Tesora mia, prima di tutto lascia che io ti dica ancora una volta quanto sia onorata di averti aiutata con la revisione di questo capitolo. Il fatto che tu abbia così tanta fiducia in me, non solo mi riempie di orgoglio ma mi rende estremamente felice al pensiero di poter far parte (nel mio piccolo) dei tuoi progetti scrittori.
Perciò grazie, spero di non deluderti mai (anche quando “sembro” e lo sarò intransigente! XD).
Spero non me ne vorrai, ma credo di saltare parte dei complimenti “rituali” per non dilungarmi troppo e rischiare di rendere infinito questo commento, perché riguardo al talento che hai su tutti i fronti e in maniera particolare nello stile di scrittura credo che tutti possano concordare che non c’è assolutamente niente da eccepire. E poi quanto io sia ammaliata e la tua fan numero uno già lo sai, avendotelo detto più e più volte anche in altre fanfiction e a voce in sede di betaluttura di questo particolare capitolo.
Perciò passo subito al dunque.
Mi è piaciuta molto la scelta della citazione. Ormai so che è una tua caratteristica, un elemento ricorrente, ma mai come in questo caso l’ho vista così azzeccata. Sebbene ci siano ancora elementi di questa parte da te affrontata sul quale sto riflettendo, credo che la scelta della frase di Neruda si approcci davvero bene a quanto volevi esprimere. Una Akane in conflitto con il proprio “io” interiore, sul soffermarsi a riflettere un po' troppo sulla persona oggetto del suo “quasi” disprezzo. Ma su questo poi avrò da dire molto altro più avanti…
Ed ecco allora che vediamo la ragazza ammirare quasi soddisfatta Ranma che si allena fuori in cortile, pensiero legittimo in fondo lei è una ragazza artista marziale e lui un “ragazzo” artista marziale, ma lei odia i ragazzi… soprattutto lui, il “maniaco” che le è stato “affibbiato” come fidanzato. Un’immagine dicevo che trova riferimento proprio nella prima parte scritta da Giorgia, dove vediamo la piccola Akane ammirare il padre durante i suoi allenamenti in palestra. Hai fatto davvero un ottimo lavoro di collegamento tra le parti di storia che avete scritto, momenti che andavano tenuti in linea per la buona riuscita del tema che vi eravate prefissate.
Bisogna specificare però, che nei primi capitoli del manga (parte da te presa in considerazione) percepiamo più che altro un’ammirazione della giovane verso il talento dimostrato nella disciplina piuttosto che ammirazione nella prestanza fisica estetica, come sarà specificato da te più avanti.
L’elemento che ho apprezzato maggiormente in Perfect Love è stata l’ambientazione di tutta la scena nella propria camera con Akane alla scrivania, intenta a fare i compiti. Un’ambientazione presa molto spesso in considerazione dalla Takahashi e che diverrà poi abituale e importante per varie vicende. Mi è piaciuta davvero molto quindi questa scelta perché in questo caso mi rievoca le prime scene del manga, dove troviamo Akane, sì fare i compiti, ma distratta da Nabiki che cerca di consigliarla sulla faccenda del fidanzato per l’appunto, oppure da sola a riflettere sugli avvenimenti della giornata. Come base del tuo POV hai quindi scelto il secondo scenario (quello solitario) mi viene però da chiedermi se magari non fosse stato più interessante fondere il dialogo interiore insieme ad una vera e propria chiacchierata con la sorella maggiore, approfondendo quello che già la Sensei ci aveva vagamente mostrato.
Ho trovato giusta (o giustificabile) la scelta di riflessione polemica verso il padre, reo di aver combinato qualcosa senza avere interpellato le figlie. In questo caso però forse era necessario allinearsi meglio con quanto dichiarato da Giorgia nella sua parte “«…sta addestrando il suo unico figlio tra il Giappone e la Cina. Amore mio, so che non sei d’accordo, ma fidati di me, è l’unico modo per salvare il dojo e la scuola. Andrà tutto bene, vedrai, ci siamo fatti una promessa solenne e intendiamo mantenerla».” quando Akane bambina spia il padre mentre sta parlando con la moglie defunta e ancora “«Akane, piccola mia, non devi più allenarti, non pensare all’eredità del dojo e della Scuola di Lotta Indiscriminata, sono solo sciocchezze! Da oggi in poi non sarà più una tua preoccupazione: ho sistemato tutto io!»” quando parla direttamente con lui. L’Akane di Giorgia sembra aver capito la situazione che si andrà a creare, non sarà sua responsabilità occuparsi del dojo perché lo farà un “maschio” e non lei come ribadito dal padre stesso. Quindi non dovrebbe essere una novità nella situazione da voi esposta, non dico che bisognava fare un rimando diretto all’infanzia perché a 5 anni potrebbe non ricordarsi un bel niente di niente, ma almeno farne cenno, inserendo magari frammenti vaghi di ricordi, escamotage che la Takahashi stessa ha utilizzato per esempio nell’episodio di Ryugenzawa dove Akane molto piccola non ha del tutto dimenticato la sua esperienza nei boschi e la figura del suo amichetto d’infanzia.
Ho trovato invece un po’ forzato il risentimento sulla stessa questione nei confronti delle sorelle. Ne abbiamo parlato in fase di revisione e ho visto che hai smorzato leggermente, ma non come avrei voluto ti confesso. Come ti ho comunque detto, continuo a percepire un’irritazione troppo eccessiva anche per Akane, un risentimento appunto che non le appartiene. Akane adora nonostante tutto le sorelle, anche Nabiki l’approfittatrice di ogni situazione spiacevole per lei. La base su cui ti sei focalizzata è “loro mi hanno sbolognato la patata bollente infischiandosene dei miei sentimenti, di quello che io sto sempre dichiarando e cioè che ODIO I RAGAZZI”. Se analizziamo quello che succede nel manga però, nella mia personale visione dello svolgersi della suddetta situazione, io capisco che sì, le sorelle si tirano indietro è vero e lasciano che la scelta più ovvia sia quella di far cadere la questione su di lei, ma non percepisco cattiveria da parte loro. Entrambe le sorelle non disdegnano l’idea del fidanzato imposto, anzi, Kasumi però spera che sia al massimo suo coetaneo mentre Nabiki si prepara addirittura a festa, indossando un bel kimono. La prima perderà interesse perché molto più giovane, la seconda perché è una ragazza, si scoprirà solo poco dopo essere l’uno che l’altra. Conoscendo la sorellina più piccola e il suo motto di detestare gli uomini, Akane era la scelta più logica, dal momento che Ranma non è né uomo né donna. Così come non percepisco tutto questo astio verso queste loro “giuste” argomentazioni: al “Oh, sarà sicuramente Akane, vero?” di Kasumi e al “Sembra fatta apposta per lui” di Nabiki, la più piccola reagisce con un sorpreso e balbettante “Cos…” seguito da un “Non scherziamo! Perché proprio io…?” […] “Non voglio sposare un maniaco del genere!” e basta, la cosa finisce lì. Nessun ripensamento nei confronti delle parole delle sorelle nelle pagine successive, quanto piuttosto verso Ranma e le sue parole poco carine, di presa in giro, riguardo al fisico.
Avrei affrontato in altro modo questa parte.
Ho trovato invece molto indovinate e argomentate bene le spiegazioni riguardo al fatto di odiare tutti i ragazzi. Un disprezzo che evidentemente si porta dietro dai primi episodi dell’infanzia come abbiamo detto più volte e anche, perché no, dal crollo del mito del padre. Aggiungo di mio anche dall’amore non corrisposto verso il dottor Tofu, che sembra essere recepito come diverso da tutto il resto del mondo maschile, ma che secondo me è anche causa di rafforzamento della sua ostilità verso l’altro sesso. Pensiero mio eh, su cui a volte mi soffermo a riflettere.
Dottor Tofu su cui forse rileggendoti ti sei soffermata un po’ troppo? Quella era la parte di Moira, capitolo che ho apprezzato tantissimo come ho scritto a lei. Non lo so, forse stavi andando un po’ troppo fuori dai binari, anche se devo ammettere che poi ti sei rimessa subito in carreggiata. La colpa è in parte anche mia, dovevo parlarti di questo quando ne avevo l’occasione è vero… a mia discolpa posso dire che non avevo ancora letto le altre due parti, errore da parte mia che in effetti andava evitato.
Anche perché consapevole di questo e arrivata alla conclusione che probabilmente bisognava accennare solo l’argomento, mi sono messa a riflettere su un altro aspetto. La digressione su Tofu ci rammenta che Akane in questa parte di storia è ancora invaghita, se non proprio innamorata, del dottore. Questo potrebbe andare in conflitto con la percezione di quasi innamoramento (passami l’espressione) che si ha in vari punti da te scritti. Ritorno sulla faccenda della contemplazione fisica, non solamente atletica e quasi troppo da “sbav” che ha Akane guardando Ranma. Come dicevo all’inizio del mio commento la ragazza sembra più sorpresa e ammirata delle sue abilità che del suo essere attratta da un bel ragazzo. XD
Lei è innamorata persa per Tofu! Non prende Ranma in considerazione sotto questo aspetto.
Leggendo ancora una volta Perfect Love, con il dubbio appena esposto in effetti ho avuto come l’impressione di passare in maniera un po’ troppo altalenante da una ragazza che si sta ricredendo sulle proprie convinzioni sugli uomini ad una che si sta quasi per innamorare.
Lo stratagemma delle citazioni (che abbiamo visto essere stato un pochino difficoltoso) funziona molto per l’Akane che riflette ricredente riguardo gli uomini in generale e, soprattutto, in particolare verso il “nuovo arrivato”, il quale come scrivi non ha colpe. Le citazioni che hai utilizzato funzionano per spiegare l’accettazione della persona che potrebbe diventare sua amica, con la quale potrebbe andare d’accordo, cosa che avverrà davvero con alti e bassi nel corso del manga, durante la loro convivenza a casa Tendo.
È giusto porre l’attenzione sul fatto che sta cominciando a pensare che non tutti gli esseri maschili devono necessariamente essere come lei pensa e debbano essere odiati. Ranma merita quanto meno il beneficio del dubbio, anche se non lo ammetterà mai neanche sotto tortura ed ecco azzeccata la citazione di Neruda e la conseguente conclusione di storia con la domanda di Nabiki “Akane, tutto bene? A che stai pensando?” Il ragazzo che si ritrova come fidanzato non è alla fine come tutti gli altri e lo hai ampiamente spiegato.
Ma secondo me, le citazioni da te proposte, essendo relative ai primi capitoli del manga (Akane porta ancora i capelli lunghi) non sono forse sufficienti a spiegare un sentimento più profondo.
“Quando lo hai capito?”
“Cosa, per tutti i kami?!”
“Che Ranma è perfetto per te”
Forse un po’ prematuro da farle dire o addirittura pensare.
Ecco perché stavo riflettendo sul fatto che forse era necessario ambientare il tuo racconto più in là nella storia.
Mantenendo questo scenario forse bisognava alleggerire questa parte e incentrarla esclusivamente su tutte le altre qualità che Akane riconosce in Ranma e che lo rendono diverso dagli altri ragazzi con cui è abituata ad avere a che fare, ma che non hanno la diretta conseguenza di sfociare in un vero e proprio stadio di innamoramento. Oltre ovviamente a quelle che lo accomunano e che ritrova nel padre (tema della fanfiction).
Mi avvio alla conclusione rinnovando anche a te il mio pensiero sulla terminologia giapponese. Non mi dilungherò però spiegando tutto come ho fatto con Giorgia e Moira perché in realtà sei la prima persona a cui avevo fatto notare la cosa in fase di betalettura. Insisto solo sul fatto di evitare parole non necessarie la cui ripetizione indiscriminata può risultare noiosa e se te lo dico io amante e studiosa della lingua…
Nel tuo caso, come in quello di Moira, la ripetizione della parola è stata più misurata, ma ripeto non era necessaria. Usare “padre” o “papà” era sufficiente per un termine il cui significato non si esprime niente di più.
Rinnovo inoltre il mio apprezzamento per la scelta della tematica da sviluppare e spero che affronterai (o affronterete) ancora argomenti così troppo spesso sottovalutati come questi, io sappi che sarò sempre disposta a darti il mio aiuto se vorrai.
Un bacione
Neechin |