Recensioni per
An ice-white madness
di drisinil

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
31/08/23, ore 00:38

Esposta, ecco come mi sento.
Ho letto l'intera oneshot con una mano a coprire le labbra, gli occhi strabuzzati, il cuore agitato. Andavo avanti e più proseguivo più il mio respiro si agitava, più si conformava.
Hai colto qualcosa di unico e sensazionale in un ragazzino in piena scoperta di sé stesso, della sua identità, in un'età che è tutto meno che l'ovvietà, meno che semplice. Puro caos.
Hai preso un personaggio di un anime e vi hai costruito un'introspezione sublime che non riesco a non ritenere accurata e coinvolgente, spietata, cattiva, crudele, a tratti rinvigorente ed umiliante.
Mi sono sentita così piccola al suo cospetto, così inutile.
E lui così incredibile.
Un cazzo di miracolo.

Grazie.
Mi hai donato un viaggio meraviglioso nell'anima di uno dei personaggi a cui più tengo nel mondo degli anime.
Grazie.

Nuovo recensore
14/08/23, ore 01:45

Mi sono innamorata della tua storia, trovata ora per caso. Amo Yurio infinitamente e credo tu abbia detto tanto di lui. Yuri e la tua storia sono meravigliose poesie. Grazie.

Recensore Junior
03/04/23, ore 18:02

Storia vincitrice nella categoria Miglior animazione agli Oscar della Penna 2023

Giudici: Coraline, Shireith

Abbiamo deciso di premiare questa storia perché ci è sembrata la più attinente a ciò che “cercava” questa categoria, ovvero completezza dal punto di vista di un po’ tutti i parametri, fra cui trama e intreccio.
La prima cosa che ci ha colpito di questa storia è stata la sua grande potenza. Ogni singola frase è riuscita a riecheggiare in maniera profonda, intima, viscerale. Ci è sembrata una storia scritta con completa immedesimazione, tu eri lì, dentro Yuri, e sei riuscita a trascinare anche noi lettori. È una storia principalmente introspettiva da cui però non si riesce – non si vuole – riemergere, ci si lascia semplicemente abbandonare al flusso continuo e totalizzante che è Yuri Plisetsky e che sei riuscita a raccontare. Insomma, leggere questa storia è stato letteralmente come assistere a una delle sue performance: uno spettacolo ipnotico, meraviglioso ed emozionante. Abbiamo adorato come tu sia riuscita a toccare davvero tante tematiche (il pattinaggio, l’allenamento, il rapporto con Otabek, l’identità personale) in maniera fluida, scorrevole, praticamente liquida: un filo invisibile scorre da una scena all’altra, unendole in una storia coerente e compatta nonostante i diversi salti temporali.

Lo stile è ricco e descrittivo, pieno di colori, di immagini incisive, vibranti, magnetiche. Hai saputo alternare periodi brevi quando avevi bisogno di essere immediata e incisiva, a periodi più lunghi e avvolgenti, catturandoci con una facilità sorprendente e dandoci moltissimo, rigo dopo rigo.

Anche per quanto riguarda la caratterizzazione secondo noi sei riuscita a fare un lavoro sorprendente: una di noi conosceva il fandom, l’altra no, perciò oltre ad aver mantenuto il protagonista IC, crediamo tu abbia fatto un ottimo lavoro dal punto di vista della rappresentazione della sua psicologia. Sei riuscita ad attribuire al protagonista moltissimo, a enfatizzarlo in ogni sua sfumatura. Bellissimo il modo in cui si sente attratto dal ghiaccio, come se una voce soprannaturale lo stesse chiamando; da quel momento in poi Yuri e il ghiaccio diventano una cosa sola e, anzi, spesso è l’unica cosa che per Yuri abbia senso. Il ghiaccio, a differenza delle persone, non gli impone un ruolo che gli sta stretto. Pensiamo che la sua inadeguatezza nei confronti delle aspettative sociali sia comune a moltissime persone, al di là del tema della non-binarietà di genere, un aspetto che riteniamo sia stato affrontato in maniera corretta, offrendoci una visione di un ragazzo fluido, libero, che non vuole essere intrappolato in un’etichetta: l’unica parola in cui può essere incasellato Yuri è… beh, ‘Yuri’, appunto, Yuri che in questo testo ha davvero brillato dalla prima all’ultima parola.

Questi sono due passaggi che abbiamo particolarmente amato:
«La medaglia d'oro di Barcellona è piatta e ha un buco al centro, come se anche a lei mancasse qualcosa» qui si è sentita proprio la potenza dell’immagine del vuoto di Yuri rispecchiato in quello simbolico della medaglia.

«Fra le (poche) cose che Yuri ha compreso della vita, c’è che il pattinaggio è, in fondo, una cospirazione: si fa di tutto per ingannare un pubblico che vuole essere ingannato, per illuderlo che scivolare sul ghiaccio sia un’arte sottile, delicata, estetica. Un trionfo sovrumano della leggerezza sulla gravità.
Non lo è.
La pista è una zona di guerra. L’atto stesso di pattinare è violenza: un perpetuo ciclo di distruzione e risanamento. Si scivola sul velo d'acqua che la lama crea quando ferisce il ghiaccio, sapendo che, meno di un attimo dopo, il ghiaccio stesso rimarginerà quella ferita, lasciando solo la cicatrice umida di un ricamo.» questa metafora è stata fenomenale, visivamente ed emotivamente!

Molto bello anche il titolo, un gioco di parole tra ‘madness’ e ‘mess’ che a nostro parere esprime bene il concetto della storia. Davvero tanti complimenti!

Recensore Master
17/12/22, ore 19:38

Ciao!
Arrivo dagli Oscar. Non ho mai letto o guardato Yuri on ice, anche se ne ho sentito parlare, ma non è stato un problema per comprendere la storia; mi è solo rimasta la curiosità di quanto sia presente (o meno) la tematica della non binarietà di Yuri nella serie originale, perché qui l'ho trovata davvero interessante!
Hai descritto bene Yuri che arriva a trovarsi e lo fa in rapporto col ghiaccio, che lo attrae fin dalla prima volta che gli ci è caduto lo sguardo: il ghiaccio che è continuo e permette anche a Yuri di esserlo, senza dover scegliere come quando è a terra, lì dove tocca separare i passi e non si può semplicemente scivolare. Un'immagine che hai costruito molto bene, mostrandoci la crescita di Yuri con i momenti che lo portano a diventare chi è. (O a capirlo.)
Complimenti e in bocca al lupo!
Mari

Recensore Master
27/10/22, ore 16:27

Ciao, sto cominciando a recuperare le storie per gli Oscar e la tua è la prima che leggo. Non conosco il fandom se non di nome, ho capito a metà lettura che questo Yuri non è nemmeno il protagonista, ma credo che la storia (a parte qualche riferimento più specifico) possa essere letta comunque senza troppi problemi. Io l’ho fatto e sono rimasta piacevolmente colpita dalle emozioni che sei riuscita a trasmettere, a descrivere quel caos interiore e soprattutto la relazione che Yuri ha non solo con se stesso, ma con il ghiaccio.
Se quando hai visto la serie la tua prima idea è stata che fosse impossibile rinchiudere il personaggio all’interno di un’unica e limitante definizione, sei riuscita a trasmettere questa tua impressione anche al lettore. È impossibile non capire, leggendo, che il personaggio voglia scappare da questi confini che cercano di imporgli (anche solo attraverso la scena in cui è piccolo e chiede al nonno perché vogliono sapere se è maschio o femmina. Dopo tutto, conta davvero?), vuole sentirli libero e fluido e sulla pista ci riesce.
Tra l’altro, riesci a concludere il tutto con una metafora che ho apprezzato particolarmente, quella dei tanti colori diversi e indipendenti che fanno parte di Yuri.

Complimenti davvero e in bocca al lupo 💖.

Recensore Master
12/10/22, ore 15:17

Buongiornissimo, vengo in pace dal contest degli Oscar! Partecipo anche io con la stessa categoria (ridono i polli) e quindi vengo a lasciare la mia recensione!
Non conosco il fandom, sono sincera, so solo che si tratta di pattinaggio sul ghiaccio e me ne dispiace perché significa non darti la giusta soddisfazione con questa recensione visto che l'ho letta come un'originale.
Ho trovato questa storia scritta benissimo, una proprietà di linguaggio elevata, un montaggio con flashback e flashforward, introspezione, romanticismo, quasi una one-shot di formazione. Mi è piaciuto tantissimo come hai scavato nella testa di questo personaggio, come hai utilizzato il ghiaccio e i colori e lo sport per delineare la sua personalità.
Veramente, è stata proprio una bella storia, molto ben scritta e spero proprio passi il turno.
Ti saluto danzando il ballo del qua qua sui pattini e ci si vede la notte degli Oscarrrrr!
Angel <3

Recensore Junior
14/07/22, ore 13:08

Ciao drisinil,
era da tanto che non entravo nel fandom di YOI, ci sono tornata e mi sono imbattuta nella tua shot.
Questa storia è bellissima. È scritta divinamente ed è un bellissimo ritratto di Yura, e di Beka, anche se in minor parte. Merita, però, una riflessione un po' più approfondita oltre al semplice plauso per quanto scrivi bene (che è comunque indubbio). Forse una recensione non è il luogo adatto e non voglio essere tediosa, ma proverò a condividere con te solo un accenno di quello che mi è passato per la testa.
Tanto per cominciare, ho avuto i brividi qui, ti cito tutta la parte:
"«Ma che bravura! E che visetto adorabile! Di' un po', tesoro, sei brava o sei bravo?»
Lui non risponde mai, li fissa con ostilità e scappa via sui pattini, dove il ghiaccio lo aspetta.
«Cosa vogliono?» domanda esasperato al nonno.
«Sapere se sei maschio o femmina.»
«Che significa?»
Il nonno inclina la testa da una parte. Quando lo fa, si vede benissimo che i suoi occhi sono identici a quelli di mamma. Per tutto il resto, mamma sembra venuta da una favola e forse ci vive anche, mentre il nonno, per fortuna, è proprio lì, con lui.
«Come che significa? Lo sai che significa.»
Yuri non risponde.
«Vogliono sapere se hai l'uccello, Yurochka!» ride il nonno. «In mezzo alle gambe» specifica con un buffetto, visto che Yuri ha già la testa per aria.
«Ce l'ho» constata Yuri. Almeno, il senso della domanda è chiaro. Farebbero prima a domandarlo in questo modo. Ora sa cosa rispondere, ma continua a non capire perché dovrebbe essere importante, neanche lo vedono, nascosto sotto i pantaloni e le mutande."

Io sono una donna cisgender, quindi, in teoria, l'identità di genere non è un mio problema. Ma mi interessa ugualmente. Perchè riguarda persone che conosco nel mondo reale, e perchè amo scrivere, e riguarda i personaggi che amo. Che differenza fa cosa c'è tra le gambe di Yuri? Nessuna, eppure tanta. Il problema non è l'identità di una persona, ma è, se questa non corrisponde agli standard riconosciuti e accettati da tutti, come sta all'interno società.
Devo citare un altro passaggio dalla storia, che ho molto apprezzato:
"Perché hai scelto il ghiaccio?
Perché è continuo."
(...)
"E Yuri conta, ma non con le dita. Conta con i pattini ai piedi, che invece di staccare i passi scivolano. Perché in questo ottuso mondo discreto, dove ogni cosa è definita da se stessa ed esclude ogni altra, dove bisogna scegliere chi essere e restare confinati nei propri contorni, Yuri non sa stare.
Yuri sceglie il ghiaccio, che accoglie tutto (e tutti) in un bianchissimo spettro continuo, che si arrende alle lame, che lascia che ogni spinta si trasformi con naturalezza nella successiva, senza forzature, senza strappi.
Sul ghiaccio, Yuri non deve scegliere, sul ghiaccio gli basta essere."

Su ogni manuale di linguistica c'è scritto che la discretezza è una caratteristica propria ed esclusiva del linguaggio umano, e che i linguaggi animali non ce l'hanno. Perchè grazie a questa proprietà (e ad altre), l'uomo può esprimere ogni pensiero possibile e immaginabile dalla sua mente, cosa che gli animali non dovrebbero poter fare, stando a quanto gli studiosi ne hanno capito. Inoltre, l'uomo ha bisogno di catalogare ed etichettare tutto per orientarsi e capire la realtà che lo circonda. È tutto più facile quando ogni cosa, concreta o stratta che sia, ha un nome, se la puoi inquadrare, definire, ogni volta che la incontri, avendola già inquadrata, "compresa" in precedenza. Poi, proprio un paio di mesi fa, se non erro, su Nature viene pubblicata una ricerca di un gruppo di studiosi da cui viene fuori che a quanto pare alcune proprietà del linguaggio umano ce le ha anche il linguaggio degli scimpanzé, e che quindi non sono affatto esclusive del linguaggio umano. Sorpresa! O forse no? E cosa succede quando un essere umano incontra qualcosa che non sa bene come inquadrare, perchè non ci è abituato, perchè non c'è qualcuno che l'ha già compreso prima di lui e che gliel'ha spiegato? Cercherà di catalogarlo lo stesso - reazione naturale del cervello - magari mettendoci su un piccolo appunto mentale che reca "buono" o "cattivo", retaggi ancestrali del nostro istinto di sopravvivenza che ci portiamo sempre dentro. Ma la verità è che non sappiamo quasi niente di quello che crediamo di sapere, la ricerca scientifica lo dimostra ogni istante. Che si tratti di forme di vita, manifestazioni umane o dell'universo, si scopre sempre che le cose che credevamo di aver capito o sono sbagliate o sono solo lo 0,000001 di quello che la natura, in realtà, ha creato e che ci mostra, ma che noi non siamo ancora in grado di capire. Ma questo è un problema nostro. Ricominceremo d'accapo e riscriveremo i nostri manuali.

Cosa vede Beka quando vede Yura? un cazzo di miracolo.
Cosa vedono gli altri? un bravo atleta. O forse è una brava atleta? Bisogna chiedere! è importante saperlo? beh sì, certo. Ma davvero? davvero fa differenza? nei fatti no, ma per il cervello umano sì. Purtroppo l'essere umano ha ed avrà sempre bisogno di catalogare e capire le cose per non fargli la guerra, e questo causa enormi, immensi problemi a persone che di problemi del genere, portati dagli altri, non hanno bisogno. A Yuri, o a chi per lui, non frega niente di queste cose, lui vuole essere ciò che è punto e basta. Questo è il suo desiderio, e per chi non capisce ciò che lui è, è un problema suo. Ovviamente non è così facile, ma c'è anche il fattore abitudine. Alle cose nuove, strane, "diverse", ci si può abituare, anche vedendole più spesso, standoci a contatto, vedendo che esistono, che ci sono vicine e che non ci fanno alcun male, addirittura che non ci cambiano niente e magari neanche ci riguardano. Ci sono punto e basta e no, non ci cambia niente. E quel punto passano inosservate, non suscitano più stupore, non sono più strane, non fanno più paura, e l'etichetta affibbiata diventa "normale" e la guerra finisce. E se "fluido" ("Fluido, che prende la forma delle proprie emozioni") - o qualsiasi altra parola - è la parola chiave per far terminare certe guerre, certi sguardi, certi commenti, bisogna che tutti la imparino al più presto.
Bene, mi fermo qui con i miei deliri confusi sui quali mi sono soffermata anche troppo (spero di non essere stata toppo noiosa 🥲), questa recensione sembra tutto fuorchè una recensione ahahah, e ti chiedo scusa, ma volevo scriverti un po' di cose che la lettura della tua storia mi aveva fatto venire in mente.
Ti rinnovo i miei complimenti per questa bellissima storia, ricca di dettagli splendidi, elegante al punto giusto e che arriva dritta e diretta :*

Recensore Master
29/06/22, ore 23:30

Concordo pienamente con te. Ognuno di noi è unico e speciale ed essere catalogati, etichettati o rimanere confinati in qualche schema sociale è molto riduttivo oltre che stupido. Yurio è l'esempio di chi brilla di luce propria, di chi è unico ed inimitabile, che è quello che è, prendere o lasciare, con la sua arte, la sua leggiadria, la sua rabbia, il suo essere dolce e sboccato. È uno che impone il suo modo di fare e di essere e non gliene frega nulla di come possa apparire alla gente.
Lui è bianco come il ghiaccio multi sfaccettato, come la somma di tutti i colori
Scritto molto poetico ed emozionante.
Ti sei anche documentata a dovere. Bravissima 👏👏👏👏

Recensore Junior
28/06/22, ore 10:10

Sapevo a che tematica andavo incontro leggendo questa storia, e nonostante tutto sei riuscita a sorprendermi nel modo totalmente inaspettato (per me) in cui sei riuscita a raccontarlo. Come ci dicevamo, è un argomento per cui provo sicuramente profondo rispetto, ma anche molta ignoranza che sfocia nel mio caso in curiosità. Quindi non mi sento in grado di darti una risposta all'implicita domanda "sono riuscita a parlare di identità non binarie?", però a me ha risuonato molto.
E la cosa interessante è che mi sono sentita molto vicina a Yuri perchè questo fastidio verso le etichette lo comprendo bene anche se per altri motivi (io femmina cresciuta in un mondo patriarcale negli anni 90 in cui ripudiavo l'essere femmina perchè voleva dire essere deboli e essere per forza anche una serie di altre cose in cui non mi ci rivedevo).

Mi affascina molto di tutte le tue storie il lavoro di ricerca e cura certosina, davvero virtuosa. Anche perchè o tu sai tutto lo sciibile umano, oppure tra pattinaggio, pallavolo, biologia, astronomia, haiku, shogi... come fai? 

Detto questo, lo trovo un character study pazzesco, perfettamente in character, e hai avuto questa potenza infinita di raccontarmi Yuri principalmente attraverso quello che fa e quello che prova. Che non è scontato, perchè spesso i character study me li vivo come "lunghi spiegoni", come dei saggi con un punto di vista esterno.
Qui l'incertezza di Yuri nel capirsi diventa anche incertezza nel lettore nel capire. È come se mi fossi posta con lui le sue domande, e fino alla fine non ero sicura di aver trovato la risposta che lui non ha esternato - anche questo mi è piaciuto molto, non c'è il momento in cui mi viene sbattuta in faccia la realtà in maniera "grezza"... La consapevolezza è organica sia per lui che per il lettore.

Grazie mille per questo pezzo!

Recensore Junior
24/06/22, ore 13:26

Niente parole. Solo applausi...👏👏👏👏👏 complimenti per aver colto in pieno la natura indefinita del nostro Juri...