una storia di incredibile sensibilità e drammaticità, con uno stile realistico da far impallidire perino Verga. la similitudine con gli scacchi non fa che aumentare la drammaticità della battaglia. la freddezza con la quale spara dalla trincea, l' ardore con cui si getta sui nemici... fanno di tutta la storia un vortice che finisce per coinvolgerti, tanto da rimanere confuso quando leggi l' ultima parola. la capacità con la quale ti sei calata nei personaggi fa di te un' ottima analizzatrice, non tanto per la fantasia, ma si vede che hai scritto questa storia con il cuore.

"The Glamazon"

Phoenix_619

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Come ti ho già detto, mi commuove, è piena di significato

Eccomi.
In ritardo, ma eccomi.
Lo sai che non posso esimermi dal recensire una tua storia, specialmente una bella e al tempo stesso dolorosa come questa. Settimana scorsa mi hai chiesto se non avessi scritto una "cosa" troppo triste, e io ti ho risposto che no, quello che hai fatto è stato scrivere una storia reale e l'hai fatto davvero bene (anche perché so che ti stai documentando con i libri, ahah!). In fondo, certo, è un racconto triste, che colpisce con la sua cruda verità, ma come si possono tralasciare questi aspetti quando si parla di uno degli eventi più drammatici della storia? Lo sappiamo tutti che non c'è nulla di allegro o giusto nella guerra, e questa testimonianza di Alessandro e Marco che hai riportato ne è una prova esemplare. Alessandro che si ritrova a dover festeggiare il proprio ventesimo compleanno in trincea e pensa alla sua famiglia lontana è davvero toccante, assieme al punto in cui si rende conto che, ribaltandogli tutte le prospettive, la guerra l'ha fatto crescere - forse troppo in fretta e sicuramente nel modo sbagliato. La metafora finale degli scacchi è qualcosa a cui io non avrei neanche mai pensato, ed è così azzeccata nella sua crudeltà che non trovo parole. Come ti ho già detto, questa storia mi ha fatto pensare alla canzone "Replica" dei Sonata Arctica... ovviamente riferita al caso in cui Alessandro fosse riuscito a tornare a casa.
Davvero complimenti. Brava, brava, brava. Sono orgogliosa *0*
E chiaramente non mi pronuncio sulla parte grammaticale perché SAI che non ci sono errori. Sono orgogliosa due volte *0*
Bacioni,
Syl.

Ciao complimenti veramente una bella storia anche perchè non credo che sia molti facile parlare di un avvenimento come caporetto.
Quello che mi ha piaciuto particolarmente è come hai saputo rendere quel senso di fatalismo, di coraggiosa rasegnazione, di attaccamento in un qualcosa in cui credere, a cui tornare che ho sempre immaginato nei militari nella 1WW.

Ciao

P.S. Temo che ci sia qualche errore nei dialoghi che non compaiono o almeno il mio PC non li vede (cosa che non credo impossibile visto la mie ultime meravigliose esperienze con i pc).

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splendida, splendida e sconvolgente quanto reale e quotidiana, chi si ricorda dei caduti di guerra? mai nessuno, è una one-shot tra le più di impatto che abbia letto fino ad ora, e te lo dico, ne ho lette troppe!
Dritta ai preferiti, ora voglio vedere qualche altro tuo lavoro; davvero significativa la metafora degli scacchi.
un abbraccio
Rannek guerriero della luce

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