Ciao, cara!
Stasera che avevo un po' di tempo per leggere ho deciso di passare da te e da questa storia, che mi aveva già intrigata quando hai iniziato a postarla.
Parto col dirti che il tema delle cinque fasi del dolore è molto caro anche a me, ed ero davvero curiosa di vedere come l'avresti gestito. E ti dico subito che l'idea di scrivere una long, con un personaggio differente per ogni fase e capitolo ma con tutto interconnesso, mi pare decisamente vincente.
Andiamo alla prima, quella di Ginny e della negazione. Ho letteralmente adorato ogni dettaglio: la sua caratterizzazione, come l'hai descritta indomita e coraggiosa, ma anche spezzata dal dolore e incapace di superarlo davvero. In particolare, devo dire che mi è piaciuto molto il senso di colpa dei sopravvissuti che la investe, arrivando addirittura a far sì che si detesti perché può ancora decidere del proprio futuro: l'ho trovato un particolare estremamente incisivo e veritiero.
Mi è piaciuta molto anche l'interazione con Harry, seppur marginale, e soprattutto tutte le riflessioni sull'amicizia che la legava a Colin. Devo dire che già di per sé il fatto che tu li abbia fatti così amici mi è piaciuto tanto, mi è sembrato originale ma anche estremamente attinente al canon. Come hai descritto Colin, poi, anche se solo attraverso i ricordi di lei è stato davvero magnifico. Hai letteralmente delineato un personaggio a tutto tondo attraverso poche pennellate: la sua curiosità, il suo voler sapere ogni cosa ed essere così presente come amico (quando le chiede tutti i dettagli del Ballo il mio cuoricino ha fatto crack), la sua "passione" per Harry, il fatto che pensasse di fare il giornalista, la sua bravura in astrologia. Ho davvero apprezzato tutto tantissimo.
Volo al secondo capitolo!
Dean e la rabbia. Il mio stadio del dolore preferito xD
Devo dire che Dean è uno di quei personaggi che non mi dice niente e di cui non leggo volentieri, eppure tratteggiato da te in quest'ottica perennemente incazzata mi è piaciuto. Anzi, ti dico la verità: secondo me ci sarebbe stato bene anche ancora più arrabbiato, così furibondo da perdere addirittura il controllo.
Comunque, ho apprezzato tanto come l'hai descritto, il senso di angoscia e oppressione, quella rabbia che lo consuma e che lui indirizza nell'allenamento per non perdere la calma, quel suo sentirsi sbagliato per i pensieri così negativi che ha, e il suo non riuscire ad esprimerli nel timore di essere giudicato.
Ho trovato inoltre vincente l'idea di farlo confrontare con Ginny, che poi è forse l'unica con cui si sarebbe sfogato "volentieri", considerando l'intimità dei loro trascorsi. Infatti ammetto di aver gongolato quando ha quella fitta di nostalgia nel momento in cui lei gli stringe la mano... sai che dove c'è dell'angst io ci sguazzo!
Mi ha incuriosita tanto anche il riferimento finale alla ragazza carina, la Davies. Sono curiosa di vedere se ci saranno altri riferimenti a loro, quindi volo al terzo capitolo!
Roger e la contrattazione.
Questo capitolo l'ho trovato molto, molto interessante. Roger Davies è sicuramente un personaggio intrigante: nei libri fa un po' la figura dello scemo, più che altro perché è sempre intontito da Fleur e dalla sua bellezza, ma sicuramente doveva essere un tipo sveglio, dato che è Corvonero.
Ho adorato la caratterizzazione che ne hai fatto, in particolar modo come lo descrivi come fosse già "vinto": non abituato a lottare, a lasciare quando il gioco si fa più impegnativo. Indicativo come abbia rinunciato a Fleur senza nemmeno tentare, nonostante lei fosse così stupefacente.
Molto tristi anche tutte le riflessioni sul suo migliore amico. Era un personaggio di cui non avevo mai sentito parlare, perciò non so quanto ci sia di tuo e quanto abbia detto la Rowling, ma l'ho trovato comunque molto convincente e ben delineato. Sicuramente mi sarebbe piaciuto saperne di più!
Spezzo la recensione in due, visto che la storia è piuttosto lunga, ci vediamo in fondo!
Un bacio,
Mary |