Recensioni per
L'arco murato
di ilbilbo

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/11/22, ore 14:07

Non sono una grande esperta di poesia, quindi tutto ciò che penso di potere dire, al di là di ogni possibile considerazione stilistica, è che a mio parere tiene attaccati allo schermo finché non si arriva in fondo nella lettura.

L'ho trovata in certi punti ritmata e progressivamente, più si va verso la fine, più le sensazioni negative che trasmetteva (attesa, ansia e aspettativa che rendono pesante l'atmosfera) tendono a dissolversi (e infatti sfocia nella speranza).

Buona giornata,
Milly Sunshine

Recensore Veterano
04/05/22, ore 10:08

è l'alba quella salvezza che può far aprire di nuovo quell'arco che hai chiuso. Non fartene una colpa, l'avrai chiuso per tutte le delusioni e sofferenze che hai provato. Ma tempo al tempo: un giorno arriverà un'alba più splendente che mai, quando meno te lo aspetti, e quell'arco murato si smaterializzerà completamente. E come dici tu, intanto questa attesa arricchisce. Complimenti, come sempre gran bella poesia.
Un abbraccio
Francesca

Recensore Master
01/05/22, ore 18:52

Ciao Menestrello, a volte capita che il cuore si chiuda, che, per difenderlo, costruiamo muri, che in realtà imprigionano solo noi e non ci salvano, ma c'è ancora una A, in realtà, quella universale, quella che salva a priori e che ci stupisce sempre: l'Amore. Sempre bravissimo e incisivo, complimenti.

Recensore Master
01/05/22, ore 05:51

Buongiorno
Poesia di speranza ma anche di iniziale delusione, alcune scelte alla fine sono impossibili da comprendere fino in fondo, ma giustamente quel che resta è credere che certi errori non si compiano più, e che magari prima o poi si mossa in qualche modo rimediare...

Recensore Master
30/04/22, ore 16:37

Qualcuno ha fatto un autentico scempio murando quell’arco, che raccontava una storia, che vibrava di vita, che aveva significato qualcosa per tanti. Ora è rimasta una nicchia vuota, cementata, che non ha più la possibilità di subire cambiamenti. Ferma e immutabile nel tempo, per quelli che la guarderanno senza conoscerne la storia, ma un pugno nello stomaco per chi aveva visto l’arco in tutta la sua bellezza, con quell’architettura che si era ingegnata nel costruirlo in quella maniera, al fine di poter tramandare ai posteri un messaggio.
Metafora particolare quella da te scelta, caro Menestrello pensatore.
Con le tue tre A hai giocato a carte: sei rimasto in Attesa, certo che ci sarebbe stato qualcosa per cui valeva la pena aspettare, poi ti sei fatto prendere dall’Ansia, forse perché il qualcosa che attendevi stentava a giungere da te e non sapevi come a te si sarebbe presentato, ed ecco allora che è subentrata la terza A, l’Aspettativa, tante idee per la mente che non si sa come si evolveranno, temendo possibili delusioni, disillusioni che fomentano la tensione.
Ma finalmente la quarta A, quella dell’Alba che tutto rinnova e fa osservare con occhio aperto e prospettico, è quella che ristabilisce, in un certo qual modo, l’equilibrio, quella che trova il giusto posto alle cose, quella che ripristina la facoltà di vedere e immaginare il futuro, in previsione di viverlo nella pienezza che verrà concessa, quella che riesce a prendere per mano le emozioni creando la possibilità di abbattere i muri costruiti con mattoncini fatti di rimorsi e rimpianti.
Poesia non di facile interpretazione e che ad ognuno può parlare in maniera differente, a seconda del suo vissuto, così come ha fatto con me.
Ma sono sicura che tu saprai trovare la chiave giusta, che aprirà la porta alla Speranza, per dare l’opportunità al tuo cuore, di vivere ancora e ancora mille altre emozioni, attendendo il nuovo che scompagina vecchie teorie e abbatte dolorosi percorsi.
Un caro saluto e complimenti!

Recensore Master
30/04/22, ore 15:57

Un muro si può sempre abbattere.
Come l'Attesa, grazie al coraggio.
Come l'Ansia, grazie al Valium.
Come l'Aspettativa, grazie alla ragione.

L'Alba può abbattere il muro, annullare le tre A.

Meglio aver vissuto, che aver rinunciato.

Recensore Junior
30/04/22, ore 13:04

L'alba è la quarta A, quella che illumina tutte le altre, che ridimensiona l'ansia ma rafforza l'aspettativa e l'attesa che danno un senso ai nostri giorni. A volte si può essere delusi, ma fa parte del gioco, l'alba tornerà sempre. Grazie per questa bella introspezione caro amico.

Nuovo recensore
30/04/22, ore 11:49

Quando la poesia si ispira alle sue arti sorelle, qui a un'architettura, nasce un connubio affascinante e molto ricco di riflessioni e immagini. Proprio come in questo caso.
Murare un arco, chiudere un'apertura, non permettere alla luce di filtrare e illuminare spazi... Già, un vero scempio, come tu dici. Ci vuole coraggio, dunque, a immaginare di esserne l'artefice.
Ci vuole ancora più coraggio ad andare a fondo in se stessi, a indagare i nostri, di spazi, e trovare quelle 'A' che da un lato ci fanno vibrare, da un lato preferiamo sotterrare con un cumulo di cemento. Fortuna che quell'avversativa nella strofe finale offre la speranza di una luce nuova e il riaffiorare di un'apertura...

Poesia stupenda, l'unica cosa che stona un pochino a mio avviso è quella particella «ed», cioè la 'd' a contatto con la 'a', ma... È un parere puramente soggettivo.

Un caro saluto e complimenti, come sempre,

Nesia