Ciao!
Riesco finalmente ad arrivare a questo epilogo, e lo faccio con le mani che un pochettino mi tremano.
Perché su questa storia vorrei dire tante cose, e allora comincio da quelle più facili (per me, ché per te dubito lo siano state). Io ho letto tutto in grande ritardo, quando la storia era già bella che completa e finita, e l'ho fatto lasciando passare spesso molto più tempo di quanto avrei voluto tra un capitolo e l'altro, di certo molto più tempo di quanto tu abbia impiegato a scriverla. Però ogni tanto mi sono fermata a pensare a quanto sia stato straordinario questo viaggio, a quanto sia stato straordinario scrivere tutto in un mese, perché davvero, la prosa ha una pulizia e una chiarezza che farebbero pensare a lunghe meditazioni e a lunghissime sedute di rilettura e di modifiche. E la trama ha una struttura circolare così precisa che, di nuovo, mi verrebbe da pensare a lunghe progettazioni. Insomma, davvero, non so come hai fatto a produrre questa meraviglia in tanto poco tempo, ma ti faccio davvero i miei complimenti.
Questo capitolo non è stato inaspettato (o meglio, per certi versi sì, lo è stato, ma non è stata inaspettata la consapevolezza che la storia di Lucius e Pansy, per quanto forse sia una di quelle storie che non finiranno mai davvero, non avrebbe neanche avuto un lieto fine). Eppure il dolore di questa loro lontananza è stato comunque forte, ha fatto comunque male.
E ancora una volta tu sei riuscita a sorprendermi, perché le riflessioni di Lucius sul lutto, sul dolore e sulla perdita, sul cuore anziano che ha visto troppo ed è così indurito da perdere frammenti sempre più significativi a ogni nuovo colpo della sorte sono qualcosa che non mi aspettavo, ma sono anche estremamente vere. E il modo in cui non riesce a empatizzare del tutto con il dolore del nipote, che ama ma in cui non può fare a meno di vedere quelle che per lui sono le debolezze di Astoria, o il modo in cui non riesce neanche ora a prendersi sulle spalle il dolore del figlio sono una delle cose più coerenti sul suo personaggio che io riesca a immaginare. E sono anche una cosa molto difficile, perché quando scriviamo di personaggi così, a cui teniamo molto ma che hanno spigoli e criticità, la tentazione di appianare tutto, di giustificare ogni cosa e renderli migliori di quanto non siano spesso è molto forte. Il tuo Lucius invece rimane felede a sé stesso anche quando fa male immaginarlo così.
E poi c'è Pansy. E ora me ne rendo conto, forse avrei dovuto capirlo prima che parte di quel suo bisogno di riaffermare il rispetto per sé stessa nonostante tutto doveva arrivare in parte anche dalla bambina che probabilmente sapeva già di portare in grembo, ma non ci ero affatto arrivata. E ora mi rendo conto di quanto più dolorosa debba essere stata per lei la scena nello scorso capitolo, quel futuro possibile che però non avrebbe dato a lei e a Suzanne ciò che chiunque dovrebbe meritare. Tra l'altro, adoro la scelta del nome dellal bambina.
Insomma, come sempre sento che dovrei dirti molto di più, vorrei dirti molto di più, ma come sempre il tempo se ne fugge via.
TI faccio davvero, davvero i miei complimenti, e spero di tornare a leggerti prestissimo! |