Recensioni per
Abelardo e Eloisa
di Rodelinda

Questa storia ha ottenuto 217 recensioni.
Positive : 213
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Veterano
10/02/13, ore 21:55

Ciao cara!
Dopo una risposta così carica e densa mi dispiace davvero non avere tempo per recensire esaurientemente il capitolo 21 che mi sento di sintetizzare con una parola sola:
Sconvolgente.
Ti sconvolge tutto. Il chiacchiericcio in classe... Mi ha fatto insospettire; temevo che in qualche modo fosse venuto fuori il "folle gesto". Gli abiti di Federica e Leonardo, indossati non come maschere per apparire diversi, ma come armature per difendere se stessi. Quelle armature che pian piano (o sarebbe meglio dire "di colpo"?!) cadono, si sfracellano al suolo su un ispido tappeto della colombaia.
Un letto a pochi passi, troppo lontano da raggiungere in quell'assalto impetuoso, o luogo ancora troppo intimo diviso tuttora da un separé. Intimo. Ma cosa può esserci di ancora più intimo di quello che hanno raggiunto loro? Forse il dono di sé e della propria anima che la vera Fede, non più Cantastorie, aveva fatto ad Andrea. Ma è ancora così? Intimo. Non tanto il contatto violento e virulento con cui Ricci si appropria di lei, quanto quella litigata rubata tra Leonardo e Cleide, fratelli di sangue ma non di vita vera e propria. Intimo. L'attimo in cui Federica si rende conto che nessuno sa cosa è veramente successo con Andrea l'ultima volta. Intimo. Il leggere nel professore la sua stessa necessità di proteggersi prima di affrontare a muso duro le bruttezze che la vita ha loro presentato. Intima. La commistione di appunti, scritture, calligrafie e pensieri diversi su un unico libro.
I particolari li adoro. Ne cito alcuni? Ma sì! Le polaroid, i Danish butter cookies, le spighe di lavanda sul piattino, il fax appena acquistato che disturba la linea telefonica, la stanza in cui si nasconde e si rifugia Fede (con il buio e le lenzuola a celare la sua vista che comunque, inconsapevoli, l'accolgono e la proteggono), le tende blu del baldacchino quasi grigie per la polvere che caratterizzano l'alcova ancora privata (del professore o dai loro corpi?) a pochi passi da loro.
Le letture di Abelardo e Eloisa, le congetture, i sottotesti. Ricci è violento, è "ancora" l'uomo, è per la "prima volta" uomo con Federica. Ma quell'accenno alla sua calligrafia tanto femminile mi pone una domanda. Quanto passerà prima dell'inversione di ruoli? Quanto manca alla ancora lontana evirazione di Abelardo? Quando sarà "Eloisa" a comandare, continuando a struggersi e a sentire la passione per un uomo che la rinnega ma allo stesso tempo, fingendo (?) di aborrire i loro atti, di catalogarli come osceni, non è capace di dimenticarli.
Okay. Questo doveva essere un breve MP... Ma vi è venuta fuori (credo) una recensione... Perciò la pubblico come tale!
Sconvolgente ho detto all'inizio e lo ripeto. La dichiarazione di Ricci è meravigliosa. Quasi che egli stesso in quel momento viva un'epifania e comprenda che è proprio LEI che ha sempre desiderato e di cui sempre ha avvertito il bisogno. Il modo in cui beve da lei, la divora fino all'osso come a poterne catturare e tener stretta l'intera anima facendo forza su di lei, dopo che pochi attimi prima l'ha consolata con fare paterno mettendole delicatamente una mano sulla spalla o sui capelli. Il modo in cui si ritrovano quasi all'improvviso nel caos totale scatenato da quel piccolo fiato, quel "tu" pronunciato con fare decisivo, come a suggellare e sigillare un'ovvietà che aveva scoperto e che bisognava rendere evidente. Quel suo infuriarsi al minimo accenno di rifiuto, come non riuscendo a contemplarne la possibilità (come è effettivamente, perché se Federica non l'avesse voluto nulla sarebbe accaduto... Credo). Quel suo abbattere un'ultima volta le barriere, non fisiche, non spirituali ma... Ontologiche... In quella piena confessione: "Lei è..." - "Leonardo". Punto. Leonardo. E basta. Con lei non è più (ma non lo è più da quel momento d'intimità rubato a lei e ad Andrea nel teatro) solo il professor Ricci. L'ha ancora chiamato così. Ma era già, con lei, con lei sola, "semplicemente" (per quanto possa esserci di semplice in questa storia) Leonardo.
"E tu sei... Federica". È lui, dall'inizio che l'ha scovata oltre i panni della Cantastorie, è lui che l'ha svestita (metaforicamente prima, ma ormai non solo) di quei panni. E ora lì, nuda, con la mano di lui a tacitarla, si è arresa. Si è accorta di essersi arresa. E non lo crede possibile. E non riesce a credere (forse perché in realtà lo sa troppo bene) che è crollata, che si è scoperta, che Leonardo l'ha scoperta, davvero.
Chiudo qui. Credo possa bastare. Il delirio mio c'è tutto.
Ma io ti avevo avvisato. Il capitolo era sconvolgente.
E forse potrei dire ancora. Ma è meglio se mi fermo.
Un'ultima parola. Una soltanto.
Grazie.
A presto,
Fiamma.
Ps. Se "a capo" e pause saltano, se compaiono mostruosità in questa "recensione-flusso di pensieri-sfogo", è colpa del cellulare, perché sto nuovamente recensendo da lì.
Pds. C'è qualche refuso, non più di due o tre, se rileggi il capitolo li trovi e li correggi! ;)

Recensore Master
10/02/13, ore 19:20

Dunque, dunque, dunque.
Sono una recensora (si può dire) infedele, ma ieri mentre leggevo pensavo che NO, questo capitolo devo assolutamente recensirlo, perché insomma, è il capitolo nel quale fondamentalmente tutti i nodi vengono al pettine e tu l'hai gestito magistralmente. Inoltre adesso sono curiosa di sapere come si evolveranno le cose, perché le conseguenze di questo capitolo penso saranno enormi.
Come ti dicevo, ho adorato il fatto che sia avvenuto tutto in un momento in cui entrambi erano molto fragili, in cui fondamentalmente si sono lasciati davvero andare. Ma, come dici tu, era necessario che entrambi fossero vulnerabili per arrivare a una cosa del genere, e qui ci siamo, ma il fatto è che fondamentalmente erano vulnerabili per lo stesso motivo: Federica per via della storia di Andrea (e non solo per il tradimento, ma per il fatto che lui le abbia detto di non averla mai conosciuta veramente) e Ricci per la sorella che gli ha rinfacciato l'inutilità della sua cultura e del mondo di cristallo nel quale vive. E queste due cose sono essenzialmente quelle di cui Ricci e Fede hanno vissuto finora, lei ha rinchiuso la vera se stessa in quel mondo di cristallo e adesso entrambe queste essenze sono andate a pezzi e boh, in un certo senso questo loro congiungersi, questa volontà che Ricci ha avuto di congiungersi a Fede è sembrata tanto una sorta di prova che no, in realtà il suo mondo di vetro non è del tutto inutile, perché gli ha permesso di avere Fede, qualcuno che lo capisse e che potesse provare ad arrivare al suo livello, non solo dal punto di vista culturale, ma soprattutto spirituale.
Ricci mi ha essenzialmente fatto un po' paura ed ecco, Federica è sembrata assai poco consenziente e di questa esperienza avrà di che dirne, ne sono certa.
Tornando indietro ad Andrea: oh, sarà che ho un debole per lui, dannazione, ma quasi riesco a capire il senso di sgomento provato nel leggere le poesie di Federica. NON approvo il suo tradimento (è_é che hai combinato, Andrea!!) però ecco, anche lui era molto destabilizzato, cosa che non lo giustifica, però ecco, stare con una persona e scoprire di non averla mai capita/di non essere in grado di capirla, è una cosa orribile, a mio parere.
Ecco, ho scritto un bel papello, i due mesi di attesa si prospettano lunghi, vedi se riesci ad accorciare i tempi :P (anche spoiler privati sono ben accetti u__ù)
Un abbraccio,
Aika.

Recensore Junior
02/02/13, ore 16:35

Premessa doverosa: io non volevo recensire questa storia. E di solito questo accade quando mi imbatto in racconti talmente belli e corposi che temo di non trovare le parole giuste per esprimere tutto il mio gioioso stupore. Quindi è con estremo imbarazzo che ammetto di aver già letto due volte questa storia senza commentare, limitandomi ad inserirla tra le seguite. La prima lettura è stata sorprendente, rapida e impaziente; la seconda invece me la sono gustata con più calma per apprezzare tutte le sfumature più sottili. Cosa mi ha spinto, dunque, ad iniziare questo commento? Una coincidenza del tutto inaspettata. Oggi, a scuola, la professoressa di lettere ci ha annunciato qualcosa in cui ormai non speravo più. La nostra benedetta gita di fine liceo che sembrava destinata a cadere nel dimenticatoio a causa della protesta del corpo insegnanti si farà. E quale può essere la meta, se non la fantastica Parigi? Passato l'attimo di pura euforia, mi si è accesa una lampadina nella testa. Mi sono detta "Devo recensire Abelardo ed Eloisa, perché... Perché sì!".
Arriviamo al dunque. Sono ancora convinta di non poter mettere nero su bianco le mie opinioni sulla tua magnifica storia, ma ci proverò. Ciò che ho letto finora - e che senza alcun dubbio continuerò a leggere - è bellissimo, affascinante, suggestivo, profondo. Direi quasi unico: non avevo ancora trovato una storia originale che mi coinvolgesse così tanto in questo sito. C'è qualcosa nel modo in cui racconti che suona magicamente familiare: la trama e la psicologia dei personaggi si dispiegano con grazia magistrale davanti ai miei occhi. E questo è ovviamente merito tuo: hai una padronanza del linguaggio davvero matura ed eccellente - ok, forse detto da una quasi-diciannovenne non vale molto come giudizio, ma ti assicuro che è un'opinione sincera e ragionata. Tutto scorre con facilità e spontaneità: dialoghi, descrizioni, riflessioni, approfondimenti psicologici, dissertazioni letterarie e filosofiche. Ecco un altro elemento per cui ti stimo moltissimo: l'amore per il sapere. L'inarrestabile desiderio di conoscere che prova Fede è qualcosa che va al di là della finzione letteraria, è un sentimento universale che hai trasposto nel modo più magico possibile. E la protagonista della tua storia è un personaggio che mi entrato nel cuore fin dalle prime righe, forse perché sotto certi aspetti mi somiglia. Mentre leggevo alcuni passaggi percepivo la sua figura così intensamente che mi sembrava tangibile. Ma non si tratta solo della Cantastorie: hai descritto tutta la sua realtà quotidiana così bene che non faccio alcuna fatica ad immedesimarmi nelle situazioni che vive. Una menzione speciale per le scene ambientate nella classe di Federica: sono piccoli gioiellini perfettamente reali che mi fanno sempre pensare alla mia classe e a quanto mi mancherà di qui a cinque mesi. E poi... Che dire di Leonardo Ricci, di "Ricci il bastardo", di quell'uomo terribilmente intelligente e solo? Le mie parole maldestre non gli renderebbero giustizia. Ti basti sapere che mi sono commossa più volte immaginando la sua storia, il suo sguardo smarrito, il suo dolore nascosto e straziante. Non so proprio cosa aspettarmi da lui e da Fede in futuro, ma il legame unico che si è instaurato tra i due mi lascia a bocca aperta ogni volta. Si sono compresi a vicenda, si sono costruiti un porto sicuro fatto di libri, conversazioni in francese, tazze di tè, biscotti francesi e sorrisi. In poche parole, per come la vedo io, si stanno salvando.
Non mi resta che dire: chapeau! Ti devo i miei complimenti più sinceri e soprattutto i miei ringraziamenti più calorosi. Grazie perché anche tu, proprio come la Cantastorie, mi tieni col fiato sospeso mentre racconti.
Martina

Nuovo recensore
03/01/13, ore 05:13

Sono le quattro e mezza e io sono rimasta incantata dinanzi allo schermo. 
Straordinario. E' l'unico termine che mi sovviene, dico sul serio. 
Avevo avuto modo di leggere alcuni capitoli della tua opera qualche tempo fa e ne ero rimasta già allora folgorata. Ammetto di non aver avuto all'epoca sufficiente coraggio per lasciare una recensione. Ancora adesso, mi pare che qualsiasi commento non possa lontanamente essere all'altezza nè in qualche modo ripagare l'impegno, la dedizione e la maestria che traspaiono dalle tue pagine. 
Sarà l'ora tarda, sarà la lieve melanconia delle notti milanesi o il profondo scoramento che mi coglie alla vista del volume dei miei manuali di diritto, ma avevo l'assoluto bisogno di ritrovarmi in sintonia col resto del mondo. Grazie a te, ci sono riuscita. 
Finalmente - Deo gratias! - un racconto pregevole, come pochi ho letto finora. Davvero, i miei più vivi complimenti! 
Ho in mente un turbinio di impressioni, lodi, ringraziamenti che vorrei lasciarti, ma fatico a trovare un ordine e un minimo di coerenza, per cui, anche se so che è poco, ecco qui qualche piccola nota a margine che sono riuscita ad appuntare e tanta, ma tanta, ammirazione per il tuo scritto. 

Ho letteralmente amato la caratterizzazione e l'introspezione psicologica dei tuoi personaggi. Credo che la caratteristica preminente di Fede, la capacità di analisi e comprensione degli altri, non ti sia affatto estranea. Sebbene Federica sia la più complessa, trovo che Ricci sia reso in maniera eccellente. 
Lo ritengo un soggetto estremamente affascinante: è un uomo particolarmente brillante, acuto, curioso ed appassionato che, per un certo tipo di educazione, di indole e trascorsi, è rimasto inchiodato in un pantano, tagliato fuori dal tempo e dallo spazio, come fosse dissonante rispetto a quanto (persone, ambiente, tempo) lo circonda. Proprio per questa circostanza, le sue doti, la strabiliante ricchezza che avrebbe potuto rigogliare in lui e che egli stesso avrebbe potuto trasmettere agli altri, hanno finito per avvizzirsi fino a rendersi sterili, tutte accartocciate e compresse in se stesse al pari di foglie secche. 
A me, quella del Ricci e al contempo di Fede, ricorda la schopenhaueriana solitudine dell'intellettuale: l'incessante insoddisfazione, la sana inquietudine e l'acume, che porta l'intellettuale a rappresentare la coscienza critica della società, mal si adattano al comune sentire e al quieto vivere.
E' proprio questo il punto: cosa scegliere? L'essere accettati, forzando la propria natura, o l'essere autenticamente se stessi, ma soli?
Se, come mi pare, è il bisogno di sentirsi corrisposti a spingere Ricci e Fede ad avvicinarsi, è la rispettiva risposta a questo quesito a distanziarli enormemente e a renderli, ciascuno a proprio modo, disarmonici, "squilibrati" ma simili. 
Come opportunamente Fede notava nel capitolo 15, Ricci ha bisogno di lei; e si tratta senz'altro di un bisogno egoistico. Eppure in lui, come in lei, non riesco a cogliere una sorta di "mala fede". Credo stiano entrambi sperimentando qualcosa di assolutamente inusuale fino ad ora: si riconoscono, l'uno con l'altro sciolgono il canto del proprio abbandono. Lei rappresenta un'eccezionale possibilità di riscatto per lui e, d'altro canto, lui costituisce un'inesauribile sorgente di conoscenza per lei. Insieme, le loro dissonanze si accordano e possono essere, infine, autentici. 
Qui si innesta il problema successivo: Ricci non è  una creatura lontana, tutta fumo, sapere e parola, assisa su una cattedra e circonfusa di inavvicinabilità.
La sintonia intellettiva, la prossimità d'animo e di sensibilità, la stima e la fiducia sono presupposto dell'amore, ma possono anche esserne scisse?
Sebbene io sia una romantica e segretamente speri in una svolta amorosa tra i due, credo sia possibile una separazione di tutto questo. Al di là degli interrogativi etici e d'opportunità che si potrebbero porre riguardo a una relazione tra Fede e il Ricci, penso che l'attrazione che provano l'un l'altra sia dettata innanzittutto da un' armonia e una convergenza d'animo e d'esperienze. Insomma, ho come l'impressione che la tua sia un'opera di formazione, prima che "romantica". 
Riprova di ciò mi paiono essere gli approfondimenti letterali, culturali, storici e anche gastronomici che dissemini, come un sottile filo d'Arianna, tra le pagine. Di questo, non posso che esserti immensamente grata. Al pari di Ricci per Fede, è come se tu costituissi un costante pungolo per il lettore, un piccolo pizzico che lo riscuote dal torpore della posizione di mero spettatore e lo induce a sfamare la stessa inestinguibile fame di sapere che muove i due protagonisti. 
In ultima battuta, è impossibile non menzionare la tua mirabile capacità stilistica. E' lampante il lavorio di cesello che sta dietro alla scelta di ogni termine ed espressione. 

Grazie per aver deciso di condividere questa perla con noi. 
Ancora, di tutto cuore, complimenti! 

Recensore Master
26/12/12, ore 16:41

Mi decido finalmente a recensire dopo aver letto tutto d'un fiato quanto hai scritto fin'ora. Innanzitutto devo farti i miei complimenti, perché la storia mi sta piacendo da morire. Stai facendo un ottimo lavoro: il tema è interessantissimo, l'idea è ottima, lo svolgimento assolutamente adatto all'argomento.
Solo, ogni tanto, dovresti cercare di appesantire meno i dialoghi tra i due personaggi. Le spiegazioni dei vari argomenti sono parte fondante del loro rapporto, me ne rendo conto, ma sono anche la parte più debole. Letterariamente parlando rendono i dialoghi tra i due più simili a delle pagine di un manuale, che a un vero scambio tra due persone vive, di sangue e di carne.
Non è necessario svolgere ogni argomento fin nei minimi dettagli, anche se Ricci è un professore e di fatto le spiega delle cose. A tratti la lettura diventa stentata e si finisce col sacrificare la tensione sentimentale e psicologica tra i due, che invece è il perno su cui si fonda la storia.
La tua scrittura ha bisogno di spazio e perciò fai bene a prendertelo, tuttavia a tratti dovresti cominciare a lavorare sulla sintesi, soprattutto nei dialoghi.
Nessuno nella vita vera parlerebbe così. Più spieghi e più appesantisci, più in ciò che scrivi s'infonde un senso d'irrealtà che non ha niente a che vedere con la dimensione meta-letteraria che descrivi e che invece è bellissima. Diversamente, quando condensi e la scrittura diventa piena, crei delle pagine davvero belle e credibili. Ecco.
Un'altra, piccolissima stupidaggine: - Deo Gratias! - Capisco che è una frase ricorrente di Ricci, ma rischia di diventare una specie di tormentone, cosa che è del tutto fuori luogo in una storia così profonda e ben strutturata. Ho già notato che da un po' di capitoli ne hai ridotto l'uso e volevo solo dirti che sono perfettamente d'accordo con questa scelta, consapevole o meno che sia stata.
A parte queste due misere fesserie, mi sono veramente appassionata al mondo che hai creato: quello che hai scritto mi ha tenuta incollata allo schermo del PC e, se saprai continuarla bene, questa storia sarà un mraviglioso gioiello, una piccola perla!
Spero che tu voglia seguitare a scriverla, perché se rimanesse incompiuta sarebbe un vero peccato. Io la seguirò sicuramente e penso che seguirò anche altri tuoi lavori futuri. Perciò bravissima: sono davvero colpita!
Ora corro a leggere le altre cose che hai scritto, perché sono certa che mi piaceranno altrettanto.
Ah, quasi dimanticavo: quanti capitoli pensi che manchino alla fine di questa storia?

Recensore Junior
15/12/12, ore 17:55

Con immensa gioia leggo un tuo nuovo capitolo, bentornata cara!
Beh, che dire: innanzitutto ti dico che la mia scena preferita di questo capitolo è l'ultima, dove c'è Andrea! E' stata molto dolce l'idea di Federica di regalargli delle poesie, l'ho trovata una cosa veramente bella, è come se Federica lentamente si stesse "aprendo" un po' di più nei confronti di Andrea, la cosa mi piace molto. Il loro amore è forte, così forte che nemmeno l'attrazione che Federica prova nei confronti di Ricci riesce a instaurare il dubbio nella sua mente sulla veridicità di questo sentimento. Forse è questa la cosa che colpisce di più. Ma bisogna riconoscere, come pure tu stessa sottolinei in ogni capitolo, la strana intesa che c'è tra i due, - chiamiamoli "protagonisti" di questa storia. Che sia anche il loro una forma di amore? L'amore per la cultura può essere riversato all'interno di nuove forme, quelle dell'amore carnale? E' questo che è successo ad Abelardo ed Eloisa? Beh, non so a chi indirizzare l'ardua sentenza! :D
Hai reso come sempre benissimo la parte culturale, conoscevo già la storia di Abelardo ma non con tutti questi particolari!
Infine, non preoccuparti per il ritardo nella pubblicazione: ho appreso dalla tua nota che studi giurisprudenza come me, capisco benissimo che lo studio del nostro amato diritto assorbe gran parte del tempo come una spugna! Ad ogni modo, aspetterò con la pazienza di una lettrice appassionata i tuoi prossimi aggiornamenti.
A presto,
Lara

Recensore Master
13/12/12, ore 00:36

ciao cara :) questo capitolo me l'ho proprio "gustato". Complimenti hai reso bene la cautela che la nostra protagonista sta usando con Ricci, la tensione che c'è fra loro ma anche la fortissima attrazione intellettuale. Malgrado il ferreo autocontrollo impostosi Federica sembra lasciar trapelare progressivamente sempre più lati della vera sè nel suo personaggio della cantastorie, per me un chiaro segno è stata quella frase finale scritta di getto alla fine della versione: ci saranno altri feroci dibattiti pe via di questo aiuto non dato ma anzi impedito con le "minacce"? Andrea è rimasto molto deluso, che tristezza per Fede interpretare così bene il suo stato d'animo e capire che ha reso infelice chi ama!, ma secondo me la nostra ragazza con il suo regalo, benchè a distanza, riuscirà a farsi perdonare :) cosa gli avrà donato? festeggeranno nuovamente i vent'anni di lui non appena lei starà bene anche se solo in due? al prossimo capitolo e in bocca al lupo con gli esami cara, Buon Natale a presto :) 

Recensore Veterano
11/12/12, ore 12:36

Ciao Rodelinda!
Ho messo da un po' Abelardo e Eloisa tra le seguite, ma non avevo avuto tempo di leggerla!
Per cui tra ieri e oggi (ho fatto le tre di notte oggi, se ci crederai!) ho messo da parte lo studio del diritto costituzionale e ho dedicato a "te" il mio tempo.
Prima di tutto una curiosità... Che università frequenti? Perché mi sembra di aver capito che come me fai giurisprudenza (io sono al secondo anno, tu di sicuro più avanti), però nelle note dei primi capitoli parli di un esame di matematica o simili... Mi incuriosiva. Tutto qui.
Passiamo alla recensione vera e propria. All'inizio non avevo letto Istituto Torquato Tasso perché avevi detto che non era indispensabile... Però dopo i primi capitoli sono andata a dare un'occhiata ed è... Sconvolgente! (per usare le parole di Ricci!)
Non è una storia vera e propria, come Abelardo e Eloisa, ma più una galleria di personaggi. La descrizione fatta da Francesco entra delicatamente e di striscio nelle esistenze delle compagne di scuola, in modo però preciso, così come solo un osservatore attento ma non troppo indiscreto può permettersi di fare.
Allo stesso tempo ci proietta nel futuro, un futuro in cui sappiamo che Fede ha sposato Andrea, in un contesto così bizzarro che mi domando se non sia frutto di uno dei racconti della Cantastorie!
Un' altra considerazione è il fatto che il punto di vista di Francesco su Federica è parziale. La sua cotta a senso unico non era poi così segreta. Lo scopriamo in due battute al compleanno della Cantastorie.
Lei, così brava a capire al volo le persone, senza che gli altri comprendano a fondo lei.
Leggere questa storia mi ha arricchito e credo anche stimolato ad approfondire (appena ne avrò tempo e occasione) quelle conoscenze appena accennate da te. Quasi che tu fossi per me, per noi lettori tutti, un novello professor Ricci che vuol farci da bussola e mostrarci un sentiero.
Questa recensione mi sta sfuggendo di mano. Perdonami se apparirà tutto un fluire di pensieri sconnessi, ma sto tentando di riportare su questa tastiera (scomodissima peraltro) del cellulare tutte le emozioni raccolte su questi tuoi scritti in poco più di 24 ore. Quasi come, azzardo un paragone, Cassandra non riusciva a smettere di bere e rifugiarsi negli stupefacenti, allo stesso modo io mentre divoravo le tue parole sentivo a mia volta di non poterne fare a meno. Chissà quanto dovrò attendere per il prossimo capitolo! Ma in fondo non ti metto fretta! Uno. Non ne avrei diritto. Due. Si vede il lavorio di cesellatura che sta dietro ogni capitolo. Nessun termine è scelto a caso e non potremmo pretendere di meno da te che metti così tanta passione nella scrittura.
Premetto che non conoscevo i personaggi di Abelardo e Eloisa, ma si vede come nella storia pian piano si coglie la loro vicenda, fino a giungere in questi capitoli dove leggiamo le loro parole nelle Lettere e dove cogliamo un consistente sottotesto di riferimenti a Federica e a Ricci che pur non avendo consumato la passione sono comunque collegati inevitabilmente alla storia. Mi chiedo se Ricci voglia in qualche modo mandarle un segnale, come una giustificazione per il fatto che loro non andranno mai (almeno in teoria) oltre quel "folle gesto". E se lo faccia con coscienza o in modo inconscio.
Palese è senz'altro l'attrazione che lega queste due anime riscopertesi vicendevolmente in "corpi". Quello che li lega non è e non sarà mai amore (come quello tra Federica e Andrea) perché la Cantastorie ama già e Ricci invece non lo fa da troppo tempo, se mai sia arrivato a farlo! (Quel commento defilato quasi a non voler destare troppa attenzione durante la sua "confidenza" riferito a un matrimonio mi ha incuriosito non poco... Che fine avrà fatto la "sposa"?!)
Tra loro c'è quella stima, presupposto all'amore ma che non necessariamente sfocia in esso, di cui parla Federica commentando Bel Amì.
Il variare poi dei luoghi, dall'invasione dell'intimità nella prima scena a teatro all'accoglienza in spazi sempre più propri e intimi del professore mi ha colpito molto. La "discordante assonanza" tra gli spazi vitali della Torre e della Colombaia mi ha colpito molto. Leggendo di Ca'Frescalli mi sembrava di essere lì, a inseguire la bici di Fede mentre a otto anni col suo spiccato senso pratico "salvava" il cugino e allo stesso tempo la nonna dall'apprensione; mi sembrava di essere lì a guardar fuori dalla finestra insieme a lei ad ascoltare le confidenze delle cugine sui ragazzi.
L'estate di Federica è descritta meravigliosamente! La parte che mi ha colpito di più è stata la sua inquietudine mentre rifletteva su 1984... Stupendo.. Soprattutto oggi che ancor più del 1994-95 si avvertono problemi di identificazione politica come quelli sentiti e prospettati da Fede.
1994... Sembra di riviverlo. I walkmann, i cantanti dell'epoca (ancora oggi intramontabili), le cabine telefoniche e i gettoni che crudelmente finiscono, altro che cellulari! Complimenti anche per questo!
Poi... Mi avvio alla conclusione anche se so che potrei trovare ancora molto da dire..
Ci tengo a precisare che tutte le lezioni di Ricci sono formidabili, ma quella che più mi ha affascinato è stata quella sulle donne-trovatore, le "troberitz" se non ricordo male, e su Beatriz de Dia.. Il Medioevo non è un periodo che amo (un po'come Federica) ma leggendoti ho assaporato di più qualche aspetto e inevitabilmente mi sono venute alla mente le lezioni di poche settimane fa di Storia del Diritto Medievale e Moderno... Quando fai citare a Ricci il Corpus Juris Civilis... Sono andata in brodo di giuggiole!
Altro aspetto che mi ha colpito sono stati i tè e i dolciumi delle loro pause.. Ad ogni capitolo attendevo una nuova essenza, una nuova prelibatezza... Chissà che tu non abbia suscitato in me anche la passione per la bevanda inglese delle 5?! Magari un giorno di questi assaggerò un te ai fiori di albero sakura.. Di certo non avrò i dolcetti o i tramezzini di Ricci ma li potrei sempre immaginare!
Spero di non averti sconvolta con questa recensione oltremodo confusa... Magari nemmeno mi risponderai! Va bene comunque... Ti lascio questo mio delirio insieme a tanti meritati complimenti!
Spero di leggerti presto!
Fiamma
(Recensione modificata il 11/12/2012 - 11:12 pm)

Recensore Junior
20/10/12, ore 20:26

Con mio immenso piacere giungo finalmente a recensire questo magnifico racconto! Quasi non so da dove cominciare.
Innanzitutto: lessi tempo fa "Istituto Torquato Tasso", che lungamente mi è rimasto nella testa, colpita dal tuo stile superbo e dalla trama insolita, originale e vivace. Torno adesso a leggere le tue righe in questo, mi ripeto, magnifico racconto. Ad incuriosirmi è stato già il titolo: Aberlardo ed Eloisa. Ricordo che al liceo il mio professore di filosofia si soffermò moltissimo su queste due figure, tanto da lasciarne in qualche modo il segno dentro di me. Dunque, incuriosita, ho iniziato a leggere (in realtà senza poi molti dubbi, perché ero già sicurissima che la storia avrebbe incontrato il mio favore), e le mie aspettative non sono state per niente deluse.
Prima di ogni altra cosa, mi congratulo per il tuo stile, che è a dir poco perfetto. Puntuale, conciso, evocativo, per niente noioso: insomma, complimenti vivissimi. La trama, poi: originalissima. La personalità di Federica è nuova sotto molti aspetti, ed è quasi inquietante il modo in cui sei riuscita a "inventare" un personaggio che ha molto di reale. La sua, potremmo definirla "doppia identità", è qualcosa che secondo me accomuna molte delle persone che hanno qualcosa di "geniale". Un mondo nascosto, una vita segreta, o anche semplicemente un pensiero, una filosofia. Una parola, anche. O forse un'arte. L'arte della cultura accomuna Federica e Ricci, non è semplicemente una passione, ma forse è una vocazione, un collegamento che ha qualcosa di metafisico. Sei stata capace di fondere argomentazioni oserei dire "pesanti" (i trascorsi di Federica e di Ricci, la loro diversità, la profondità delle loro riflessioni e delle loro personalità) con una storia dal contorno quasi leggero: la vita della Quinta C, quella della famiglia di Federica, e anche la relazione con Andrea. Quest'ultima in particolare assume una veste particolare in quanto l'amore che li accomuna va inevitabilmente a cadere dentro quel mondo delle passioni di cui prima, mondo che comunque Federica ha tenuto celato al fidanzato (tra l'altro, il personaggio di Andrea mi piace moltissimo, non soltanto per come lo hai caratterizzato, - ricci biondi, cantautore, personalità eccentrica, devo dire che mi rivedo molto in lui, - ma anche perché vedo in lui una forte potenzialità. Secondo me sarebbe in grado di capirla, Federica, magari in un altro racconto o universo parallelo :D).
E poi un elemento di assoluta novità, cioè quello della cultura, la cultura vera, governa il tuo racconto. Ho imparato molte cose, dalla poesia di Rimabau a quella medievale, e forse anche qualche parolina di francese (di cui non so assolutamente nulla!).
Quest'ultimo capitolo mi ha sorpreso ancora di più positivamente per l'introduzione dell'elemento musicale. Sono una vera amante della musica (pianista all'occorrenza, non brava come Ricci ma si spera un giorno!) e penso che un'arte del genere non poteva assolutamente mancare nel tuo racconto, e sono certa che è un'arte che se, giustamente stimolata, anche Federica stessa possiede.
In ultimo, l'elemento che definirei tipicamente romanzesco, cioè questa sorta di "passione" che sta nascendo tra i due! Devo dire di essere stata piacevolmente sorpresa dal "folle gesto" (sebbene la mia preferenza per Andrea), penso sia stata conseguenza inevitabile della situazione creatasi. Sono dunque molto curiosa di leggere il seguito!
Spero di aver detto tutto quello che mi ero prefissata, nel caso non fosse così, rimando certamente alla prossima recensione!
Complimenti ancora e a presto,
Lara

Nuovo recensore
09/09/12, ore 11:22

Ciao!
Ebbene si, eccomi di nuovo qui. Sono contenta di riuscire a recensire questo capitolo così presto.
Come al solito riesci a stupirmi fin dalle prime righe: la descrizione della casa e della stanza di Federica è a dir poco stupenda, decisamente azzeccata anche rispetto alla personalità sgargiante e multiforme della Cantastorie.
Per quanto riguarda ciò che ho scritto nella mia precedente recensione penso di dover correggere una delle mie supposizioni: anche Ricci, come Federica, è in grado di comprendere la natura delle persone che lo circondano, ma ha volontariamente scelto di immergersi nel mondo di carta dei morti piuttosto che in quello di carne dei vivi.
Ho trovato particolarmente affascinante la parte iniziale del capitolo, in cui descrivi le varie fasi del percorso psicologico della Cantastorie. Le tue introspezioni sono incredibilmente realistiche, e riesci a descrivere in modo semplice e lineare, comprensibile a tutti, ragionamenti e concetti anche molto complessi.
Passando alla parte successiva, fra me e Gibo è stato amore a prima vista fin dalla prima riga, quando lo hai paragonato ad un krapfen. *-* ...A parte gli scherzi, ho trovato quel paragrafo estremamente dolce, quasi... commovente, in qualche modo. Federica, per la prima volta, si sente compresa, trova qualcuno al suo livello, sulla sua stessa... lunghezza d'onda, per così dire. Questo conferma ciò che avevo precedentemente pensato: complementari. Ma lo sono solo intellettualmente? O è davvero qualcosa di più profondo, qualcosa di insito nella loro stessa natura? Mi trovo a pensare al proverbio: gli opposti si attraggono. Essendo Fede e Ricci così incredibilmente simili, a parte la pura attrazione intellettuale, può davvero esserci qualcos'altro?
Ho trovato quanto mai appropriata la comparsa di Andrea in questo punto del capitolo, in contrapposizione a Ricci. Se Ricci sa soddisfare la parte più profonda dell'anima della Cantastorie, Andrea vive della sua parte più spensierata, allegra, adolescente. Eppure, nonostante la faccia stare bene, non arriverà mai a conoscerla veramente... Mentre anche solo incrociare lo sguardo del professore sconvolge Fede nel profondo. Ma d'altra parte che cos'è l'amore se non un profondo turbamento, il completo sconvolgersi del mondo in cui credevi di vivere?
Con questo penso di aver concluso la parte dei miei ragionamenti contorti (a cui non pongo un freno solo perché, a quanto capisco dalle tue risposte non ti danno fastidio), e devo passare ad altro. Leggendo le tue note autore in fondo al capitolo ho scoperto che questa storia non ha avuto lo stesso successo di "Istituto Torquato Tasso" e che, orrore, alla pubblicazione del capitolo avevi ottenuto una sola recensione. Questo perchè la gente di questo posto è per lo più formata da GENTE CHE NON CAPISCE UN TUBO. So che le recensioni non sono tutto, ma sinceramente non riesco a trattenere la mia indignazione. Se non ricevi recensioni è semplicemente perchè la maggior parte della gente che é incappata in questa storia ha una mente troppo semplicistica ed ottusa per comprendere i concetti complesso che esprimi in ogni capitolo. So che quest'ultima affermazione può sembrare contraddittoria rispetto a quanto ho scritto precedentemente nella recensione, ma per quanto le cose possano essere scritte bene, è indispensabile possedere la VOLONTÀ di comprenderle. Volontà che tre quarti della gente su questo pianeta non possiede.
Perdona questo momentaneo scatto d'ira, ma detesto quando le cose scritte bene non vengono dovutamente apprezzate.
Un bacio, alla prossima,

Utopic Dream
(Recensione modificata il 09/09/2012 - 11:23 am)

Nuovo recensore
08/09/12, ore 16:14

Ciao carissima! Ebbene si, sono tornata alla carica.
Non so se questa recensione sarà lunga ed articolata come le precedenti in quanto te la invio tramite la connessione da cellulare, ma cercheró di fare del mio meglio. Comunquee, cominciamo.
Ad ogni capitolo che leggo, la tua storia mi affascina sempre di più, anche se non riesco a godermela come vorrei perchè il mio continuo saltare di città in città mi impedisce di dare una certa continuità alla lettura.
Innanzitutto mi ha colpito molto la descrizione della biblioteca: un ambiente in un certo qual modo imponente che ben si adatta allo stato d'animo di Federica in quel momento. Nonostante tu non abbia usato termini o metafore particolarmente ricercati, mi trasmetti l'immagine di un ambiente quasi magico, estraniato dal resto del mondo.
La prima parte del dialogo fra la Cantastorie ed il professor Ricci fa risaltare una delle tue doti più spiccate: come la tua protagonista, quando racconti qualcosa lo fai con una tale chiarezza che le immagini che evochi scorrono nella mente del lettore come durante un film. Inoltre i tuoi personaggi sono in qualche modo vivi, quasi più di me e te; i loro volti e le loro personalità sorgono dalla carta con impressionante facilità, nonostante i loro ragionamenti e le introspezioni siano ben più complessi.
La descrizione di Ricci non fa che confermare quanto ho appena detto: un uomo che pare essere privo di emozioni, freddo ed indifferente, reprime ogni desiderio di stabilire un contatto umano e sfoga queste emozioni e questi desideri in un mondo di carta che è per lui più di una famiglia. Se posso azzardare un opinione (che ipocrisia, visto che non faccio altro xD) questo perchè la carta, al contrario della carne, è facile da amare, non pretende nulla in cambio, non rifiuta né ferisce.
Comunque, una riflessione che mi viene spontanea è che se Ricci possiede una conoscenza esauriente della psiche di filosofi, poeti e scrittori ormai deceduti, al contrario Federica conosce e comprende altrettanto esaurientemente la natura ed i sentimenti dei vivi. Tuttavia, questa conoscenza è difficile da sopportare e per questo la Cantastorie si nasconde dietro la maschera della ragazza trasognata e dotata di una grande immaginazione.
Tutto questo mi porta ad una sola conclusione: che Federica e Ricci sono in realtà due lati della stessa medaglia. E l'offerta di Ricci sembra quasi un modo per amalgamarsi, imparando l'uno dall'altra.
Due creature così differenti e così incredibilmente simili sono anche indissolubilmente complementari.
Ma ora mi accorgo che questa recensione è talmente lunga da aver superato ogni limite.
Carissima, ancora complimenti, un bacio, al prossimo capitolo.

Utopic Dream

Recensore Veterano
23/08/12, ore 12:17

decisamente ci siamo: sono almeno 3 capitoli in cui non c'è nulla da ridire nemmeno per renderlo da pubblicazione. Decisamente. La scena sul pianoforte è molto molto erotica, in un certo senso; mi fa sorridere che il padre di Ricci avrebbe preferito uno strumento ad arco, sei sicura di non conoscermi di persona? Scherzi a parte, Ricci qui è davvero Leonardo, quando suona, e non il "bastardo" o "il professore", questo mi piace moltissimo. Ho avuto l'impressione, correggimi se sbaglio, che sia come se suonando fosse sé stesso del tutto, mentre quando non lo faccia sia legato a molte convenzioni e a molte delusioni che non incontra e non prova quando suona.

Lomonaco è protagonista di una scena vista fin troppe volte, l'hai resa benissimo. Vediamo come si vendicherà.

un abbraccio forte.

Recensore Junior
21/08/12, ore 11:03

Ciao Rodelinda!
Scusami se mi faccio sentire raramente ma seguo il sito in maniera saltuaria. Ad ogni modo questo capitolo mi ha colpito davvero positivamente e ci tenevo a fartelo sapere :)
Il tuo stile mi sembra molto maturato dai tempi in cui avevo commentato! Non che sia stravolto, ma lo trovo meno pesante, più limato, con non so, una sorta di traccia d'ironia intelligente in sottofondo che ho gradito particolarmente in questo capitolo. Inoltre penso che tu abbia talento nel rendere quei momenti di forte tensione (e tormento) emotivo tra Federica e Ricci, dalla scena del bacio fino a questa molto sensuale della suonata. Sono davvero coinvolgenti ;) Infine mi sta piacendo parecchio anche l'evoluzione dei personaggi: da una parte i brevi sprazzi sulla giovinezza di Ricci che disponi qua e là nella storia gli hanno donato maggiore tridemensionalità, oltre che a renderlo maggiormente umano e comprensibile al lettore. Vederlo passare dai sensi di colpa che erano lì lì per avvizzirlo ad una progressiva ripresa fino al Ricci di questo capitolo, più vivo, buffo (quasi solare per i suoi standard) ed infine spontaneo di come l'abbiamo mai visto, uccide definitivamente la creatura impenetrabile e stereotipata di Ricci il Bastardo. Mentre nel frattempo Federica acquista maggiore consapevolezza di sé, e per una volta finalmente la vediamo emergere davanti ai suoi amici, suo malgrado, al di fuori dell'involucro della Cantastorie, cosa che fino a poco fa sembrava ritenere impossibile. Al di là di tutti i dubbi e le riserve sembra proprio che quei due si stiano inconsapevolmente aiutando sulla via dell'auto-accettazione.
In conclusione complimenti, sono davvero contenta che tu sia continuando la storia! Un bacio ;)

Recensore Master
20/08/12, ore 12:53

ciao cara :) grazie a te per le risposte :) è sempre utile oltre che interessante conoscere il parere dell'autore, autrice nel tuo caso :), e il suo punto di vista, nonchè le motivazioni delle azioni dei personaggi che solo tu, in quanto loro creatrice, puoi fornire. Dal punto di vista sintattico e grammaticale mi piace il tuo linguaggio così "aulico" perchè è estremamente raro trovare delle storie coinvolgenti come questa che lo utilizzino ed è anche molto stimolante ^-^ a parte il fatto che lo utilizzi sempre per dar maggiore realismo alle tue creature, come Ricci ad esempio, e quindi lo usi con doppia bravura. Poi ho trovato una sola svista in tutto questo lungo capitolo -che a breve qui di seguito ti spiegherò perchè mi è piaciuto tanto ;)- ed è questo "Non le era mai importato granché della scuola, ad essere brutalmente fianchi". Allora le scenette divertenti abbondano :) in primis in quella dove il professore cade rovinosamente a terra con sedia e tutto XD poi quella dove Federica confina in una parte del suo cervello la Cantastorie e dà libero sfogo alla sua irritazione (sono rimasta col fiato sospeso tutto il tempo e sinceramente me la stavo anche godendo ù.ù) o anche quando la nostra liceale ammette senza pudore di voler essere in grado di influenzare il tanto temuto "il Bastardo"; ma ce ne sono state molte altre dove io stessa come i nostri protagonisti mi sentivo...strabiliata ecco. Quando ad esempio il professore inizia a suonare per Fede mi sembrava di SENTIRLA quella musica e anche le emozioni di stupore, meraviglia e rapimento che prova quest'ultima come anche l'ansia che va crescendo con il ritrmo e l'intensità, insomma un gran bel capitolo! Prima di lasciarti ti affido una piccola confessione: Mi sento soddisfatta ù.ù ahsuahsuhausXD Federica ha capito di essere attrata dal professore, che lo trova "eccitante". Cosa succederà ora? rivarcheranno quella sottile linea di "razionalità"? anche il professore prova la stessa cosa? ora che non ha più gli occhi volontariamente chiusi la ragazza capirà se anche il suo insegnante la "vede" come lei fa con lui o come ha appena realizzato di fare? al prossimo capitolo e tanti complimenti :D

Nuovo recensore
09/08/12, ore 12:11

Ciao!
Ebbene si, eccomi ancora qui: finalmente ho trovato il tempo di commentare! E probabilmente non potrò farlo più per un sacco di tempo, perché sto per partire per l'ennesima vacanza all'estero. In ogni caso, ciancio alle bande e cominciamo con la recensione vera e propria.
Che dire, l'introspezione che occupa tutta la prima parte del capitolo è semplicemente perfetta: mi è piaciuto tantissimo il momento in cui si parlava del suo rapporto conflittuale con gli altri, paragonato allo sguardo dei suoi occhi grigi. Ora che l'ho letto, un approfondimento del genere mi sembra quasi essenziale per delineare del tutto la psiche della Cantastorie, che in effetti non poteva essere tutto rose e fiori (o meglio, racconti e colori) come hai descritto nel capitolo dedicato a lei. Tra l'altro, mi piace tantissimo il suo rapporto con Andrea, il ragazzo dalle meches blu. Sarà perchè mi piacciono gli alternativi! xD
In ogni caso, se la prima parte mi ha assolutamente conquistato con le sue riflessioni profonde ed i suoi pensieri (talmente articolati che alcune volte ho dovuto rileggerli qualche volta per comprenderli del tutto), la seconda parte mi ha definitivamente intrigato. La descrizione del carattere (che a quanto pare è la tua specialità) di questo professore, così freddo e serio, ed al contempo così pieno di passione, era bellissima, ed il suo rapporto con la Cantastorie è talmente... indefinibile ed etereo, ma al contempo talmente concreto che non si riesce a fare a meno di esserne fatalmente attratti. La scena finale, poi (quella del gioco di luci, per ben intenderci) mi ha lasciato completamente senza fiato, e qualcosa mi fa pensare che sarà anche un po' la metafora del loro rapporto futuro.
Un bacio, alla prossima recensione,
Utopic Dream
PS: Forse non riuscirò a recensire in fretta come l'altra volta, anche perché ora ho cominciato a pubblicare un lavoro mio, il che risucchia gran parte del mio tempo su questo sito. In ogni caso, arriverò alla fine della storia, viva o morta. E' una promessa (o una minaccia). u.u