Recensioni per
Cianotipia
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/03/23, ore 22:43

Di solito quando leggo poesia non ci capisco nulla e, soprattutto, non mi trasmette nulla proprio perché mi rimane molto lontana, impenetrabile. Nemmeno delle tue poesie ci capisco molto, ma mi trasmettono moltissimo. Sento questa paura e l’amore che trasmetti attraverso immagini bellissime, sento anche questo bisogno, questa richiesta?, di conforto che viene spesso relegato in immagini di te bambina, come se volere un abbraccio, voler essere consolati sia qualcosa che ci si può permettere solo da piccoli e da adulti no. Adoro come descrivi questi corpi, sia il proprio che quello della persona che si ama. Penso la mia poesia preferita sia la terza, palmi e pelli e vuoti. I versi, invece, che più mi hanno colpito sono stati qui due: ‘gioco a essere chi non sono / (è la mia versione più sincera)’, forse perché invece di una menzogna, una farsa, ci ho visto invece un senso di liberazione, se si gioca fuori dalle regole che ci si impone, fuori dagli schemi, da ciò che ci aspettiamo da noi stessi, allora probabilmente ‘ci liberiamo’, nel senso di esprimiamo liberamente e quindi sì, in realtà si può essere molto più veri del solito. Quindi sì, ci sento amarezza, rimpianto, dolore, sofferenza per colpa di chi ha detto che ci sarebbe stato ma mentiva, paura per amare senza sapere cosa poi sarà di questo amore. Ma a prescindere da cosa ci vedo, a prescindere da tutto quello che so di non aver capito, colto. A prescindere da tutto questo, il motivo per cui ho amato queste poesie è perché oltre a tutte queste emozioni me ne hanno trasmesse una potentissima sopra a tutte: l’amore per le parole. Perché ci giochi così bene con la lingua italiana e le sue parole, che leggerti è come ricordarmi perché amo leggere, quanto è bello leggere. Hai presente quando leggi uno di quegli autori che ami e sfogliando le pagine ti viene da dire guarda quanto è bella la lingua italiana quando la usano loro, guarda come ci giocano bene, come diventa potente e splendente? Ecco, leggendo queste poesie, io uguale, mi sono reinnamorata delle parole, della lettura, della scrittura. Perché anche se non capisco la poesia e nemmeno le tue poesie, comunque ci ho visto un’immensa bellezza e per questo ti ringrazio e ti faccio i complimenti. Mi ci è voluto un po’ per mettere insieme questo commento e spero di essere stata comprensibile, ma non ne sono molto sicura. In ogni caso: bellissime e luminose e potenti le tue poesie.

Recensore Master
06/03/23, ore 17:20

Ho respirato Milano e le sue notti che non si fermano davanti a niente, neanche di fronte al freddo che non è più quello di una volta, fatto di umido e nebbia.
E ho visto quella magnolia in fiore che sboccia in giardini che rimangono nascosti ai più, o in giardini striminziti a bordo strada. La primavera arriva sempre e ti regala promesse e attese che seccheranno al primo vero caldo.
Come ogni volta anche in noi esplode la primavera, ma spesso i suoi venticelli si fanno grevi nella bonaccia d'agosto. E poi si ricomincia.
Questa poesia mi ha riportato alla mente I Limoni di Montale. Forse l'ho già detto che Montale è il mio poeta preferito.
Ho visto un'assonanza tra il giallo dei Limoni e il bianco dei fiori primaverili, quando all'improvviso siamo sul punto di cogliere l'essenza della vita, che poi, inevitabilmente ci sfugge di mano.

Recensore Master
06/03/23, ore 08:01

Poesia complicata da "sentire".
Come se le parole fossero effettivamente evaporate nell'aria e non restassero che lontani ricordi di primavere, oramai senza la luce del giorno o inquinate da luci artificiali ed emozioni sintetiche. Una vita artefatta, falsa ("gioco a essere ciò che non sono": bello), urbana, tanto social.
Una vita che ci facciamo piacere così com'è, perché "i boccioli di petali bianchi" continuano ad esserci, anche se hanno perso la diversità della realtà.
Una vita per forza di inerzia, preludio - a mio avviso - di un risveglio vicino, di un qualcosa di più intenso di una normale primavera.
Non capisco, per quanto possa scervellarmi, quelle stufe "che giocano coi confini", quasi in equilibrio precario fra interiorità ed esteriorità.
Decisamente una poesia complicata.