Recensioni per
Abelardo e Eloisa
di Rodelinda

Questa storia ha ottenuto 217 recensioni.
Positive : 213
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Nuovo recensore

Ciao! Ho riflettuto a lungo prima di scrivere questa recensione, poiché raramente mi sento nella posizione di commentare il lavoro degli altri, non avendo mai pubblicato niente di mio.  Comunque, eccomi qui!
Ho trovato questa storia tra le Scelte del sito e mi ha incuriosito, così l’ho aperta, ho letto come tu consigliavi la storia precedente, e mi sono buttata con entusiasmo su “Abelardo e Eloisa”. L’ho finita in un paio di giorni, nonostante la sessione di esami che incombe minacciosa. I protagonisti sono interessanti e pittoreschi, e i personaggi di contorno sono tratteggiati meravigliosamente. La grammatica è pressoché perfetta (ho notato soltanto qualche errore di battitura e punteggiatura, dovuto probabilmente alla fretta) e lo stile è molto migliorato rispetto a quello dei primi capitoli, troppo barocco e arzigogolato.
E allora perché la bandierina neutra?
Trovo i personaggi un po’ forzati.
Non parlo del professore che, mi sembra di capire, è appositamente ritratto in questo modo, quasi farsesco, come dici tu stessa: un uomo con una cultura letteraria spropositata ma che gestisce le emozioni in modo infantile, come se fosse la prima volta che vi si trova davanti; che, nonostante l’intelligenza acuta, non riesce a superare i traumi famigliari.
È Fede, quella che mi lascia più perplessa. Se in certe cose mi ritrovo in lei, mi sembra che la tanto decantata saggezza sia in realtà quella normale di una liceale che ha letto molto; non mi pare stia gestendo la situazione al meglio.
La sua immaginazione, poi, rimane una caratteristica vuota, non essendo riempita che raramente con castelli in aria. Mi ricorda, seppur vagamente, la ragazzina protagonista de “L’eleganza del riccio”. Viene presentata come bambina prodigio, ma poi fa poco o niente che lo dimostri.
Allo stesso tempo, trovo la paura dell’emarginazione, che ha portato Federica a nascondersi dietro alla Cantastorie, un po’ esagerata. Dopo le medie, perlomeno nella mia esperienza, l’intelligenza smette di essere temuta (e quindi disprezzata), e comincia a essere ammirata, rispettata.
 Inoltre, ma questa non è una critica, è solo una preferenza, non mi piace che la relazione tra i due sia diventata sessuale. Avrei preferito che rimanesse sul piano intellettuale, poiché sarebbe stata più interessante, meno comprensibile da parte della sua famiglia e dei suoi amici. Spero sinceramente che Fede scelga solamente Andrea, che potrebbe capirla se Fede facesse uno sforzo in più.
E qui veniamo ad Andrea, che è tutto sommato il mio personaggio preferito, nonostante il disprezzo con cui viene trattato dagli altri due. Sembra che Fede e Ricci considerino cultura solo quella umanistica, relegando quella scientifica a un gradino inferiore, dal quale non può fare altro che guardare in su, meravigliandosi che qualcuno possa provare più emozioni di quelle contenute in un cucchiaino da tè (come direbbe Hermione). Mi sembra che lo sforzo titanico (con tanto di sopracciglia aggrottate) di Andre nel tentare di comprendere Fede sia destinato a fallire, perché, secondo Fede stessa, lui non potrebbe mai capire concetti così difficili, e in questo modo lo limita, raccontando le cose a metà, impedendogli di capire.
L’ultimo appunto che ti faccio riguarda il francese: mi sembra che alcune frasi non reggano. Io non lo parlo da anni, e comunque non l’ho mai parlato a livello “colto”, ma solo quello di tutti i giorni, però forse ti converrebbe controllarle.
Comunque, complimenti! È una storia interessante, e i trenta capitoli che ho letto in pochi giorni lo dimostrano. Non so se sarò a casa al tuo prossimo aggiornamento, in ogni modo lo leggerò il prima possibile. Non vedo l'ora di sapere se Anto ha capito qualcosa! Spero di sì, e che le faccia una bella lavata di capo, mi sembra che Fede non si senta molto in colpa nei confronti di Andrea.

Recensore Junior
10/06/13, ore 14:18

Non ricordo se ti ho mai commentata, ma fattosta che ti leggo da un sacco di tempo.
La cosa paradossale è che non sopporto né Federica né il suo professore, proprio non ci riesco! Li trovo di un'arroganza pazzesca, troppo imbevuti nei loro profili (che forse non vuol dire niente ma non trovo altre parole per esprimere l'impressione che mi danno) e straordinariamente ben strutturati e caraterizzati come personaggi. Mi piace come scrivi, fondamentalmente il motivo per cui leggo avanti nonostante mi salga il crimine a causa dei protagonisti, e arrivata a questo punto sono davvero curiosa di scoprire cosa succederà.
Brava :)

Recensore Junior
23/09/11, ore 10:12

Ciao Rodelinda,
Sono incappata in questa storia cercando tra le "scelte" di EFP, e sono subito stata incuriosita dal titolo.
Abelardo e Eloisa sono una delle coppie "romantiche" della letteratura per eccellenza, però io ho sempre pensato che Abelardo fosse un po' uno stronzo. Nelle sue lettere, Eloisa, poveretta, sembra davvero innamorata, lui invece è una merdaccia fatta e finita (vabè, concediamogli qualche punto compassione per la sua triste vicenda, ehm, intima).
In effetti un po' dell'ambiguità dell'Abelardo originale la trovo anche nel personaggio corrispondente della tua storia, e questo è sicuramente interessante.
Ma veniamo alla recensione. Sinceramente io ci penso sempre non una, ma dieci (mila) volte prima di lasciare una recensione non positiva a una storia che prima non stavo seguendo, però ho letto tutti i tuoi commenti alle altrui recensioni e, visto che chiedi spesso pareri sul tuo stile, ho pensato che forse potesse interessarti sentire un'altra voce.

Innanzitutto, il tema della storia è molto interessante. La vicenda di una ragazza che cerca più stimoli intellettuali di quelli che la sua famiglia e i suoi amici possono darle, e infine trova un'inaspettata guida in un individuo apparentemente privo di calore ma pieno di cultura, che spesso mostra un lato un po' instabile ma indubbiamente umano, appassiona di per sé; il lettore è intrigato dallo svolgersi degli avvenimenti e vagamente inquietato dal personaggio di Ricci.
Molte vicende di "vita quotidiana" sono descritte con dovizia di realistici particolari e rimandano alle esperienze del liceo, in cui, credo, quasi tutti noi possiamo identificarci.
I personaggi di contorno sono quelli, a mio parere, meglio resi, proprio perchè descritti con poche parole ma efficaci.
Il tuo stile, un po' barocco ma scorrevole, immerge il lettore in questo istituto torquato tasso, dove fin dall'inizio ti sembra di conoscere un po' tutti.
L'unico appunto che ti faccio è: ma come è possibile che ogni singola persona lì abbia un soprannome? Quasi tutti sono presentati come "Tizio Caio" detto "qualcos'altro"... per un paio di personaggi va bene, dopo un po' secondo me diventa stucchevole.
Che Federica sia soprannominata "Cantastorie" inoltre è un po' improbabile ma al limite ci può stare... che però i suoi compagni si rivolgano a lei chiamandola proprio così ("hey cantastorie!") è davvero poco verosimile.

Andrea è un personaggio ben reso secondo me: unisce la simpatia all'ingenuità tipica della sua età (particolarmente azzeccata secondo me l'osservazione sulla sua partecipazione a qualsiasi manifestazione di protesta, indipendentemente dall'argomento)... insomma, penso che incarni bene il ragazzino del liceo come quello che tutti abbiamo incontrato almeno una volta.
Non comprendo però l'insistenza sull'eccezionalità del suo rapporto con Federica... l'"altro da sé" etc. Boh, a me sembra che siano due ragazzini sui 18 anni, innamorati, come ne vedi ogni giorno a scuola, sull'autobus, sulle panchine dei parchi, a cui piace la stessa musica, andare a mangiare la pizza nello stesso posto eccetera... Non si capisce perchè la loro relazione dovrebbe essere in qualche modo diversa. Anche le scene di sesso sono un po' monotone, secondo me ne basterebbe una, e via.

Passiamo al problema principale (almeno secondo me): la caratterizzazione di Federica.
Visto che questa storia è lo spin off di "Istituto Torquato Tasso" sono andata a leggere anche quella, e ti dirò, secondo me era resa meglio lì: infatti in quel caso il suo personaggio era filtrato dagli occhi di Francesco, il ragazzo "normale" che guarda con ammirazione e una punta di invidia i personaggi più conosciuti (se fossimo in un film americano diremmo popolari) della scuola, e li vede come delle creature quasi leggendarie. Ci sta quindi che la sua presunta maturità sia vista in un modo un po' idealizzato.
In "A&E" (posso abbreviare così?) il punto di vista è interno a Federica: benché in terza persona, la voce narrante è la sua, o almeno così appare.
Però riprende subito il discorso sulla sua "eccezionale capacità di comprendere il mondo"... sul "potere della sua immaginazione" etc... da come viene presentata, sembra che sia lei stessa a pensare queste cose, e subito ciò la rende abbastanza antipatica.
Oltretutto perchè di questa straordinaria abilità lei non dà prova alcuna nel corso della storia: per esempio, in 13 capitoli non si è ancora resa conto di ciò che ogni lettore ha intuito dal secondo capitolo, cioè che si sta prendendo una cotta per 'sto Ricci.
E' soprannominata "Cantastorie" e spesso si disserta sul potere della sua immaginazione, che la fa vivere in un sogno... però nella storia non ha ancora fatto una fantasticheria che sia una! Né su storie inventate né (come mi aspetterei da una persona così creativa) su Ricci stesso: non mi riferisco a fantasie vere e proprie, ma anche solo a semplici ipotesi sulla sua vita, la sua infanzia, la sua casa, cose su cui nel corso della storia abbiamo ricevuto molti indizi... Insomma, da una che vive in un mondo di fantasia come minimo me lo aspetterei: invece Federica si limita a ricevere informazioni in modo abbastanza bovino.
Il fatto è che tutti non fanno altro che lodare o commentare la sua straordinarietà, il suo essere completamente diversa da tutti gli altri ("Sei troppo cerebrale" o addirittura "sei sconvolgente", uellà!) quando alla fine non è che sia molto diversa da milioni di altre ragazze... il più delle volte non fa che pensare a quanto sia speciale, oppure a quanto ami il suo ragazzo (che mi sembrano pensieri abbastanza tipici per un'adolescente).
Insomma, secondo me l'hai messa un po' in una situazione difficile, la tua protagonista: il presentarla subito come essere saggio e speciale, con una perfetta comprensione del mondo, rende poi difficile caratterizzarla in modo efficace. La sua "specialità" dovrebbe trasparire dalla storia, non essere decantata senza fondamento.

Quanto al co-protagonista, il fantomatico Ricci... boh, mi riservo il giudizio.
Non è molto credibile come insegnante di liceo, specialmente per il modo in cui si rivolge a Federica durante i primi colloqui... mi ricorda molto il Piton delle fanfiction (attenzione, non quello della Rowling), specie quanto le parla di insolenza... Mi sembra davvero un po' forzato. Non è molto affascinante (specialmente quando piange... OMG!), il più delle volte si comporta in modo molto più immaturo dei suoi studenti e la sua caratteristica più apprezzabile sembra essere la collezione di thé (la cui descrizione mi fa sempre venire l'acquolina).
Il suo intercalare ("Deo Gratias") spesso è usato un po' a sproposito, quando lui magari è innervosito e perciò non ha proprio nulla per cui ringraziare o rallegrarsi.
Il tema della crescita attraverso la scoperta di un universo culturale più ampio è sempre un tema molto affascinante, però non si capisce bene quale sia il ruolo di Ricci. Federica in realtà è già "aperta" a questo mondo; sembra la maggior parte degli argomenti che trattano lei li conosca già.
L'insegnante si sconvolge per le sue "straordinarie" intuizioni (che purtroppo a volte sono un po' banalotte, vedi Rimbaud), però non c'è (quasi) mai da parte di Federica un vero entusiasmo, un vero stupore di fronte alla scoperta, come mi aspetterei. Più che altro sembrano due che parlano di argomenti che interessano ad entrambi... inoltre la figura di Ricci nella sua vita è più destabilizzante che arricchente dal punto di vista intellettuale. Insomma, come mentore secondo me potrebbe fare un tantino di meglio.
Però se invece volevi creare un personaggio inquietante, con evidenti problemi psichici (il suo atteggiamento è quantomeno schizofrenico), allora credo che sia decisamente promettente.

A questo punto, dopo questo poema, ti chiederai "ma allora 'sta stronza come mai si è presa la briga di scrivermi tutto sto papiro di critiche?".
La risposta è molto semplice: dopo 13 capitoli sono ancora qui.
Su internet è facile chiudere la pagina e passare ad altro, ma non l'ho fatto.
Ci sono storie con caratterizzazioni perfette, forma impeccabile, ambientazioni precise che però non "prendono"; la tua invece, in qualche modo, sì.
Non so se sia in qualche modo ispirata alla tua vita, ma nella lettura si percepisce qualcosa di vero, di sentito, di genuino, qualcosa di intenso che non puoi raggiungere se già non c'è dall'inizio.
Nonostante creda che sia perfettibile, ha comunque quel non so che che contraddistingue le storie avvincenti, in cui ti chiedi cosa succeda dopo, e quindi secondo me vale la pena passare del tempo per limarla, perchè la "sostanza" è buona!

Spero che tu non mi stia odiando troppo.

Ciao
(Recensione modificata il 23/09/2011 - 10:28 am)

Recensore Junior
17/06/11, ore 23:27

[Recensione per la Writers Lotteria]
Federica è una ragazza diversa dai suoi coetanei, sente come un muro che la distingue dagli altri per la sua sensibilità e il bisogno di leggere e conoscere quanto più possibile. Inaspettatamente trova un individuo a lei affine nel più terribile dei professori nel suo liceo, con il quale comincia ad allacciare un rapporto dai confini indefiniti che passa spesso dall'odio alla comprensione, dal rispetto alle confidenze, dall'insegnamento al confronto. Si crea così una doppia vita per lei: in una continua a stare con i suoi coetanei mostrando quella Federica che loro conoscono e credono di capire, nell'altra sfama il suo bisogno di sapere in compagnia di un adulto che passa più volte il confine del ruolo del mentore. E con la maturità che incombe, questo delicato equilibrio potrebbe presto saltare...
Probabilmente mancandomi la prima storia del Torquato Tasso non ho potuto apprezzare pienamente il personaggio di Federica.
La sua caratterizzazione mi sembra in diversi passaggi molto forzata, una dicotomia esasperata forse in maniera non necessaria (ma magari perché mi viene spontaneo il confronto con me stessa, che ho sempre avuto quello stesso bisogno di leggere, di sapere, di conoscere di più) e che a volte mi ha infastidito nella lettura. Inoltre, la voglia di trasmettere la sua cultura superiore a quella del liceale medio secondo me viene rovinata in due modi: il tono saccente con cui spesso si elencano le sue letture o i gusti in fatto di poesia e certi termini che credo vorrebbero alzare il livello stilistico ma ottengono l'effetto contrario (la fronde aggrondata e non aggrottata è un esempio che mi è rimasto in mente).
Sarà forse che per me il tempo del liceo è già lontano, sarà che i triangoli lui-lei-il prof non mi convincono, salvo rare eccezioni, però purtroppo la tua storia non mi ha preso molto. Generalmente è scritta bene, salvo quegli errori che ti dicevo e un uso un po' abusato della punteggiatura, ma a volte lo stile è appesantito da certe descrizioni troppo statiche e dettagliate che tendono alla ripetizione (il rito del tè nello studio, per dire, o il vestito di Federica alla sua festa di compleanno).
In generale ci sono delle potenzialità per una buona storia, forse stornando alcuni passaggi eccessivi e rivedendo il tutto, però mancando proprio l'empatia con i personaggi non sono riuscita ad appassionarmi. Proverò a continuare la lettura quando aggiornerai, magari riuscirai a farmi cambiare idea.

Rowena