Evil!!
Questa shot è bellissima e finalmente ho un momento per recensirla. Dovrei chiudere la recensione così, perché hai colto tutti i punti che secondo me sono essenziale del rapporto Galadriel/Hallbrand-Sauron, quindi ogni altra constatazione sarà un ridondante è bellissima, è bellissima! No, scherzo, ecco la recensione seria. Anzitutto, lo stile. Mi sembrava di sentire la voce di Galadriel. Le frasi hanno quel tipo di costruzione ricco, articolato e invecchiato ad arte, tipico della parlata elfica degli Anelli del Potere e dello stile tolkieniano. Alcune, se la memoria non m’inganna, sono effettivamente le battute che si scambiano. Il rapporto tra i due è complesso. In Galadriel c’è una certa componente di oscurità che la spinge a non fermarsi di fronte alla morte del fratello e a voler proseguire la propria caccia a Sauron fin quando non diventa un personaggio scomodo per gli Elfi stessi, spinta ad andare via per levarsela dalle balle. Mi piace come inizia la storia, con l’elfa che sogna suo marito Celeborn, sogna di riaverlo accanto e poi si rende conto che quello che vede non è reale, che sua figlia non esiste, che il marito è morto e l’accusa di averlo abbandonato sul campo di battaglia. Sono delle consapevolezze che nascono via via che la storia prosegue e rappresentano la coscienza di Galadriel, quel super io freudiano che non le perdona di aver ceduto all’oscurità in diversi modi. Celeborn sostiene di essere stato dimenticato. Così dice. Ma in quel dimenticato si inserisce l’interesse e il senso di colpa per un personaggio che Galadriel ha disperatamente voluto con sé e aiutato e protetto per tutto il tempo. Hallbrand.
Hallbrand/Sauron fa leva sui sensi di colpa di Galadriel, proponendole ancora ciò che le aveva offerto quando lei scopre la sua identità. E di nuovo le pone di fronte una verità inappuntabile, perché come amo dire spesso per raggirare qualcuno un fondo di verità ci deve essere – Hallbrand voleva rimanere a Numenor e sosteneva di essere una persona che aveva molto da farsi perdonare: che disarmante sincerità. Che modo di presentare la realtà, anzi, le realtà. L’aspetto accattivante e la logica stringente non fanno presa su Galadriel, ma è impossibile non pensare che lei vi si crogioli per più di un momento, che Hallbrand era per lei un amico e un sostegno e che vederlo nei panni di quel nemico inseguito così a lungo da aver creato qualcosa di oscuro dentro di sé è un lutto pari a quello per la morte (presunta) di Celeborn sul campo di battaglia. Mi è piaciuto molto anche che questo rapporto possa vivere negli incubi di Galadriel, che Hallbrand possa entrare e far leva sui sensi di colpa e sull’inconscio dell’elfa, possa cercare di far scoccare la scintilla che la renderebbe oscura com’è lui, perché in ognuno di noi c’è il bene e il male. Hallbrand… beh, il suo modo di vedere la questione del suo dominio è logica, come dicevo poc’anzi. Lui crede di agire per un alto fine, per un futuro pare migliore di quello attuale, ma conosce anche sé stesso e la sua ambizione. Galadriel è indomita e coraggiosa e forte. Potrebbe regnare al suo fianco, se lo volesse, se cedesse un’altra volta e qui anche sta il senso del loro rapporto. Galadriel lo ha lasciato entrare.
Sperando di poter passare presto sulla long, ti faccio ancora i miei complimenti!
Un caro saluto,
Shilyss |