Commentare mi risulta un pochino complicato, nel senso che in generale la poesia si presenta come un prodotto letterario un pochetto più ostico della prosa, e in particolare al momento le mie facoltà intellettive non sono al loro massimo splendore causa studio matto e disperatissimo per la verifica di chimica di domani... Insomma, il mio lato scientifico è momentaneamente prevalente su quello letterario :D
Ordunque, esaurite le scempiaggini, proverò a dire qualcosa di preciso su questa stupenda Cecità. Mi è piaciuta davvero, davvero molto.
Ho apprezzato un sacco le immagini che hai usato, quel sole infinito dai rami pungenti, quel faticoso risalire della collina in una sorta di climax luminosa, passami l'espressione; e poi, il meraviglioso "aranciastro punteggiarsi", espressione che ho trovato personalmente decisamente una scelta felice, che prelude alla cecità.
Una cecità che sa di liberazione, di sospiro di sollievo: un allontanamento concreto dalla visione delle brutture del mondo, forse? Sarebbe azzeccatissimo, visti i tempi, direi. Ma forse non è così, forse dietro c'è ancora di più, un universo ripieno di tutto, chissà...
Fatto sta che tutto questo non importa. La poesia deve ammaliare, affascinare, stregare: e questa c'è proprio riuscita.
Complimentissimi! :D
wlH, smiling |