Recensioni per
Il sole ti sorprende a mezzanotte, inatteso
di Callie_Stephanides

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/01/15, ore 16:26

Bellissima l'ho letta subito e l'ho adorata. Hyoga è uno dei cavalieri che adoro e la figura di Freya è ben delineata. Sai scrivere molto bene e mi piace come l'hai costruita.
bellissime queste parole
Come lucciole, piccole calde luci tra le sue trecce pesanti.
Riflessi d’oro nel lino pallido delle chiome.
Odore di zenzero e cannella.
Creme spesse e bacche aromatiche.
Risa di uomini tra boccali di sidro e birre speziate.
Il sorriso di Hilda e braccia tese.
Bambole di pezza e statuine intagliate da Hagen.
Fiocchi larghi a benedire i sogni.
Leggende sussurrate attorno al fuoco.
Dolci grassi e pastosi, colorati come i sogni troppo vivi di bambini che non vogliono più svegliarsi.
Sai la storia di Hilda mi ha sempre incuriosito e devo dire che forse nell'anime poteva essere più sviluppata. Adoro la mitologia nordica e forse prima o poi la prenderò anch'io in una mia fic! complimenti davvero di cuore.

Nuovo recensore
26/12/11, ore 11:34

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ho amato l'epopea di bronze saints per la trama, i personaggi, le atmosfere, i riferimenti, le citazioni. Ho amato perfino tutti i suoi macroscopici difetti, che pure ai miei occhi non rendevano (né rendono) l'opera meno avvincente, appassionante, unica. Insomma: il tipo di opera che, passati pure quasi tre lustri, ancora conserva il suo posto d'oro tra le serie del mio cuore. Ciò premesso è per darvi un'idea del tipo di fan che sta scrivendo questa recensione. Una fan che possiede un'ignoranza maturata per scelta e pressoché totale del fandom narrativo su Saint Seiya. Ho bazzicato per le fanfictions inglesi e ho sfogliato alcune pagine del panorama nostrano. Forse sarò stata sfortunata, ma bashing, OOC, yaoi e voli pindarici già mi danno l'orticaria per definizione, figuriamoci riguardo una serie ancora circondata dall'alone dorato del mio fanatismo. Per concludere, su 'I Cavalieri dello Zodiaco' sono maledettamente esigente: devo trovare trama, atmosfera e massima fedeltà al canon perché non abbandoni a metà la lettura di una fanfiction, mettendoci una croce sopra."Inatteso" l'ho letta fino all'ultima parola e posso dirlo: è un piccolo, grande gioiello.La trama in sé è molto semplice ed assume quasi contorni da interludio, quei piccoli racconti segreti che si nascondono tra le pieghe della narrazione principale: dopo l'estenuante guerra contro Re Nettuno, la bionda principessa Freya (Flare per chi aveva seguito il cartone) si prende cura del ferito ed esanime Hyoga (Crystal del Cigno).L'autrice tesse una narrazione meravigliosamente evocativa ed avvolgente, dove ambientazione-analisi introspettiva dei personaggi-cornice natalizia diventano un tutt'uno: eccoci dunque ad Asgard, la gelida terra del Nord, e l'autrice ci fa sentire il freddo impietoso del suo eterno inverno e la rustica suggestione dei suoi riti druidici. Seguiamo i tormenti dell'animo dolce di Freya e poi gli incubi dolcissimi e devastanti dell'esanime Hyoga. Il Natale diventa la cornice di tre diverse terre innevate: la già citata Asgard, la cristiana ortodossa SanPietroburgo ed infine la Siberia e nessun conforto, tranne la solidarietà egoista tra compagni d'addestramento.Un plauso speciale va alle ricostruzioni linguistiche fatte dall'autrice: le strofe wagneriane del Sigfried bastano da sole ad evocare l'epopea dei Nibelunghi, così come le invocazioni in cirillico appartengono a quel passato felice di figlio che scorre nelle vene di Hyoga insieme al suo sangue russo.E' una storia dove l'amore si sfuma nei suoi toni più delicati e soffusi (profondo, ma pudico è il sentimento di Freya per il giovane guerriero e non nascondo la mia soddisfazione che questi sentimenti siano raccontati con una coppia ufficiale), ma è soprattutto una tragedia degli affetti umani ad essere il tema di questa narrazione: una guerra si è conclusa e tra le vittime innocenti ci sono nomi amatissimi dai due personaggi, verso i quali entrambi sentono il peso del tradimento.In conclusione, vivissimi complimenti all'autrice per questo magnifico dono inaspettato ed ovviamente non posso che sperare di trovare ancora altre sue pagine in omaggio ad una serie che ho amato tanto.

Nuovo recensore
26/12/11, ore 11:32

Suggestivo. Onirico. Malinconico. Se dovessi scegliere solo tre aggettivi questi sarebbero quelli che meglio inquadrano, a mio avviso, questa breve storia. Non amo particolarmente il personaggio di Freya, eppure sei riuscita a renderla molto più forte che non la terribile lagna dell'anime. Più reale e più innamorata, combattuta e distrutta da un opprimente senso di colpa che la lega ad Hagen e che si fa più forte con la presa di coscienza dell'amore per Hyoga. Romantico e struggente, in un contesto da fiaba. Eccellente, davvero. Spesso poi si trovano fanfictions che estrapolano i Saint dal proprio contesto aulico/drammatico facendoli diventare orrende fotocopie malriuscite degli eroi della serie, e la tua fanfiction è una perla rara in un fandom in cui credo la gente sfugga un po' i canoni meravigliosi e poetici della serie originale.

Nuovo recensore
05/11/11, ore 15:51

Sono stupita che questa storia abbia una sola recensione, sebbene sia certa che sia stata letta da molti. Amo lo stile di questa straordinaria autrice, perchè aulico senza essere ermetico e fastidioso, incisivo e capace di rendere immagini ed emozioni in un modo che poche volte ho visto. 

Aveva lasciato che i suoi pallidi smeraldi si smarrissero nella grandiosità della visione: il ghiaccio scivolava sino al mare fendendo la roccia. A monte, nondimeno, tracciando fratture longitudinali e ribollenti, barbigli del calore sotterraneo di una terra antica quanto gli Dei lambivano di lingue roventi e rossastre le creste di un cristallo tanto puro da ricordare diamante. Erano le due nature configgenti di Asgard, terra di nevi e di passioni inesauste. Era l’ossimoro in cui il potere di Hagen s’era forgiato, inorgogliendola di quella forza ch’era nata e cresciuta con loro.

Caspita...questo avrei voluto scriverlo io. La trama è snella, ma capace di racchiudere molti episodi in sè, anche se, per egoismo, avrei davvero voluto vederla più sviluppata. Mi piace la resa di Flare, non scialba e pallida come spesso viene dipinta, ma forte nella sua delicatezza. Tenera l'immagine di Hyoga bambino...mi ha fatto sorridere, azzeccata quella di lui guerriero tormentato “… Mia madre è morta per salvare me. Il mio maestro, per rendermi un cavaliere… Quanto a Isaac… È quasi l’abbia ucciso due volte. Per il mio egoismo. E per la mia debolezza.”

“Hyoga…”

“È nobiltà, questa, Freya?”

Aveva stretto ancora possessiva quelle dita, prima di mormorare: “È la via di un cavaliere, Hyoga. Desolante, difficile… Però… Io credo…”

“Io, invece, non credo più.”

Era la fine naturale di un contatto: l’aveva visto sospirare e poi reclinare il capo, quasi davvero fosse un cigno ferito a morte. La pena e il senso d’inadeguatezza che l’avevano colta erano nulla rispetto a quello che doveva portare nel cuore il cavaliere accanto al quale la sua presenza, in fin dei conti, non poteva ch’esser un accidente come tanti.

Un pensiero davvero triste da strappare il cuore: eppure, al contempo, abbastanza vivo e vero da lasciar pensare.

 

Recensore Junior
12/10/10, ore 00:17

Ho trovato il tuo elaborato decisamente apprezzabile.
Oltre a promuovere una coppia (Freja e Hyoga) che, personalmente, mi è molto cara, l'affronti con una drammaticità piacevole e un tono di aulicità molto apprezzabile. Sembra davvero di sentir risuonare i versi dell'Edda in norreno, e la storia di Freja e Hyoga divenire la leggendo di uno sfondo di ghiaccio e dolore.
Ho apprezzato molto l'alternanza temporale, lo spaziare dal presente all'infanzia di Hyoga, al periodo dell'addestramento per tacere invece gli avvenimanti di Posidone, non per imperizia ma per lasciarli trapelare alla fine, in un dialogo pathetico e specchio ideale di una situazione lasciata in forse. E per questo decisamente godibile.
Hyoga come lupo.
Ho amato moltissimo quest'immagine, quasi a livello empatico. Hyoga bianco e delicato come cigno; Hyoga distrutto e abbandonato-, Huoga freddo come il ghiaccio. E uno Hyoga che combatte: non per ideali, non per qualcosa di "prezioso" ma per la sua sopravvivenza. E in quel lupo, personalmente, ho letto uno Hyoga dilaniato e solo e per questo molto calzante e fedele all'originale.
Ecco: la fedeltà. Hyoga si trasforma e Freja è un elemento di disturbo taciuto nella serie che tu hai saputo rivalutare e contestualizzare senza snaturazioni. Hyoga risente della battaglia di Posidone e nonostante una serenità appena affacciata qualcosa incombe, anche se in modo latente. Nella frase di Freja spezzata; in quell'incerto rimpianto che Hyoga sembra possedere. Nella perdita della fede.
Ho, inoltre, trovato estremamente piacevoli i riferimenti culturali, religiosi e folklorici, la volontà di ricreare l'ambiente freddo del Nord, ma così diverso dalle lande della Siberia. La contestualizzazione è davvero ben fatta, intrecciando religione cristiana e norrena in un amalgama di cui Hyoga sembra davvero essere il perno, l'elemento di disturbo o forse di unione.
Solo una piccola nota, se permetti: l'uso del cirillico e l'impiego di riferimenti a simbologie lasciati accennati. Bada, ti prego: non è una critica! Io per prima adoro la precisione, anche a scapito di una lettura immediata ma troppo semplicistica. Solo un consiglio: fornire in nota la traduzione dal cirillico e qualche chiarimento relativo alla contestualizzazione di Yule.
In sè, comunque, la storia è davvero davvero degna.
E va subito fra le preferite.
Complimenti!