Recensioni per
Amélie et sa lettre
di miss dark

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
10/02/11, ore 19:31

Innanzitutto, volevo ringraziarti per avermi dato la possibilità di leggere questa piccola perla, che ho inserito sedutastante tra le ricordate. Vedere raccontare in maniera "innocente" gli orrori delle deportazioni da una bambina inconsapevole è qualcosa che ti fa sciogliere il cuore: la lettera alla sua maestra, dove le scrive che grazie a lei ha imparato a conoscere il mondo, è stata un'ottima idea. Sicuramente, la scena che mi ha colpito di più è stato l'ultimo saluto: quando le loro mani si toccano per quel breve istante è di una delicatezza unica. E l'ultimo sorriso della maestra (merito, tra l'altro di Amèlie)è veramente straziante, ma credo che, in un certo senso, sia quello a darle la forza per affrontare quell'inferno.
Una storia che fa commuovere.
Una storia vera, bruciante.
Una storia che fa male, perchè rievoca la cattiveria dell'uomo. E sottolinea la dolcezza di una bambina che ammira la sua maestra.

Recensore Junior
02/11/09, ore 20:38

Bellissima, non ho parole. La lettera sembra così vera! Nel complesso fa venire i brividi.

Recensore Master
19/10/09, ore 01:32

Sono quasi senza parole.
Una lettera ingenua, disarmante e angosciosa allo stesso tempo. E quella frase finale mi ha fatto venire i brividi, perchè non c'è nulla d'infantile in quella frase, anzi è forse quella più tragica. Complimenti.

Recensore Veterano
09/10/09, ore 23:14

Ecco la ritardataria; che, appena ha letto il titolo di questa storia, s'è lasciata uscire un esasperato "No, ancora Amélie...!", e invece poi ha dovuto ricredersi, perché questa Amélie è diversa da quelle di cui si legge ormai tantissimo. E parla una che non ha visto "Il meraviglioso mondo di Amélie".
La Amélie di questa storia, ne sono sicura, è stata disegnata guardando la figura che è stata per tanto tempo la tua immagine di msn, della bambina con le fragole sulle dita e l'espressione stupita, con la bocca a O, come spesso hanno i bambini.
Sarò sincera: l'unica cosa che mi piace di questa storia è come hai dipinto l'innocenza. L'empatia che fai confluire in questo personaggio è così forte nel suo essere tenera da essere tangibile, ed è assolutamente conforme alla tua anima di scrittrice, quella di una piccola dolce miss che immaginavo come una ballerina dalle scarpette nere, se ti ricordi, come ti dissi nelle nostre prime e-mail.
A parte questo fatto, devo dirti, non mi è piaciuta granché. Non è che abbia qualcosa di male, anzi, mi sembra scritta bene e le immagini, se osservate con cura, sono anche molto carine; ma non mi è rimasta particolarmente impressa dopo la prima lettura, risalente a un paio di giorni fa, e non mi ha colpita più di tanto. Uno di quei casi in cui la forma mi soddisfa, ma il contenuto non mi dà molto. L'unico appunto oggettivo che posso farti è che, a dispetto di quanto hai specificato nelle note, non ci sono particolari errori grammaticali (a dire la verità non ne ho trovato nessuno, ma forse è a me che è sfuggito) nelle parole di Amélie: soltanto qualche parola volutamente infantile, ma volendo avresti potuto giocarci un po' di più, mentre la lettera è scritta fin troppo bene per una bambina presumibilmente piccina...

Recensore Master
06/10/09, ore 22:17

Nel mio cuore hai vinto tu, ragazzina meravigliosa. Ciò che hai scritto va in alto, dove non contano più gli errori degli uomini. Ele....ho i brividi. Nel vero senso della parola. Capisci? Dagli occhi alle ossa. Brividi veri. Sei grande, ragazzina. E quegli occhi sono i tuoi. E tu...tu sei grande, ragazzina.

Recensore Master
26/09/09, ore 15:51

Davvero stupendo.
Solo questo.
Spero che basti, perchè non so che dire, a parte che mi hai cosparso di brividi.
Baci,
Guren

Recensore Veterano
25/09/09, ore 21:44

Davvero davvero bella. Semplice, senza fronzoli, così innocente e limpida da sembrare vera. Complimenti, Ele, mi è piaciuta moltissimo.

Recensore Junior
21/09/09, ore 16:31

E io che credevo di non ricordare bene...perché non ci dovrebbe essere romanticismo in questo? Boh, forse sono io che penso al romanticismo ancora nei termini ottocenteschi...comunque, con la lettera tutto è diverso, tutto assume un altro significato. Forse era per questo anche che la memoria vacillava: la lettera era presente anche nella versione che hai dato a me, ma era solo un pezzo di carta che una bambina stava dando a una signora in partenza su un treno diretto ai lager...un elemento non importante ai fini della storia...invece così c'è dell'altro. C'è tutta la denuncia, diretta a chi ha agito e a chi ha lasciato agire...e c'è anche la vera disperazione (il vero romanticismo) quello che lega due persone anche e soprattutto in un momento del genere. La bambina pianse non sapendo bene il motivo! Anche questo è romanticismo, il farsi trasportare dalle emozioni, il capire tutto anche se non si è capito nulla...forse non è come il ragazzo che saluta col fazzoletto la ragazza in lacrime, "ma intanto questo è il tuo", qualcosa per cui vale la pena lottare, e non un amore ragazzino, di cui ormai tutti sappiamo abusare...ma forse son io che sono di parte!

Recensore Veterano
18/09/09, ore 23:16

Ho trovato la tua storia veramente toccante e coraggiosa, perché non è mai facile affrontare il tema che tu affronti. Ho trovato azzeccata l'idea di svelare poco a poco, seppur tramite gli occhi ignari di Amélie che non comprende dove sia diretto questo treno (bellissimo il finale, quel Spero che lei si diverta in vacanza, signora maestra, che crea un effetto di straniamento e un'immedisimazione ancora più forte nella bambina che pensa, innocentemente che la maestra stia andando in vacanza e non già in un luogo da cui non tornerà mai più e dove esiste solo il dolore e l'umiliazione, la disumanizzazione e non già il divertimento di una vacanza spensierata), dove e quando si svolga la one-shot.
Anche l'idea di mostrare il tutto dal punto di vista di Amélie è interessante vuoi per il contrasto tra la lettera ed i pensieri della bambina, che comunque nota che la maestra è triste e piange senza sapere il perché, e quello che sta accadendo, vuoi per il realismo con cui è mostrata la mente di una bambina e tramite essa un momento così nero della storia dell'umanità...
Veramente complimenti!

Recensore Veterano
16/09/09, ore 19:28

Credo di essere commossa.
La tua era la storia che più mi premeva leggere del contest a cui ha partecipato, perché la mia è stata scritta subito dopo aver letto "Se questo è un uomo", che mi ha molto colpita.
Avevo un po' di paura, onestamente: temevo che un tema simile fosse troppo pesante per una storia che non fosse "seria", ovvero "da pubblicazione". Stupidamente pensavo che solo persone che scrivono per lavoro avessero il diritto e l'abilità di parlare di tanto dolore - o, come Levi, solo persone che l'avevano provato sulla loro pelle.
Invece in questa storia non ho trovato una virgola fuori posto: la dolcezza di Amèlie, la sua ingenuità, l'orrore che la circonda e che la sfiora solo marginalmente - perché non lo capisce, non può capirlo, forse è incomprensibile - la stazione e il fumo e la disperazione, che si intrecciano con i toni gioiosi della lettera... tutto estremamente delicato eppure forte, quasi straziante.
Una storia breve ma meravigliosa, che non ha infangato la memoria di nessuno, ma aperto un'altra piccola e angosciosa finestra su un orrore universale.
Mi è piaciuta davvero molto. Ti faccio i miei più sentiti complimenti.

Recensore Master
16/09/09, ore 19:00

oddio, quando ho capito a che genere di treno si riferiva mi è preso un colpo. è una storia bellissima, molto intensa. mostra l'innocenza di una bambina che vive ancora di sogni e non immagina quanto il mondo possa essere atroce. complimentissimi!

Recensore Veterano
16/09/09, ore 18:07

Questa storia è davvero tremenda. Sembra tanto dolce e innocua e poi si trasforma in qualcosa di terribile. Ho capito di che treno si trattava qualche frase prima della parola "tedeschi", ma è stato tremendo lo stesso.
Mi piace molto il tuo stile, così accurato e premuroso nella voce narrante e così innocente nella lettera della bambina. Che tra parentesi mi ricorda anche la Amélie di un certo film, e questo non può che farmela piacere ancora di più.
Una storia breve, ma intensa come poche sanno essere. I miei complimenti.