Parecchio inquietante questa storia. Da un lato abbiamo la siccità, un problema serio e purtroppo attuale che potrebbe causare più danni di quanto si potrebbe pensare. E dall'altro lato abbiamo gli uccelli. Dei simpatici, innocui volatili, giusto? E invece no! Perchè questi qui sono parenti stretti degli uccelli di Hitchcock. Invece di starsene tranquilli a svolazzare avanti e indietro e scagazzare sulle auto, questi uccelli cercano un rimedio alla mancanza di cibo dovuta alla siccità. E lo trovano, in un modo che qui viene solo suggerito ma che risulta estremamente inquietante. Che dire, speriamo che uno scenario così non capiti mai per davvero. Detto ciò, ti faccio i miei complimenti per questo piccolo gioiellino horror che hai scritto.

Alla prossima!

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Ciao^^
da Hitchcock in poi, una compagine silente di uccelli si è trasformata nel simbolo stesso dell'inquietudine.
Bellissima la descrizione del contesto: i campi aridi, le colture distrutte, i contadini alla disperazione. E in tutto questo, gli uccelli. Gli aironi, le cornacchie. Uccelli che siamo abituati a vedere tutti i giorni, o perlomeno io che vivo in campagna, ma che in questo caso diventano sinistri, inquietanti. Apparentemente indifferenti, ma in attesa di qualcosa che alla fine si andranno a prendere, se non arriverà da solo.
A questa compagine silenziosa fa da contrappunto la disperazione prometeica dei contadini, che maledicono dio mentre guardano le colture andare in malora.
Il finale è veramente angosciante: l'acqua "rubata", gli uccelli che finalmente abbandonano la loro immobilità carica di tensione per diventare delle armi, dei predatori che attaccano per ottenere ciò che vogliono.
La frase di chiusura, con l'avanzare grave degli ibis sacri, riporta l'immobilità dopo la scena caotica dell'attacco.
Una storia breve e bellissima, molto incisiva. Complimenti!

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Ciao. Qui ci sono due fra le cose che mi inquietano di più al mondo: gli uccelli e i campi, ho proprio il terrore degli uccelli e di qualsiasi cosa possa tagliare, il solo pensiero di un becco che mi fora la guancia mi fa rabbrividire. Peraltro è una storia molto attuale, perché in questo periodo si parla tanto di siccità. Mamma mia, l'ultima parte è raccapricciante, complimenti!

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