Questa è la storia che più mi è piaciuta fra le tue pubblicate fino ad ora su EFP.
E’ una storia a metà tra la prosa e la lirica, quindi sono state le singole immagini, che tu hai saputo potentemente evocare con le tue parole, che più mi hanno colpito. Il mio commento, quindi, sottolineerà proprio queste immagini.
“Cenere al vento”: occorre rileggere la storia una seconda volta per comprendere la vera realtà di questa immagine.
“Vedevi scintille nella mente, e calderoni, fumo, erbe”: brividi! (Sai quanto sono sensibile ai calderoni!)
“Mi credevo un giocoliere sulla fune.”
“E’ nel fuoco che vive il tuo ricordo.”
“E amarti non è mai stato così doloroso.”
E’ terribile questo crescendo di tragedia che toglie il fiato: vedo la campagna punteggiata di falò nella notte, che diventano roghi nell’oscurità della follia. E lui, lui che parla e racconta, lui che soffre e combatte, lo vedo: un viso pallido fin troppo conosciuto, occhi che brillano d’amore e di dolore, e sento il sussurro roco della sua voce.
“Eri bella e selvaggia.
Un fuoco vivo e ardente anche nel buio delle segrete.”
Mamma mia che brividi! Lui è adorabilmente innamorato…e disperato… e rimarrà solo con il suo dolore ed il ricordo del suo amore perduto.
“E quando l’ultimo filo di fumo si è perso nel vento, ho pianto su di te.
Ho pianto.
Ho pianto.”
Assolutamente straziante.
“L’unica magia che sei mai stata in grado di evocare è quella dell’amore, la magia più bella, quella più vera, che non ha bisogno di filtri e parole per essere compresa.
La magia ci riempiva la vita.”
Ti ho dedicato un lungo sorriso, Peppe, in onore di questa Antica Magia che entrambi abbiamo cantato.
“Ti amo, donna, anche se non sei più.
Ti amavo anche quando ti fingevi strega. Eri sempre tu.
Ti ho portato via da quel luogo di perdizione, lontano.
Ti ho portato via dal rogo morto, e spero che niente sia rimasto di te, lì.
Ho pianto.”
Appassionatamente struggente, l’amore di allora ed il dolore di adesso, inscindibilmente legati.
“Baciavo aliti di vento; era come sentire il tuo profumo…”: aaaaaah… sublime! Devi assolutamente leggere “Amando il vento” di Astry: sono sicura che saprai apprezzarlo fino in fondo.
Da questo punto fino alla fine le tue parole sono inebrianti e la prosa diventa lirica stupenda, immagini nitidi e al contempo delicate che riempiono la mente di luce, vento, sogni e promesso: un’incantevole elegia, un inno all’amore perpetuo!
E’ difficile dire cosa mi è piaciuto di più: è stato un crescendo, ero rapita dalla lettura, sempre più “dentro” nel vento, totalmente immedesimata nel doloroso amore cantato, ed il mio evidenziatore giallo si consumava (chiedi informazioni a Niky o Astry su questo punto!) mentre il mio cuore batteva forte e si formava un nodo alla gola, segno inequivocabile che marchia le storie che più mi sanno coinvolgere, emozionare e commuovere.
Difficile esprimere le intense emozioni che questa breve storia, appassionata elegia d’amore, ha scatenato in me.
Mi limito quindi a complimentarti per la tua capacità, con poche, curate e studiate parole, di dipingere l’affresco di un mondo del passato (“Circolavano da un angolo all’altro della cara, vecchia Europa, la terra del Cristo morto e risorto, la terra dimenticata da Dio. Terra di papi e di roghi.”) rendendolo in vivide immagini.
Altre brevi pennellate e due persone prendono vita, con i loro sentimenti intensi, le loro gioie e tragedie, la ragione e la follia, a dar fiato alla sinfonia d’un amore che va ben oltre la vita!
Questa volta sono io che ti ringrazio per le splendide emozioni che hai saputo regalarmi con queste tue righe piene d’amore!
Ida |