Questa scandisce molto bene il concetto che ho espresso anche nella prima recensione.
Le tue storie mi ricordano quelle dei vecchi indiani d'america.
Storie legate alla terra e all'uomo.
Ma queste sono immensamente più tristi, più crude, ma più vicine alla realtà che ci si prospetta.
Figli esuli di un mondo che non ci vuole più.
Figli indegni, pronti a lasciare tutto pur di avere la nostra fetta, e tornare con la coda fra le gambe quando abbiamo sperperato tutto ai 4 venti, neanche fossimo figliol prodighi.
E così, le tue storie raccontano di una vita dura e aspra, ma sincera fino al midollo. Forse è per questo che sento un senso immenso di malinconia e tristezza alla fine di ogni lettura.

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Quanto dolore in questa nonsense.
Quanta evoluzione, o per meglio dire involuzione, dell'uomo.
Da quando ci si batte per sopravvivere, alla schiavitù psicologica, fisica e mentale dei tempi odierni, in un mondo che piange dolore atroce, che rigurgita cattiveria sui suoi figli senza vergogna.
Una nonsense da brividi, che fa riflettere, che fa seguire, almeno attraverso una mia concezione di lettura, perché dubito ce ne sia solo una, il destino dell'uomo e dell'umanità: Sempre più vittima di se stessa.
Posso solo essere piacevolmente colpito, e dolorosamente abbattuto per una storia così reale quanto viva.

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Mi è piaciuta tantissimo :) complimenti per lo stole e per come le parole sembrano rincorrersi, pur essendo scollegate tra loro mi hanno comunicato tante emozioni.

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Ovviamente non ci ho capito nulla,ma frase per frase ho cercato di immaginare ciò che c'era scritto con tante piccole immagini,diciamo che è stato un piccolo viaggio,privo di senso ma davvero bello.

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