Questa storia ha partecipato al contest Progetto Cinema -Seconda edizione- [versione pellicole edite], indetto da Erena sul forum di efp.
Prima Classificata: Harriet/Cime tempestose.
Pellicola vincitrice del Progetto cinema [Seconda Edizione]!
Recensione.
Bella, davvero bellissima. E’ pura poesia, non sto scherzando.
Partendo dal piano grammaticale, non c’è nessun tipo di errore. Ogni parola si incastra a perfezione con la successiva e la precedente, per cui nulla da dire.
I personaggi sono ben trattati, hanno una loro personalità che si avverte chiaramente nei loro dialoghi e nelle loro “movenze”. Lo spirito della foresta Eyha è hum… ben caratterizzato, ma colui che più mi ha colpita è stato l’uomo. O qualunque cosa sia.
Sai chi mi ha ricordato? Il piccolo principe. Anche per come l’uomo parla e per come la pensa.
-“ Cosa ci guadagni?”- chiese il piccolo principe, e la volpe gli rispose -“ Ci guadagno il colore del grano.”-
- Un fiore in mezzo a una sterminata distesa di spine. Ne vale la pena?”- chiese Eyha, e l’uomo gli rispose - Per me, sì.-
Ecco, un esempio di quello a cui mi riferivo prima. E’ lo stesso identico messaggio.
C’è un grande sentimento di speranza in questa fiction, che traspare da ogni singola riga… e posso ammettere tranquillamente che solo ora che ho scritto il commento ho capito CHI fosse l’uomo?
Avrei dovuto aspettarmelo [sperando di non aver preso una cantonata grande come un grattacielo... in quel caso dimmelo, per piacere :D].
Un Gesù Cristo [?] calato in una dimensione magica, quasi irreale… ma di indubbio effetto. E’ davvero molto bella, non smetterò presto di dirlo, perché ci sono diversi indizi che permettono di capire di chi o cosa tu stia parlando ma niente viene detto in maniera chiara. E’ come un puzzle bianco che si deve intersecare alla perfezione, ma con solo le sagome a determinarne la sequenza.
Forse è un Gesù leggermente più scanzonato rispetto all’immaginario comune, forse più disinibito nelle parole, più schietto… ma piace comunque. A me piace.
L’unico errore che ho riscontrato è che dopo la fine di un dialogo non si dovrebbe mettere la maiuscola [anche se non è un vero e proprio errore, quindi prendilo più come una perplessità mia]… e forse la fine. Non so, quella frase mi sembra quasi non proprio adatta ad una conclusione. E mentre fissa il punto dove fino a un attimo prima c'era il seme, lo spirito viene colto da un'inspiegabile e dolcissima nostalgia. Ecco, io mi aspetterei un'altra frase. Un altro pensiero. Un altro rigo. Finisce leggermente spezzata, come se ci fosse un punto e virgola. Forse perché apri la strada ad un altro quesito [perché lo spirito è nostalgico? Ricorda l’uomo, se stesso? O cos’altro?] al quale non dai risposta. In genere la conclusione deve chiudere i battenti e non lasciare nulla di non spiegato. Sarebbe bastato anche un seplice “ preso dai suoi ricordi lontani”, anche se credo che lo spirito senta già la mancanza dell’Uomo… questa è stata la mia impressione.
In ogni caso, questa è davvero uno splendore di fiction… davvero, davvero bella. Complimenti!
Premio Erena [ebbè, scusate]
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