Ciao ♥
Sono ancora qui, sì, perché l’istinto di andare avanti era troppo forte per frenarmi. Andare a letto senza aver letto un altro capitolo non era contemplabile, no davvero. Ormai sono totalmente assorbita da questa storia e so che anche domani, non appena avrò un briciolo di tempo, finirò qui a leggere – parole così belle e armoniose, contesti così curati, sono più unici che rari!
Cito subito una tua frase: […] decifrare i segni nascosti nelle pieghe delle cose. È un agglomerato di sensazioni così vero e indelebile che mi ascia senza fiato. Io stessa mi sono trovata a pensare qualcosa del genere e in più di un’occasione. Non so se preoccuparmene o meno, dico davvero, perché i tuoi personaggi sono così epicamente cristallizzati da insinuarsi a forza nel lettore – sono schegge, sì, e qui mi ritorna in mente una mia vecchia metafora che spero leggerai spesso. Dico che sono schegge e non dico altro, dico che sono vetri e con questo abbandono il discorso nella suspense (?)
Questa volta voglio dirti uno dei motivi che mi spinge a prediligere le coppie slash di un racconto a quelle het. E non è un discorso strano, solo molto personale. Nelle coppie slash, solitamente, non vedo disparità. I personaggi sono equi, calibrati, con una struttura fisica e mentale che non si abbassa mai al chiché. Spesso, purtroppo, nelle coppie het succede il contrario: lui è un figo, è forte, impavido, spesso buono – troppo buono, poco vicino alla realtà – o estremamente egocentrico. Lo slash è diverso. Perché lo dico in questa sede? Perché la descrizione di Harris è esattamente ciò che penso di un personaggio con le cosiddette. Soprano neanche a dirlo, lo sai già. Vedere due personaggi con gli attributi che si scontrano sia mentalmente che fisicamente mi manda in visibilio! Non amo i cliché, non amo i ruoli standardizzati – perfino nelle storie yaoi tendo a cercare la caratterizzazione tipica dell’equità dello slash, tanto che nello slash disdegno gli stereotipi dello yaoi. Amo le storie come a tua perché hanno del pepe, perché hanno l’immediatezza, il battibecco, il silenzio rumoroso. E te ne do atto, perché sono molto esigente. Una stria più piacermi, un personaggio può affascinarmi, ma raramente posso dire di amare l’intero contesto, le vicende o i personaggi in sé.
In “Gioco di specchi” amo tutto. Sono a metà storia e amo tutto. Vedo angst, vedo tensione, vedo nervi, onore, testardaggine. E reazioni istintive, sorprese, umanità a volte camuffata e a volte svelata. Queste sono storie, cavoli! ♥
Se solo più persone sapessero rendere i propri pensieri in questo modo io sarei una persona felice ~ se solo le parole conquistassero il mondo con la loro semplicità e complessità, sì. Perché la bellezza di leggere un testo come il tuo è quella di non trovarsi dinanzi a paroloni arzigogolati – non che mi dispiacciano, sia chiaro, ma non sono “immediati”. Questo non rende un testo meno intelligente, anzi, è in grado di stupire chi ha i gusti difficili e arrivare fino a colpire chi li ha più standardizzati. Io sono il tipo di persona dai gusti difficili, lol. E vedere come tutto questo arrivi, come colpisca e affondi, mi rimanda nella personalissima Sindrome di Stendhal letteraria ♥ Come posso dimostrarlo? Ho i testimoni (?) di quanto segue: non amo le virgolette alte, le trovo da citazione, forse anche da pensiero – e non amo nemmeno i trattini che molti usano per identificare un dialogo anziché un discorso a sé o una specificazione; tuttavia le ho brutalmente ignorate e questo solo perché è tutto, estremamente, perfetto! Dalla A alla Z: i personaggi, la psicologia, il contesto, le situazioni, le reazioni. Tutto perfetto.
E che dire, non potevo scegliere capitolo migliore per fermarmi a leggere. Non dormirò più (?) o forse, per la terza volta in tutta la mia vita, sognerò qualcosa che ho letto. Se andassi a dormire immaginando Victor Soprano e Brian Harris, certamente sarei felice di rotolarmi nel letto come un kebab all’ora di pranzo! Giuro che ci spero fermamente, anche se dubito di un eventuale esito – i sogni manifesto non sono il mio forte, Freud avrebbe da ridire su questo, lol!
Per quanto riguarda la parte hot del capitolo, beh, posso soltanto fermarmi, allontanarmi dalla scrivania, fissare il monitor e applaudire. Sì, hai capito bene: applaudire. Io sono negata con le descrizioni erotiche, mi fermo sempre al momento sbagliato, tendo a non dilungarmi mai troppo, mi fossilizzo unicamente – o quasi – sulle sensazioni. Tu hai unito sensazioni e descrizioni. Il discorso è semplice, quindi, e volge a una grandissima stima. Lo stile da te adottato è perfetto, come ho già detto, e anche in questa circostanza non vacilla.
Molti scrittori si perdono anche in questo, non trasmettono, ma ti ci sei riuscita. E posso quindi ricollegarmi al discorso sullo slash che ho fatto poco sopra! Ecco cosa mi piace dello slash, ecco cosa mi piace di una storia in crescendo che non nasconde niente.
Il mio rating preferito è il rosso, ebbene sì, ma non solo per le descrizioni di atti sessuali – lol, molti stentano a crederci, ma io sono la dimostrazione lampante che esistono storie a rating rosso per altre ragioni (e non ti cito qui il titolo, non sono tipo da farmi spam a casaccio, né m’interessa farlo, perché al momento sei tu la protagonista delle mie parole e io sono solo una logorroica senza posa)! Nel corso delle mie letture a rating rosso, infatti, ho visto moti autori fossilizzarsi sul dettaglio anatomico, altri solo sule sensazioni, altri, invece, sui luoghi comuni e su delle metafore a dir poco buffe, inquietanti – ne ho un elenco mentale, giuro, e posso fartelo quando vuoi per iscritto! *ride alla sola idea* Per quanto riguarda te, ancora una volta torno a dire che mi fermo, mi allontano dalla scrivania e applaudo.
Non ho letto frasi scontate, non ho letto frasi fastidiose, non ho letto cliché. Il discorso di rivalsa, quello di un ruolo instabile e non dettato dallo stereotipo, ti è caratteristico.
Davvero complimenti per tutto quello che hai scritto, sono entusiasta! *mode sindrome di Stendhal letteraria*
Ora vado a svenire nel letto, promesso (?) altrimenti domani non mi faccio viva per colpa di una crisi epilettica da mancato-sonno *rool* e non posso mancare!
Alla prossima,
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