Recensioni per
Pensieri
di NonnaPapera

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/02/11, ore 18:23
Cap. 1:

Ok sappi che dovrei studiare, ma proprio non riesco ad uscire dalla tua pagina, e dato che ho appena iniziato -come già ti ho accennato- a leggere la valle della paura ho pensato di leggere questa tua storia e la trovo bellissima ^^ davvero una caratterizzazione ed introspezione eccellente, poi anche la canzone è adattissima ^^ ancora complimenti

Recensore Master
11/10/10, ore 17:33
Cap. 1:

Quanto è bella *-*  *lacrimoni agli occhi*
E' stupenda!! Io AMO Sherlock!!! E' così intelligente!! >.<
Mamma mia è stato emozionante leggere una fic su di lui!!! Bella bella bella bella bella bellissimaaaaaaaa!!!!
Lo so che sono una scocciatura,ma le tue fic mi piacciono troppo!!
Ciao ciao!! ^_^

Recensore Master
10/10/10, ore 23:06
Cap. 1:

In primis mi sembra ottima la scelta di quella particolare canzone dei Fab Four (e ritengo sia stata un’ottima idea tradurla). Credo che tu sia riuscita a rendere la psicologia di un personaggio così particolare come quello creato da Conan Doyle, il quale, dietro un’apparenza apparentemente impassibile, cela un uomo che probabilmente è dilaniato nel suo spirito (non avere suoi simili con cui confrontarsi dev’essere qualcosa di particolarmente penoso, specie quando poi l’unico che si poteva confrontare era il suo nemico giurato c’è di che prendersi dallo sconforto). In effetti la domanda che si pone il protagonista di questa shot non è per nulla peregrina: qual’è il confine tra “dono” e “maledizione” (per usare termini che lo stesso Holmes rifiuterebbe, dato che si tratta di concetti che urtano non poco con la sua visione del mondo, sostiene infatti che anche gli altri sarebbero capaci di fare come lui, sol che non si applicano, ottima la metafora di quella che sembra semplice sabbia tra le mani degli stolti, ma che quando passa tra le sue dita diventa come oro), nella sua condizione di viaggiatore nell’abisso della mente non ha bisogno di spostarsi fisicamente, deve solo conoscere i dati per elaborare la teoria adatta a risolvere il caso, niente quindi di eccezionale, dal suo punto di vista (ed infatti una volta risolto il mistero la verità diventa chiara a tutti), così gli basta semplicemente pensare per capire il mondo che lo circonda e saperne afferrare i dati che possono aiutarlo allo scopo, eppure per questo sembra che ogni possibile idea di felicità lo abbia abbandonato, nonostante molti lo invidino, lui sente solo il peso delle sue capacità, che lo assediano anche nei momenti di riposo, non gli resta quindi che cercare un altro mistero, sperando paradossalmente che sia abbastanza intricato da poter avere un minimo di difficoltà nel risolverlo (il piano del ragionamento si dovrebbe spostare quindi da un altro piano, il mistero quindi non è nel caso da risolvere, ma bensì nelle capacità dell’investigatore nel risolverlo, in questo caso ci sarebbe quindi un cambiamento di prospettiva, il risolutore diventa a sua volta mistero, ma in questo caso poco risolvibile, dato che l’unica soluzione possibile potrebbe darla il diretto interessato, solo che quest’ultimo non può o non vuole darla). In ultima analisi, sembrerebbe che la sua capacità di sciogliere gli enigmi che gli si presentano altro non sia che un modo per fuggire dall’unico enigma che non riesce a risolvere, ovvero sé stesso, che gli fanno sembrare cose da nulla affrontare i problemi che i suoi clienti portano a lui, fiduciosi che troverà dal più insignificante particolare la chiave per risolverli, di fronte all’enigma rappresentato da sé, dalla sua semplice esistenza, diventano cosa da nulla  (alla luce di questo racconto, diventa molto più comprensibile l’uso di certe sostanze da parte di Holmes, in qualcosa doveva pur trovare una qualche specie di conforto, anche se non si può certo dire che fosse un passatempo innocuo).
In breve: davvero una storia interessante, non è stato affatto banale leggerla, hai saputo ideare un’immagine di Holmes molto lontana dallo stereotipo (direi quasi macchietta) dell’investigatore sarcastico e distaccato con berretto e pipa.