Buongiorno.
Lo spazio è troppo piccolo, è vero. Come disse Ungaretti "la parola è impotente, non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi, lo avvicina".
Allo stesso tempo la parola ha la potenzialità di condividere, di creare immagini, di trasmettere sensazioni. La tua poesia riesce proprio a fare questo, a trasmettere quello che provi, a mostrare il tentativo di liberartene mettendolo su carta.
Ho apprezzato molto i seguenti versi:
"Se potessi tornare indietro nel tempo,
farei pace col mio cuore altre mille volte".
Mi hanno colpita perché esprimono la forza e la debolezza allo stesso tempo.
I sentimenti sono così complessi da capire e così astrusi da governare, sembrano sempre sfuggirci tra le dita, come la cenere di cui parli.

Complimenti, è sempre piacevole passare da te.

A presto!

-Bigin

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Non starò a fare inutili discussioni sullo stile dei versi. Se li hai scritti così è perché ti piacciono così. Rimango con una curiosità: perché sono diversi dalle frasi di una prosa? Solo per la presenza degli accapo? Ma so già la tua risposta: "perché so che va bene anche così."

Ammiro invece il contenuto. Hai saputo trasformare in dolce poesia il sapore amaro di una delusione. Una danza ricca di ossimori, luci e ombre, sfuggenti attimi di nostalgia ed immobile eternità. Cose perdute nel passato che fanno la ricchezza del presente.
C'è una voglia matta di vivere e di combattere, ma di nuovo le tue accuse toccano alti livelli poetici: il nome delle stelle, la felicità.
Un po' magica, come "ogni nota stridente", ho trovato la lettura di quest'opera, e te ne ringrazio.

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