Recensioni per
La stanza dei sorrisi - 4 marzo 1883
di Mia

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/12/12, ore 22:41

Ho trovato un po’ troppe virgole. Nel senso che a volte hai spezzato delle frasi dove forse era meglio che continuassero sciolte, staccando il soggetto dal verbo. Un lessico che a volte ridonda un po’, diventando quasi pesante. Per il resto però, tutto perfetto. 
Il sad endings c’è, insomma, si intuisce. Però non ti colpisce. La storia è quella di una baby puttana che finisce nelle mani di quello che sembra un serial killer, ma siccome è praticamente descritto solo l’ambiente non ti dispiace tanto per la ragazza. 
Ho trovato lei un po’ stereotipata. Il classico bel visino innocente che fa la fame in mezzo alla sporcizia, lo trovi in giro spesso. Forse l’avrei sentita un po’ più reale se lei non fosse stata così tanto innocente e bella, un po’ più segnata in viso dalla vita che fa. Insomma, viene trivellata per un penny da uomini decisamente più grandi di lei, possibile che sia così candida? Lui invece sembra stereotipato, ma non lo è. Sinceramente, ho amato più il serial killer che lei. 
Non posso dire che mi sia piaciuta. Forse per la poca caratterizzazione dei personaggi, forse un po’ per la banalità della situazione. Mi è piaciuto però come scrivi, questo lo ammetto.

Recensore Veterano
18/02/12, ore 02:41

È tremendamente desolante. L'animo sensibile che alberga nel mio cuore ha sperato sinceramente di essere incappato in una storia banale a lietissimo fine: il bel borghese si fa carico delle preoccupazioni e delle difficoltà della bella prostituta, garantendole (chiaramente senza niente volerne indietro!) possibilità economiche e sociali; lei (chiaramente innamorata del suo salvatore!) finisce per desiderare da lui un figlio, e tutti vissero (in coro!) FELICI E CONTENTI!
Ma no. Purtroppo al peggio non c'è mai fine. E chi la cattiveria del mondo - e chi l'ingiustizia della sorte ha schiacciato sotto il suo pugno non può sperare in un barlume di luce.
È così triste. Sono sempre stato parecchio sensibile nei confronti della prostituzione. L'idea di essere costretti a vendere se stessi mi fa sempre salire un brivido lungo la schiena.
È tremendamente triste. Triste è lei, la protagonista. Giovane, così giovane, e così rassegnata, così persa, senza speranze. Così senza speranze che non sarebbe implausibile che accettasse qualsiasi altro sgambetto allungatole dal destino, addirittura la morte. Infatti, quando davanti alla foto di quella sua conoscente pensa che la morte le abbia dato almeno una certa serenità, io percepisco tutta la sua rassegnazione. Una rassegnazione così profonda da spingerla a vendersi volentieri per la possibilità di essere traghettata lungo il fiume dei morti. Un ultimo sorriso, e tutto sarà finito, finalmente. A questo infatti mi ha fatto pensare quella monetina messa sotto la lingua del cadavere, nella foto. È parte di alcune culture del passato (o forse anche moderne?) l'idea che sia necessario lasciare delle ricchezze nelle tombe, o sui corpi, dei morti, affinché essi possano pagarsi l'ingresso in Paradiso (lungimiranti, questi popoli: visto lo storico attaccamento del clero al denaro viene quasi da ridere a pensare che il Paradiso sia come un immenso parcheggio, dove puoi stare solo se tiri fuori lo scellino!). Va beh, sarà tutto un gioco della mia fantasia. Comunque, c'ho pensato. :)
In ogni caso, è così brutale questo racconto da sembrarmi ironico. Ironico!, perché sempra impossibile che debba capitare proprio a lei, mi spiego? Proprio a lei, di già così piagata dalla vita, di già così sbattuta, così masticata dai denti del mondo. La realtà, la vita stessa è, del resto, un ammasso informe di tristissima ironia.
Beh, un bel racconto, scritto bene dal mio punto di vista. Scorre, ecco.
Vale!