Recensioni per
The Adventure of The Tin Woodman and The Scarecrow
di Roxe

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master

Scoprire retroattivamente storie come questa è una sorpresa molto piacevole, perchè nel fandom, qualche volta, ci si sente un po' persi, tra i vari titoli, si cercano sviluppi inediti, ff che ci facciano volare un po' ma, a volte, si raschia un po' troppo il fondo del barile. Abbinata vincente, poi, per me, perchè il Mago di Oz e Sherlock sono due situazioni narrative che apprezzo particolarmente. Far vivere dentro i personaggi di Baum i due di Baker Street è un'idea geniale, in quanto il loro legame, unico ed originale, come ho già annotato molte volte, trova una perfetta sintonia con la visione fiabesca e surreale del mondo di Oz. "La Noia cadeva dal cielo senza sosta da quasi due giorni ormai, depositando il suo grigio strato d’immobilità ..." "...spighe mature si flettevano spossate dal peso della monotonia, ondeggiando al lento ritmo dell’inedia...": solo un paio di esempi dello stile elegante e con sfumature poetiche che ci accompagna durante la lettura. "...Sarà sufficiente non separarci mai più..." : una delle più belle dichiarazioni d'amore che si potesse far uscire dalla bocca di Sh. "...Una cosa sola è ciò che saremo, finché staremo insieme...": una splendida prospettiva che si desidererebbe calare ogni giorno nella vita reale. Splendida storia.

Nuovo recensore

Non sono una persona a cui capita emozionarsi tanto per un libro/racconto, dal momento che mi ritengo anche fin troppo esigente in fatto di letture (ma non solo in questo campo).
Forse sarà anche perchè, gironzolando per il web, spesso e volentieri girano e rigirano le stesse identiche cose, con le stesse frasi -magari rigirate un po' ma giusto pochi ce la fanno- e le stesse parole, con la stessa trama. Insomma, una palla pazzesca, oltre che una perdita di tempo da non sottovalutare.
Questo racconto mi è stato consigliato da un'amica che ho imparato a conoscere ed apprezzare ed amare per tutto ciò che è. Mi ha detto semplicemente che secondo lei, per capirlo fino in fondo -il racconto, s'intende- c'è bisogno di qualcuno che abbia il cuore aperto a certe cose.
Io non ho la pretesa di avere chissà quale tipo di capacità intellettuale o chissà quale apertura mentale/cuorale ma devo ammettere che la tua storia mi ha lasciato davvero con il dolce in bocca.
Ripeto, non mi emoziono spesso ma questa lettura mi ha davvero lasciato qualcosa, oltre che avermi fatto sentire un sacco di cose.
(Uso la super inflazionata parola "cosa" proprio perchè non riesco a dare una direzione o fare una qualsivoglia classificazione di ciò che ho provato)
Ti basti sapere che ho davvero amato ogni frase, ogni parola, ogni virgola di quello che hai, con altrettanto amore, messo nero su bianco (vale questo detto anche per internet? Spero di sì, anche se in ogni caso, il concetto dovrebbe essere stato compreso).
Concludo qui perchè so che se andassi avanti, continuerei col ripetermi e questo non mi pare il caso, soprattutto perchè un racconto del genere non merita una recensione pallosa e ripetitiva.
Tutto quello che ho da dire, l'ho detto, a parte questo: grazie per questa perla, grazie davvero.

Recensore Veterano

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
No, non sarà facile. Non so neanche se questa volta ci riuscirò -oramai son tre, due giorni che provo a commentare-.
Ho pianto. Ecco, breve, semplice e diretto. Vero. Mi hai fatto piangere il cuore con una tenerezza infinita. Immensa.

Perché io sono una di quelle persone che quando leggone, vedono, percepiscono le anime piangono, in maniera sempre diversa, ma son proprio lacrime quelle che escon fuori.
Le pioggia, e la noia, e la paglia, e il cervello bellissimo, e la latta, e il cuore pulsante (notare il chiasmo), e l'albero, e l'incissio, e il primo 2, e il secondo, quell'uno che tanto significa e la B, che ci sta bene, e va bene così.

Perché se qua non ci sono quegl'occhi grigi tanto espressivi, perché qua non ci sono ne bastoni ne violini, solo le due anime, in un mondo che fluttua, sopra ogni canone o trasposizione.

E ho di nuovo gli occhi lucidi.


r.
#


p.s. se continuo a segnalare ogni cosa che fai penseranno che mi paghi o che siamo amiche XD

Recensore Master

Questa è, onestamente, la storia più bella che abbia mai letto.
Non conosco il telefilm e non sono una fanatica del mondo di Sherlock Holmes, per quanto anch'io, avendo letto alcuni racconti di Doyle, sia rimasta piuttosto colpita dal rapporto tra il detective e il dottor John Watson; tuttavia, da brava fanatica del mondo di Oz quale sono, non potevo esimermi dal leggerla.
Mi sono innamorata, semplicemente innamorata di ciò che ho letto.
I miei complimenti vanno innanzitutto alla tua analogia: è - cavolo - così vero, metaforicamente parlando, che Holmes non abbia un cuore e Watson non abbia un cervello; e persino le loro caratterizzazioni possono per certi versi essere ricondotte ai personaggi originali di Baum. Inoltre, mi vengono i lucciconi nel riflettere su questo tema: lo stare insieme per essere completi. E' un pensiero di una delicatezza e insieme di una forza a dir poco sconvolgenti. In ultimo, ma non certo per importanza, scrivi divinamente.
Amore folle soprattutto per questa frase: "Basterebbe mescolarci un po’ per avere tutte le cose al posto giusto!"
Sono grata di aver trovato una simile meraviglia. Non so come ringraziarti per questa lettura.
Fabi
(Recensione modificata il 22/06/2011 - 09:39 pm)

Recensore Junior

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
L'accuratezza di questa fanfiction, il tema che tratta, il modo in cui si è dipinta innanzi a me, come una tela intessuta finemente che non può non lasciarti a bocca aperta. Sono principalmente questi i motivi che mi spingono a segnalare la storia, oltre ad un coinvolgimento emotivo che non posso non citare.
Tutti conosciamo la storia de "Il meraviglioso mago di Oz", anche solo per sentito dire. Chiamarlo fiaba è riduttivo, in quanto si tratta di una grande allegoria dell'uomo e del suo percorso per trovare in sé quella forza di cui spesso è all'oscuro. Il salto ulteriore che è stato fatto dall'autrice di questo piccolo capolavoro - come mi piace definirlo - è l'essere stata capace di prendere i personaggi più importanti della fiaba e farli identificare nei protagonisti della serie Sherlock BBC, Sherlock Holmes e John Watson.
Holmes, celeberrimo consulting detective, considerato una fredda macchina calcolatrice, estraneo a qualsiasi tipo di sentimento, anestetizzato a tutto ciò che non gli serve per lavoro.
Watson, ex soldato da poco tornato dall'Afghanistan, apparentemente zoppo, perennemente un passo dietro ad Holmes sia fisicamente che mentalmente. Identificarli rispettivamente con l'Uomo di Latta e lo Spaventapasseri è stata un'idea geniale, che rende alla perfezione i loro caratteri e le loro "mancanze". Apparentemente, Holmes non ha un cuore, mentre Watson non ha un cervello. Ovviamente così non è, ma con la fiaba di Baum si mettono in evidenza i due estremi, i quali non possono che portare ad un'unione duratura ed indistruttibile dei due protagonisti.
Ognuno dei due trova nell'altro quello che gli manca, e insieme saranno completi. Questo è, in linea di massima, il succo del racconto, che sfocia poi in una riflessione leggera e piacevolmente malinconica su cuore e ragione. Perché è questo l'eterno conflitto nei due personaggi, in particolar modo in Sherlock Holmes. I sentimenti lo spaventano poiché inceppano la sua capacità di deduzione, in quanto irrazionali e senza spiegazione. D'altro canto, essendo un uomo come tutti noi, Holmes/Uomo di Latta non può non lasciarsi prendere dai sentimenti - dimostrando che un cuore ce l'ha anche lui, e non c'è bisogno di alcun mago di Oz. Questo lo confonde, gli impedisce di far capire a Watson quello che prova. Watson, da parte sua, nemmeno lo aiuta in questo arduo compito, perché non si rende minimamente conto di quello che Sherlock prova per lui. La loro storia è interamente pervasa di ironia tragica, che li allontana e talvolta li avvicina fino a farli sfiorare per qualche attimo. Innegabile è però il sentimento che li lega, sentimento al quale è impossibile dare un nome.
Le piccole meraviglie di questa storia sono poi la Noia, che cade dal cielo e riempie di ruggine le giunture dell'Uomo di Latta, che per sconfiggerla fa utilizzo dell'Olio. In realtà, la ruggine è quel vuoto che riempie Holmes durante i periodi di inattività, e l'Olio è la droga, di cui il detective fa uso per tenere lontana l'inedia; l’accuratezza delle descrizioni dei paesaggi e dei movimenti; e tante tante altre cose. Personalmente, ho ritrovato in questa fan fiction la piacevole atmosfera della canzone “Il Pescatore” di De Andrè.
Lo Spaventapasseri invece si lamenta della Muffa, che gli cresce addosso a causa dell'umidità. Questi cerca riparo sotto lo stesso albero in cui si trova l'Uomo di Latta, che lo ha scelto secondo un ragionamento da lui stesso meravigliosamente spiegato. Lo Spaventapasseri rimane a bocca aperta, stupito dalla finezza della mente dell'Uomo di Latta. Ecco un'altra analogia con i "veri" Holmes e Watson: per Holmes è sempre tutto scontato, e Watson non manca mai un'occasione per esprimergli tutta la profonda ammirazione per lui e per il suo cervello, che lo Spaventapasseri reputa bellissimo. Ogni gesto, ogni frase è comunque un’allegoria sul loro rapporto e sulla loro essenza di personaggi.
Poi il discorso si sposta, sempre con una precisione stilistica e un potere evocativo rari ed ammirabili, su Cuore e Cervello, sulle rispettive mancanze. Dietro suggerimento dello Spaventapasseri, altruista, un po' infantile, l'esatta incarnazione di Watson, i due decidono di stare insieme, così da poter avere entrambi cuore e cervello. Certamente però si perderanno per la strada, perciò l'Uomo di Latta decide di contrassegnare quell'albero in modo da poterlo riconoscere e da poterci tornare in futuro, facendo così di esso la loro casa, intesa come luogo in cui riposa la propria anima.
E' quello seguente il pezzo che più mi ha fatto amare questa fanfiction, perché dà il via ad una riflessione meravigliosa, e fornisce una spiegazione altrettanto accurata e geniale del numero civico di Holmes e Watson: 221b.
E' l'Uomo di Latta, con la sua accetta, a scalfire la corteccia con le cifre e a fornire la spiegazione della sua scelta. Il primo 2 rappresenta loro stessi, il secondo 2 indica le cose che gli mancheranno quando saranno lontani, l'1 sono nuovamente loro, quando saranno insieme. Complementari. Lo Spaventapasseri aggiunge poi quella piccola "b". Perché? Solo perché ci sta bene. Ci sta bene, e l'Uomo di Latta/Holmes non cerca di capire, perché si rende conto che il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non comprende.
Un plauso finale alle note, che fanno capire l'amore dell'autrice per la sua storia e per questi due personaggi, che le hanno rubato Cuore e Cervello. Avrei ancora tante cose da dire, sul titolo per esempio, che fa il verso a quasi tutti i racconti scritti da Sir Arthur Conan Doyle, i quali iniziano per "L'avventura di...", oppure sulla capacità impressionante dell'autrice di dare vita alle frasi, far prendere loro corpo e vita propria... ma credo sia giunto il momento di chiudere questa recensione.
Io ho amato questo piccolo capolavoro e gli ho riservato un posticino nella soffitta disordinata del mio cervello. Spero che l'amministrazione faccia lo stesso, perché storie del genere segnano le persone, e le persone con in testa l'arte, sono quelle in grado di cambiare il mondo. O almeno, l'esistenza loro e di chi sta loro intorno.
Grazie per l'attenzione,
OperationFailed

Nuovo recensore

Allora, premetto che io sono pessima a scrivere recensioni già di mio, poi quando una storia mi emoziona parto per la tangente e scrivo più cavolate del solito, ma per questa piccola gemma, rara quanto brillante, m'impegnerò al massimo! \O/
1) L'immagine prima di tutto. Sappi che nella mia mente l'Uomo di latta ha acquistato ribelli riccioli neri che spuntavano sotto l'imbuto, ha acquistato un broncio leggermente annoiato, ma è solo una parvenza. Lo Spaventapasseri manteneva quelle spighe scappate dall'imbottitura, dello stesso colore del sole ed ha acquistato due brillanti occhi turchini. Sono solo due le cose che, a primo acchito, la mia mente non ha modificato: lo sguardo che si rivolgono, complice e consapevole, e le loro mani intrecciate, quasi casualmente ma con forza. Qui il mio cuore si era sciolto già di un buon 10%, già qualche goccia cadeva sul pavimento, ma io incurante e avida di sapere ho incominciato la lettura.
2) Con te è sempre un piacere vedersi sciovolare davanti agli occhi un paesaggio, è come se vedessi il pittore in diretta, mentre dipinge il quadro. Prima compare Londra, poi una pennellata e la Noia cade, subito dopo sotto la noia notiamo un bell'albero e tra le fronde un luccichio. Cos'è? Un lungo naso metallico, alzato verso l'alto, molto bambinesco, ma terribilmente evocativo. E scendendo lungo questo naso la figura si fa sempre più chiara, ma è l'Uomo di latta!
3) La Noia intesa come pioggia mi ha fatto sciogliere un altro buon 5% di cuore. Perchè identificandola come un elemento naturale, qualcosa che non si può controllare o prevedere. E Sherlock la guarda "sconsolato", come guarderebbe sconsolato il giornale del giorno privo di notizie interessanti. Sa che non può farci niente, sa che questo lo mangerà dall'interno (la ruggine, la ruggine! Altro 5% che cola) e lui non può reagire, non da solo almeno, ma questo è un altro punto. Intanto ha un rimedio alternativo: l'Olio, quel prezioso unguento che preserva il suo corpo dal suo cervello. Perchè sì, è il cervello di Sherlock che lo mette in difficoltà ed è lo stesso che lo salva, e lui vede l'unica soluzione per far coincidere corpo e mente nell'Olio, ma sa che è "sbagliato", sa che non deve abusarne, anche perchè servirsi di una sostanza estranea, non riuscire con le proprie forze a sconfiggere la Noia, gli dà un senso d'impotenza che odia, lui deve vincere, o non sarà mai soddisfatto.
4) Ancora bellissima l'introduzione dello Spaventapasseri!John. Il palo che lo sovrasta, ma al tempo stesso lo aiuta a stare impiedi. Come la consapevolezza che pesa sulle spalle di John, il suo sapere a cosa era destinato e al tempo stesso sapere che non potrà più compiere il suo compito: è inutile. Lo stesso che succede allo Spaventapasseri originale, che i corvi ignorano, facendo i loro porci comodi nel campo, allo stesso modo John si sente inutile perchè non è più adatto per fare il soldato, non serve più. E la Noia cade, ma in questo caso non è la cosidetta Noia esistenziale, quando non sai bene cosa fartene della tua vita, non sai dove andare, ti senti buttato lì sulla soglia della strada. Ma John!Spaventapasseri è forte, vuole reggere e nonostante ormai la Noia gli abbia mangiato la gamba, lui usa tutto quello che ha saputo fare (il palo) per andare avanti, per trovare una soluzione. Ecco, un 10% che si scioglie, sento il rumore delle gocce che picchiettano sul pavimento e stanno inspiegabilmente bene come colonna sonora di questa storia.
5)Ma la sua domanda non sembrò dar pensiero al suo interlocutore questa frase mi è piaciuta moltissimo. Perchè Sherlock di solito non si cura di cose che non lo interessano, non da spiegazioni troppo futili, se non a John. Poi c'è anche l'inverso, John che dà pensiero a Sherlock. Come quando nel Canone Holmes dice a Watson che lui è portatore di luce. Come se Holmes avesse la mappa e le cognizioni per uscire dal labirinto del caso, ma ci fosse troppo buio e John avesse il lume per illuminare la mappa e rendere visibile tutto. Bello, bello <3
6) Non starò qui a parlarti dei loro magistrali dialoghi (li ho amati), perchè dell'IC potrei parlare per ore ed ore. Ti dico solo che Moffat & co non sarebbero riusciti a trovare parole migliori. Mi ha ucciso anche il chiedere costantemente di Sherlock a John il perchè di quelle scelte, come se volesse avere un assaggio di ciò che prova il cuore, come se cercasse di vedere attraverso quegli occhi dipinti. Lo stesso effetto ha avuto su di me la curiosità dello Spaventapasseri e anche il suo non fare caso al malumore dell'Uomo di latta, perchè da un certo punto di vista non può comprendere perchè sia infastidito, ma da un altro cerca di capire, vuole capire, anche se inconsciamente sa che non ci riuscirà mai, ed è la stessa cosa che prova Sherl!Uomo di latta. Hanno lo stesso desiderio e le stesse speranze, nonostante apparentemente siano uno il contrario dell'altro.
7) Ogni Sherlockiano che si rispetti si scioglie sempre davanti a quei 3 numeri e a quella letterina. Sempre, senza discutere ed io ho dovuto invocare le sfere del drago e resuscitare, per resitere a questo dettaglio *gli escono cuoricini dalle orecchie*
8)E le sue palpebre s’incurvarono alla vista di quel piccolo segno, che continuava a non saper indovinare.
- Che cosa significa quella B?
- Non lo so. Però ci sta bene, non trovi?
Disse rivolgendogli un ampio sorriso, e fissando le sue labbra grinzose l’Uomo di Latta sorrise a sua volta, con un movimento delicato che mal si accordava alle sue mascelle di ghisa, ammorbidendo ogni suo lineamento.
- Hai ragione.
Rispose infine, senza chiedere altro. Perché non c’era nient’altro da chiedersi. 
Posso dire che questo è il mio pezzo preferito di tutta la storia? Sì? Riassume in maniera divina tutto il loro rapporto. Seriamente, il chiedere incessante di Sherl, il dare una risposta tutta sua di John, il comprendere di non comprendere di entrambi e la consapevolezza che non importa, non importa finché sono insieme.
La Noia aveva smesso di cadere.
 

Nuovo recensore

Aw ma la dolcezza. Mi piacciono gli accostamenti che hai fatto, l'uso delle metafore è perfetto e rende il racconto armonioso e decisamente fiabesco, per cui hai centrato nel segno. *w* L'ultima parte con Uomo di Paglia!John mi ha uccisa per la tenerezza - oltrettutto immaginavo entrambi vagamente somiglianti a Benny e Martin e boh, l'amorezza. *w*

Recensore Junior

Tu sei un dannato genio! XD E io ho le lacrime in saccoccia dopo la lettura e non so perché =_= Le metafore sono arrivate forti e chiare, l'intera costruzione della fiaba è originale e bellissima, e il tuo stile è perfetto. Holmes e Watson (in tutte le loro incarnazioni) nei panni dell'Uomo di Latta e dello Spaventapasseri calzano alla perfezione.