Recensioni per
Graecia capta
di Octave

Questa storia ha ottenuto 74 recensioni.
Positive : 74
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/01/23, ore 18:34

Octave, buonasera, come va? Spero tanto perdonerai questa mia incursione proprio qui e ora, ma sai che stavo leggendo e proprio non potevo esimermi.
Ci tenevo a confermarti la mia ammirazione per la tua grande e sempre incredibile capacità d'introspezione.
L'idea di base che Oscar vada al ballo, non per Fersen ma, per capire sulla sua pelle com'è essere donna è perfetta. Io l'ho sempre letta così, fin da piccolissima: ai miei occhi era assurdo che lei potesse pensare di fare un torto alla sovrana e amica.
Mi è piaciuto anche il ritratto affascinato di Fersen, nonostante il tatto, anche per me è sempre stato un po' catturato dalla figura misteriosa.
Inoltre è splendido il fatto che inizialmente André non sia fisicamente presente ma comunque sempre lì. Il finale, che si apre a un notevole what if, è davvero geniale.
Complimenti davvero per il talento raro e la mente e la sensibilità acutissime con cui hai indagato la storia in una chiave plausibile e tua. Un carissimo saluto,
A.

Recensore Junior
13/01/23, ore 23:38

Bellissima, originale, con un finale sorprendente. Davvero notevole, mi è piaciuta moltissimo. Complimenti!

Recensore Junior
29/07/22, ore 21:13

Caro amico/ cara amica,

ho bussato, permesso, posso?

Questo capitolo è perfetto. E la potrei anche finire qui, se sapessi far qualcosa in due parole.

Sarà che riempie davvero bene un tempo che nelle immagini è giusto lasci, come dire, campo lungo – e se ben ricordo, dal volto di André si passa direttamente alla scena del ballo, tipo inquadratura-lampadario e commenti di sottofondo, prima che appaia madamigella – ma nella scrittura si può andare oltre, si può arrivare a fondo in un’altra maniera; sarà che, alla fine, la ragazza non ce la mostri, ce la lasci immaginare; sarà la struttura, che mantiene la tensione, la esaspera e poi la richiude, come mare sopra di noi, con la lezione – esatta – di scacchi.

Un’osservazione da scaccaicosiddetti la vuoi? Vacci piano con "i sensi che si inebriano"; il verbo ‘inebriare’ lo usano tutti prima o poi, non inebria più. Questa li spacca davvero.

Vero, Octave, vero, tre modi per togliere il Re dallo scacco. La quarta regola è “Non dare scacco se non hai un piano”. E la regola base, “Fa’ di tutto per evitare il Matto”.

E qui il Matto l’ho preso io che, cercando un difetto – lettore malvagio – perché ogni cosa ha un difetto, non l’ho trovato.

Mi levo, di conseguenza, tanto di cappello.

Sacrogral, onoratissimo, e omaggi devoti

Recensore Junior
27/07/22, ore 13:41

Caro amico / cara amica,

forse recensire il primo capitolo di una storia a capitoli è un po’ una caduta di stile e sembro un lettore pigro, uno che si ferma al primo capitolo, cosa tutt’altro che vera.

In realtà è l’incipit che mi ha preso al laccio. Perché i pensieri del conte di Fersen sono stati più volte i miei pensieri, al liceo e anche più tardi, dopo una festa in cui hai visto quella ragazza che conosci di vista – Fersen sente comunque aria di casa – ma con cui non hai mai avuto occasione/coraggio di parlare, e pur senza provare per lei un sentimento tale da essere trascinante, ecco che in qualche modo ti attira, avresti voluto parlarci. E rendi, prima di prender sonno, più interessanti tutte le parole che non hai detto.
Io mi sono immedesimato.
Poi mi sono immedesimato un po’ meno perché il conte mi è sembrato troppo sveglio, troppo sottile. A prima occhiata, non sarei stato capace di vedere in una fanciulla apparsa dal nulla tutta quella roba lì. Io avrei pensato La Ragazza Più Bella Di Tutti I Tempi e sarei rimasto lì, molto immobile e molto vacuo.
Però, Octave, lo devi ammettere, è roba da ansia da prestazione.
Finissimo osservatore, ma fin troppo fine, questa è roba che Freud spostati. E spostati anche Sacrogral, che a questa profondità non ci sei arrivato neppure mentre prendevi sonno, la sera, dopo aver visto la ragazza alla festa, eccetera.
Forse, ma dico forse, in questo attribuire una sensibilità che vedo da superuomo sta l’unica pecca – se pecca posso definirla – del testo dal punto di vita di contenuto e cornice. Lo spazio tiranno della pagina può averti giocato il tiro di fargli capire tutto subito, attraverso pensieri che si attagliano benissimo a quello che deve aver provato Oscar e che lui, a primo sguardo, comprende in una semisconosciuta.
Tieni però conto, Octave, che io ragiono da maschio beta, molto beta, quando ragiono.

Ho trovato la scrittura elegantissima e raffinata, una raffinatezza già presente in altre tue storie brevi che ho letto, ma diversamente espressa. Il passo dell’ironia irrituale ha ceduto a quello dell’autoanalisi, della reverie, della memoria involontaria.

Nessuno strappo – scelta lessicale innocente, giuro – o incoerenza nel cambio di registro. Io la trovo una grande qualità narrativa. Te l’ho già detto che sono un tuo ammiratore?

E il testo possiede pure un pregio più sottile: spiega a tutti, ma a me in particolare, perché Fersen abbia voluto recarsi in visita da madamigella per mettere, di fatto, una pietra tombale sulla loro amicizia. E non risparmiarle, come galantuomo dovrebbe, un momento spiacevole. Il passo sulla volontà cieca e ostinata di farsi del male sapendolo e cercandolo l’ho trovato molto bello, insieme all’idea guida del bisogno anche irrazionale di capire per forza quello che, si sa, ignorare non sarebbe male. E la presenza vissuta come provocazione.

Octave, ho detto qualcosa di sensato? Ho capito qualcosa?

Ora mi permetto di cambiare il titolo a modo mio. Tutti ricordiamo “Graecia capta victorem ferum…” e il resto. Traslo la traduzione. “Sacrogral captus” può diventare “Sacrogral sedotto”. E che il victor non sia troppo ferus con ‘sto cavaliere errante e molto captus (ma anche un po’ cactus), che cercava solo una donna da salvare e si è ritrovato armi imbracciate a combattere i mulini a vento; e soprattutto gli conceda un bicchiere da vuotare tutto d’un fiato, alla sua salute, e a quella di questa storia, che ho recensito con lo spirito di chi l’ha trovata in una antologia.

Omaggi devotissimi, che le grazie valgan mille,
e buona vita, Octave.

Sacrogral, ai tuoi ordini

Postilla: Octave, sei mito e già leggenda!
(Recensione modificata il 28/07/2022 - 01:54 am)

Nuovo recensore
19/06/22, ore 07:25

Finalmente l'ho letta...tutta e tutta d'un fiato... unico e solo fiato perchè poi è sparito del tutto! Non mi aspettavo da una storia di Octave nulla di meno di questo! Consapevolezza e sensibilità nell'introspezione, eleganza e leggerezza nel racconto, arguzia e intelligenza nell'invenzione, gentilezza e rispetto... ohh immenso rispetto nei confronti dei personaggi presi in prestito e trattati con genuina deferenza e profondo affetto. Tutte le banalità dei luoghi comuni associati agli episodi qui osservati e mirabilmente accarezzati e manipolati sono evaporate come incubi al risveglio, lasciando spazio alla creazione di qualcuno che il libro l'ha letto per davvero, tutto, non limitandosi a guardare le figure! PS adoro tutto, ma quella metafora del re sotto scacco... Usare questo gioco antico, esso stesso metafora di guerra (e amore quindi) come similitudine: geniale!!! Grazie

Recensore Master
07/06/22, ore 23:23

Cara Octave, un finale aperto ma comunque alternativo, prendendo in prestito dall'anime scene e dialoghi e rimescolandoli nel tempo e nello spazio.
Se Oscar avesse seguito il suo istinto, che di fronte al colpo di becco del corvo le fa SENTIRE che quella sera perderà qualcosa, la storia avrebbe potuto avere lo stesso finale ma anche mille altri. Se avesse permesso ad Andrè di aiutarla coi cocci, come accade nella tua fic, se non avesse desiderato la solitudine, come panacea a tutte le sue delusioni, certamente qualcosa di diverso lo avremmo visto.
E che abbassare la guardia o non avere il controllo non sia sempre una sconfitta o qualcosa da evitare come la peste, è una consapevolezza che regali alla tua Oscar e che mi ha fatto sorridere.
Qiesta tua ultima mi infonde ottimismo.
Sono certa che ti ritroverò,con altre "visioni", quindi...a presto!

Recensore Master
07/06/22, ore 08:45

Carissimo Octave,
ci sono storie che non sono mai finite, che anche quando la parola "fine" è stata scritta dall'autore, continuano a lavorarci dentro, perché sono fatte della stessa materia di cui è fatto il nostro animo, e perché, come nel caso di RoV, sono infinitamente più ricche di quanto non avremmo potuto immaginare alla prima lettura o al primo passaggio televisivo.
Siamo arrivati alle ultime battute, davanti al tribunale della coscienza di Oscar, una donna con un Super-Io grande come una casa, anzi, no, come la Reggia di Versailles: ma Oscar non è maldestra, non è avvezza a una comunicazione profonda, e autentica, e che, soprattutto, la metta a contatto con quello che veramente vuole lei, con quello che veramente vuole lui:
"Quello che stava facendo era spaventoso. Stava cercando di provocare in lui una reazione.
Perché la fermasse.
Perché non la lasciasse mai": l'ho sempre pensato. Ho sempre creduto che, in questi frangenti, Oscar stia, indirettamente, in modo maldestro, eppure tenero, ad André di fermarla, di intervenire, di provocare una reazione, di impedirle di compiere quello che il primo impulso la spingerebbe a fare.
Però, quanto è difficile toccare le corde dei sentimenti con la giusta delicatezza, con le giuste sfumature, quando nessuno ci ha educati a farlo, quando lo si è evitato per tutta una vita, quando ci si mette d'impegno solo nel momento in cui non si può proprio più evitare di farlo: "Ma la china era ormai imboccata e lei commetteva un errore dietro l’altro. Mentre prendevano la cioccolata, girata di spalle verso la finestra, gli aveva detto - con un tono leggero - che una volta catturato il Cavaliere Nero avrebbe potuto partecipare alle sue riunioni tutte le sere. Si era resa conto immediatamente di avere scoperto il fianco un’altra volta. André aspettava solo che lei aprisse quell’argomento per dirle - e il suo tono era grave - che la nuova era non sarebbe stata una buona cosa per i nobili". Magistrale, caro Octave, magistrale: mai come in questo passo credo che ci siano stati disvelati i retroscena di una uscita di Oscar, di una delle più antipatiche, fra l'altro!
E poi:
"Come se il tormento di André non fosse il suo stesso tormento, mentre cercavano un modo per stornare, l’uno dal capo dell’altra, la rovina e il dolore". Un momento di altissima autoconsapevolezza che prelude al finale, in cui apri, forse, uno spiraglio meravigliosamente diverso.
Perché scrivere è raccontare bene quello che, nella vita, spesso si vive male.
La tua prosa, davvero, riconcilia col mondo.
Grazie davvero; mi è piaciuto immensamente, mi ha toccata profondamente.
Ciao,
d
(Recensione modificata il 07/06/2022 - 04:39 pm)

Recensore Junior
06/06/22, ore 22:52

Cara Octave
Alla fine la tua Oscar ha dovuto piegare il suo orgoglio, la sua determinazione, la sua coerenza, la sua voglia di farcela da sola e ha dichiarato resa incondizionata all’amore.
Perché amare non è essere una sola volontà, ma trovare chi nonostante abbia una volontà diversa dalla tua, sia disposto a camminare accanto a te sempre. Nel bene e nel male. Perché sei prezioso e farà di tutto per proteggerti.
Probabilmente il resto della storia non sarebbe cambiato e non sarebbe stata risparmiata dal dolore e dalla rovina, ma hai reso Oscar viva e libera di dare un senso alla sua esistenza.
Non è un lieto fine ma è tutto quello che conta.

Recensore Veterano
06/06/22, ore 19:51

E così Octave il processo è finito. Da splendido giudice quale sei hai fatto in modo che l'imputata che sapeva in cuor suo di essere colpevole, si sia arresa incondizionatamente. A cosa? O meglio: a chi? All'unico uomo accanto al quale non riesce a farsi obbedire dalle sue mani, dalle sue braccia , dalle sue labbra e dalla sua pelle, se lui le è accanto. E vogliamo parlare del suo cuore? Il suo cuore l'ha tradita e da spia perfetta ha fatto in modo che tutte le maschere cadessero perchè perdere il controllo con un complice come Andrè che la guarda come non l'ha guardata mai, ha il potere di instradare la vita su un percorso diverso. Se nulla di prezioso verrà perso quella sera, allora anche la storia può cambiare!
Con un'introspezione magistrale hai creato un what if meraviglioso...ma poi sarà davvero un what if? ;)
L'unico neo è che questo era l'ultimo capitolo. Ti aspetto, come gli altri, con altre storie splendide perchè le tue possono essere solo così.
Un carissimo saluto
A presto ;)

Recensore Master
06/06/22, ore 14:41

Ciao Octave. Mi ha colpita quanto scritto riguardo la buonanotte che quella sera non riuscivano proprio a darsela. Ho riflettuto riguardo quanto abbia scritto di Oscar e André con variazioni e anticipando il tutto. Amo sempre leggere i what if dove ho percepito il tuo sentire e nel finale é dato spazio alla fantasia del lettore. Un piacevole viaggio che abbiamo fatto insieme alla ricerca di emozioni. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 06/06/2022 - 02:42 pm)

Recensore Veterano
05/06/22, ore 21:31


Brava, bravissima, non so come dirtelo ...
Il velo si è levato, la maschera è sparita, Oscar è colpevole di amare André. Al di là di ogni ragionevole dubbio. Condannata a vita, ad amarlo (e mai condanna fu più lieta). Condannata ad amare colui con il quale non è stato mai necessario parlare  per comprendersi. Colui che l'avrebbe sempre sostenuta, anche palesando una opinione diversa. 
"Il punto, André, non è che io non posso dimenticare di essere una donna, il punto è che, accanto a te, io lo sono comunque."

Grandioso!

Recensore Master
05/06/22, ore 16:18

Cara Octave, nella scorsa recensione mi rammaricavo di avere un pizzico di malinconia poiché la storia volgeva al termine, ma hai dato a questo tuo lavoro una splendida conclusione, avendo ripercorso gli stati d’animo di Oscar con una magnifica introspezione che le ha fatto prendere, via via, sempre più consapevolezza, nonché quella sicurezza, che ha sempre avuto in fondo al proprio animo, di avere avuto accanto qualcuno che era parte di lei e qualunque cosa avessero fatto, qualunque nuova situazione si fosse prospettata loro, non avrebbe cambiato quello che insieme erano stati e continuavano ad essere.
I momenti della cattura del cavaliere nero si stavano facendo sempre più vicini, sentendo che si era quasi giunti al capolinea, anche se nel suo cuore avrebbe volentieri lasciato perdere quella caccia assurda. Sarebbe terminato quel sodalizio fra loro due, iniziato tanto tempo prima, ma lei non poteva continuare ad avere accanto André, poiché sempre le rammentava il suo essere una donna, anche senza parole, ma con quegli sguardi che la penetravano e la accarezzavano contemporaneamente nel profondo. Aver maturato la decisione che non dovesse più appoggiarsi a lui e dirglielo erano due cose differenti, ma avrebbe dovuto trovare il modo, per lasciargli la sua libertà di pensare e di agire, e per non costringerlo entro ambiti troppo stretti per un uomo come lui. Un uomo che pareva un cavaliere in armatura come mai forse ne erano esistiti, ma che lui riusciva a incarnare alla perfezione.
Ma il tempo stringe ed è ora di mandare in scena l’ultimo atto: ecco che silenziosamente si preparano mettendo lui quella maschera, mentre un corvo nerissimo, come un brutto presagio, fa la sua comparsa e scompiglia l’apparente calma che Oscar aveva imposto ad entrambi. E’ come uno squarcio nel cielo che toglie dei veli dai suoi occhi e vede la realtà per quella che è: loro due non potranno cambiare, saranno ancora loro nonostante le circostanze differenti. E’ una ammissione che ha il sapore della libertà ritrovata, rincorsa per tanto tempo, mentre era lì vicina, a portata di mano. Molto d’impatto la scena finale, quando lei gli toglie la maschera, facendo cadere anche le sue, aprendosi di fatto ad una nuova vita, sapendo di averlo vicino, che la guarda con occhi che non l’hanno mai vista come in quei momenti, dove c’è tutto e il contrario di tutto, uno sguardo fatto di amore e comprensione, con la sola certezza che avrebbero potuto, se insieme, affrontare qualunque evento, anche doloroso, ma che mai avrebbe cancellato quello che erano.
E’ un finale aperto che fa sperare che questa variazione degli eventi possa veramente preservarli dal male, che conosciamo si abbatterà su entrambi nella storia canonica; ma essendo questo tuo scritto un “what if?”, è lecito pensare, per una volta, che le vicende future possano risolversi e svolgersi positivamente.
Non posso che complimentarmi per come hai condotto, con estrema sensibilità, tutto questo tuo lavoro che, dal primo capitolo si è svolto, sotto lo sguardo del lettore curioso, in modo da far prendere sempre più coscienza ad Oscar, chiudendo un ipotetico cerchio con questo finale aperto, conscia e serena per essersi finalmente accettata per quella che è, anche grazie proprio all'uomo che ha accanto.
Bravissima! Un caro saluto sperando di rileggerti quanto prima.

Recensore Veterano
05/06/22, ore 16:09

Ciao Octave,
È giusto riconoscerti che con “Graecia capta” hai provocato la mia resa incondizionata!
da una parte il fatto che questa storia sia finita mi intristisce alquanto, perché mi ero molto affezionata a questo appuntamento settimanale, ma, dall'altro lato, il capitolo finale mi ha riempito il cuore di gioia, di dolcezza e di leggerezza, tanto che, per quel che mi riguarda, potresti usare come titolo alternativo per questa ff "C'era una volta a RoV"! Infatti, leggendo il finale, il lettore non può esimersi dal pensare: magari fosse andata davvero cosi! È il "what if" che tutte/i avremmo voluto, con una anticipata consapevolezza da parte di Oscar rispetto ai suoi sentimenti per Andre' e la conseguente realizzazione della storia d'amore da parte dei nostri, proprio appena prima dell'avvio del meccanismo (il ferimento all’occhio di Andre’) a partire da ciò la situazione comincerà a precipitare e che porterà alla tragedia inevitabile.
"Oscar François de Jarjayes è riconosciuta colpevole di tutti i capi di imputazione, e, adesso, è libera" e "Le fu chiaro che smettere di razionalizzare, come perdere il controllo, è una scelta,  e che la possiamo fare solo quando abbiamo un complice che ci guarda le spalle. E che, al momento opportuno, è disposto a perdere il controllo insieme a noi" resteranno per sempre scolpite nel mio cuore e nella mia testa.
Mille volte grazie per questa meraviglia. In ogni caso confido di rileggerti presto con un altro capolavoro!
Intanto ti mando caloroso abbraccio e ti auguro una buona domenica,
G.
(Recensione modificata il 05/06/2022 - 04:31 pm)

Recensore Master
05/06/22, ore 13:39

Mi unisco al coro di chi mi ha preceduta: per favore continua a scrivere e a deliziarci con i tuoi scavi psicologici. Sei come un'archeologa che porta alla luce quei pensieri più reconditi che forse Oscar non ha neanche l'idea di pensare davvero.
Una rilettura della realtà in modo inedito che però conduce a un finale diverso che allarga il cuore.
Mi auguro tanto che questo epilogo porti a scelte diverse. Che fare all'amore li distragga dal dare la caccia al cavaliere nero e, grazie a questo, André riceva un altro grandissimo regalo: quello di non perdere l'occhio.
Bravissima davvero. E grazie per quello che ci hai regalato

Recensore Master
05/06/22, ore 09:47

Magari fosse andata così anche nell'originale: Oscar che si rende conto che non può scaricare André come un oggetto vecchio, perché lui non è colpevole del proprio fallimento con Fersen! Ma tant'è..

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