Ciao, piacere di conoscerti.
È un po' che seguo questa storia e devo dire che finora mi incuriosisce parecchio.
Descrivi molto bene il clima di fermento intellettuale e tecnologico di fine '800, le meraviglie della tecnica, le invenzioni, il generale miglioramento delle condizioni di vita. Tutto ciò, nella persona di Wilkins, si contrappone decisamente al pacato Phileas, che invece non anela ad altro che a tornare ai suoi studi di antropologia e folklore.
Ma ecco, quando raggiungono la sommità, lo studioso ha un'epifania: in una descrizione che potrebbe ricordare "Metropolis", ecco la tecnica, l'industria, la scienza: strade, luci, gente operosa e intenta, un formicolio di cavi elettrici e tubi. Questo basta per distogliere definitivamente il nostro studioso dalla sua esposizione di antropologia e proiettarlo nel mondo della scienza e dell'innovazione.
Simbolicamente, perde il cappello a tuba, ingessato emblema di una certa accademicità passatista, e si ritrova immediatamente proiettato nel futuro e nelle innovazioni.
Sono proprio curioso di sapere cosa succederà, già mi balenano in mente gli esperimenti di Giovanni Aldini.
Complimenti, tutto molto ben scritto! |