Caro Gabriele,
spero sempre, ogni qualvolta pubblichi una poesia, di ritrovare in essa uno spiraglio di luce e di positività che mi permetta di compredere che tu stia meglio, ma questa volta, purtroppo ancora una volta, riscontro nelle tue parole la più piena disperazione per la situazione che stai vivendo e che ti toglie il respiro, non facendoti vivere i tuoi giorni nella serenità cui ognuno avrebbe diritto.
La tua poesia è un autentico grido di aiuto con il quale ti metti a nudo, manifestando la tua condizione di disagio dovuta al disturbo della personalità che ti è stato diagnosticato e che non ti lascia guardare al futuro in tranquillità, poiché senti l’oppressione che ti divora dentro e che chi ti è vicino, forse addirittura i tuoi famigliari, non comprende nella sua globalità, e tu di conseguenza ti senti sempre più solo ad affrontare questo mostro che ti dilania interiormente.
Persino il coltivare amicizie diventa una ulteriore complicazione, e così si scava un altro solco fra te e loro, facendoti avvertire ancora di più il baratro in cui senti di sprofondare.
Ma tu sei forte e nella penna hai la tua arma con la quale combattere questo stato di cose: non ti devi arrendere, anche se so che sia difficile e doloroso e tu sia tanto stanco, sia mentalmente sia forse anche fisicamente; dalla penna sgorgano parole forti con cui puoi tentare di alleggerire il tuo animo appesantito sfogandoti e non sentendoti più così messo all’angolo ai margini della vita.
Auspico che, quanto prima, tu possa rivedere cieli più sereni, ma nel frattempo fatti coraggio e dai battaglia, poiché quel mostro non può averla vinta e tu sei più forte di quanto immagini.
Spero di rileggerti la prossima volta con un briciolo di positività in più, segno che la battaglia magari continua ma tu stai avendo la meglio.
Un abbraccio e spero che il tuo percorso futuro sia costellato di piccoli sprazzi di serenità. |