Ciao, eccomi qua. Mi sono svegliata tardi perché ero veramente stanca e stanotte sono staata pure male. Comunque, dopo la colazione, sono subito venuta qui a recensire. Te l'avevo promesso, ti ho fatta aspettare anche troppo, tu hai avuto ragione a ricordarmi di leggere Il segreto del mulino perché, perdonami, ero così presa dalla mia storia che me ne stavo completamente dimenticando, e quindi eccomi qui.
Intanto posso dirti due cose:
1. che il titolo già mi attira tantissimo;
2. che la trama è perfetta. Nel senso, ho letto tante volte che, qundo si scrive la trama di una storia o di un romanzo, bisogna, a volte, lasciare il lettore con una domanda, in modo che lui o lei si incuriosisca e questo lo o la invogli a leggere. Tu hai scritto solo la domanda, ma hai colpito nel segno, perché, almeno per quanto mi riguarda, sei riuscita ad aizzare la mia curiosità. E quindi ora inizio a leggere.
Mi dispiace che il mulino sia così malridotto e che Tobias sia stato costretto ad abbandonare quello che, immagino, fosse un lavoro chegli piaceva e che gli dava grandi soddisfazioni. In ogni caso, spero abbia trovato lavoro altrove.
Quando hai parlato di Reinard hai usato troppi agettivi. Forse volevi far capire quanto fosse coraggioso, e va bene, ma il problema è che usare troppi aggettii appesantisce la lettura e la scorrevolezza del testo. Togline qualcuno. E tira via, per favore, quel ecc. ecc., o eccetera eccetera (non so come l'hai scritto perché sto legendo con la sintesi) perché in una storia non va bene scrivere così. Puoi sostituirlo con "e così via".
"- No Pad, è inutile che insisti: i biscotti bastano a malapena a saziare il mio eroico appetito, come al solito ti concederò generosamente le briciole... Se ce ne saranno!"
Ma dice sul serio o sta scherzando? Perché nel secondo caso è uno scherzo di cattivissimo gusto, nel primo caso sarebbe proprio uno str****!
Poi il modo in cui lo tratta... D'accordo, è il tuo servo, ma è comunque un essere umano, non è che puoi trattarlo come ai tempi della schiavitù.
E poi coraggioso e così via 'sti cavoli, visto che è scappato a gambe levate. Hai ragione quando nel tuo angolo autrice scrivi che è solo un pallone gonfiato.
Io mi aspettavo chissà quale segreto, magari un fantasma, una strega che avrebbe ammazzato chiunque, e invece sono solo dei topolini che vogliono vivere tranquilli. Pad è stato buono con loro e loro con lui, hanno fatto amicizia e sono sicura che il ragazzo tornerà a parlare con loro e, magari, a giocare coi loro piccoli.
La situazione è risolta, dunque. Il capo del villaggio lascerà in pace i topi, la gente si calmerà e tutto andrà bene.
Sono contenta per il finale felice di questa storia! Spero di non essere stata dura nei consigli che ti ho dato. Son ocose che ho imparato negli anni, soprattutto al corso di scrittura creativa che ho fatto tre anni fa.
Bravissima come al solito!
Giulia |