Ciaoooooooooooooooo!!!!
Eccomi qui.
Inizio col dire che, anche non conoscendo il fandom, si legge benissimo come fosse un’originale, una storia a sé che riesce a deliziare il lettore.
L’inizio mi è parso quasi surreale, non so sé è stato voluto, ma mi ci sono trovata benissimo perché questo stile mi ha fatto vedere con gli occhi del protagonista la confusione, il malessere e il senso di smarrimento. Mi ha ricordato una storia di Dylan Dog “Mater Morbi”.
Svegliarsi e ritrovarsi nei propri fluidi corporei e non capire cosa stia realmente accadendo, credo che sia un trauma non da poco, se poi ci si ritrova soli ancora peggio; aggiungiamo un’infermiera scorbutica e tutto diventa assurdo (giuro l’avrei picchiata).
Mi ha intenerita il fatto che anche il padre se ne sia fregato altamente di lui; paga le cure, perfetto… ma un padre che ti tiene la mano nel momento peggiore della tua vita è tutt’altra storia e qui il padre è assente.
Al dolore fisico, si aggiunge il senso di abbandono.
La descrizione di ciò che accade a Johnny è impeccabile, se volevi tuffarci nell’angst ci sei riuscita a pieno e su questo ti faccio i miei complimenti.
Hai toccato un argomento molto duro: perdere i propri sogni, l’obiettivo di tutta una vita dall’oggi al domani non è cosa da poco; le lacrime sono dovute quando accade qualcosa del genere e a quel punto neanche la speranza ha voce in capitolo.
A quale speranza vuoi aggrapparti? A nessuna… o almeno all’apparenza. Finché tutto è troppo nuovo e atroce da affrontare, ciò che vedrai attorno è solo il nero assoluto.
Ed è qui che entra in gioco Diego, il personaggio che riaccende un barlume di speranza.
È attraverso il loro dialogo che si delineano meglio i caratteri dei personaggi. Non me la sono sentita di “giudicare” Johnny dal dialogo con l’infermiera perché immagino fosse sconvolto e i modi potrebbero non essere i più gentili (ovviamente).
Quello che ho percepito è che i due sicuramente si conoscono e che c’è una sorta di rivalità tra loro; ma al di la di questa disputa invisibile c’è un sentimento che ognuno coltiva per l’altro.
Personalmente non mi sembra di aver trovato errori grammaticali, quello che mi sento di dire è che mi è piaciuta tanto come storia e ho amato come tu sia riuscita a descrivere il dolore fisico ed emotivo di Johnny attraverso azioni e sentimenti.
Penso proprio che ci rivedremo presto,
ti saluto con affetto e ti auguro buona ispirazione.
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