Un remake!
Decisamente più suggestivo del precedente, almeno secondo il mio parere.
Perché più semplice, senza voli pindarici.
Più adatto il periodo (“sotto il cielo di maggio”); più asciutto, rapido il finale; più grandioso l’inizio - ottonario classico.
Più chirurgica, precisa, la selezione dei dettagli.
Lieve e botticelliano.
Rimane quell'”olezzante”, un po' complicato in tutto il contesto, un po’ ripetuto nel vicino “profumi”. Anche se “rose e gelsomini” (non più mugherti) sono fondamentali a risvegliare l'idea di colore e profumo.
Bella l'idea del remake. Le poesie sono una cosa viva, come chi le scrive. Vanno mantenute, adattate, riviste, come le release che contraddistinguono le creazioni della mente. Sì evolvono. |