Recensioni per
Gioco di specchi
di Flora

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/12/15, ore 13:18
Cap. 11:

Ciao!
Eccomi qui, alle battute finali, all'ultimo dolore. Pensavo che finendo di leggere tutto si sarebbe placato e invece mi fa male il cuore, trabocca qualcosa e adesso è rimasto solo il silenzio.
Lennie, alla fine, mi ha strappato un sorriso, visto come era incredulo davanti a una situazione del genere.
Donovan, un vero amico, alla fine ha capito Harris... Almeno questo. Qualcuno che gli ha dedicato delle parole che lui si meritava davvero. Almeno Donovan lo ricorderà per sempre, anche se adesso stringe tra le mani quello scatolone.
Poi è arrivata la fine. Mi sentivo il petto squarciato dal dolore mentre leggevo la famosa lettera che Victor ha lasciato a Brian. Avrei voluto piangere e tanto anche, sentivo la sofferenza salire a mano a mano che le righe scendevano, eppure non ho pianto, mi ha pervaso solo un dolore sordo.
Ormai è inutile che io ti dica: bravissima. Però, posso dire, che questa è una delle storie più belle tra quelle che ho letto, poche volte mi sono sentita così mentre leggevo. È stato devastante come un lampo a ciel sereno. Un dolore così fulgido da far sentire vivo chi legge. Una storia che porta a pensare, che rievoca ricordi e sensazioni è una storia degna di essere letta.
Grazie per averla scritta.
Alla prossima!

Recensore Master
01/12/15, ore 12:59
Cap. 10:

Ciao!

Non so se così inizio la giornata alla grande oppure no, so solo che si manifestano i primi miei cenni di masochismo.
Però non ci posso fare niente, a un passo dalla fine, devo sapere, anche se un pezzo di me si è perso per strada con lo scorso capitolo, il mio povero cuore soffre ancora.
Come se non bastasse, non so se questa notte da me ha piovuto mentre leggevo, o se l'ha fatto sta mattina presto, so solo che quando sono uscita ho visto le nuvole e la strada bagnata. L'unica cosa che mi rincuora è che adesso sta cominciando a uscire il sole e menomale, sennò davvero cominciavo a sentirmi beffata dal destino. Come se tanto dolore non mi bastasse, ci si mette anche l'atmosfera a ricordarmi le cose dolorose, ma basta chiacchiericcio inutile, passo alla recensione, anche se effettivamente non so quanto sarò lucida e quanto invece potrò vaneggiare!
E tra le tante cose da fare, ho trovato il tempo per leggere subito il capitolo. Lui sarà anche intrepido e in grado di superarci sempre, però si può avere la capacità di organizzarlo e di batterlo sul tempo a sua volta!
Dovrei fare tante cose, invece sto qui a leggere... Ma devo ultimare questo lento e dolce dolore, perché non posso fare altro fin quando non arrivo all'ultimazione di questo.
Per me Victor è ancora vivo, è morto solo nella storia, in realtà aleggia nell'aria maestoso come sempre e basterebbe ripercorrere le tue parole per rivederlo ancora una volta in tutta la sua tragica bellezza.
Sto soffrendo questa storia rievoca in me troppi ricordi dolorosi...
E immaginavo che Brian tentasse una qualche sorta di suicidio, ma doveva farlo con il suo stile e ovviamente doveva ricambiare il favore a Victor, perché in qualche modo, si devono qualcosa sempre...
Victor lo ha salvato, allora lui l'ha vendicato, anche se così ha reso quasi vano il salvataggio di Victor, ma una vita vuota probabilmente è più inutile della morte stessa.
Brian sta per morire...E Victor torna ancora una volta e lo salva di nuovo, accogliendolo a bordo, verso quel posto incontaminato.
Adesso sono immortali, ma per me lo erano già prima, saranno sempre immortali, almeno nel mio cuore.
Spero che li possano stare bene finalmente, vivendosi quel l'amore che si meritano.
È stato davvero un onore per me conoscerli...
Alla prossima!

Recensore Master
01/12/15, ore 02:59
Cap. 9:

Ciao!
Ecco, la tua storia infetta! Avevo detto che ne avrei letto uno al giorno, e invece, ironia della sorte, mi sto bruciando il terzo, già al terzo della giornata... Non so chi mi risolleverà dopo tutto questo!
Sono muta e attonita davanti alla bellezza di Brian, non so, io lo adoro. È rabbioso eppure è preoccupato per Victor. Io so cosa significa questo.
Non so però dove tu vuoi condurre noi lettori: se alla disfatta disperata, o a farci tirare un qualche sospiro di sollievo. Non lo so, rimarrò sul filo di questo baratro ad aspettare cosa accade, come se stessi li, da qualche parte a fissare la scena senza poter intervenire, senza poter salvare nessuno di loro, allora non mi resta che tacere e sperare.
Devastante.
Qualcosa me lo suggeriva, qualcosa mi diceva che Harris una volta iniziata la sparatoria, sarebbe stato salvato da Victor. Ancora una volta gli ha salvato la vita, ma adesso come potrà saldare il suo debito?
L'immagine dell'ultimo granello di sabbia che accarezza il vetro della clessidra, per associazione, mi ha fatto ricordare un po' le figure delle Parche, che una volta teso il filo della vita, esitano un attimo, e poi, decise lo recidono. Il tempo di un granello di sabbia appunto, l'ultimo.
In un muto silenzio, per Victor, ti saluto e vado al prossimo capitolo.
Alla prossima!

Recensore Master
01/12/15, ore 02:03
Cap. 8:

Ciao!
Eccomi ancora qui, con la lettura del secondo capitolo. Questa storia è una magia e come tale mi ha stregato, pertanto, non ho potuto fare a meno di proseguire la lettura. Anche se so che questa dannerà la mia notte, piuttosto che allietarla.
Vorrei iniziare col dire che odio il tempo. È una delle poche cose che l'uomo non è riuscito a fermare o dal quale potersi sottrarre. Non lo puoi fare, sei inerme di fronte al tempo e, a creature egocentriche come noi, questa visione è del tutto inaccettabile. Io sono la prima a non accettarla. Posso combattere lo scorrere del tempo e questo, però, è sempre un passo davanti a me. Si prende sempre gioco della mia consapevolezza. Non ti ho scritto questa cosa a caso, ma, semplicemente volevo renderti nota del mio turbamento, del turbamento che ho avuto nel leggere del tempo e della paura che tutti i giorni tengo sopita.
E riesco a percepire l'ansia, o quantomeno quel sentimento di pericolo che scuote le viscere di Brian, forse perché tu sei davvero molto brava a rendere il tutto credibile e intenso. Ormai vedo quei due percorrere un sentiero correndo, ma uno di quei sentieri dove alla fine c'è un precipizio. Per come li vedo, però, non mi sembrano in grado di fermarsi davanti a quel crepaccio, anzi: li vedo gettarsi in fondo a esso, ignari e consapevoli allo stesso tempo del rischio, ma in fondo sono fatti così e chi potrebbe mai cambiarli?
Odio la pioggia.
La rabbia di Harris mi ha devastato, la disperazione dell'abbandono più che altro, avrei voluto poterlo abbracciare.
I suoi ricordi, la sua prima esperienza sul campo, altra tragedia. Hope.
Questo capitolo è un campo minato, un pezzo di zolla intasato di mine esplosive, estratto da un vasto campo che è tutta la storia. Altro che stare attendi a dove si mette i piedi qui, a ogni tre parole, si salta.
Ho visto il figliol prodigo e ho visto un "padre" amorevole, ho visto il suo perdono e quell'affetto che lega le persone a prescindere da tutto. Poi è arrivato Giuda, il vero Giuda.
Spero che Moltisanti, in qualche modo, venga riempito di piombo, perché non so se la tua storia, mi suscita più rabbia o più dolore, oppure quella muta rassegnazione al succedersi dei fatti.
Penso di aver espresso quello che potevo, perché questo capitolo mi ha lasciata davvero tramortita...
Alla prossima!

Recensore Master
30/11/15, ore 21:52
Cap. 7:

Ciao!
Eccomi qui, anche oggi, ma come potevo sottrarmi al mio impegno? Victor mi aspettava.
A proposito di lui, l'apertura del capitolo l'ho trovata meravigliosa, davvero. "Un'acquaforte nella mente" Io non so come tu sei riuscita a scrivere questa cosa, veramente. Spesso si conoscono un sacco di cosa, ma non viene il lampo di genio che ce le fa scrivere, invece qui è successo. Hai usato genio e scrittura, un'immagine vivida e lampante, come sempre del resto, complimenti.
Victor, secondo me, rappresenta un po' il passaggio che hanno tutti, o quasi. Questo l'ho capito da quando hai scritto che Victor un tempo era soltanto Vittorio. Ho pensato che fosse proprio così, che lui rappresenti quel confine che separa l'età fanciullesca da quella adulta, ma forse Victor è sempre stato in parte adulto a causa delle responsabilità.
Quella di Ortìz sembra proprio essere una profezia.
Continuo a sostenere che Victor è umano, forse più umano degli altri. Non so, forse è quella particella bianca che aleggia nella sua anima nera che me lo fa adorare.
Victor, in questo capitolo, ha avuto la sua rivincita su Brian! Vai Victor! (scusami, sono fatta un po' così...) però tra loro si sa che la situazione è questa, non ci sono né vinti, né vincitori... una storia che ritorna sempre per il caro malavitoso eh? L'unica cosa positiva è che, almeno fino adesso, entrambi tendono a essere equi, pari, e questo è sempre meglio di una sconfitta, specie se chi hai di fronte sembra tenere a te, pertanto è una parità volontaria, amorevole, quella che non ti fa sentire un perdente, ma quella che ti fa sentire uguale a chi hai di fronte.
Victor è la dolcezza. Non può parlare così... non in quel modo, il mio cuore debole cede, io sarei stata spacciata! Questo, però lo dico dal primo capitolo, e va bene così, confermo e riconfermo la mia idea su di lui, le mie sensazioni.
Io speso che facciano tanto quel viaggio ad Agualilla.
Ok, ora ho un tragico, nero, profondo e oscuro presentimento... non voglio leggere cose devastanti, non dopo tutto questo. Capisco l'angst e tutto, comprendo bene il dramma, tutto quanto, ma spero che il mio presentimento non si avveri. E odio avere questi presentimenti, anche se dovrebbero essere in grado di prepararmi al peggio.
E lo sapevo che Victor doveva fare il cretino! Questa però era la sensazione brutta minore, ho paura che accada qualcosa di brutto adesso, terribilmente brutto. Non puoi aver fatto una cosa del genere, non puoi averla scritta, potrei protestare!
Questa storia fa male.
Alla prossima.

Recensore Master
29/11/15, ore 19:09
Cap. 6:

Ciao!
Tu hai deciso di farci dannare tutti. Le descrizioni riguardo il dolore che sente Victor, me lo hanno fatto percepire chiaramente. Adesso fanno male i muscoli e le ossa anche a me! Ti riterrò colpevole.
In questo capitolo cominciamo a conoscerli davvero meglio, perché hai cominciato a sondare i gesti della loro anima, piuttosto che quelli della loro maschera. Harris sembra quasi irritato e impacciato all'inizio, preparare quella colazione lo fa sentire in dovere verso Victor, ma qualcosa mi dice,
che si sente anche vagamente stupido. Me lo immagino a pensare ancora al fatto che invece di arrestarlo, adesso gli faceva da cuoco! È un'immagine che mi diverte.
Ho scorto del disagio in Victor, della timidezza, un atteggiamento quasi fanciullesco rispetto alla sua parvenza. Poi c'è quel momento, quello dove mostrano un velo della propria anima, con un vissuto simile, dove si possono comprendere. La donna di Harris se ne è andata, quella di Vcitor è morta.
C'è un problema adesso, perché se Victor mi ossessiona, di Harris ne sono proprio innamorata!
Non c'è un pacchetto paghi uno prendo due(?)
Frivolezze a parte, posso dire che la parte di Victor dove riconosce il suo aspetto, senza provare disprezzo verso se stesso mi ha straziato, davvero. È di una dolcezza incredibile e credo che anche lui lo sia. Penso che spesso porti a galla i suoi lati più oscuri proprio per non mostrare lati scoperti del suo essere.
Tutti quei discorsi: le parole di Victor, una vera e propria confessione, l'accettazione di Harris, i loro sguardi, il loro cercarsi. Mio dio che meraviglia, questo capitolo mi ha lasciato totalmente in estasi.
I tuoi personaggi sono realistici in tutto e per tutto. Non hanno nessun ruolo attivo/passivo, ma ci sono solo loro. Non ci sono parti, solo il momento del desiderio è un barlume, un momento che fa scattare tutto, anche come amarsi.
Victor è bellissimo, Brian è bellissimo, loro sono bellissimi. Assoluti.
La fine è stata quasi commovente, mi ha fatta sospirare immaginare la loro anima gelida, sciogliersi grazie al calore reciproco.
Complimenti per la descrizione principale del capitolo, ammetto che mi sia girata la testa!
Non vedo l'ora di immergermi nella lettura del prossimo capitolo <3
Alla prossima!

Recensore Master
27/11/15, ore 21:35
Cap. 11:

Ciao ♥
Sono arrivata all’epilogo con la consapevolezza di non aver sbagliato a voler aprire questa storia. Sono partita citando stranamente i destino e concludo dicendo che non me ne pento. In questi capitoli ho visto la bravura, la luce vera e propria. E le parole, le metafore, i concetti di vita vera. Sensazioni che non possono abbandonarmi, che non si scrollano con una passata di spugna. E la cosa strana è che molte di queste mi hanno accompagnata nell’ultimo periodo, che altre ancora mi hanno sempre fatto compagnia. Quindi sì, era destino che arrivassi fin qui.
Non mi sento di dire che sono rimasta sorpresa da ciò che Harris è riuscito a fare. L’intera famiglia, cavoli. Me lo sentivo. Lui è un uomo di parola. Ha detto che Victor non sarebbe andato da solo e così è stato. Non so perché, ma non posso fare a meno d’immortalarlo in un’immagine di risolutezza rara che è tanto cara e perfetta da sembrare inesistente. Spero di riuscire a mantenere anch’io un paio di promesse fatte, mi basterebbe la metà della sua sicurezza, forse.
Cit. Il migliore. Donovan non poteva trovare altri termini per descrivere Brian Harris.
E la lettera di Victor è qualcosa di oltre. Non posso definirla, non saprei definirla. Mi ha stretto il cuore e l’ha ridotto in tanti, piccoli, coriandoli monocromatici.
Una storia del genere è tutto quello che mai mi sarei aspettata di trovare, qualcosa che vorrei leggere più e più vote, che vorrei vedere sulla mia libreria.
E di complimenti, ormai, ne o fatti tanti. Ti basti sapere che sento la malinconia addosso.
Perfetto, stupendo, immortale.
Complimenti e alla prossima,
xoxoo

Recensore Master
27/11/15, ore 21:22
Cap. 10:

Ciao ♥
Questa recensione inizia con una tua citazione: I grandi dolori sono sempre muti. Chi l’ha detto? Sicuramente uno che la sapeva lunga. Concordo, condivido appieno. Il motivo delle parole che mancano nelle ultime recensioni è proprio questo: I grandi dolori sono sempre muti. E ultimamente non posso certo dire di essere felice, di non conoscere la parola “dolore”. Mi ammutolisco e concordo con Brian.
Il silenzio, lo shock, il non voler credere alla realtà e continuare a dirsi “Adesso mi sveglio ed è tutto finito”. Io vedo questo nelle prime righe, nella reazione di Brian. E a distanza di tempo da quando ho avuto la sua stessa reazione posso solo riuscire a fissare il nulla. Ho smesso di piangere anche io. Singhiozzi vuoti, niente lacrime.
Per tutto il capitolo ho fissato le parole, i concetti, le sensazioni. E ne ho percepito la forma, i colori, la grandezza. Mi sono sentita scoppiare quando sono arrivata alla fine. E solo allora, mentre leggevo di nuovo di Agualilla, ho capito che stavo piangendo.
Cit: Ha davanti agli occhi l’immagine di Soprano, bello e sorridente, che gli fa cenno di raggiungerlo ad Agualilla, dove il tempo ha smesso di scorrere e dove l’oceano non ha memoria. E perfino la mia idea pirandelliana perde di significato con Agualilla. Il tempo si ferma. Un attimo soltanto, forse non o fa davvero.
I miei più sentiti complimenti, davvero.
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
27/11/15, ore 21:02
Cap. 9:

Ciao ♥
Inizio con il dirti che scrivo questa recensione con le lacrime agli occhi. È l’inizio della fine, o forse lo è stata Aqualilla. Una parola, un secondo. Il tempo che c’è e non basta mai, che scivola e che continua sula sua linea grezza. Mi viene in mente Pirandello in questi momenti, mi viene in mente il vitalismo e il ciclo continuo che dice pressoché “Non puoi fermarti, non puoi fermare niente, perfino una fotografia è morta”. E ho i brividi, davvero.
Torno a dire che il motivo per cui amo l’angst è questa sensazione di vita paradossale.
Mi vengono in mente tante cose, tante realtà, e perfino quello che ho vissuto io, mentre serro i denti dalla tristezza. Mi fa bene l’angst, davvero, mi fa sentire viva.
Cit: Non fissarli mai negli occhi. E so cosa significa, so perché Brian non è riuscito ad assecondare questo insegnamento.
Questo capitolo ‘ho letto tutto d’un fiato. È stato emozionante, forte, doloroso. E veloce, sì, perché il tempo continuava a scorrere. Non credo che possano esistere scene descritte meglio sul filone della catastrofe che ho visto qui, no davvero. Hai usato il raziocinio di una manciata di secondi, del susseguirsi degli eventi. Nessun tergiversare, nessuna chiacchiera.
E quell’ultima lacrima mi ha uccisa dentro.
Cit: Noi… siamo immortali, ricordi? Credo che questo si commenti da sé. Ho fatto tanti di quei soliloqui in merito alle tue citazioni e alle sensazioni che queste mi suscitano. Negli ultimi capitoli sono, mio malgrado, meno prolissa. Ma c’è un motivo, forse ben più di un motivo. Non è per via di un cambiamento di stile, né per il finale. Ogni cosa che leggo è perfetta e mi piace, mi soddisfa, mi fa sospirare con un macigno nel petto. Ma non riesco a dilungarmi, forse sono colta anch’io dall’immediatezza. Tra l’altro ci sono concetti che mi hanno sempre colpita e che ho sempre adorato. Questa frase ne è un esempio.
Ancora mille complimenti, adoro la tua storia. È un vero e proprio capolavoro e io ho quasi paura di leggere il finale. Ma lo vedo, si avvicina sempre di più.
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
27/11/15, ore 17:57
Cap. 5:

Ciao!
Eccomi qui nonostante il mal di testa. Non potevo aspettare, Victor mi attendeva.
Parto subito con il dirti che la scena descrittiva del risveglio di Victor è sublime, davvero bellissima. Ho immaginato tutto i procedimenti che la sua testa e il suo corpo hanno compiuto per condurlo al risveglio, lo stesso vale per il suo stato d'animo. Davvero bravissima.
Qui fanno a gara a chi è più testardo. Se Victor non fosse stato così tremendamente ferito, Harris non avrebbe ceduto così facilmente, si sarebbero protratti all'infinito su chi avrebbe dovuto avere l'ultima parola. In fondo è quello che succede, quando si hanno due personalità forti e predominanti. Almeno non si annoiano.
Harris poi è poco paziente, ma non lo biasimo in fondo, anche se devo ammettere che mi diverte vederlo così agitato per le sorti di Soprano, è davvero divertente. Mi ha fatto sfuggire quasi un sorriso e, lo ripeto, so che questo potrebbe sembrare stranissimo agli occhi di molti, pensando che io sia una pazza a sciogliermi leggendo una storia drammatica, ma non ci posso fare niente. Dramma e romanticismo. Un'accoppiata, a parer mio, avvincente.
Questi due litigano e a me pare che facciano l'amore.
Vedi, Victor non è certo un santo, ma io ho un debole per le sfaccettature umane. Ho proprio una dote naturale nel cogliere il dettaglio giusto, quello puro e raro in mezzo al marciume. Probabilmente lui ha un'anima nera, è intriso di corruzione, è sbagliato, sotto certi aspetti, ma non dirà mai che lui si sta trattenendo a casa di Harris. Non tutti lo farebbero, in questo modo lo sta proteggendo. È leale almeno su questo fronte.
Harris mi sta facendo davvero divertire, con le sue confusioni mentali è un vero spasso e dire che non dovrebbe essere così, ma credo che si intuisca cosa voglio dire. Mi fa tenerezza, perché non comprende cosa lo sta spingendo ad aiutare Soprano oltre al fatto che gli è debitore.
Quello che mi viene spontaneo dire è che Victor non ha fatto proprio una mossa intelligente nel suo allontanarsi, perché adesso è privo di senso e sdraiato a terra. Harris lo ha ritrovato e va bene, ma se qualcuno lo avesse visto? La sua buona intenzione nel proteggerlo così va un po' a farsi benedire. In questi casi posso affermare che istinto e personalità prevalgono sulla ragione. Però, Victor, lo amo lo stesso.
Le parole di Victor... come si fa a resistere a un criminale del genere? Voglio dare un consiglio a Harris, voglio dirgli che si deve dimenticare che Soprano è un criminale, che deve pensare a come si rapporta con lui (stupro a parte) che si deve abbandonare alle sue parole e amarlo, basta. Deve fare questo, o potrei stare male io in caso contrario!
L'ultima descrizione, penso che sia un colpo da maestro! Davvero la scena dove Harris si versa da bene e la polvere, la luna come si riflette nella sua casa... sublime. Non ho altre parole per poterla definire.
Bellissimo. Sempre.
Alla prossima!

Recensore Master
27/11/15, ore 04:44
Cap. 8:

Ciao ♥
Ti giuro che questo non me lo aspettavo: leggere la tua storia e trovarci scorci di pensieri che si affollano nella mia mente, in una mia storia, è assurdo. Perché di sensazioni si parla, quindi si tratta sempre di sensazioni che parliamo. Posso farlo io, puoi farlo tu, può farlo chiunque in grado di farlo davvero. Ci sono persone che lo fanno in modo diverso, poi ci sono io che fisso questo capitolo e comprendo il senso del nodo che mi si è formato in gola. Quando ho scritto la scorsa recensione, quando mi sono calata tanto nelle introspezioni di quel poco che posso dire di me senza sentirmi meno di zero, mi sono detta “Amerò questa storia fino alla fine”. E non sono alla fine, ma già ne sento il profumo. È strano, è debole, è presente e pungente come quello della pioggia. E allora amo ogni parola, ogni virgola, ogni pausa. L’incalzare della narrazione, il tempo che nemmeno io posso comprare. Quella bellissima citazione che riguarda Brian Harris e il suo passato. Sì, a volte si vorrebbe davvero poter comprare il tempo. Tornare indietro, magari, e fermarlo. Renderlo perfetto, intoccabile, come le piccole città dipinte nelle palle di natale in cui cade la neve. Un universo in scatola, una realtà approssimativa e fissa di cui non ci si può stancare. Ma forse è per questo che noi vogliamo comprare il tempo: averlo a portata di mano non lo renderebbe prezioso.
Ti dico tutto questo con i brividi addosso. Ho ancora in testa Aqualilla e il foglio scritto da Soprano. Sento le sensazioni di Harris nelle vene, nella testa, e mi sembra quasi d’impazzire. Attraversare la strada è un’azione veloce, è un’azione automatica, ma non è abbastanza. E, cavoli, è tanto che non dico “Non abbastanza”.
Una pugnalata dietro l’altra, l’angst che diviene liquido e martella come la pioggia. Io sento questo e vedo questo. E piango come una scema, perché mi commuovo con una facilità estrema in questi capitoli. Amo l’angst, perché mi fa piangere. Amo l’angst, perché mi fa male. Amo l’angst, perché mi costringe a non sentirmi sola. Amo l’angst, perché mi rende viva. E tu lo gestisci così bene, così dannatamente bene che non ho parole, solo vaneggiamenti.
Potrei stare ore a dilungarmi con sé e ma, potrei perdere giornate intere a dirti quanto ogni riga mi abbia lacerato dentro, mi abbia stretto la gola, mi abbia mandato in pappa il cervello, la razionalità, la coerenza di quella linea di confine tra amore e odio che nutro per l’angst, per la realtà.
Tutto così reale da farmi venire i brividi.
Le reazioni di Harris sono di Harris, ma sono anche quelle del lettore e quindi, ancora una volta, sono le mie. Labile la linea che divide una persona qualunque dal contenuto dei capitoli di “Gioco di specchi” e dolorosi i frammenti. Oh, mi sento quasi una sibilla a pensare che sono stata io stessa a citarli in qualche recensione fa.
Vorrei sproloquiare e dirti quanto ci sia del mio stesso cervello in questa storia, ma sono sicura che prima o poi avrai modo di capirlo da te. Quindi sto zitta, continuo a vaneggiare, a dire ciò che penso secondo per secondo. E non mi fermo, no, perché sento il tumulto di un uragano nele viscere.
La storia del proiettile mi ha letteralmente stesa. Per un attimo mi sono fermata, mi sono guardata attorno Ho pensato e ripensato all’ipotetico utilizzo di quel proiettile. Ho temuto il peggio, ma il peggio non è mai abbastanza, perché forse – e dico forse – il peggio esiste solo nell’andare avanti con nonchalance.
A darmi ragione, per certi versi, è una delle citazioni che più adoro: The show must go on.
E non dico altro, non posso mettermi a spoilerare ogni cosa in questa recensione. Sappi solo che sono rimasta inebetita, confusa e sorpresa nella seconda parte del capitolo. Se nella prima avevo il sentore di aver già vissuto tutto il dolore di Harris, nella seconda ho spalancato la bocca come un pesce. Tutto mi sarei aspettata, eccetto questa consequenzialità di eventi.
Sono strabiliata, davvero. Continuerò a dirlo: sei un genio.
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
26/11/15, ore 20:44
Cap. 4:

Ciao!
Eccomi qui, anche oggi, a leggere un altro capitolo. Come detto me li sto gustando uno alla volta (facendo una fatica estrema per non leggerli tutti) così che le vicende dei tuoi personaggi, possano accompagnarmi per diversi giorni.
Ti faccio ancora una volta i complimenti per la tua capacità di farci percepire immagini vivide, vivaci, descrizioni cariche di atmosfera. I personaggi si elevano, sono bellissimi, entriamo sempre di più a fondo nella loro psiche e questo è quello che più mi affascina in una storia: scoprirli poco a poco.
Victor ha avuto un brutto momento, e come lui stesso ha detto, se lo immaginava. Non è un vigliacco però, e il fatto che faccia il gangster non è una garanzia per il coraggio. Mi piace questa cosa di lui, che non teme "apparentemente" nulla, sebbene abbia molto da cui preoccuparsi. Mi piacciono i personaggi fieri.
Nella storia si attua una sorta di meccanismo perverso che mette entrambi con le spalle al muro: Victor non ha potuto togliere di mezzo Harris, perché quella sorta di attrattiva, di passione che prova verso di lui glielo ha impedito, mentre Harrisi, non può far arrestare o scoprire sovrano perché gli è debitore. Gli ha salvato la vita. Beffardo il destino. Qui secondo me inizia tutto il bello, un su e già di emozioni contrastanti che avvolgerà entrambi i personaggi.
Io credo di avere una vera e propria ossessione per Vicotr e probabilmente questa cosa risulterà strana agli occhi degli altri, ma non ci posso fare niente, sono affascinata dal pericolo.
Amo Harris e subito dopo mi è scattata l'ossessione per loro due. Insieme mi sembrano qualcosa di potentissimo, qualcosa di dannatamente autodistruttivo, ma incompleto. Qualcosa di malignamente magnifico.
Questa storia è un racconto di Gangster, drammatica. Io in alcuni tratti scorgo anche del romanticismo. Non quello canonico, ma quello dannato, tormentato, quello torvo, da non farti dormire la notte, quello che ti affolla i pensieri, ti tortura l'anima.
Io non so più come complimentarmi con te, è una storia mozzafiato, incredibile. La tua scrittura è fluida e bellissimo e le tue narrazioni esprimono esattamente i luoghi che ci vai a descrivere. Si immagina tutto, credimi. Si percepisce tutto, dall'acqua nera e liscia come l'olio, alle ferite di Victor, tutto.
Detto questo non mi resta che salutarti, mentre impaziente aspetterò lo scorrere delle ore per leggere il prossimo capitolo!
Alla prossima!

Recensore Master
26/11/15, ore 18:13
Cap. 7:

Ciao ♥
Sono tornata, seppure con leggero ritardo rispetto alle mie aspettative. Direi che sono letteralmente collassata sul letto e risorta mezza giornata dopo, lol! Mea cupa, lo so.
Ci tenevo subito a parlare del tuo stile – sai che non posso farne a meno, no? – e dirti che ho notato in questo capitolo altri dettagli fortemente introspettivi che mi riportano alla prima teoria: il pulp. Forse un nonsoché di futurista con l’unione dei colori – un po’ all’avanguardia. E poi il flusso di coscienza, sì: importantissimo, bellissimo.
Il frame che riguarda l’infanzia di Victor è inebriante. Tornano gli specchi, torna il concetto nascosto nel titolo che è stato parzialmente svelato dal capitolo precedente. Poi torna la bellezza delle frasi e il modo armonioso con cui queste si susseguono.
La pioggia, il pianto degli angeli, continua a scorrere. Ed è un tema a me caro. L’ultima volta che ho detto “Non sta piovendo” era una bugia: pioveva dentro il mio cuore e pioveva anche fuori dal palazzo; eppure mi è stato dato il beneficio del dubbio con una risata, forse un contentino. Mi trovo a dire questo, perché sostanzialmente ho risentito quella sensazione nel leggere di Victor alla finestra. Spesso piove anche nei miei racconti, ma quella che cade dall’alto non è semplicemente pioggia – non lo è lì, non lo è nella vita vera e, a quanto sento, non lo è nemmeno per Victor. Forse il detto ha ragione, chissà se mai Victor si troverà a concordare con me.
Cit. Nessuno vince. E io ho i brividi, perché è una consapevolezza che fa male, che brucia, che non mi abbandona mai. È una piccola e fastidiosa ossessione che pungola di continuo e che condivido a pieno. Però m’incaponisco, tento e ritento. Se non lo facessi mi sentirei morta dentro e non è da me, non più.
Perché amo tanto la tua storia? Perché è pregna di sensazioni, è pregna di vita. Disillusione, crucci, confusione. La vita è fatta anche di queste cose, soprattutto di queste cose. Quando trovo un bel testo adattato al presente, quando lo vivo e lo sento addosso, non posso più scrollarlo via.
Cit. Un viale dei ricordi che non ha nessuna voglia di ripercorrere […] Torno a dire che questa storia mi pungola. Non so come, né perché, ma forse è semplicemente per via della tua bravura. Questi sono i momenti in cui mi fermo e fisso il muro. Sono i momenti in cui mi accendo una sigaretta e torno a leggere con più enfasi.
Hai uno stile impeccabile, a spirale: prende il lettore e lo trascina giù, come in un mulinello. Ecco perché dico che è impossibile uscirne ed ecco perché continuo a credere che mi sia impossibile lasciare un capitolo in sospeso o a metà. Non si può e basta, è contro natura, contro l’istinto. Abbandonare un flusso di coscienza che può essere quello di chiunque – di Victor (o Vittorio), mio o tuo, è assurdo. E qui torno a citarti, perché è un po’ il sunto di (cit) […] un parassita in un organismo ospite.
Sai, quando ho iniziato a leggere questa storia mi sono chiesta perché non l’avessi inserita nella sezione delle storiche. Poi sono andata avanti nella lettura e ho capito che il genere principale era proprio questo. Non hai sbagliato, affatto, e lo stesso prologo, lo stesso fascicolo, dovrebbe suggerirmelo.
Vado avanti nella lettura con un nodo in gola. Vedo con gli occhi di Victor il suo passato e ho quasi timore. Sensazioni di disgusto, di arrendevolezza, di una macabra normalità. In ogni dove vedo disseminati dei perché e provo a immaginarmi Harris al suo posto. Se sono così uguali, in fondo, un solo cambiamento nel passato di questi avrebbe potuto portarlo sulla stessa strada. È pazzesco, mi dà i brividi.
Non mi aspettavo un altro capitolo così veemente, lo ammetto, non così presto. Ma non mi ha affatto infastidito. Anzi, mi rilego al discorso della scorsa recensione e dico che lo slash mi piace anche e soprattutto per questo – mi ripeto, credo di sì! – alternarsi di suoli che non costringe un personaggio in una posizione. E le descrizioni, neanche a dirlo, sono come al solito perfette. Applaudo di nuovo, ecco!
Mi sono commossa. Fermi tutti, mi sono commossa quando ancora non è successo niente di così delineato da potermi commuovere. Mi sono commossa. Sono scioccata da me stessa, giuro. E da te, sì, perché sei tu ad aver tracciato queste sottili linee tra una riga e l’altra. In qualche modo mi hai fatto scattare le lacrime. Una sola parola, il dubbio di Harris. Agualilla.
E mentre boccheggio come un’ebete, mentre non so cosa succederà nel prossimo capitolo o cosa Victor abbia scritto sul foglio, dico solo che non vedo l’ora di leggere il seguito.
Questa storia mi farà male, davvero tanto male. Me lo sento nelle viscere.
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
26/11/15, ore 05:28
Cap. 6:

Ciao ♥
Sono ancora qui, sì, perché l’istinto di andare avanti era troppo forte per frenarmi. Andare a letto senza aver letto un altro capitolo non era contemplabile, no davvero. Ormai sono totalmente assorbita da questa storia e so che anche domani, non appena avrò un briciolo di tempo, finirò qui a leggere – parole così belle e armoniose, contesti così curati, sono più unici che rari!
Cito subito una tua frase: […] decifrare i segni nascosti nelle pieghe delle cose. È un agglomerato di sensazioni così vero e indelebile che mi ascia senza fiato. Io stessa mi sono trovata a pensare qualcosa del genere e in più di un’occasione. Non so se preoccuparmene o meno, dico davvero, perché i tuoi personaggi sono così epicamente cristallizzati da insinuarsi a forza nel lettore – sono schegge, sì, e qui mi ritorna in mente una mia vecchia metafora che spero leggerai spesso. Dico che sono schegge e non dico altro, dico che sono vetri e con questo abbandono il discorso nella suspense (?)
Questa volta voglio dirti uno dei motivi che mi spinge a prediligere le coppie slash di un racconto a quelle het. E non è un discorso strano, solo molto personale. Nelle coppie slash, solitamente, non vedo disparità. I personaggi sono equi, calibrati, con una struttura fisica e mentale che non si abbassa mai al chiché. Spesso, purtroppo, nelle coppie het succede il contrario: lui è un figo, è forte, impavido, spesso buono – troppo buono, poco vicino alla realtà – o estremamente egocentrico. Lo slash è diverso. Perché lo dico in questa sede? Perché la descrizione di Harris è esattamente ciò che penso di un personaggio con le cosiddette. Soprano neanche a dirlo, lo sai già. Vedere due personaggi con gli attributi che si scontrano sia mentalmente che fisicamente mi manda in visibilio! Non amo i cliché, non amo i ruoli standardizzati – perfino nelle storie yaoi tendo a cercare la caratterizzazione tipica dell’equità dello slash, tanto che nello slash disdegno gli stereotipi dello yaoi. Amo le storie come a tua perché hanno del pepe, perché hanno l’immediatezza, il battibecco, il silenzio rumoroso. E te ne do atto, perché sono molto esigente. Una stria più piacermi, un personaggio può affascinarmi, ma raramente posso dire di amare l’intero contesto, le vicende o i personaggi in sé.
In “Gioco di specchi” amo tutto. Sono a metà storia e amo tutto. Vedo angst, vedo tensione, vedo nervi, onore, testardaggine. E reazioni istintive, sorprese, umanità a volte camuffata e a volte svelata. Queste sono storie, cavoli! ♥
Se solo più persone sapessero rendere i propri pensieri in questo modo io sarei una persona felice ~ se solo le parole conquistassero il mondo con la loro semplicità e complessità, sì. Perché la bellezza di leggere un testo come il tuo è quella di non trovarsi dinanzi a paroloni arzigogolati – non che mi dispiacciano, sia chiaro, ma non sono “immediati”. Questo non rende un testo meno intelligente, anzi, è in grado di stupire chi ha i gusti difficili e arrivare fino a colpire chi li ha più standardizzati. Io sono il tipo di persona dai gusti difficili, lol. E vedere come tutto questo arrivi, come colpisca e affondi, mi rimanda nella personalissima Sindrome di Stendhal letteraria ♥ Come posso dimostrarlo? Ho i testimoni (?) di quanto segue: non amo le virgolette alte, le trovo da citazione, forse anche da pensiero – e non amo nemmeno i trattini che molti usano per identificare un dialogo anziché un discorso a sé o una specificazione; tuttavia le ho brutalmente ignorate e questo solo perché è tutto, estremamente, perfetto! Dalla A alla Z: i personaggi, la psicologia, il contesto, le situazioni, le reazioni. Tutto perfetto.
E che dire, non potevo scegliere capitolo migliore per fermarmi a leggere. Non dormirò più (?) o forse, per la terza volta in tutta la mia vita, sognerò qualcosa che ho letto. Se andassi a dormire immaginando Victor Soprano e Brian Harris, certamente sarei felice di rotolarmi nel letto come un kebab all’ora di pranzo! Giuro che ci spero fermamente, anche se dubito di un eventuale esito – i sogni manifesto non sono il mio forte, Freud avrebbe da ridire su questo, lol!
Per quanto riguarda la parte hot del capitolo, beh, posso soltanto fermarmi, allontanarmi dalla scrivania, fissare il monitor e applaudire. Sì, hai capito bene: applaudire. Io sono negata con le descrizioni erotiche, mi fermo sempre al momento sbagliato, tendo a non dilungarmi mai troppo, mi fossilizzo unicamente – o quasi – sulle sensazioni. Tu hai unito sensazioni e descrizioni. Il discorso è semplice, quindi, e volge a una grandissima stima. Lo stile da te adottato è perfetto, come ho già detto, e anche in questa circostanza non vacilla.
Molti scrittori si perdono anche in questo, non trasmettono, ma ti ci sei riuscita. E posso quindi ricollegarmi al discorso sullo slash che ho fatto poco sopra! Ecco cosa mi piace dello slash, ecco cosa mi piace di una storia in crescendo che non nasconde niente.
Il mio rating preferito è il rosso, ebbene sì, ma non solo per le descrizioni di atti sessuali – lol, molti stentano a crederci, ma io sono la dimostrazione lampante che esistono storie a rating rosso per altre ragioni (e non ti cito qui il titolo, non sono tipo da farmi spam a casaccio, né m’interessa farlo, perché al momento sei tu la protagonista delle mie parole e io sono solo una logorroica senza posa)! Nel corso delle mie letture a rating rosso, infatti, ho visto moti autori fossilizzarsi sul dettaglio anatomico, altri solo sule sensazioni, altri, invece, sui luoghi comuni e su delle metafore a dir poco buffe, inquietanti – ne ho un elenco mentale, giuro, e posso fartelo quando vuoi per iscritto! *ride alla sola idea* Per quanto riguarda te, ancora una volta torno a dire che mi fermo, mi allontano dalla scrivania e applaudo.
Non ho letto frasi scontate, non ho letto frasi fastidiose, non ho letto cliché. Il discorso di rivalsa, quello di un ruolo instabile e non dettato dallo stereotipo, ti è caratteristico.
Davvero complimenti per tutto quello che hai scritto, sono entusiasta! *mode sindrome di Stendhal letteraria*
Ora vado a svenire nel letto, promesso (?) altrimenti domani non mi faccio viva per colpa di una crisi epilettica da mancato-sonno *rool* e non posso mancare!
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
26/11/15, ore 03:50
Cap. 5:

Ciao
Credo di avertelo già accennato, ma se non l’ho fatto chiedo venia: mi rifiuto di andare a dormire senza aver letto un altro, bellissimo, capitolo di questa storia. E a ragione, per di più! Quando avevo aperto la pagina EFP su questo capitolo era ancora pomeriggio, poi ho dovuto concentrarmi su altre cose, ma non l’ho chiusa – no, è rimasta aperta su Moxilla per tutto il tempo! Volevo che all’improvviso mi ricordassi che era importante leggere il resto, che quella prima frase mi era rimasta talmente in testa da non poter fare a meno del seguito. Ed è stato così: (cit) […] impercettibile come lo sfregarsi d’ali di un insetto. Cavoli, è qualcosa di superbo, bellissimo! Nelle tue righe non c’è solo uno stile magistrale, ma anche i tocco artistico che fonde poesia e narrativa. Ecco perché dico che questa storia mi ricorda il pulp, ecco perché l’adoro ed ecco perché continuo a immaginarmi le scene già lette guardando serie tv a caso!
Hai dato il via a una vera e propria ossessione, è bene che tu lo sappia (?) ♥ adesso sono completamente ammaliata da “Gioco di specchi” – e se hai notato sono stata anche così intelligente da non chiedere alcuno spoiler in merito alla tua delucidazione *cof* voglio gustarmi tutto, ogni parola e ogni sospiro: la sorpresa, la suspense, il climax!
Con questa idea nella testa sono andata avanti. Ed ecco un’altra di quelle frasi che mi hanno punto come uno spillo: (cit) La lingua è come un taglio di carne morta impigliato nella bocca. Dire che tu sappia fare delle metafore è dire poco, troppo poco. Sono crude, a volte gracchianti. Le tue parole mi danno la sensazione medesima delle poesie di Rimbaud – ecco, l’ho detto! ♥
E non posso evitare di citare anche: […] come vetriolo sulla pelle nuda. Voglio dire, mi capita così di rado di leggere contesti narrativi e strutture del genere che quasi non faccio caso ai dettagli. Ma con te è diversi, ci sono anche questi! Ed è il motivo che mi spinge a leggere, a diventare logorroica, a fissare il pc come un’ebete. La tua bravura non è sindacabile. No, mi rifiuto. Spero di non incontrare mai una persona con l’opinione diversa dalla mia, perché sarei in grado d’incarnare il mio segno zodiacale come mai prima d’ora, lol ~
Io lo dico, io lo sostengo, io lo so (?) ♥ Il resto del mondo può andare in pace (?) e condividere gentilmente (?) la mia idea. Amen (?)
Potrei citarti tante di quelle frasi che uscirebbe fuori un copia-incolla dell’intero capitolo. Dio solo sa quanto io adori il tuo stile – o forse no, forse iniziano a saperlo un po’ di persone e perfino l’etere, lol!
Per quanto riguarda il capitolo in sé per sé, invece, non posso che complimentarmi ancora una vota. È bellissimo e intenso. Scorrevole – ovvio, ormai sembro un disco rotto con questa storia – e mai noioso. Narrazione perfetta, successione di eventi impeccabile.
Il lento riprendersi di Victor, la sua testardaggine, il modo in cui si ostina a sottolineare il tipo di persona che è. No comment, davvero. Rischierei di fare una sequela di spoier a chi passa a leggere le recensioni – io sono una di quelle persone che lo ha come vizio non appena vede una storia, lol – e non voglio. Questa è un’opera che va gustata, ce va letta riga per riga, parola per parola. E va vissuta, sì, come le sensazioni contrastanti di Harris e i sui dubbi, i suoi crucci.
Ho trovato un piccolo refuso che ti segnalo – succede spesso di lasciarne in giro, soprattutto a me che sono dislessica, perciò tendo sempre a segnalarli quando li trovo ~
Cercalo con il tasto trova, così fai prima *annuisce convinta, perché è abituata a farlo in prima persona* (cit) ?, un
Alla prossima,
xoxo

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