Recensioni per
Tanuki
di OttoNoveTre

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/09/14, ore 15:25
Cap. 1:

Pur conoscendo i due caratteri di kotoba, non mi era nemmeno passata per l'anticamera del cervello l'idea che tu volessi andare a parare proprio lì. La personificazione delle parole presentata sotto forma di favola - quasi fosse un'avventura - è molto funzionale e molto particolare, proprio come il tanuki che ci accompagna dall'inizio alla fine. Ultimo ma non ultimo, ho davvero adorato il modo in cui hai ripreso e girato la frase iniziale trasformandola in quella finale.
Tanto di cappello!

Recensore Veterano
19/12/13, ore 22:51
Cap. 1:

Ciao.
Ho molto poco da dirti, dato che questa storia è pressoché perfetta -come grammatica, stile, ambientazione.
Beh, mi hai commossa, davvero.
Io non studio giapponese -un giorno mi piacerebbe senz'altro impararlo-, ma so che vuol dire confrontare la concezione di due lingue, rendersi conto che si tratta di due mondi differenti, che la parola è davvero portatrice del pensiero dell'uomo. Perché i Greci pensavano in modo quasi diametralmente opposto a noi, gli Inglesi hanno una diversa concezione del tempo e del mondo, i Giapponesi anche, i Russi sottintendono un sacco di cose e non sembrerebbero cortesi, i Romani erano molto rigidi e concepivano il mondo in linea temporale... e tutto ciò è davvero bello.
Ed è dolce ricordare la prima parola che si impara di una lingua -di un mondo. Per me in greco, che io ricordi, è stata neféle, o forse eleutherìa. E non avevano senso -anche solo a pensare al mio primo verbo, paraskeuàzo, mi viene da ridere! Poi vengono spiegate da (più o meno) studi, e si inizia a pensare anche in quei termini, ad analizzare meglio anche la propria lingua, a non capire come spiegare determinati concetti in italiano.
E checché se ne dica, questo arricchisce, aiuta il pensiero.
E ti fa innamorare di una cultura.
Quindi mi hai commossa, e spero che un giorno avrò per il greco e il mondo greco la stessa passione che tu hai per il Giappone, una passione veicolata e accresciuta dalla lingua.
Ho sempre voluto studiare molte lingue (giapponese, appunto, russo, ma non solo), quindi mi hanno chiesto spesso perché io non abbia scelto il linguistico. Non lo so, so solo che spero di riuscirci. Sarebbe un gran successo.
Quindi bravissima, mi hai commossa e mi sono immersa in questa bella favola.
Un bacio e a risentirci;
Lil

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 3.0" del gruppo Facebook HPeace&Love]

Nuovo recensore
30/06/12, ore 22:08
Cap. 1:

La MIA prima parola si chiamava kibõ.Avevo 7 anni e stavo leggendo la fusione jucleare su Focus(grazie papa)e trovai un fpglio scritto in giapponese,da una parte gli ideogrammi e dall'altra...la pronuncia?Insomma,le parole.Ho la passione del giapponese,del cinese,del russo e del tedesco.appena posso imparo grammatica e parole.Sembra assurdo:una ragazzina quattordicenne che non sa l'inglese studia da autodisatta lingue difficilissime.Ma tu all'università hai fatto solo giapponese?Io vorrei tanto studiare le lingue ma finché ci riesc9 da sola.... P.S:troppo forte il dialogo iniziale "Sake" " so cosa? ".

Recensore Master
16/06/12, ore 14:21
Cap. 1:

Oh mio dio, ma è carinissima! *va in un brodo di giuggiole*
Primo: ma che sei stata in Giappone per caso? Si sente che lo ami, e tanto anche.
Secondo: questa favola me ne ricorda altre, quelle della mia infanzia, in particolare Alice nel paese delle meraviglie... il procione mi fa tornare in mente il coniglio scorbutico, non mi ricordo mica come si chiama, però era adorabile, ne ero innamorata alla follia, sempre di fretta con quell'enorme orologio in mano.
Ma questa favola è fantastica... e, ti dirò, è anche la prima che leggo in questo fandom.
Ma come fai? C'è qualcosa di commovente in ciò che hai scritto... la meraviglia della crescita, delle parole, dell'evolversi delle parole, dell'ampliarsi del linguaggio, che sta a rappresentare una conoscenza non fine a se stessa ma, al contrario, finalizzata a ciò che tu definisci 'esprimere la propria meraviglia'.
E che simpatico il procione, ma questo l'ho già detto, vero? Mi ha fatto troppo sorridere quando si è irritato perché la bimba ha interrotto il suo té... e quando lo rincontra, dopo tutti quegli anni... che gioia, e che malinconia!
Non so spiegarti il perché di quest'ultima sensazione, le fiabe mi fanno sempre quest'effetto, mi fanno sentire nostalgica... sì, io sono quel genere di persona che rimpiange la propria infanzia. Crescere... non mi è mai andata giù 'sta cosa che tutti dobbiamo crescere per forza. *ammicca*.
Però che ci possiamo fare? E' la vita *modalità filosofa on*
E quindi, credo di non aver altro da dire, a parte... ne hai scritte altre? Se sì, le leggerei volentieri!

Recensore Master
16/06/12, ore 13:48
Cap. 1:

Avevo già letto questa storia, all'inizio, e già mi aveva commossa. C'è la bellezza di imparare non tanto una lingua, ma il mondo che si spalanca dietro quella lingua. Una rosa con un altro nome non avrebbe lo stesso soave profumo, perchè è anche il suono delle parole a definire l'oggetto chiamato. Come tutte quelle foglie che sono parole e fanno un albero.
E adesso che è passato tanto tempo, le maniche dei nostri kimoni si sono sfiorate ancora e il Giappone ce l'hai dietro l'angolo, mi commuovo ancora di più.
E pensa che questo è solo un albero, ma puoi sempre fare un bosco.

Recensore Veterano
12/12/09, ore 22:11
Cap. 1:

Posso dire che leggendo questa storia mi sono commossa?
E' stata una specie di mescolanza tra Banana Yoshimoto e... XXXHolic, delle Clamp. Qualcuno potrebbe linciarmi per aver affiancato le due cose, ma è precisamente la sensazione che mi ha dato.
Se non studiassi giapponese da due anni mi sarebbe sembrata solo una bella storia. Ma, dal momento che un po' credo di aver iniziato a capire la concezione giapponese delle parole e del linguaggio, spero di poter dire che sono riuscita a ritrovare qualcosa di più profondo, sotto lo strato superficiale. Qualcosa che va al di là del racconto e della favola, per sconfinare in un discorso più generale su ciò che siamo e dove andiamo.
Oddio, forse sto iniziando a delirare, e dovrei smettere di spulciare la tua pagina... ma confesso che questa è la tua storia che più mi ha colpito. Sei riuscita a mescolare fantasia e realtà in maniera molto poetica ed efficace, sempre con la solita economia di parole, sempre con il solito tocco leggero, davvero molto delicato. Sei stata un po' come il Tanuki, ci hai spiegato ciò che dovevi ma senza dire proprio tutto... Con delicatezza.
E sei stata bravissima, dico davvero.

Recensore Veterano
24/10/09, ore 22:45
Cap. 1:

Wow.
Credo che sia una delle storie più originali che io abbia mai letto.
Ed è anche scritta in maniera impeccabile (e sentirselo dire da me, in questi ultimi tempi!).
Davvero, sono senza parole.
Non me la sento di sminuirti con un semplice "brava", "bravissima", o chissà che altro. Questo scritto non merita analisi, riassunti, né niente. Perché parla già da sé, e non riuscirei proprio a modificarlo, storpiarlo. Mi sembrerebbe quasi di ferirlo. Non solo a sangue, ma penetrando fin (e oltre)nelle carni e nelle viscere più profonde e nascoste. E, allora, ti saluto semplicemente; e ti auguro la buona notte ed una felice giornata per domani, già che ci sono.

Recensore Junior
08/10/09, ore 21:44
Cap. 1:

Ma che carina!Mi è piaciuta molto questa storiellina*w* Mi piace tanto il racconto in sè quanto il modo di scrivere,così pulito,semplice e carino.E poi ho una folle passione per il Giappone!XD Complimenti! Ara^^