Recensioni per
Il Sapore dell'Attesa
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/07/23, ore 16:34

Ciao cara
Leggendo questa tua poesia, ho ripensato un po all atmosfera leopardiana del " Il sabato del villaggio' La brama ed il desiderio di attendere qualcosa che si vuole per poi accorgersi che in realtà questo delude le nostre aspettative o e' il ripetersi di fatti o cose che tornano sempre uguali...Stupenda
V

Recensore Master
03/06/23, ore 15:44

Ciao Fenice. L'attesa è protagonista di questo tuo scritto, un'altra tematica affascinante. L'attesa per quanto mi riguarda fa percepire al meglio il risultato finale se si avvera quello che desideravamo. Ma a volte è bella proprio l'attesa stessa dove nel periodo di tempo che ci divide da quello che speriamo si avveri si può vivere immersi nel sognare. Ci vuole però pazienza e non tutti la hanno. Per come sono io riesco ad assaporare questi momenti sperando in un esito positivo. Molto adatte le citazioni scelte dove mi è piaciuta in modo particolare la seconda. Suggestiva l'immagine scelta, siamo in balia del tempo dove oltre a quello che scorre c'è il tempo interiore delle nostre emozioni. Mi sono poi immersa nelle tue delicate parole e apprezzo che ogni volta stimoli la riflessione. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 03/06/2023 - 03:49 pm)

Recensore Veterano
02/06/23, ore 19:53

Ciao Elena, come stai?
Chiedo scusa per i ritardi mostruosi con cui mi profilo nei tuoi scritti, in questi ultimi mesi sto avendo parecchie cose da fare. Difficile fare una recensione più articolata e completa di coloro che mi hanno preceduta, ma ci tenevo a dirti la mia, in quanto mi è piaciuta moltissimo questa poesia e mi ci sono rispecchiata molto.
È verissimo quello che hai scritto: l'attesa, a cui mi piace associare l'immagine di un'apnea, di un qualcosa in bilico tra desiderio e realtà, ci elargisce un senso di profonda sospensione emotiva, che riempiamo di proiezioni interne, aspettative e velleità personali. È quell'attimo di eterna suggestione che si insinua tra i meandri del cuore, in cui si sgroviglia tutto quel che ci ronza nella mente, tra cui il piacere struggente di ottenere, al termine di questo lasso di tempo, l'oggetto stesso del nostro desiderio. È un momento di ripiegamento interiore che accende l'anima e stimola i nostri sensi e nella sua più o meno breve durata è essa stessa fonte di energia che vivifica.
Non so se sono riuscita a spiegare bene quello che intendevo dire, tuttavia sono certa del fatto che con i tuoi versi tu sia riuscita ad omaggiare la magia dell'attesa, intessendo un componimento di una profondità e di una sensibilità che assai raramente ho trovato in altri scritti nella sezione "poesia" e di questo ti faccio i miei più sentiti complimenti. Ci tenevo a complimentarmi con te anche per lo stile espressivo ed espositivo che hai utilizzato: l'ho trovato per così dire magico, molto delicato, sfuggente come una carezza tra capo e collo, capace di evocare forti sensazioni. Mi ha ricordato un'altra tua poesia, quella intitolata "i Pattinatori", tuttavia in questo scritto ho avvertito ancora di più questa intensa impronta stilistica.
Spero di rileggerti presto!

Recensore Master
31/05/23, ore 02:02

Cara Fenice,
Mai l' azione e il sentimento dell' attendere potranno farsi matrice di "polvere dispersa nel/al soffio del vento"! Mai, perché all' attesa sempre si accompagna la trasformazione, col suo costante lavorio, plasmante alla radice il cuore della creatura umana.
E' bello trovare questo concetto tra queste tue intense righe. Anche quel tuo "talvolta" finale è importante, perché l' attendere non è sinonimo di conseguire.
Un "non conseguimento" che avrebbe, indubbiamente, un "sapore" alquanto amaro...
Esistono però amaritudini ancora più grandi! Quelle che potremmo incontrare intrattenendoci con l' attesa degli attimi più "sovrastanti" della nostra esistenza. Attese terribili, che preferiremmo non incrociare mai, ma dalle quali difficilmente ci è dato di affrancarci. Amaritudini grandi, però forse non le maggiori...
L' attesa della realizzazione dei nostri aneliti più intimi, incondizionata anche al cospetto dei cancelli chiusi di questo mondo e del nostro tempo, che, fin troppo spesso, considerano mera utopia ciò che per il cuore umano è realtà e vita. Attese, alle volte, boicottate anche dallo stesso "cielo".
Hai scelto, giustamente, di dedicare questo tuo scritto alla tipologia d' attesa meno lacerante, rappresentandone efficacemente la natura e hai ragione: "viviamo l' attesa".
La viviamo e riviviamo, perché "ciò che conta è avere sempre qualcosa da attendere".
Un caro saluto

Recensore Junior
30/05/23, ore 12:41

Carissima Elena,
mi fa piacere leggere un tuo nuovo componimento.
Il tema dell'attesa è sempre affascinante, in quanto possiamo interpretarlo in due modi diversi: il primo, porta con sé un desiderio crescente e non vediamo l'ora che ciò che attendiamo si realizzi, il secondo invece ci dilania quasi l'anima e l'attesa diventa in questo caso ci sta sempre più stretta.
A me piace il primo modo e noto con piacere che anche i tuoi versi si sposano con questa concezione.
Quando finalmente abbiamo tra le mani ciò che desideriamo, ci dimentichiamo totalmente di tutta quell'attesa che forse un po' ci logorava.
Complimenti come sempre!
Un abbraccio affettuoso e a presto!

Celeste

Recensore Master
30/05/23, ore 08:22

Riesci quasi a convincermi con i tuoi versi suadenti, come pennellate sapienti accostate in un quadro dal tratto spesso: variopinte, di lunghezza e inclinazione a contrasto.
Ma stavolta rimango sulle mie.
No, non voglio lasciarmi irretire dall'inganno del tempo. Il tempo non è una dimensione congeniale alla nostra anima.
L'attesa distrae e ci fa sprecare l'istante presente. L'attesa genera ansie e insicurezze. Genera false aspettative e delusioni. Non aiuta a raggiungere traguardi.
Credo che sia un limite mio: non ho ancora raggiunto quella serenità tale che "si scherza con il Tempo sorridendo,
sperando di ingannarlo".
Sta scritto, è vero, che "l'attesa del piacere è essa stessa il piacere". È un'arte sottile e difficile da mettere in pratica e che comporta il saper centellinare ed apprezzare, in tutta la sua pienezza, il momento presente.
Ma un insegnamento me l'hai dato anche stavolta: l'attesa è uno splendido gesto d'amore.
Un abbraccio.

Recensore Master
29/05/23, ore 03:13

Questo componimento mi ha fatto pensare a “Il sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi dove il poeta afferma che il giorno più bello non è la domenica, ma il sabato, perché l’attesa porta con sé la speranza mentre l’oggetto sperato rappresenta spesso una delusione ed è caratterizzato dalla paura di perderlo.
L’attesa rende più vivi e attivi, a patto che non si trasformi in un’attesa perpetua e abulica, in un “Aspettando Godot”.

Recensore Master
28/05/23, ore 07:55

Buongiorno
O, meglio, viviamo di attese... Perché non sappiamo goderci il presente e litighiamo con il passato.
Poesia molto sentita come sempre. Buona domenica!