Ciao cara.
Ammetto di aver voluto curiosare tra le tue storie e questa è sicuramente la prima che ha attirato la mia attenzione. Il finale dell’ottava stagione è qualcosa di unico, anche se io ho lasciato il mio cuore alla quinta. Poi c’era il titolo e quelle due frasi, che purtroppo subito si associano a lui, Sam Winchester; personaggio, secondo me, molto poco compreso e considerato. Per cui, davvero, non potevo non leggere.
Innanzitutto, voglio farti i complimenti perché, secondo la mia umile opinione, scrivi in modo meravigliosamente evocativo; hai l’abilità di non ripeterti mai e ad ogni riga ci si sorprende per la scelta di parole, metafore ed immagini che proponi. Adoro le introspezioni e questa è stata davvero molto intensa, profondamente “giusta” (quasi in contrasto con il titolo), ed io ne sono rimasta piuttosto colpita. Direi folgorata.
Sam ha dovuto, da sempre, combattere contro questa sua “dualità”, questo suo confine, in parte imposto ed in parte auto-imposto, tra male e bene, tra giusto e, appunto, sbagliato. Ha vissuto con un senso di colpa logorante semplicemente perché era ciò che era e, forse proprio perché si percepiva come sbagliato, non si è mai considerato abbastanza, per nessuno. Invece anche lui aveva diritto, proprio come Dean, a scegliere per sé stesso come vivere la propria vita, a sbagliare, a rimediare. Ad essere umano, in poche parole. Ma entrambi i fratelli sono stati caricati di troppe responsabilità, doveri che nessuno potrebbe realmente assolvere e portare sulle proprie spalle senza cedere.
“E, dopo il Purgatorio, neppure fratello. Sostituito da un Vampiro. Del resto, succhio vita e sangue da Dean da quando sono nato. Probabilmente Benny era più innocuo.”
Questa è stata davvero un colpo al cuore. L'ho sentita lacerante e dolorosa, come Sam deve averlo vissuto e come Dean deve averlo percepito quando lui gliel'ha detto, seppur con altre parole.
Non ti nego che vorrei citarne molte che mi sono piaciute particolarmente, ma finirei per riscrivere tutto il testo e non mi sembra proprio il caso.
Rincuorante, grazie al cielo, il fatto che alla fine Sam abbia deciso di ascoltare Dean e quindi di non rinunciare, di fatto, alla propria vita per un bene superiore. Ha percepito quanto lui sia importante, per Dean, e di quanto potere sia intrisa quella scelta che ha fatto. Il tutto mi lascia, però, anche un alone di tristezza. Perché comunque denota un “sentirsi necessario” e “giusto”, in funzione di qualcun altro. Amo Sam e Dean, e sappiamo quanto il loro essere dipendenti e devoti l’uno all’altro, il bene che si vogliono e i sacrifici che sono pronti a fare per difendersi a vicenda siano il fuclro e il fascino di tutto; ma proprio perché li ho a cuore entrambi, ho sempre voluto che, alla fine, riuscissero a sentirsi abbastanza anche da soli (e non per questo meno vicini).
Nel caso di Sammy, giusto, anche solo per se stesso.
Non so se ciò che ho scritto possa avere un senso logico. Penso che siano riflessioni abbastanza sconclusionate, ma mi sentivo in dovere di condividerle.
Ora vado ad inserire la storia tra i preferiti e ti rinnovo i complimenti. Bravissima!
Vavi |
