Recensioni per
Nel cassetto
di _itsfrannie

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
12/05/22, ore 15:06
Cap. 1:

Ciao itsfrannie
A tutto si può rimediare. Dove possiamo influire noi stessi... è bene provarci ^_^
Su quello per cui non abbiamo possibilità, sarà difficile ma cosa costa tentare un rimedio?
Ciao

Recensore Veterano
03/05/22, ore 21:23
Cap. 1:

Ciao!
Stupenda poesia.
Articolata ad hoc per la profondità del messaggio che lancia.
Capita anche a me di non "riconoscermi" in qualche "pezzo di carta".
È anche bello riscoprire così il nostro io a distanza di tempo.
Bello, sì, ma un po' fa paura.
Un caro saluto
Roberto

Recensore Master
24/04/22, ore 01:06
Cap. 1:

Ciao!
Questa tua poesia mi ha colpita particolarmente. In quei cassetti della nostra anima ci sono sogni, speranze e anche paure. E nel momento in cui li apriamo è proprio quest'ultima a balzare fuori e a oscurare quei sogni che accendono le nostre parole e di conseguenza le nostre azioni o semplicemente le nostre volontà.
Le parole che scriviamo, però, sono frammento di vita e di ciò che siamo, e se siamo qui e ci è data la possibilità di mettere su carta delle parole è perché è importante che quei pensieri rimangano impressi.
Complimenti, poesia che accompagna il lettore nel profondo dei tuoi "cassetti" e ne resta affascinato.

-Bigin

Nuovo recensore
22/04/22, ore 11:37
Cap. 1:

Sono giorni che mi ripeto di trovare un momento per recensire la tua poesia, e finalmente posso.

Descrivi una realtà comune solo a chi è dentro il mondo della scrittura e dell'arte in generale. Mi viene da chiederti: e se la paura di non essere abbastanza, che la propria arte non sia vera arte, fosse già il sentore di un qualcosa di artistico?
Diffida da chi crede di essere uno scrittore e si sente maturato e perfetto. Non è arte quella.

La seconda strofa è la mia preferita, metti in risalto proprio la riscoperta di un lavoro che per quanto personale, si è dimenticato. La meraviglia di dire "l'ho fatto io questo?", e la realizzazione che il giudizio cinico altrui dovrebbe rimanerne fuori, perché, appunto, contaminato da elementi esterni alla poesia e più da voci di corridoio.

Io non ti conosco, chiudo gli occhi e respiro le tue parole. Mi arrivano come brezza mattutina, fresche.

Recensore Master
21/04/22, ore 22:25
Cap. 1:

Anch'io ho quella stessa paura di non riuscire a migliorare, nel senso generale del termine intendo. Penso che un po' tutti siamo condannati ad averla, e siamo perseguitati da essa. Una poesia triste ma toccante, mi ha fatto ricordare un diario che ho in possesso e rileggendo quello che ho scritto nei mesi passati sembrava di leggere le parole di un altra persona.

Incredibile la mente, ed il cuore, ci fanno provare alle volte.

Ti auguro di credere di più in te stessa, cara Francesca. Lo so che è difficile, ma ce la puoi fare.

Un abbraccio;

AP.

Recensore Master
20/04/22, ore 07:54
Cap. 1:

È una poesia affascinante sotto molti aspetti, compreso quello formale.
Niente rime stavolta, ma una grande fantasia di versi, di tutte le lunghezze, senza aver paura di avvicinare versi lunghi a versi di una sola parola, o qualcuna in più.
Ricorri due volte all'anadiplosi: "cose. / Cose caotiche che… ", "paura. / La paura di...".
Tutto ciò riveste alla perfezione, come un guanto, il movimento del pensiero.
Parte da un'azione materiale, penosa: mi è capitata l'esperienza piuttosto sconvolgente di aprire - con anima e mente fragile - cassetti rimasti chiusi per anni. È come aprire un vaso di Pandora. Da lì il pensiero vola con volute sempre più larghe e più alte.
Dapprima rapportandosi a se stessi nel ritrovare calligrafie non più riconosciute. Si prende coscienza che si cambia.
Poi con qualcuno che ci ha fatto molto male, gli aggettivi adoperati sono duri, "indegno e cinico". Brucia il ricordo di un avvelenamento e di un calpestamento.
Rapportandosi infine col mondo intero.
Vengono alla luce, con la voglia di liberarsene, due emozioni che non vorremmo, non dovremmo, mai provare.
Paura, che è l'opposto dell'amore. Vergogna, che non dovrebbe mai esistere.

"Sono due i principali ostacoli alla conoscenza delle cose: la vergogna che offusca l'animo, e la paura che, alla vista del pericolo, distoglie dalle imprese. La follia libera da entrambe. Non vergognarsi mai e osare tutto: pochissimi sanno quale messi di vantaggi ne derivi." (Erasmo da Rotterdam, in Elogio della follia).

Ostacoli che abbatti scrivendo e condividendo questa bella poesia. Con quel pizzico di follia che caratterizza il vero poeta.
Un abbraccio e alla prossima.

Nuovo recensore
19/04/22, ore 17:57
Cap. 1:

Questa poesia fa riemergere molti ricordi. Mi sembra di sentire l'odore della carta datata e ingiallita, tagliente come quelle allitterazioni nei primi versi.
Difficile riaprire un cassetto e ripescare i frammenti del nostro passato, difficile identificare come nostra una grafia ora incomprensibile. Di certo però riconosciamo il dolore di ieri, che ci accompagna oggi e che ci accompagnerà domani. Ed è vero, purtroppo molti tendono ad associare una persona ai propri errori; una cosa molto pericolosa, che ti può condizionare per sempre. Mi torna alla mente una frase di Pasolini: «ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece».


Nesia

Recensore Master
19/04/22, ore 17:51
Cap. 1:

Ciao Francesca,
rovistare dentro i cassetti può rivelarsi una esperienza intrigante. Dentro ci possiamo trovare i ricordi di una vita che abbiamo dimenticato: qualcosa ci farà sorridere, riprendendolo in mano, e con il pensiero torneremo magari a un momento particolare che il foglio di carta o le parole scritte ci ricordano. Parimenti però possono essere ritrovati scritti che ci fanno ancora soffrire: il tempo, nonostante sia trascorso, non ha cancellato il dolore che quelle parole, su quei fogli magari ingialliti, risveglia.
Nel tuo caso, poche parole riportano alla ribalta la stessa recondita paura, provata al tempo, quando ti giudicavi incapace di migliorare, ed ecco che il dolore riaffiora. Ma tu non sei più colei che aveva scritto su quelle pagine, ora sei diversa, il tempo ti ha cambiato e sei più forte e pronta per affrontare il contenuto di quei concetti che sono solo tali ma non sono la verità assoluta.
Quelle pagine, vergate con una calligrafia che sembriamo non riconoscere, svelano tanto di ognuno di noi: dovremmo conservarle e annotare nella nostra mente i passi che abbiamo fatto per giungere fino a dove siamo arrivati.
Un componimento molto intimo, che ho avvertito particolarmente vicino, e che penso possa accomunare più persone attraverso il loro personale sentire.
Un caro saluto.