Ciao!
Sto passando a recensire le storie della mia categoria degli Oscar, e volevo farti subito i complimenti, perché la tua è stata una delle flash che più mi hanno colpita.
Mi è piaciuto come tu abbia saputo dare la giusta intonazione alla voce narrante, che dà un tocco decisamente particolare alla storia. Nella semplictà dello stile e della trama, quella voce ti giunge diretta e sa letteralmente trasformare ogni parola, e credo che questa sia stata una combo pazzesca. Quando si sceglie uno stile semplice e pulito - che nel tuo caso è uno stile che scorre benissimo, fluido - a volte si può correre nel rischio che il tono resti, a sua volta, semplce, risultando piatto. Ecco, tu sei riuscita benissimo a gestire uno stile semplice (che mi rendo conto di preferire, quindi forse sono un po' di parte, nell'aver amato tanto la tua storia, ma ciò non toglie che secondo me resta sempre bellissima anche al di là del mio gusto) e a dargli il giusto tono per rendere la storia accattivante, che ti sa risucchiare. Che poi è quello che dovremmo cercare di fare in ogni storia. Quindi, davvero complimenti!
Mi rendo conto di starmi concentrando molto sullo stile, ma credo che sia la caratteristica principale da prendere in considerazione per scegliere quale sia la miglior storia breve, perché nella brevità la trama è ridotta al minimo, e sta a come la presentiamo la capacità di determinare la bellezza della fic. E credo tu ci sia riuscita, a dare un come interessante: data anche la vicinanza emotiva del narratore, che per quel breve tratto del viaggio è vicino ad Annette e la ascolta, il lettore è portato a volerne sapere di più, di Annette, a provare empatia per la sua storia ed essere a sua volta vicino. E soprattutto l'effetto è quello di essere stati anche noi, a nostra volta, su quel treno, partecipi di quel racconto, per cui è come se il tempo si espandesse e quelle poche parole fossero in realtà molte di più. La sensazione che la storia mi ha lasciato è stata proprio di aver sentito molto di più, non mi sono parse solo qualche centinaio di parole, è come se conoscessi anche io Annette, la vedessi seduta, con la sua valigia vicino, magari mentre guarda fuori dal fnestrino fantasticando su Parigi e la sua vita là con Julie.
Ecco, credo che nel suo piccolo questa storia abbia saputo cogliere nel segno, e lo fa in modo delicato, semplice e leggero. Proprio una bellissima lettura, faccio il tifo perché venga nominata per l'Oscar.
Grazie per averla scritta, e in bocca al lupo!
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