Recensioni per
Elogi e necrologi nascosti in cassaforte
di Milly_Sunshine

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/01/23, ore 09:57

La prima strofa è più comprensibile qui: i famosi "fantasmi nella sabbia" non vengono cercati, ma semplicemente non ci sono. Eppure continuo a chiedermi cosa possano essere.
Fra le mani non resta che polvere: abbandono, vecchiaia, realtà attutita.
Molto interessanti le assonanze inglesi.
Ma come sempre preferisco il testo italiano, lo trovo più ricercato, più sofisticato.

Recensore Master
09/01/23, ore 09:56

Trovo affascinante l'aver tentato di studiare lo spagnolo da autodidatta, forse perché l'avevo fatto anch'io, con uno scopo più terra terra io, che era quello di viaggiare per l'America Latina. Invece quella di scriverci una poesia, quasi come esercizio, mi sembra eccellente.
"Polvo gris' è qui legato al concetto di "arena", che non avevo capito in italiano? Non sembra.
Forse meno poetico, ma più originale, il cielo diurno con le nuvolette.

Recensore Master
09/01/23, ore 09:55

Lo stile non viene mai a noia, sempre affabile ed ammaliante. I versi potrebbero essere considerati tranquillamente come ottonari (tranne due o tre sgarri) a rima baciata, ciascuno spezzato in due per dare più movimento e più risalto.
Il contenuto, dato il lieve ermetismo, potrebbe prestarsi a più interpretazioni. A me piace darne una che probabilmente non concorda con la tua originale, ma che mi sta a cuore.

Abbiamo ingabbiato le emozioni; abbiamo lasciato evaporare il presente nei ricordi evocati. La sequenza di giorni si è fatta tutta uguale, senza più giorni nuovi. Abbiamo avuto paura a fissare il cielo ("sguardo incauto") per il fastidio che hanno cominciato a darci le stelle.
Ma non perché l'"amico", o chicchessia, sia andato via. Lui è sempre rimasto lì. Siamo noi ad essere cambiati, ad aver modificato l'atteggiamento nei suoi confronti.

Un dettaglio però non riesco ad interpretarlo: gli "spettri nella sabbia". Chiedo umilmente lumi.

Recensore Master
04/01/23, ore 08:00

C'è sempre qualcosa di nuovo, nella forma, di godibile: un qualcosa che unisce il godimento di chi scrive e di chi legge. Una fantasia che genera sempre nuovi frutti, una voglia insaziabile di fantasia.
Qui c'è la brevità dei versi: una, due, tre parole; quattro in due soli casi. Ancora una volta folate (come pure "sei un traditore") durante una danza dai movimenti perfetti, resa ammaliante dalle rime alternate alle non rime. Una danza, perché no, in riva al mare; il mare di quegli occhi azzurri. Gli occhi, il collegamento fra anima e corpo.
Ma il mare non è sempre e solo azzurro. I porcospini si avvicinano e si pungono, la luce provoca le ombre, ci vuole un equilibrio sovrumano per certi tipi di danze.

Il mio (insignificante) giudizio rimane convinto: sei una poetessa. Una che sa giocare con le parole. Una che riesce a dare del tu ai sentimenti.

Recensore Master
02/01/23, ore 09:23

Molto carina e densa di significato anche la variante inglese. Nonostante ciò ho preferito la traduzione italiana, forse semplicemente perché più nostrana. Meno fredda alla mia mente.
Questa qui, però, a tratti più spontanea, mi ha aiutato a capire certi punti che tendevo a interpretare in maniera ingarbugliata nella versione italiana, come "Se sono un'amica / Di colpo è una sorella".

Recensore Master
02/01/23, ore 09:22

Sin da adolescente mi ha sempre affascinato il concetto - astratto ma non troppo - della donna. La donna che "oltre alle gambe c'è di più". Quella che si impadronisce della mente e ne tira fuori il meglio: la musa, la donna angelo. Quella che riesce a pensare senza restrizioni e scrive la storia.
È un concetto che trovo sempre più vicino all'estinzione, minato ultimamente dai social, che hanno determinato il proliferare di twittine e fotocopiate #DolcezzaDiInsta.
Ho cercato più volte di affrontare poeticamente il problema senza riuscirci.
Geniale, qui, l'approccio in termini di confronto, reso ulteriormente vivido dall'uso della prima persona femminile. Solo una poetessa poteva essere in grado di farlo.

La forma è come sempre piena di fascino, con rime mai banali, spesso inaspettate e fonte di costruttivi sorrisi. Impreziosite dalla presenza di versi non rimati.
Con improvvise folate determinate da alcuni scostamenti metrici rispetto alla monotonia delle cantilene.
Bella bella bella.

Recensore Master
08/12/22, ore 07:53

Sempre molto ben costruiti i versi, che sempre ammiro e in qualche misura invidio.
La vita, la realtà, devono essere interpretate per poter essere acquisite, come le parole di una poesia.
Con intensa originalità e cerebralità riesci a fare una sinfonia di quella che potrebbe sembrare una cacofonia. I tasti di una tastiera diventano i tasti di un pianoforte.
Le ore del giorno, i giorni della settimana, le stagioni dell'anno diventano passi di danza elegante, che volteggia lieve fra lordure e sozzure.

Lasciano sempre il segno le tue poesie. Forse per quel pizzico di mistero che sempre le circonda. Forse per quella voglia insoddisfatta che mettono di riuscire a imitarle.

Recensore Master
07/12/22, ore 07:30

Credo di capire cos’è che mi affascina delle tue poesie, a parte le rime: la capacità di stemperare sentimenti e passioni con un ingente lavorio di mente.
Al contrario dell’ermetismo, la poesia è ingentilita dalla metrica - pur mescolando il numero di sillabe per verso - e dalle rime. E poi piace quell’atteggiamento benevolmente sarcastico verso se stessi. Ma l’impegno che richiedi al lettore rimane comunque alto.
Come l’ermetismo, la tua poesia fa un grande uso di simboli che rendono a volte difficile la comprensione.
E pretende che il lettore sappia tutto della tua vita se vuole capire.

Qui mi arrabbio con me stesso, perchè non riesco ad essere certo dell’interpretazione, ed il discorso del relativismo (ognuno dà il significato che vuole) a me va bene fino a un certo punto: il poeta deve trasmettere qualcosa al lettore, non deve limitarsi a scrivere filastrocche che hanno senso solo per lui stesso!
Leggo e rileggo, ma ho come un tappo alla capacità di lasciare commenti.
Ho una mia interpretazione ma non te la dico, come tu non mi hai detto quella di "Gemelli con il cuore spezzato".

È probabile che quel "tu" si riferisca sempre a chi scrive. È probabile che si parli di una brutta disillusione. Ma sono stanco di scervellarmi e giro pagina.

Recensore Master
07/12/22, ore 07:06

Mi sorprende che una come te, che dimostra una grande facoltà di catalogare e raccogliere pensieri e scritture della propria vita, non rispetti la sequenzialità ogni volta che viene presentata una poesia in inglese. Forse per addolcire la pillola al lettore?
Perché pensi che alla difficoltà di capire una poesia in italiano si aggiunga quella della lingua inglese?
In effetti ho letto messaggi discordanti dalla versione italiana e mi si sono confuse le idee.

Recensore Master
03/12/22, ore 08:37
Cap. 6:

Il tuo stile è oramai inconfondibile, come una filigrana che, letta in trasparenza, impreziosisce la poesia. È tutto un gioco, sottile e continuo, di rime e di metriche.

Il contenuto qui è profondo. È il sentirsi soli, abbandonati, incompresi, che agevola il volare del tempo.
Il disagio di trovarsi circondati da altrui parole non volute e proprie parole non capite.
Il barcamenarsi fra attese insoddisfatte, assimilate alle attese delle auto impolverate.
È la monotonia di un sole che sorge sempre uguale a sgretolare il tempo.
Buio e silenzio sono gli ingredienti principali anche stavolta.
E l'amore, blanda medicina "tra il nulla che ho intorno", "dal vuoto non distoglie". Fugace e fragile.
Complimenti sempre.

Recensore Master
03/12/22, ore 08:35

Lettura godibilissima, pur nella profonda malinconia, nella nostalgia insanabile del contenuto.
Sarà per la grande musicalità, fatta di rime a volte importanti, a volte mancate. Anche se la canzone è sempre la stessa, "solo una tra mille".
Sarà per quel movimento circolare e ricorrente dei versi, dove si ripetono "nota dopo nota", "cupe notti", "canzone". Esattamente come fa la mente, che sempre ritorna sugli stessi pensieri, o la lingua, che sempre batte dove il dente duole.
Sarà per quel climax opprimente di buio e quell'anelito di luce, che fa sembrare le case degli altri piene di luce e di felicità.
Ma non sarà solo un effetto ottico?

Recensore Master
30/11/22, ore 07:24

Non coincide nè il contenuto nè la metrica, ed infatti si adatta magnificamente all'inglese. Ostenta una perfetta padronanza della lingua. Costituisce una gradevole esperienza di lettura completamente distinta dalla precedente. Ottimo lavoro!

Recensore Master
30/11/22, ore 07:17

Ho sempre una certa difficoltà, o timidezza, a commentare le poesie lunghe, perché difficili da acquisire nella loro completezza; sguscianti e sfuggenti.
Eppure ancora una volta devo ammettere che hai uno stile fortemente accattivante, adatto a trattare qualsiasi argomento, impreziosito da una fantasia fervida che vola sull'onda delle rime e delle assonanze. Quasi un gioco erotico, quest'amore che va e viene. Sospeso fra la vita e la morte.

Recensore Master
27/11/22, ore 08:11

Confermo tutto quello che ho scritto a proposito della prima poesia: stile adorabile, poesia godibile.
Forse questa è lievemente più prolissa, più ripetuta, più inconcludente. Forse semplicemente richiede più impegnovda parte del lettore nel decodificare i versi.
C'è il rischio che continuando di questo passo, senza sempre nuovi stimoli, la raccolta finisca per venire a noia. Ma siamo ancora lontani da quel momento.
Un abbraccio.

Recensore Master
27/11/22, ore 08:05

Adoro il tuo stile, che definirei rime in disordine, alle quali si aggiunge la brevità dei versi che fanno batteria, senza la monotonia della metrica. O se vogliamo con una metrica curatissima, con un sapiente mix di senari, settenari e oltre.
Rime mancate, assonanze, figure retoriche, tutto contribuisce a creare una gradevole poesia danzante, come le canzoni che vanno di moda oggi.

È un'altalena fra giorni e notti, vaga come un sogno, genuina come un'ispirazione.
Cosa rimane a fine lettura? Lo stesso godimento che rimane dopo aver contemplato un bel quadro. Perché è già un godimento leggere quello che qualcuno ha scritto godendo, per ammazzare l'avvelenamento quotidiano .

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