Bilbo caro, proprio non riesci a fare a meno delle tue amate rime, le quali sono divenute, nel tempo, alla stregua di amiche, compagne con cui parlare e, perché no, persino ragionare e disquisire.
Le usi per giocare ma, ugualmente, le utilizzi per mandare dei messaggi, forse neanche troppo subliminali. Le parole vanno non solo lette, bensì assimilate, e di conseguenza interpretate e, allora, solo allora, ogni singola rima concertata, ogni perfetta assonanza ricercata, che può farci sorridere sul momento per l’ immediatezza con cui ci arriva, si riveste di significati altri che potrebbero essere interessanti da approfondire, forse proprio rivolgendoli a noi stessi.
Devo ammettere che i tuoi versi, con quelle rime così azzeccate, puntuali, sono insieme una scoperta e una sorpresa: talvolta infatti sono in grado di mettere in luce la nostra imperfezione, che poi è ciò che fa di noi quello che siamo e, parimenti, ciò che spesso cerchiamo di occultare agli altri per timore di scoprirci troppo, ma della quale non dovremmo farci un eccessivo cruccio, quanto invece dovremmo saperci convivere, facendo un passo per volta e giungendo, magari, persino all’obiettivo che ci siamo prefissati.
E ancora una volta, l’ultimo verso ci lascia intuire che il “dopo” che verrà non ti spaventa, poiché nel frattempo hai vissuto probabilmente come volevi, arricchendoti e arricchendo coloro che con te sono venuti in contatto.
Grazie per l’occasione di riflessione e un affettuoso saluto. |