Recensioni per
I know Saint Peter won't call my NAME
di Lady Antares Degona Lienan

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/12/10, ore 21:26

L'idea considerata è particolare e molto efficace: viene focalizzata l'attenzione su un re, colui il quale con le sue azioni ha innescato la rivoluzione, per analizzare il cambiamento all'interno del suo paese. Molto forte l'immagine presentata del sovrano in mezzo al popolo, che inneggia la sua morte, come un immobile spettatore, in bilico tra il presente - la ribellione e la gioia/speranza collettiva - e il passato - un misto tra sangue e ricordi.
Lo stile usato è interessante e molto curato, perfettamente adatto a descrivere la figura di un regnante e, più generalmente, alla narrazione della storia. La presenza di numerose similitudini e metafore (la sabbia, le formiche, Apollo e Dafne, i drammi Shakespeariani) eleva sia contenutisticamente sia stilisticamente questo testo.
È un'auto-denuncia che allo stesso tempo può essere interpretata come una scarcerazione dalle proprie colpe, le quali continuano a inseguire un uomo fermatosi ad attendere la propria condanna.
Maggiore spessore alla storia è dato dai riferimenti attinenti agli antichi imperatori, re e regine citati mediante libri noti: viene ripreso con molta scioltezza anche lo stile attribuibile a quello degli oratori passati.
È presente la vita passata del Re, la sua infanzia, la sua giovinezza, la sua maturità e le azioni riprovevoli che lo hanno mosso - e quel grido silenzioso "Io non odio il mio popolo ma....
Il finale è molto bello e malinconico. Addio, Lisetha. Proprio questa donna, completamente anonima e sconosciuta, rappresenta il fallimento totale del protagonista che, nonostante sia un re, non è riuscito a diventare altro che un fantasma incapace di convivere con le sue azioni.
È possibile fare un unico appunto: la presenza di infinitesimali imperfezioni grammaticali (chiarite in seguito); si nota senz'altro che la fanwriter è una scrittrice capace e formata ottimamente, che potrebbe avere solo la necessità di limare queste inezie. Apprezzabile la citazione al mito di Apollo e Dafne, in particolar modo se collegata al precedente “dèi” - assistere all'immagine del Re rincorso eternamente dalle sue colpe. Sarebbe stata tuttavia gradita una spiegazione, anche nelle note, di tale metafora, che non è esattamente comprensibile a una prima lettura.

Ulissae, Giudice Qualificato del Collection of Starlight.