Ciao Vale,
partendo dal presupposto che Benni sarà punita perché mi ha preceduta - se leggi, inizia a tremare tu! -, direi di saltare i convenevoli per parlare della tua os.
Credo che tu, sotto sotto, goda nel far soffrire, altrimenti non me lo spiego questo amore per l’angst.
Uno dei punti forte delle tue storie è sicuramente lo stile, perché sei capace di scrivere pagine su pagine che travolgono completamente il lettore. Il problema è che, nel leggere, il cuore si spezza perché sul momento pensi pure di poterla sopportare questa sofferenza ma quando arrivi al punto, ti rendi conto che ti ha distrutta e spezzato il cuore.
In poche parole: ti fa stramazzare a terra (sto cercando di smorzare l'atmosfera con un po' di sarcasmo).
La vita di Andromeda non deve essere stata allegra, soprattutto per quanto riguarda il periodo che tu hai scelto di narrare. Però, come in tutte le cose, sono riuscita a intravedere luci e ombre di questa esistenza.
Abbiamo l’amore puro che ha provato verso il suo Ted, che l’ha portata a sfidare e andare contro tutte quelle regole e quei pregiudizi con i quali era cresciuta. Un amore che è stato dolce e amaro perché, pur avendo scelto una brava persona, il suo stato di sangue ha sempre impedito al marito di farsi apprezzare dai suoceri.
Abbiamo la dolcezza, la complicità e la pace che quella scelta ha comportato, la possibilità di costruire una famiglia felice fondata su un affetto sincero.
E poi abbiamo le ombre. Il rifiuto dei Black, la consapevolezza che con quel matrimonio tutto sarebbe finito, che quel mondo nel quale era nata e cresciuta non l’avrebbe più accolta, che le sarebbe rimasto per sempre precluso.
Abbiamo l’amarezza di quello che possono fare delle convinzioni sulla purezza del sangue e del non voler sforzarsi a guardare oltre il proprio naso, di essere rifiutata da persone che amava per qualcosa che aveva fatto per lealtà verso se stessa.
In tutto questo susseguirsi di luce e ombre, il rapporto tra marito e moglie appare molto limpido a noi lettori. Non è un amore epico, di quelli che fanno sospirare, né di uno tragico estremizzato. No, è estremamente reale e per questo, almeno per me, bello da morire.
Perché nelle lettere di Ted, in quelle parole vergate in tutta fretta, c’è il sincero desiderio di informare la sua consorte delle sue condizioni. C’è il tentativo di tranquillizzarla, di ricordarle che è anche una madre oltre a una moglie.
Ecco, l’accenno a Dora mi ha un po’ stretto il cuore. Ted mi è parso subito un papà, invece di un padre, uno di quelli che hanno fatto di tutto per crescere la propria figlia al massimo delle possibilità. In quegli accenni, io ho visto un grande affetto e il rammarico di non esserci, non di non poter continuare a prendersi cura della sua bambina.
Scusami per questa digressione ma mi ha davvero commossa. Non me ne sono accorta alla prima lettura ma ora mi sembra davvero palese.
Tornando a Ted e Andromeda, quello che davvero mi è piaciuto del loro rapporto, è l'essersi amati a dispetto di tutti. Non è così scontato perché, terminata l’esaltazione dell’infatuazione, potevano benissimo scaricare la propria frustrazione l’una sull’altro. Invece questo non è mai successo. Si sono amati, sono stati felici nonostante allontanati dai loro affetti, e mai si sono pentiti dei loro sentimenti.
Sicuramente il personaggio che più ha spiccato in questa os è quello di Andromeda. Mi ha stretto il cuore il momento in cui, rintanata nella sua stanza, tenta di leggere le lettere di Ted per darsi conforto, per cercare di andare avanti. E non ho potuto fare a meno di soffermarmi sul momento in cui compare Dora nella camera e di come Andromeda si sia mostrata d’acciaio, anche se dentro tremava, cercando di sostenerla e sostenersi per evitare di andare a pezzi.
(Piccola osservazione: lo so che Ted appare profondamente cinico e pessimista riguardante la sua sorte ma credo che nel suo piccolo sperava di poter trovare un modo per sopravvivere alla guerra, di vedere sua figlia diventare madre e di conoscere suo nipote.
Lo so, tu hai scritto il contrario ma visto come me lo hai fatto immaginare, non ho potuto fare a meno di pensarlo)
Credo che Andromeda sia un personaggio profondamente tragico.
Non mi sono soffermata più di tanto a riflettere su di lei, l’ho sempre vista con gli occhi di Teddy ma credo di averla compresa davvero solo con te. La guerra per lei non ha rappresentato la fine, il dolore è solo aumentato. Le è stato portato via tutto quello che amava e lei si è trovata solo a dover trovare un modo per stare in piedi e crescere da sola un nipote.
Però è una donna profondamente lucida, capace di destreggiarsi tra la sofferenza per capire all’istante quello che doveva fare.
Ho apprezzato il tentativo di Harry di nasconderle la verità. Non credo che sia durato tanto ma penso che lei abbia apprezzato quella piccola delicatezza.
E ancora una volta, abbiamo la prova di cosa è stato fatto per quel sangue puro, per il desiderio di cancellare un'esistenza considerata quasi un'onta e una vergogna per l'albero genealogico dei Black.
«Teddy è solo. Devo andare»
Qua mi si è stretto il cuore. Perché mi ha davvero dato l’idea che Teddy fosse l’unica speranza, l’unica luce della sua vita, per poter andare avanti e non abbandonarsi al tormento di tutte quelle perdite.
Credo che le mie osservazioni siano state tremendamente banali e, di questo, me ne scuso. Però ho davvero apprezzato questa storia. Talmente tanto che mi piacerebbe leggere un ipotetico finale felice, dove avvenga tutto ciò che non potuto succedere.
Ti mando un grosso bacio,
Eli
Ps: non dubitare più di quello che scrivi o ti picchio <3 |