altro posto, sulla panchina del pensionato. E c'è uno splendido cielo blu che mi allarga il cuore. Mi viene voglia di identificarmi nel sole, che si affaccia dietro alcuni rami con tremule infiorescenze. Mi vien voglia di dire con lui: "Le membra avvolgono questa solitudine". Solo, il sole, incontrastato padrone del cielo, splendente. Rami come membra avvolgenti.
A te solo due cose, per commentare questa bella poesia.
Prima i complimenti. Ci hai messo dolore nello scriverla, ma dài gioia nel leggerla. Perché, nonostante tutto, hai fatto un'attenta ricerca della bellezza.
Solo una rima, nel posto giusto, quando ci voleva. Quella successione di parole in "nza". Gruppi di versi affratellati da ritmi diversi. Parole scelte con cura, come "rimembrare". Tutto invoglia a distrarsi dal contenuto e a cercare bellezza (che poi vuol dire amare).
E il contenuto… Ho già citato un tuo verso perché ho provato a fare un esperimento. Rileggere la poesia in chiave opposta. Quell'acido che non è sempre una porcheria, potrebbe essere un condimento forte. Quella speranza che, certo, è tossica, se solo ci convinciamo che non ce n'è bisogno; che il futuro viene da se, gentile. Quella consapevolezza che, violenta, potrebbe stravolgere il nostro punto di vista delle cose; farci capire che tutto è diverso, non è mai buio come sembra.
Potrei andare avanti all'infinito a scrivere baggianate.
Ma la morale della favola secondo me è questa: la realtà va interpretata, come il famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Basta un nonnulla. Che so, alzarsi con l'altro piede, sorridere alla prima persona che incontri, soffermarsi su due labbra finalmente senza mascherina.
Basta un nonnulla e tutto cambia. L'ho provato.
Ti abbraccio, Chiara. Ti rinnovo i complimenti, e ti ringrazio di avermi regalato mezz'ora di riflessioni. Alla prossima! |