Recensioni per
Letteratura Mondiale
di ImpavidSwan
Niente male questo capitolo, soprattutto molto adatto alla figura dello scrittore (certo, non nel senso che oggi daremmo al termine, ma comunque un letterato) qui presente, mi sembra che tu ne abbia saputo ottimamente rendere lo spirito (anche se, come giustamente fai notare, alla fine apprese il greco da vecchio, evidentemente aveva capito che la storia non si può fermare, che nel suo sviluppo Roma avrebbe inevitabilmente avuto l'influenza e seppe comportarsi da persona intelligente) dell'irruente censore, sempre pronto a criticare il presente nel nome di un passato in cui vi era un altro modo di sentire (nè questo modo di pensare s'è fermato all'antica Roma...), la lettura di questo capitolo mi ha strappato più di un sorriso pensando alla povera nazione che doveva sopportare le sue concioni conservatrici, il problema è che non vuole e non può certo controbattere a quelle che sono critiche fondate (non può certo dirgli che non ne vuole sapere dell'onorando vecchiume espresso dal censore, sia perché il suo non era un attegiamento isolato, ma ancora radicato in settore della società romana dell'epoca, sia perché una rinuncia sic et simpliciter ai propri costumi avrebbe provocato una perdita della peculiarità che stava trasformando una semplice città stato nel centro Italia in una potenza di prima grandezza per l'epoca), insomma, pur con i sui eccessi, la figura di Catone era necessaria, con buona pace della pazienza del povero Nonno Roma... |
si certo che continuo a sostenerti u.u eh si perfetta è la parola giusta mia cara :3 certo quando ho letto Catone mi è venuta una cosa (ritrovarsi le cose che studi dappertutto non è bello XD) ma va bè XD nulla da dire sul capitolo perché è bellissimo =) |
Swaaaaaan *le cade in testa* ouch >.< |
Eccomi qui :D la ragazza che ti sostiene sempre, e come non potrei? Vivere 6 ore per 4 anni ha avuto le sue conseguenze. Diverse, ma profondamente uguali. E io devo ringraziare te tesoro ;) sai che mi piace qualunque cosa scrivi quindi non ho niente da dire perché sei sempre perfetta u.u bye bye, ti voglio bene ** |
Complimenti davvero per questo nuovo appuntamento, posso dirti che trovo pregevole sia l'idea che il suo svolgimento, non m'è stato per nulla difficile pensare che il Bardo, ormai avanti con gli anni, abbia voluto inscenare un'ultima rappresetnazione per quel suo paticolare ospite (che in quanto rappresentate del suo paese lo era anche dei suoi primi estimatori dell'epoca elisabettiana) e per renderlo edotto di quello che a tutti gli effetti poteva essere il suo "testamento spirituale" si sia divertito a intrattenere il suo ospite in un raffinato gioco di autocitazioni che il buon Arthur sulle prima sembra non capire appieno, preso com'è dalla comprensibile apprensione per lo stato di salute di quel suo illustre cittadino, finché non gli appare finalmente chiaro che nella fase di crepuscolo della sua esistenza lo scrittore non ha bisogno null'altro che di un'atmosfera serena (tanto la morte potrà prenderlo sia a Londra ch altrove, quindi perché andarsene dalla sua città?), nell'attesa di essere ricordato presso la posterità per quello che il suo genio ha inventato, m'è sembrata inoltre una buona scelta la particolare situazione meterologica del contesto, sembrava creare un contrasto con la solare chiarezza delle battute del drammaturgo. |
ma siamo sicuri che non parli di Veronica Franco? xD (io recensisco quando ti posso parlare comodamente in svariati modi ma va bè xD) |
Ottimo lavoro come sempre! Oltre al fatto che hai una vasta erudizione nel campo della letteratura, è molto bello vedere che conosci bene anche ciò che riguarda gli autori, la loro vita, le relazioni ecc. E' sempre un piacere leggere i tuoi capitoli, senza parlare del fatto che mi fai conoscere un sacco di autori nuovi. Grazie mille! Per quanto riguarda scrittori russi ti consiglio Dostoevskji e Bulgakov, bellissimi tutti e due. Felicissima di poterti supportare, perché te lo meriti davvero. |
In primis, mi fa estremamente piacere d'esserti stato in qualche modo utile, ma passando al racconto vero e proprio, posso dirti che lo trovato godibile e divertente, Romano mi sembra molto ben reso nel suo carattere di sempiterna diffidenza verso chi nonostante tutto gli ha fatto da mentore (anche se vedere la scena del felice incontro tra la nazione e lo scrittore non lo lascia del tutto indifferente, anche se non lo ammetterebbe mai); la parte più interessante del capitolo è che in questo caso Antonio ha anche altri problemi, dato l'atteggiamento non proprio improntato alla generosità del Cervantes, per non parlare della sua alquanto bizzarra promessa, capisco l'oltremodo dubbiosa occhiata del malcapitato Antonio, il quale alle bizze di Romano poteva essersi anche abituato, ma non credo sia contento di affrontarne altre (almeno al momento, ovviamente avrà modo di cambiare idea a lavoro ultimato). |
Sinceramente, devo ammettere di essere abbastanza ignorante in questo campo; di tutte le fanfic che hai scritto, gli unici personaggi che conoscevo erano Jacopo da Lentini e lo scrittore de"Il piccolo principe". Però, con l'aiuto delle tue spiegazioni, son riuscita a capire e ho apprezzato tutte le storie, in particolare quella su Alfred e Bach; molto probabilmente, appena avrò qualche spicciolo, comprerò un suo libro *^*
Non saprei che altro dire; sono consapevole di quanto la mia recensione sia scrausa, ma non essendo ferrata in questo campo non vorrei scrivere delle bombe giganti >.<" Questo però non significa che non mi rifarò viva al prossimo capitolo~! ^w^ |
(Sono anche psicologicamente pronta ad arrivare a 100 capitoli se è necessario!><). |
Ciao! |
Devo dire che hai un ottimo gusto per la scelta degli autori da inserire in questa silloge (personalmente apprezzo Bach ma non è proprio tra i miei scrittori statunitensi preferiti, la storia del gabbiano Jonathan poi mi ha sempre fatto riflettere amaramente sull'ostracismo che un individuo dal temperamento indipendente deve sopportare da un gruppo che per necessità intrinseca tenda all'omologazione tra i suoi appartenenti), ma a parte questo, credo comunque che sia la scelta adatta per una storia con portagonista la personificazione degli Stati Uniti, sopratutto per quell'american way of life che fa una sorta di culto della libertà e della retorica della frontiera da raggiungere per la propria realizzazione (nonché per quella del paese), mi sembra che in quella missiva l'autore, pur prendendo bonariamente in giro il destinatario, incarni quell'ideale; il buon Alfred si rivela forse eccessivamente credulone alla fine della lettura, ma sa cavarsela con una frase che potrebbe essere messa in epigrafe da chi non afferra di primo acchito quello che gli si dice, si dà per comodità il nome di "filosofia", e lui, che è (o pensa di essere) uomo d'azione, pare volersene tenere alla larga (non a caso gli americani preferiscono il pragmatismo). |
Scorrendo il capitolo, la prima impressione che mi è venuta in mente è stata "davvero un'ottima idea", m'è parso oltremodo giusto rendere onore ad un'autrice il cui nome quando va bene compare in poche parole nelle note a piè di pagina, mentre meriterebbe senz'altro più risalto, quanto alla storia, penso anch'io che dovrebbe essere nella fase "chibi", dato che siamo nel medioevo e più o meno in quel periodo si può ambientare la liaison tra lui e Sacro Romano Impero, quanto all'attegiamento che ha verso l'autrice, mi sembra molto ben realizzato, in esso si possono vedere lo struggimento ma anche la calma rassegnazione della fine di una possibile relazione, ottimo il modo in cui Feliciano decide di eclissarsi, approfittando della distrazione della poetessa (e credo anche che la nazione non sbagli a non dire il suo nome, ottima scelta in caso di relazione clandestina, e poi forse non sarebbe stato capito se avesse detto che era l'Italia, all'epoca pur avendo coscienza della sua esistenza come paese, non era ancora una nazione nel senso che noi diamo al termine). |
E con estremo piacere rieccomi qui, a recensire il nuovo capitolo! |
Ciao! |