Recensioni per
Storie di Veglia
di Dira_

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
08/12/22, ore 20:34

Bellissima anche questa e complimenti per il premio!

Da emiliana la descrizione della stazione e della città avvolta nella nebbia mi ha fatta sentire molto a casa, l'unica differenza è negli articoli davanti ai nomi maschili e il risotto alla fiera di paese :P noi preferiamo i tortellini
Però l'atmosfera perfetta, da leggere sotto la coperta e con le luci tutte accese...

Recensore Junior
08/12/22, ore 13:56

E con questo aggiornamento Racconti di Veglia vola dritto tra le storie preferite!
Sul serio, sei riuscita a farmi provare quel senso di struggimento, alienazione, malinconia e segreto affetto che i paesi e le campagne Lombarde al di fuori di Milano mi hanno sempre comunicato.
Questo non era scontato, perchè secondo me è più facile descrivere l’atmosfera magica di quei posti in Italia che sono già di per se’ folkloristici, spesso lasciati essere tale anche per scopi turistici, che non di quei posti e quelle regioni in Italia che tutto ciò che avevano di magico, naturale o colorato s l’hanno soffocato o stanno provando a soffocarlo da decenni. In che non vuol dire che il folklore non ci sia più: anche la battaglia tra un’anonimo e asettico fumo industriale e un’altrettanto grigia ma più eterea nebbia di palude, che avvolge l’intera zona da ottobre a gennaio rendendo impossibile distinguere i contorni delle case, dei paesi, portando con se’ un’impalpabile e invincibile malinconia e facendo sfumare il confine tra ciò e che è vero, è una forma stessa di atmosfera folkloristica. Più triste, più ambigua, più struggente di quella tipico di altre zone italiane, ma chi dice che non c’è nulla di creepy nella Monza-Brianza moderna non ci ha mai vissuto in autunno e soprattutto in inverno, punto.
È un’atmosfera magica meno intensa e soprattutto diversa da quello dell’Appennino, meno evidente e caratteristica, ma in un certo senso più nostalgica e spettrale, perchè non è data dal verde profondo e rigoglioso dei boschi, ma dal grigio impalpabile e malinconico della nebbia invernale e autunnale. È una giostra che ho visto una volta a Monza che girava e girava e girava senza bambini sopra in un parco desolato di un’autunno uggioso, sono i cimiteri in luoghi sperduti, avvolti da una nebbia quasi gotica per sei mesi l’anno, è la tradizione (ormai credo perduta, ma mia nonna ha fatto in tempo a viverla) di vestire ogni anno il 13 dicembre una bambina del paese di bianco e farle interpretare la Santa a cui i fratelli strapparono gli occhi.
Tutto l’aspetto creepy e spettrale sta lì alla fine, in quella nebbia che, appena esci dai rassicuranti confini di Milano-città, sembra salire dalle campagne per avvolgere le strade, e sembra intimarti di andare piano, non importa quanto la strada sia sicura e quanto tu creda di sapere tutto, perchè ormai non è più estate, e tra il giorno dei Morti e l’Epifania devi convivere con questa nebbia dal sapore di fantasma ti impedisce di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è antico e pericoloso da ciò che è nuovo sgargiante.
Scusa se sto divagando, ma sto cercando di racchiudere in questa recensione tutte quelle sensazioni e quei ricordi che la tua breve storia mi ha risvegliato, pur senza nominarle direttamente. Leggere le tue storie sul folklore dell’Appenino toscano è per me come essere accompagnati ad esplorare un posto bellissimo che prima si conosceva solo superficialmente, da chi invece di quel posto conosce ogni emozione ed ogni segreto. Leggere questa storia invece è stato come venir trasportati in un ambiente e un’atmosfera che magari si detesta un po’, ma a cui si vuol bene come si vuol bene solo alle cose particolarmente famigliari, legate ai ricordi d’infanzia. Le cose a cui si vuol bene controvoglia, con un po’ di rancore, ma fedelmente e intensamente. 

Quegli articoli davanti ai nomi propri, quei treni in quelle stazioni anonime avvolte dal grigiore, e sotto le banchine deserte e fredde lo spauracchio di quei tossici senza casa che nessuno conosce ma tutti imparano a temere, quel senso di vuoto malinconico spezzato solo dal chiasso, dalle risate e dai litigi dei ragazzini pre-adolescenti che si muovono in piccole bande...

Gli ultimi avanzi della fiera di paese, in cui *il* Ricky ha mangiato il risotto, svaniscono nel buio ed è già notte fonda poco dopo le undici. Le strade sono immerse in un silenzio antico e innaturale, qualcosa di profondo che non può essere spezzato dal rumore lontano e moderno della musica di un locale, che suona chissà per chi e chissà per quanto, per un mondo completamente diverso da quello per cui è stata bruciata la giöbia. 
Il fumo del falò che svanisce nell’aria dopo aver bruciato il fantoccio *sbagliato*, perchè nessuno si ricorda più cosa si debba bruciare esattamente, e la strega vera che i nonni dicono bisognava bruciare che invece è viva e vegeta, solo che nessuno la ricorda, anche se qualcuno può sentirne la presenza come si sentono sulla pelle i brividi che preannunciano l’arrivo di cose sgradevoli; ma nessuno la vede, perchè si mimetizza nella nebbia e nel buio che avvolgono la sera di un paesino di provincia, e insegue i bambini per mangiarli, prima di venir sconfitto da un mondanissimo set di accendino+lacca per capelli abbandonati nella borsa di una madre distratta e indaffarata, e usati all’occorrenza da una ragazzina coraggiosa e intraprendente. Una ragazzina che appena sconfitta la strega è già tornata ad essere scettica sul fatto che la leggenda sia realmente vera, o che quello che ha sentito e visto sia stato reale, e non un’autosuggestione...eppure probabilmente da questo momento si porterà sempre dietro un’accendino e una pacca per capelli, perchè “non si sa mai”.
(Recensione modificata il 08/12/2022 - 01:57 pm)
Spero che continuerai e approfondirai le storie di anche questi personaggi, perchè amo i personaggi del ciclo toscano di Malacena e spero di leggere la fine della Selva Oscura ed eventuali sequel, ma ora vorrei anche saperne di più su Chiara e i suoi amici. Complimenti e spero che questa raccolta di storia sul folklore magico italiano diventerà un giorno un progetto più ampio conosciuto anche fuori da efp, perchè nasce da un’idea interessante e originale che tu sai sviluppare al meglio.
(Recensione modificata il 08/12/2022 - 02:02 pm)