Si respira in ogni verso un grande senso di meravigliata libertà.
Fanno capolino le rime e le assonanze interne, libere anch’esse dai rigidi schemi della metrica.
Ma grandiosamente musicali.
Esaltano l’immediatezza e la limitatezza del momento, prima del risveglio, prima dell’incenerimento.
Immersi in un panorama urbano indolente e quasi strafottente, nei corpi imperfetti, nella voglia di effimero.
Già, forse è quello che rende il sapore di libertà: la non voglia di eternità.
Bella bella! |