Tutte le più grandi guerre, odierne e del passato, cominciano e sono cominciate con un casus belli, una motivazione che possa renderla, almeno apparentemente, lecita. Credo che ciò sia visibilissimo anche nella tua breve one-shot, sebbene il tema trattato sia mitico/leggendario e le due fazioni vedano Angeli e Demoni schierarsi in battaglia. Quest’aspetto rende sicuramente più verosimile il racconto, cosa di non secondaria importanza se sommato all’originalità del tema trattato. “Quando è nata l’eterna lotta tra Bene e Male?”: questa è la domanda a cui il tuo scritto propone una risposta, scombussolando i canoni classici.
Chi, mai, avrebbe potuto immaginare che a dare inizio a questo spargimento di sangue non furono i cattivi, ma i buoni? Certo, come tu stessa hai precisato non sono gli angeli i fautori di questa guerra, ma il Sole che, forse per una scorretta sopravalutazione di sé, forse per un’eccessiva brama di potere, ha lanciato il guanto di sfida alla sorella.
Resta il fatto, comunque, che i demoni, solitamente dipinti con esseri di puro male, non sarebbero stati così autolesionisti da lanciarsi in una missione suicida come questa, sebbene la loro natura vi ci faccia protendere.
Strano, ma piacevole. In fondo, con questa versione non hai fatto altro che rappresentare il mondo per come è, ovvero formato da infinite sfumature di grigio e non solo da bianco e nero.
Aspetto che mi ha piacevolmente colpito è anche il brevissimo spazio concesso ai personaggi di Krascow e Cornwell. Di loro sappiamo solo i loro nomi e che il secondo, per motivi indecifrabili, non è dove dovrebbe essere. Due nomi, un’amicizia che gli unisce, paura e nulla più. Uno spazio meno coinciso, magari con la descrizione della morte di Cornwell, probabilmente sarebbe stato meno incisivo del venirlo a sapere quasi per caso dalla continuazione della narrazione. Non c’è tempo per piangere i caduti, la guerra, come purtroppo è anche nella realtà, non dà alcune istante per dispiacersi per i propri cari e costringe ad andare avanti, soverchiando i sentimenti. Così, il lettore è obbligato ad accettare, metabolizzare e continuare con la lettura.
Il finale aperto, che si concede ad infinite interpretazioni, esplicitato dopo aver informato chi legge che i due eserciti oramai combattano senza nemmeno ricordare il motivo di tale scelta, lascia uno spiacevole dispiacere.
È realistico, possibile.
Per quanto riguarda lo stile, ci sono alcuni aspetti che mi sono piaciuti e altri che mi hanno convinto un po’ meno. Rientra in questa categoria, per esempio, la prima frase, ovvero “C’era stato un tempo, era esistita un’epoca lontana e ormai perduta per sempre, in cui tutto era perfetto”. Nella mia testa, probabilmente solo nella mia, stride un po’. Trovo un po’ eccessivo l’inciso, del cui utilizzo io sono un fervido sostenitore, ma che, in casi come questo, appesantisce la lettura. Forse, togliendo quel “era esistita”, l’effetto enfatico sarebbe stato comunque presente, senza, però, rallentare il ritmo. “C’era stato un tempo, un’epoca lontana e ormai perduta per sempre, in cui tutto era perfetto”, non trovi che sia, pur non cambiando il senso della frase, un po’ più scorrevole? Ovviamente, il mio è un parere personale e sei benissimo libera di non ascoltarlo. Siccome amo avere l’anima pulita, comunque, ti dico che un lavoro simile a questo sarebbe stato possibile anche in altre parti della one-shot.
Al contrario, ho apprezzato il lessico. Non eccessivamente raffinato, pomposo o altisonante, ma, comunque, non banale o semplice. Credo che le parole che hai scelto siano perfette per ciò che hai deciso di raccontare: una leggenda, magari passata di bocca in bocca per intere generazioni.
A tuo favore, poi, cade anche l’ampio utilizzo delle personificazioni, che, se non sbaglio, sono un po’ la tua firma, un tratto onnipresente nei tuoi testi. Il Sole, la Luna, gli Angeli, i Demoni, la Luce, l’Oscurità ma soprattutto l’Armonia e il Destino. Ritengo che questa figura retoriche sia una delle più belle, perché permette di descrivere un personaggio con un’unica parola. Per fare un esempio, se ti dico il Pio, ovviamente tu non pensi ad un centauro che agita in aria una frusta, ma più facilmente ad un parroco che, stretto nel saio, recita una preghiera. Quindi, un punto a favore per te, anche se mi permetto di ammonirti, avvisandoti che un uso smodato della personificazione potrebbe rendere tutto il testo eccessivo e poco piacevole.
Se fosse possibile, poi, eviterei l’uso delle parentesi (perfettamente sostituibili da due virgole) perché in un racconto stoppano bruscamente la narrazione. Come sostiene la mia prof di italiano, tira fuori tutto quello che sta nelle parentesi.
Ho notato, infine, un paio di virgole di troppo, ma niente di eccessivo.
Sui contenuti, invece, sei intoccabile. Oltre ad essere per me quasi un’ossessione, trovo che il modo in cui hai descritto la vicenda Angeli/Demoni sia ammirabile. Così, vuoi perché sono un fan sfegatato della Caduta di Lucifero e di tutto ciò che questo ha comportato, ovvero la creazione del Male, ma non posso fare altro che complimentarmi.
Come ho già detto, la tua originalità è sensazionale.
Bene, credo di aver detto tutto ciò che dovevo, quindi mi eclisso. Spero a presto,
Jerry |