Ciao carissima,
la verità più o meno la immaginavamo, ma spiegata così, con questi blocchi di testo che assieme alle notizie ti danno l'idea della concitazione e dell'ansia di dire tutto, ha un peso importante.
Noam ha sperimentato quello che per Erodoto è il dolore più grande: avere conoscenza di tante cose e potere su nessuna. Per questo motivo, forse, si è buttato con quell'intensità nell'attività politica: sta cercando un modo di alleviare quel dolore, di agire su qualcuna di quelle situazioni che conosce così bene, ma per le quali non è mai riuscito a fare nulla.
In questo frangente così drammatico, c'è Adrian vicino a lui, in grado di ascoltare senza fare domande, ma recependo ogni singola parola, trattenendola ed elaborandola. Il silenzio di Adrian "parla", in un certo senso, o perlomeno comunica un'idea di stabilità, di attenzione ma soprattutto di comprensione. Forse in quel frangente Noam capisce di non essere più solo, di avere accanto non più una semplice guardia del corpo, ma un amico che lo comprende ed è pronto ad accogliere quelle sue parti fragili che lui non ha mai potuto mostrare a nessuno.
E forse anche per Adrian, per motivi che ancora non sappiamo, la presenza di Noam è positiva, lenitiva di un dolore che probabilmente lui si porta debtro.
Un capitolo molto bello (come sempre, del resto^^), e io sono di nuovo qui che sbavo per avere il seguito! |